Clocks Go Forward

Mi svegliai di soprassalto, di nuovo. Da due anni.

Col tempo l'incubo faceva meno effetto, non mi faceva urlare nella notte o saltare dalla paura. Ma era sempre e crudelmente terribile. Tutte le mie paure, in un colpo solo mi si riversano addosso. Ed era come annegare nella lava, spaventoso e doloroso a livelli estremi. E succedeva da due anni.

Mi alzai e andai a bere, come sempre, qualcosa, prima di tornare a dormire. Lui si mosse appena, ma non sembrava essersi accorto di niente. All'inizio erano urla e lacrime, e lui che cercava di calmarmi, spesso invano. Ma, ripeto, col tempo ero riuscita a nasconderlo.

A non fargli capire...

Mi cadde la bottiglia dalle mani, un singhiozzo e mi ritrovai per terra dietro l'isola della cucina a piangere. Mi sentivo così stupida in quei momenti, così idiota da non capire che avrei dovuto scappare, chiedere aiuto. Ma era come se nessuno potesse aiutarmi.

Sentii dei passi avvicinarsi "Stai là!" esclamai tra i singhiozzi.

"La-"

"NO! LASCIAMI IN PACE!" gli gridai di rimando "SE STO MALE E' SOLO PER COLPA TUA!"

"Ti prego, lasciami-" tentò di dire, ma ci rinunciò. Rimase dietro di me, non fiatava.

"Torna a dormire Jonathan" tirai su col naso "lascia...lasciami due minuti". Appoggiai la testa sulle ginocchia, e sentii la stanchezza di due anni di sonno arretrato cadermi addosso come un palazzo. Non mi ero neanche resa conto che si era inginocchiato davanti a me, finchè non sollevai la testa e incrociai il suo sguardo. 

"Ti ho lasciato due anni. E la cosa è solo peggiorata." disse. Cercai di controbattere ma il suo sguardo era più fermo di una statua e la presa sul braccio altrettanto salda "quanto vuoi andare avanti ancora? Quanto ancora vuoi nascondere tutto quando SO cosa ti succede eh? Finchè starai messa così male che dovrò metterti ad Arkham?"

"Che differenza farebbe? Tanto sono già impazzita-"

"CREDI CHE NON-" la sua voce si alzò di almeno un'ottava in più e sembrava sul punto di urlare, anche se per poco meno di un secondo. Si riprese subito e continuò "credi che anche io non sia impazzito quando è successo quel putiferio laggiù?! Credi per caso che non ricorda nei minimi particolari quei due secondi prima che tu perdessi conoscenza?!" Si alzò in piedi di scatto, allontanandosi da me. Cercai di nuovo il suo sguardo ma lui si era già voltato. Apoggiò le mani sul piano e scosse piano la testa.

"Credevo di non avere più paura, di essere invincibile...d'altronde non avevo nemmeno torto insomma, lo avevo testato su di me più e più volte e dopo un po' non vedevo più niente quindi... Quindi perchè preoccuparsi, perchè non credere di avere tutto sotto controllo, di sapere quello che si faceva...e poi" prende un respiro profondo "poi sei arrivata tu e quel cretino ha lasciato cadere il contenitore e tu...tu eri...non sapevo più cosa fare"

Sul subito non seppi cosa dire. Era sempre stato un tipo pieno di sè e difficilmente esprimeva emozioni che non fossero indifferenza, fredda tolleranza o quel briciolo di amore che non so nemmeno io da dove cavolo lo tirasse fuori. 

Mi alzai in piedi, mi misi accanto a lui e appoggiai la testa al suo braccio, dato che ero alta un metro e una cicca. Non so quanto siamo stati così. A un certo punto parlai "Eri tu"

"cosa?"

"Ciò di cui avevo più paura...era vedere te aver paura. Tu avevi sempre tutto sotto controllo, sapevi sempre cosa fare. Non avevi mai paura."  Sentii le sue braccia avvolgermi in un abbraccio. Sospirai "Non sarei dovuta entrare"

"Nè io avrei dovuto lasciare la porta dei sotterranei aperta" risi della battuta e ricambiai l'abbraccio. Era da così tanto che non ridevo, così tanto che non ci abbracciavamo con il solo scopo di dimostrarci affetto.

"che ne dici se adesso la finiamo di essere due idioti e nasconderci a vicenda le cose?"  mi chiese, serio. Il suo volto però non lo era, era stranamente dolce. E quei suoi occhi azzurri sembravano quasi pregarmi di farlo, come se farlo avrebbe aiutato non solo me, ma anche lui.

"Basta segreti quindi?" annuì a quella domanda. "va bene...mi sembra una buona idea" 

"ti sembra?" 

Riappoggiai la testa sul suo petto, dopo aver passato i precedenti due minuti a fissarci, e finalmente provai quel senso di stanchezza che si prova quando si sta per fare una lunga notte di sonno.

"si...è davvero una bella idea"




5 mesi per riprendere a scrivere e 1 per sviluppare questa storia

bene, direi popo bene...


Stavo ascoltando questa canzone al telefono, in salotto. Poi ho alzato la testa e ho visto che mio padre stava guardando Batman Begins e in qualche minuto avevo qualche idea in testa che si sono trasformate in questa cosa.

I hope you'll apreciate it!

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