☆3

Byeol

Quando uscii da scuola al fianco di Jongho, quel giorno, riuscii subito a vedere la macchina di Hongjoong con lui fuori appoggiato ad essa mentre guardava qualcosa al telefono. Mi guardai attorno poi e notai come Jongho era andato diretto tra le braccia del suo ragazzo, per poi baciarlo sulle labbra mentre gli teneva le mani attorno al corpo. Li guardai e non riuscii a fare a meno di sorridere pensando che tutto quello che avevano loro, un tempo, l'avevo avuto anche io.

«Dai, muovetevi, fa caldo oggi.»li interruppi quando smisero di baciarsi e i due alzarono gli occhi al cielo e quasi riniziarono a baciarsi ma li presi per il colletto della maglia e li tirai via con me verso la vettura del "biondo" che nel frattempo aveva alzato lo sguardo su di noi, anche lui seguendoci con un leggero sorriso.

«Che ridi?»gli chiese infatti il più piccolo dandogli un'occhiata e l'altro semplicemente arrossì per poi abbassare lo sguardo sul pavimento mentre sia io che gli altri due buttavamo gli zaini sui sedili posteriori.

«Niente, mi ha fatto ridere che vi abbia dovuto portare qui da me con la forza.»rispose semplicemente con un'alzata di spalle ma capii fin da subito che c'era qualcosa sotto e, per quanto mi costasse ammetterlo, sperai che non stesse pensando ciò che avevo pensato io.

Prendemmo posto nell'auto e io, come ogni volta che veniva a prendermi o lui o Seonghwa, finii sul sedile davanti dato che gli altri due volevano semplicemente recuperare le ore in cui si erano sentiti divisi durante la giornata. Mi ricordavo bene come ero stata seduta in quel posto almeno un anno prima, quando Hongjoong aveva preso la patente e noi due eravamo felici, anche se dovevo ammettere di essere abbastanza spaventata dall'idea di essere in macchina di un neopatentato.

Voltai di poco la testa e feci finta di nulla per gettargli uno sguardo. Aveva le mani sul volante e riuscivo a vedere quelle vene che mi erano sempre piaciute spuntare dalle maniche della camicia. Il profilo perfetto era completamente concentrato sulla strada e un sorriso non potè fare a meno di spuntarmi sul viso.

Spesso rimpiangevo il fatto che avessimo rotto. Mi ero sempre detta che forse ci eravamo messi insieme nel momento sbagliato, che magari in futuro ci saremmo ritrovati e sarebbe andato tutto per il meglio e certe volte speravo che quel futuro venisse il prima possibile perchè, anche se mi duole ammetterlo, mi mancava davvero tanto.

«Andiamo a casa mia, va bene?»chiese poi e io scossi la testa ritornando alla realtà e ripuntando il mio sguardo sulla strada davanti a me, facendo finta di nulla.

«Possiamo passare un attimo da me? Devo dire una cosa ai miei.»chiese il più piccolo e semplicemente quello davanti annuí e, quando lo fece, i suoi capelli, che ormai gli attivavano sulle spalle, si scossero ed ebbi l'impulso di infilarci una mano all'interno per sistemarglieli.

In un attimo fummo davanti casa di Jongho anzi, la villa. Abitava in un quartiere abbastanza buono, completamente diverso dal nostro e, nonostante ci fossi già entrata più di una volta, quando la vidi da fuori deglutii non potendo fare a meno di provare una sensazione di imbarazzo.

Il proprietario di casa scese dall'auto e con un "torno subito" sparí dietro il cancello principali, lasciando noi tre soli in macchina. Mi voltai quindi verso i sedili posteriori dove ci trovai Yeosang con le braccia conserte mentre guardava fuori dal finestrino opposto alla villa.

«Ma hai mai dormito a casa sua?»gli domandai sinceramente curiosa di saperlo dal momento che non parlavamo mai della sua relazione dato che eravamo tutti nell stesso gruppo e avremmo potuto creare del disagio nel farlo.

Lui voltò la testa verso di me e abbassò lo sguardo verso i suoi piedi e in quel momento capii che c'era qualcosa che non andava.

«Cosa c'è, ti conoscono i suoi, no?»chiesi in conferma ma anche questa volta ottenni la stessa reazione e non potei fare a meno di sgranare gli occhi per la sorpresa.

«Oh mio Dio, sanno che almeno stanno insieme?»per un attimo mi sentii invadente ma in fin dei conti era il mio migliore amico e sapevo che non mi avrebbe mai risposto male e che non gli dava fastidio parlarne con me.

«Sinceramente non so nemmeno se conoscano il suo orientamento sessuale.»ammise e tirò un sospiro per poi guardarmi di nuovo con uno sguardo spento. Mi pentii subito di avergliene parlato perchè sapevo che in quel modo avevo soltanto peggiorato le cose, ma credevo che dopo circa tre anni almeno lo conoscessero.

«Ne avete parlato?»la voce di Hongjoong fece capolino e io mi voltai notando i suoi occhi puntati sullo specchietto mentre probabilmente guardava l'altro dietro il quale scosse la testa in segno di disapprovazione.

«Ho sempre paura di apparire troppo appiccicoso. È che io sono quasi giunto alla fine del mio percorso scolastico e vorrei prendere una casa in affitto. Vorrei chiedergli di venire a viverci con me dato che non sopporta la sua famiglia ma certe volte mi sembra anche di non conoscerlo...»spiegò e mi sentii piuttosto triste per lui. Non ero mai capitata in una situazione del genere ma sapevo che non era piacevole.

«Magari prova a dirglielo, iniziate a parlare e a mettere le cose in chiaro. Le cose sono piuttosto serie tra voi, no?»cercai di spronarlo e lui semplicemente riabbassò gli occhi per poi voltare la testa verso la casa da dove ne uscí il suo ragazzo senza lo zaino di scuola che si avvicinava di nuovo all'auto.

«Ci devo pensare.»quelle furono le sue ultime parole prima che il più piccolo rientrasse nella macchina con un sorriso smagliante.

«Ora sei tu che stai ridendo.»gli fece notare il più grande ripartendo poi in direzione della casa sua e di Seonghwa e l'altro ridacchiò.

«I miei non c'erano a casa, c'era soltanto mio fratello.»annunciò allora come spiegazione e io voltai di nuovo la testa verso di lui non capendo quale fosse il nesso tra il fatto che fosse felice e l'assenza dei genitori a casa.

«Quindi?»gli chiesi infatti non capendo e dando voce ai miei pensieri e lui mi fissò come se fossi stata un'idiota a porre quella domanda.

«Mio fratello mi ha detto che mancheranno per diversi giorni, perciò ho praticamente casa libera.»finí per poi portarsi le mani dietro le spalle e appoggiarsi allo schienale del sedile con un'espressione soddisfatta sul viso.

«Se San è a casa allora non puoi dire che è completamente libera...»borbottò Yeosang al suo fianco ma semplicemente il fidanzato lo ignorò riprendendo poi a parlare.

«Potrei organizzare una festa, no? Niente genitori, l'arrivo dell'estate e dei primi caldi, cosa c'è di meglio?»affermò e io alzai le sopracciglia con evidente sorpresa. Era piuttosto raro che facesse andare noi a casa sua e ora il fatto che volesse fare una festa mi metteva piuttosto confusione ma alla fine capii che il semplice motivo era dato dall'odio/amore che provava nei confronti della sua famiglia.

«Una festa? Ti sei impazzito? E come vuoi fare?»le domande di Hongjoong vennero fuori con un tono stizzito e quasi infastidito da quelle parole e ne rimasi piuttosto sorpresa dal momento che non ne aveva bisogno.

«Arriviamo a casa tua e ne parliamo tutti e cinque insieme.»chiuse la conversazione ricordandoci l'assenza di Seonghwa e noi altri ci trovammo tutti d'accordo nell'aspettare.

Una volta arrivati davanti la loro abitazione Jongho fu il primo ad uscire dalla vettura e a precipitarsi all'interno dell'edificio con me, Yeosang ed Hongjoong al suo seguito. Quando poi anche noi tre entrammo in casa trovammo il più piccolo quasi urlare al proprietario di casa che aveva un grembiule legato attorno alla vita mentre lo guardava nella confusione più totale.

«Allora ricapitoliamo. Faccio una festa, invitiamo un po' di gente a scuola e facciamo spargere la voce. Dopodiché ci dividiamo i compiti da svolgere per la preparazione ed ecco fatto, festa pronta!»spiegò con un tono di voce talmente felice che non fui in grado di dirgli di no, soprattutto ora quello che ci aveva detto Yeosang: non potevo immaginare come poteva stare in una casa in cui nemmeno ti conoscono o ti capiscono.

«Secondo me sarà un floop.»commentò il più grande riprendendo poi a cucinare con pentole e pentoline in cucina mentre noi altri poggiavamo gli zaini sulle sedie libere del salotto.

«Secondo me è una bella idea, invece.»dissi allora per dare man forte all'altro il quale mi sorrise con una nuova luce negli occhi e venne da me per abbracciarmi stretta.

«Io penso che non verrò, sono troppo vecchio per queste cose.»rispose Hongjoong facendosi scrocchiare la schiena come se fosse la prova della sua vecchiaia anche se ovviamente sapevamo che non voleva venire semplicemente perchè non gli andava.

«Beh, il voto finale spetta a te, quindi.»fece notare il più piccolo voltandosi verso Yeosang il quale fino a quel momento era rimasto in silenzio e credetti che forse era dato dal discorso che avevamo tenuto poco prima.

Ci guardó uno ad uno, scrutando le nostre espressioni e cercando di capire cosa fare; poi alla fine parlò.

«In cinque anni non sono mai stato ad una festa, mi serve proprio passare una serata diversa.»e a quel punto sia io che Jongho prendemmo a saltargli attorno con le mani unite mentre gli altri due ci guardavano scioccati.

«Venite a mangiare, deficienti, invece di ballare cosí a buffo.»ci rimproverò Seonghwa iniziando a mettere i piatti in tavola e noi facemmo come richiesto, sedendosi ognuno di noi al suo solito posto.

«Si mamma.»lo prese in giro Jongho solo per beccarsi uno schiaffo dietro la nuca che provocò le risate generali all'interno della sala.

Certo non c'è originalità a far iniziare una storia con una festa but...spero vi piacerà comunque hehet

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