dieci
Elena
ricordo perfettamente il giorno in cui Valentino vinse uno dei suoi nove mondiali davanti hai miei occhi, è stato nel duemila tre, avevo quattro anni quando il mio fratellone vinse il mondiale
Ricordo la festa nei box e le maglie che ci dettero che conservo ancora in un cassetto dedicato a casa dei miei genitori, dove ci sono anche tutte le altre, ancora non mi capacito di come sia stato possibile che io quel giorno ero lì, con gli occhi chiusi e la mano stretta a quella di mia madre, l'unica cosa che sentì fu l'urlo di Luca e di mia madre
All'inizio pesavo fosse caduto, ma poi ho sentito Guido Made, urlare che Valentino Rossi era campione del mondo, l'unica cosa che ho fatto è stata piangere per poi andare da lui insieme alla nostra famiglia, guardavo Valentino festeggiare e quando mi prese in braccio e mi strinse a sè capì che era tutto vero, sentivo il suo cuore che batteva a mille e il suo respiro irregolare mentre mi stringeva fra le sue braccia.
tutto questo discorso è nato adesso con mia madre mentre stiamo sistemando gli album di famiglia nello scaffale di casa sua, sono seduta a gambe incrociate vicino a mamma che sta guardando le foto con me
<è uno dei giorni che ho tatuato sul cuore> dico
<ricordo la tua valle di lacrime> dice mamma
<che dovevo fare!> dico e lei ride, cambiamo album e sulla spina leggo "VR46", torno seduta vicino alla mamma e apro l'album, la prima che trovo è Valentino con i ragazzi, questa l'ho fatta io, me lo ricordo, eravamo all'inaugurazione e Valentino mi aveva chiesto di fargli una foto con tutti i ragazzi che avevano aderito, così li feci mettere in posa e feci la foto
giro la pagina e ci siamo io e Francesco seduti vicini, io sto guardando il torinese che credo mi stava spiegando qualcosa, era il duemila e diciotto
<che stile> scherza mia madre indicando come ero vestita, avevo dei jeans neri strappati sul ginocchio, una di quelle felpe monospalla che andavano al tempo, le converse e tenevo i capelli raccolti in una coda alta
<guarda che al tempo andava di moda> dico e mia madre mi guarda divertita, mi concentro sui nostri sguardi, in questa foto già mi piaceva Francesco, dalla data che c'è scritta di lato, un'anno prima che io mi mettessi con Marlene, cambio pagina e ci siamo noi alla prima festa di natale al ranch
<oddio ho odiato ogni secondo in questo vestito> dico indicando la me diciannovenne con un vestito rosso e dei tacchi che mi facevano almeno dieci centimetri più alta
<ma eri stupenda!> dice mia madre, giro ancora la pagina e questa volta il mio cuore si ferma, ci siamo io e Francesco mentre balliamo, mia madre non mi aveva mai detto di avere questa foto, io ho le braccia introno al suo collo e lui a le mani sulla mia vita, stiamo sorridendo entrambi, appena scavo un po' di più nella memoria ritrovo quel momento
Ritrovo quella canzone, il nostro lento appiccicati senza mai staccarci gli occhi di dosso, ricordo la voglia di baciarlo e la paura di farlo perché ero incerta sulla sua reazione e il dispiacere per la fine della canzone
<sai quando scattai questa foto, vidi quella scintilla, la scintilla di cui ci raccontava sempre tua nonna> dice mia madre
<La scintilla di due anime che sono destinate a stare insieme, nonna diceva sempre che sarebbe scattata con quello giusto> dico e la mamma sorride annuendo, osservo ancora la foto e giro pagina, ci siamo io e Andrea completamente pieni di fango dopo motocross
<Oddio qui è quando Andrea mi è volato addosso e siamo rotolati> dico e mia madre mi guarda male, ero tornata a casa con un livido sul braccio e lei preoccupata non mi ha permesso di fare motocross per due mesi, un supplizio
<E una delle tue prime punizioni> completò la donna al mio fianco, annuisco e lei gira la pagina, le foto non sono in ordine cronologico, anche se potrei rimetterle apposto mentalmente ma a mia madre piace ricordare a spruzzi le cose
Momenti importanti delle nostre vite, momenti brutti e belli, momenti che rimarranno per sempre nella nostra memoria, appoggio la testa a quella di mia madre mentre continuiamo a guardare le foto di quella banda di matti
<L'ultimo poi mangiamo, ti fermi a pranzo?> chiede mia madre
<Si, almeno sono più vicina al ranch> dico
<Va bene amore> dice mia madre e mi bacia la fronte, prende un'altro album e sulla spina c'è scritto "la mia donna"
<Mamma> dico e lei mi sorride, si siede vicino a me e apre l'album, facciamo un passo indietro riguardando tutte le mie prime recite, la prima volta che ho camminato, la prima volta a vedere Luca che correva, la prima volta a vedere Valentino, non camminavo nemmeno
<Sai ogni tanto vi guardo, quando siete tutti tre insieme e mi rendo conto di quanto siete cambiati, di quanto tu ti sei formata e quanto siete cambiati> dice mia madre
<Io e Luca non molto> dico guardando la donna
<I capelli> commenta e rido, da piccola io ero bionda, poi si sono scuriti negli anni arrivando al castano di adesso, chiudiamo l'album e metto tutto apposto, prepariamo da mangiare e aspettiamo mio padre, io intanto salgo ed entro in quella che era camera mia
Apro il cassetto con dentro le maglie di cui parlavo prima, frugando trovo anche quella dell'anno scorso di Francesco, sorrido, mi siedo sul letto con la maglia fra le mani, guardo la maglia poi l'ambiente che mi circonda, il poster di vale sul muro, le foto appese sulla bacheca anch'essa appesa al muro
Il tappeto, un parcheggio giocattolo con delle moto e delle auto, le mie amiche mi dicevano che forse dovevo cominciate a giocare con le bambole, ma ho sempre detto che non era giusto, non era per me, io non amavo vestire e cambiare le bambole, mi dava fastidio anzi
Amavo leggere, o meglio amo leggere, la mia libreria è piena, mi alzo e mi avvicino alla libreria, prendo una vecchia copia di Romeo e Giulietta, ho almeno due edizioni, uno qui e uno a casa
<Amore è arrivato papà> urla mamma dal piano terreno, ripiego la maglietta e la rimetto nel cassetto, scendo e saluto mio padre, mangiamo tutti insieme e parliamo del più e del meno, quando finiamo faccio il caffè per tutti e tre
<Io vado ho promesso a Vale che oggi mi sarei allenata con loro> dico e mia madre mi guarda di scatto
<Stai attenta> dice la donna mentre io mi avvicino e gli bacio la fronte
<Stefi tranquilla, è grande ora> dice mio padre e saluto anche lui e prima di uscire salgo ancora le scale e prendo la maglietta di quando Francesco è diventato campione del mondo, la infilo nella borsa ed esco dalla abitazione dei miei genitori per salire in macchina
Parto verso il ranch, l'adrenalina sovrasta il resto e appena raggiunto il ranch scendo velocemente per poi andare a cambiarmi per andare in motocross, esco e li raggiungo al capanno, guardo Francesco e ripenso alla foto, quella foto, noi due, quel natale, quell'anno.
le ragazze hanno ragione.
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