☆30
San
Quel giorno era il compleanno di Jongho e i miei mi avevano chiesto di organizzargli una festa a sorpresa dal momento che lui aveva detto di non voler festeggiare nulla. Era strano il fatto che ora fossimo quasi amici, dopo anni di odio represso tutto ad un tratto ci eravamo trovati a sopportarci e anche a passare le serate insieme dal momento che era capitato che sia io che lui invitassimo i nostri amici a casa.
Il giorno, quando era tornato a casa da scuola, non mi ero fatto vedere e semplicemente ero rimasto in camera mia tutto il tempo fino a quando fui sicuro fosse andato al bagno. Mi ero vestito bene, con dei pantaloni eleganti e una camicia bianca, mentre avevo tirato i capelli all'indietro con del gel.
Dopo essermi guardato allo specchio dalla camera e camminai il più velocemente e silenziosamente possibile lungo il corridoio, per poi scendere le scale e uscire di casa. Mi diressi lontano dalla mia abitazione, in modo tale da non farmi vedere da mio fratello nel caso si fosse affacciato anche per sbaglio alla finestra e aspettai qualche attimo che Yunho si presentasse. Non potevo andare con la moto, dal momento che se no si sarebbero sgualciti i vestiti, perciò ci eravamo messi d'accordo e io sarei andato con Yunho e Mingi a prendere Byeol mentre Seonghwa e Hongjoong avrebbero portato Wooyoung al locale. Yeosang sarebbe stata la pedina fondamentale, dato che lui avrebbe portato il suo ragazzo al nostro pub che quel giorno sarebbe rimasto aperto soltanto per l'occasione.
Era strano come in poco tempo i nostri due gruppi si erano uniti formandone uno soltanto, eppure mi piaceva e stavo iniziando a farci l'abitudine. Le cose nella mia vita erano cambiate radicalmente in qualche mese e, per quanto mi dolesse ammetterlo, come vivevo prima non mi mancava per niente.
Quando vidi l'auto di Yunho avvicinarsi mi sbrigai ad entrare dentro e feci i complimenti agli altri due che, come se, si erano vestiti elegantemente. Mi era dispiaciuto da una parte far finta di essermi dimenticato il compleanno di mio fratello ma ero sicuro che avrebbe apprezzato la festa che gli avevamo preparato.
«Non ti avevo mai visto vestito cosí.»mi disse Mingi girandosi dal sedile de passeggero mentre il suo ragazzo rimetteva di nuovo in moto l'auto e io gli feci un occhiolino scherzoso.
«Beh, sono figo, ma non farci l'abitudine.»lo presi in giro e lui ridacchiò. Passammo quei minuti a parlare del più e del meno fino a quando non arrivammo davanti casa della mia, ormai, ragazza, cosí presi il telefono e le mandai dei messaggi.
Capii che non avrebbe risposto, perciò sbuffai e con un "torno subito" uscii dalla macchina e mi diressi alla porta di casa sua. Non persi tempo a pensarci e subito bussai, senza chiedermi se qualcun'altro fosse in casa: probabilmente avrei dovuto farlo perchè non fu lei a venirmi aprire ma un uomo che, capii, fosse suo padre. Deglutii e mi diedi dell'idiota quando capii la cazzata che avevo appena fatto e ora, di certo, non potevo tirarmi indietro. Stavo per conoscere i genitori di Byeol.
«Salve signor Lee, c'è Byeol in casa?»chiesi sapendo già la risposta e lui mi squadrò dalla testa ai piedi prima di corrucciare la fronte.
«Si, si sta preparando per un compleanno, tu saresti...? Non ti ho mai visto da queste parti.»mi chiese e io sentii il corpo andarmi a fuoco quando, da dietro le sue spalle, apparí anche una donna che capii fosse sua madre.
«Chi è?»domandò al marito per poi avvicinarsi all'uscio della porta. Capii che Byeol avesse preso i tratti del padre quando li ebbi entrambi davanti, infatti quest'ultimo aveva la stessa forma del viso e degli occhi, ma anche qualcosa della bocca, soltanto i capelli erano probabilmente della madre.
«Ehm, io sono...»iniziai a dire ma venni interrotto quando sentii la voce della bionda dal corridoio.
«San!»mi salutò e si fece avanti e, quando la vidi, non potei fare altro che rimanere a fissarla. Aveva un vestito rosso di seta lungo fino a metà coscia, con una scollatura a cuore e che le lasciava le spalle scoperte. I capelli raccolti in una cipolla che lasciava alcuni ciuffi fuori e il viso truccato con un rossetto dello stesso colore dell'abito che spiccava. Il suono dei tacchi neri mi entrò nel cervello quando arrivò vicino ai suoi genitori e io mi ritrovai con la bocca spalancata.
«Ehm, chi è?»chiese ancora suo padre e io scossi leggermente la testa per riprendermi da quella leggera trance, togliendomi dalla testa l'idea di me che le sfilavo lentamente quel vestito.
«Lui è San, il fratello di Jongho. È il mio ragazzo.»sgranai gli occhi quando disse quelle parole e rimasi immobilizzato sul posto.
«Oh mio Dio! Non sono presentabile!»esclamò la mamma e a me venne da ridere nervosamente a quelle parole, perciò chinai la testa in segno di cordialità.
«Non si preoccupi signora Lee, è bella almeno quanto sua figlia.»cercai le parole giuste e la donna rise di gusto a quelle parole mentre Byeol uscí di casa e mi si mise accanto e notai con piacere quanto fosse più alta con quei tacchi.
«Non sapevo avessi un ragazzo.»commentò il padre e io sentii le gambe tremarmi quando gli occhi dell'uomo furono di nuovo su di me, dandomi un senso intimidatorio.
«Beh, ora lo sai. E noi siamo in ritardo, perciò ce ne andiamo.»rispose frettolosa la figlia e io potei di nuovo respirare a quelle parole: volevo andarmene il prima possibile o avevo paura che le avrei prese di santa ragione.
«Ti voglio a casa non dopo l'una di notte.»affermò alla fine il padre e poi mi diede un'ultima occhiata.
«È stato un piacere conoscervi.»dissi finalmente qualcosa e l'attimo dopo la donna mi sorrise e con un "altrettanto" la porta venne chiusa. Mi voltai verso Byeol e lei rise quando vide la mia espressione spaventata.
«Sto per avere un crollo emotivo.»ammisi e lei rise ancora più di gusto prima di circondarmi il collo con le braccia come era solita fare per poi stamparmi un bacio sulla bocca, senza ovviamente lasciarmi nessuna macchia di quel rossetto rosso fuoco.
«E tu sei bellissima cosí.»aggiunsi al suo orecchio e lei sorrise prima di sentire il suono del clacson della macchina di Yunho: mi ero quasi scordato dei due che ci stavano aspettando. Ci dirigemmo allora nell'auto e, dopo i saluti vari, partimmo verso il locale che ormai era diventato tappa fissa di tutti i giorni.
Una volta arrivati notai che Wooyoung, Seonghwa ed Hongjoong erano già li, insieme ad altri ragazzi che avevo visto quando ancora andavo a scuola.
«Siete arrivati appena in tempo, Yeosang sta venendo qui.»venimmo subito informati dal più grande quando fummo scesi dall'auto e fummo davanti a loro. Entrammo dentro il pub e, dopo essersi messi d'accordo, ci nascondemmo dietro al bancone o in cucina, qualcuno dietro al palco e chi vicino agli strumenti. Poi spegnemmo la luce e attendemmo che la coppia arrivasse.
Non passò molto tempo che udimmo la porta aprirsi di botto e poi dei passi che si facevano presenti sul pavimento del pub.
«Attento a dove metti i piedi...»disse Yeosang richiudendosi poi la porta alle spalle e camminando verso il centro della stanza.
«Sei sicuro che San sia d'accordo? Secondo me ci ammazzerà entrambi...»la voce di Jongho entrò nel locale e dovetti trattenere una risata a quelle parole; probabilmente il moro gli aveva detto che aveva chiesto a me se potessi lasciare loro libero il locale in modo tale che potessero festeggiare in pace, come se avessi mai potuto farlo.
«3...2...1...»iniziò a fare il conto alla rovescia Byeol al mio fianco e, appena finí, se ne uscí con un«SORPRESA!»che tutti noi seguimmo in coro, nonostante qualcuno non si fosse nemmeno accorto del fatto che le luci erano state accese: e per quel qualcuno intendo Mingi e Yunho.
Non appena il locale si illuminò riuscimmo a vedere Yeosang che teneva le mani sulla testa di Jongho, che fino a poco prima aveva avuto gli occhi coperti e che ora stava sorridendo come un bambino.
«Voi siete pazzi!»urlò quasi mettendosi poi una mano sul petto, probabilmente il fatto che avessimo tutti gridato lo aveva spaventato e ora infatti era inginocchiato per terra con le mani sugli occhi.
Ci avvicinammo a lui e uno per volta lo abbracciammo dandogli i nostri auguri e, quando arrivò il mio turno, fu strano abbracciarlo: probabilmente era la prima volta che succedeva in tutti quegli anni.
«Voi siete completamente pazzi, ma grazie tantissimo.»aggiunse prima di girarsi poi per dare un bacio al suo ragazzo, alchè tutti se ne uscirono con un "aww" generale che fece arrossire i due al centro.
«Beh, che stiamo aspettando?»chiese poi retoricamente Hongjoong e a quel punto Wooyoung dietro di noi iniziò a tirare fuori da mangiare e da bere.
«Festeggiamo!»esclamò poi e qualcun altro fece partire la musica dallo stereo vicino al palco.
«A Jongho!»disse ad un certo punto Yunho, alzando un bicchiere in cui all'interno c'era dello spumante. Noi tutti facemmo lo stesso gesto gridando un "a Jongho!" prima di bere il contenuto dei nostri bicchieri.
La serata passò tranquillamente e l'atmosfera del locale era davvero gioiosa, mi resi conto solo in quel momento di quanto fossi in realtà felice.
«Andiamo a fare due passi?»mi chiese Byeol ad un certo punto, mentre entrambi finivamo di mangiare uno dei paninetti preparati da Wooyoung. Annuii e mi alzai, per poi prenderle la mano e tirarla su, per incamminarci verso l'uscita.
Appena fummo fuori mi sfilai la giacca che avevo e gliela misi sulle spalle, dato che l'aria annebbiata e il vento freddo autunnale avevano preso a sbatterci contro e sapevo che presto o tardi lei avrebbe preso freddo.
«Grazie.»mi disse e io le afferrai una mano, continuando a camminare sul marciapiede fino ad arrivare ad una panchina. Mi sedetti su di essa e lei fece lo stesso, mettendosi al mio fianco. A quel punto le cinsi le spalle con un braccio e con l'altra mano continuai a carezzarle le sue dita, cosa che mi rilassava da morire.
«Ti stai divertendo?»le domandai io e lei annuí con un sorriso genuino, cosa che mi fece spuntare un sorriso anche a me. Le posai poi una mano sulla guancia e la baciai lentamente sulle labbra, dato che non riuscii a resistere a quelle sue labbra.
Schiusi le mie non appena sentii che mi diede l'accesso alla lingua e le carezzai il viso lentamente con la sua mano che mi toccava le spalle coperte dal leggero tessuto della camicia. Ci staccammo e poggiammo le nostri fronti l'una sull'altra respirando lentamente.
«Ti amo.»mi disse e io sentii le farfalle nello stomaco a quelle parole, avvicinai allora di nuovo la bocca alla sua e ci posai sopra l'ennesimo bacio a stampo. I baci più profondi erano belli, si, ma quelli a stampo ogni volta che ce li scambiavamo mi creavano quei brividi lungo la schiena che mi facevano stare fin troppo bene.
«Ti amo anche io.»sussurrai staccandomi per un attimo e sorridendo, lei ricambiò il sorriso e avvicinò di nuovo la testa alla mia riprendendo a baciarmi.
Continuammo a baciarci per qualche minuto fino a quando non iniziammo entrambi ad avere freddo, perciò rientrammo dentro al pub lasciandoci il freddo d'autunno con la sua nebbia.
Fine.
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