☆25
Byeol
La scuola era ricominciata da qualche giorno ormai e già potevo dire di essere stanca. I professori avevano iniziato a metterci pressione per il nostro futuro e per quello che avremmo potuto fare una volta usciti dal liceo e, ogni volta che li sentivo parlare, il peso che avevo sullo stomaco diventava più grande ed ero sicura che prima o poi mi avrebbe fatto esplodere.
La mattina aveva preso ad accompagnarci a scuola anche Yeosang, dato che ormai anche lui aveva preso la patente, perciò lui Seonghwa e Hongjoong avevano preso ad alternarsi. Aveva iniziato anche lui a cercare un lavoro dato che, da quel che avevo capito, lui e gli altri due avevano in mente di prendere un appartamento in affitto dove poi, una volta finito, sarebbe andato a vivere anche Jongho, stanco di stare in casa con i suoi e con suo fratello.
Per quanto riguardava San...erano settimane ormai che non lo vedevo più, eppure ci pensavo tutti i giorni. Io e Hongjoong non stavamo insieme ufficialmente, però era ovvio che presto saremmo tornati ad essere una coppia, e io ancora non gli avevo detto quello che era successo con l'altro quella fatidica notte.
Ogni volta che lo guardavo mi sentivo di dirglielo, ci provavo davvero, eppure mi veniva sempre cosí difficile da fare, come se le parole mi rimanessero bloccate in gola.
Quel giorno mi trovavo in classe, Jongho al mio fianco teneva la testa poggiata sul banco mentre entrambi "ascoltavamo" la lezione di ripasso dell'anno scorso di matematica. Inutile dire che a me veniva da vomitare a sentire tutti quei termini specifici, non avevo mai amato quella materia e probabilmente mai l'avrei fatto.
Infatti, quando sentii il suono della campanella dell'ultima ora, scattai sul posto e iniziai a raccogliere le mie cose per poi girarmi e ritrovarmi di fronte alla scena di qualche secondo prima: sempre Jongho mentre sonnecchiava sul banco di legno.
«Jongho.»lo richiamai mentre prendevo le ultime cose e le infilavo nello zaino, nella speranza che almeno mi sentisse, ma ovviamente non fu così. Mi avvicinai allora al suo corpo, dopo essermi messa la cartella in spalla, e gli diedi uno scossone ad una spalla prima di prendere anche le sue di cose per sistemargliele nello zaino: prima uscivamo da quella classe, meglio sarebbe stato per entrambi.
«Jongho!»quasi urlai per farlo svegliare al quarto scossone e, finalmente, alzò la testa per rivolgermi un'occhiata assonnata. Sbadigliò e poi si stropicciò gli occhi con una mano, prima di iniziare anche lui a raccogliere le sue cose.
«Ecco, un attimo, mamma mia quanta fretta, devi andare a sbaciucchiarti con Hongjoong?»mi prese in giro, e io arrossii a quella battuta: in realtà da una parte era vero perchè quel giorno il biondo voleva portarmi a pranzo da qualche parte, dato che avrebbe avuto almeno un'ora e mezza di pausa.
«Voglio uscire da qui il prima possibile, ti crea problemi?»ribattei allora, non volendo mettermi ancora di più in imbarazzo e lui sbuffò per poi fare come gli avevo appena richiesto e io lo ringraziai mentalmente.
Una volta fuori l'edificio ci guardammo attorno, aspettando di vedere una macchina che conoscevamo e, quando scorsi quella del ragazzo sopracitato, gliela indicai, per poi iniziare ad andare incontro al veicolo.
«Hey!»ci salutò il più grande non appena fummo abbastanza vicini e io allungai il passo per entrare nel posto passeggero. Non appena fui dentro, le labbra di Hongjoong si andarono a posare su una mia guancia e io arrossii improvvisamente a quel contatto. Nonostante fossimo stati insieme per molto tempo e non ci fossimo mai fatti alcun problema a scambiarci effusioni davanti ai nostri amici in precedenza, ora la vedevo quasi come una cosa proibita, segreta e da nascondere, anche se non riuscivo a spiegarmelo.
«Com'è che sta zitto? Ti manca il tuo amato piccoletto?»chiese poi rivolgendosi al ragazzo che si era seduto nei sedili posteriori e questo semplicemente gli fece una smorfia che fu in grado di vedere soltanto grazie allo specchietto retrovisore, per poi fare l'ennesimo sbadiglio della giornata.
«Ha semplicemente sonno, ha dormito per due ore in classe oggi.»gli risposi al posto suo e a quel punto l'oggetto del nostro discorso parlò.
«Non è colpa mia se stanotte non ho dormito, non fatene una questione di stato.»disse per poi prendere lo zaino e posarselo sulle gambe, sistemandolo come se volesse rendere un cuscino.
«E come mai non hai dormito?»chiesi ancora allora, adesso con un po' di curiosità nel tono di voce. Non sapevo che fosse questo il motivo, altrimenti non lo avrei trattato in quel modo quel giorno.
«Perchè i miei litigano per quel coglione di mio fratello che non si fa sentire da, non so, settimane.»quando disse quelle parole mi irrigidii sul posto e probabilmente entrambi i due lo notarono, tant'è che Jongho si ammutolì e la mano di Hongjoong andò a stringere il volante in maniera convulsiva, anche se non ne capii bene il motivo: dopotutto lui non sapeva quello che era successo.
«Scusa B, non dovevo nominarlo...»mormorò poi il più piccolo quando Hongjoong fermò la macchina davanti casa di Yeosang. Io scossi semplicemente la testa e gli rivolsi un sorriso mentre scendeva dal veicolo, come a fargli capire che non faceva nulla e che per me non era un così grande problema.
Hongjoong quando rimanemmo soli rimise in moto la macchina e ripartì, non ne capii bene la direzione e nemmeno glielo chiesi: mi fidavo di lui e del suo giudizio, perciò ero certa che dove saremmo andati a mangiare sarebbe stato ok per me.
«Posso farti una domanda?»mi chiese ad un certo punto, mentre rallentava per compiere una rotonda, io voltai la testa verso di lui e osservai il suo profilo perfetto prima di annuire, sapendo che avrebbe scorso il mio movimento con la coda dell'occhio.
«Perchè ogni volta che viene nominato il fratello di Jongho tu ti irrigidisci? E perchè sembra così tabù come argomento?»quelle parole mi bloccarono il respiro nei polmoni. Sapevo che prima o poi avrebbe voluto capire anche lui, dopotutto sapeva soltanto che la sera del mio compleanno eravamo usciti insieme e che c'era stato un bacio (maledetto San per aver fatto un commentino al mio appuntamento con Hongjoong); l'idea di dirgli tutta la verità ora mi faceva troppo male, ma dovevo farlo, per lui e per me stessa.
«Quando siamo usciti per il mio compleanno non è scappato solo un bacio, lui voleva fare altro e io no perchè...beh, probabilmente volevo rimanere fedele a te.»dissi, aggiungendo quel particolare a cui non avevo mai pensato fino a quel momento. Probabilmente era davvero così, ma non seppi mai se lo dissi per autoconvincermi del fatto che Hongjoong fosse ancora un punto fermo della mia vita o perchè fosse davvero così.
«Poi la sera in cui siamo andati a vedere i film a casa di Seonghwa mi sono arrivati dei messaggi da parte sua, ma in realtà era un suo amico ubriaco che mi mandava messaggi e poi un altro suo amico mi ha detto che San stava male e che stava piangendo chiamando il mio nome.»continuai ancora. Avrei tanto voluto fermarmi lì, potergli dire che la questione si era conclusa con me che gli dicevo di andare a farsi fottere o con me che ignoravo quei messaggi. Ma semplicemente non potei mentirgli, non ad Hongjoong, non ancora una volta.
«Allora io sono andata ad aiutarlo, Seonghwa mi ha portato davanti alla discoteca in cui erano andati e poi l'ho portato fuori da lì, solo che due agenti della sicurezza hanno iniziato a seguirci e noi per non farci beccare ci siamo nascosti in un vicolo e...ci siamo baciati, di nuovo.»mi fermai un attimo, soltanto per abbassare lo sguardo. In quel periodo io ed Hongjoong avevamo giá deciso di riprovarci, pericò in un certo senso era come se lo avessi tradito, perciò non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi.
«È successo altro poi, tra me e lui, quella notte, poi sono andata a casa sua e abbiamo dormito insieme e la mattina dopo mi ha praticamente cacciata dicendomi che non significava nulla quello che era successo. Poi un giorno ero a casa sua con Yeosang e Jongho e Jongho ha scoperto tutto e si sono picchiati, allora poi San ha provato a parlarmi ma io l'ho praticamente mandato a fanculo.»conclusi il tutto e solo in quel momento mi permisi di guardarlo in faccia.
I suoi occhi erano puntati su di me, ma non riuscii a capirne le emozioni. Avevo immaginato rabbia, delusione e disgusto, ma quello che riuscii a leggere era soltanto...compassione? Pietà forse?
«Mi dispiace davvero tanto, il fatto è che vorrei davvero pentirmi di quello che abbiamo fatto quella notte, perchè sono stata infedele nei tuoi confronti, eppure non ci riesco. È più forte di me, non riesco a smettere di pensare a me e lui di quella sera, e questo so che non può fare altro che farti stare peggio, ma credo che ora debba dirti tutta la verità.»confessai annuendo leggermente con la testa per cercare di convincermi. Non mi ero nemmeno accorta del fatto che si fosse fermato in un parcheggio qualsiasi accanto ad una strada, lo capii solo in quel momento quando lo vidi voltarsi col busto verso di me e prendermi la mano.
«Puoi essere sincera con me e dirmi cosa senti nei miei confronti, per favore? Giuro che non ti giudicherò, voglio soltanto capire cosa fare ora.»quelle parole mi entrarono in testa e giunsero fino al mio cuore. Credetti che mi avrebbero spezzato, che quando mi sarei decisa a dire la verità ad Hongjoong quest'ultimo mi avrebbe distrutta a parole, invece non successe nulla di cio che mi ero aspettata. Era come se se lo aspettasse, come se giá conosceva qualcosa di quella storia.
«Io non lo so. So solo che quella notte, con San, sono stata fin troppo bene e che ogni volta che bacio te sento come un peso nello stomaco che mi dice di smetterla, come se...come se io lo stessi tradendo, quando in realtà è l'esatto contrario.»solo in quel momento riuscii dare una spiegazione alle mie sensazioni e mi diedi della stupida per non esserci arrivata prima. Poi invece mi diedi dell'idiota perchè provavo quel che provavo.
«Penso di doverti confessare una cosa anche io.»disse sorprendendomi e io inclinai la testa di lato, non capendo di cosa volesse parlarmi.
«La sera che ci siamo baciati, San era davanti casa tua. Era venuto per dirti delle cose ma ci ha visti insieme e ha pensato che ormai fosse troppo tardi. Voleva dirti che stava andando in una clinica di disintossicazione, che voleva cambiare per te e che voleva che tu fossi fiera di lui per quello che stava per fare.»quando finì di parlare il mio cuore fece una capriola e poi i miei battiti accelerarono per le informazioni che erano appena arrivate al mio cervello. Cosa significava tutto quello? Allora, quando quel giorno aveva detto di sapere cosa provasse nei miei confronti...era questo che intendeva?
«Ha detto di essere innamorato di te.»aggiunse e io sentii un brivido scorrermi lungo tutta la colonna vertebrale, non un brivido di paura o di emozione, ma di qualche altra emozione che probabilmente non avevo ancora identificato.
Mi passarono davanti tutte le scene che avevamo trascorso insieme, tutte le volte in cui eravamo stati da soli e avevamo parlato, tutti i baci che ci eravamo scambiati e infine quell'atto che avevamo compiuto nel mezzo di un vicolo sudicio vicino ad una discoteca dove chissà quanta altra gente aveva fatto porcherie.
«Tu sei innamorata di lui, vero?»mi chiese e io inizialmente non risposi.
Ero innamorata di San? Mi piaceva, questo era poco ma sicuro. Mi piaceva lui, esteticamente, mi piaceva come mi stuzzicasse ogni volta che mi vedeva in difficoltà, come a volermi spronare, mi piaceva come capisse sempre ciò che mi passasse per la testa e mi piaceva come sapeva prendermi e come farmi innervosire.
Analizzando tutto quanto in realtà non si poteva dire che ci conoscessimo così tanto eppure sapevo che lui era la persona che avrei voluto avere al mio fianco. Sapere che stava cercando di cambiare per me, di mettere la testa a posto e il tutto per causa mia non faceva altro che farmi venire le farfalle nello stomaco e inevitabilmente sorrisi.
«Dovresti dirglielo, allora.»non avevo risposto, eppure Hongjoong sembrò aver comunque capito. Mi strinse la mano e ricambiò il sorriso, e mi scese una lacrima quando lo fece.
«Mi dispiace...»riuscii soltanto a dire prima che lui allungasse le braccia verso di me e mi stringesse dalla schiena. Io ricambiai l'abbraccio, stringendolo forte contro il mio corpo e accarezzandogli i lunghi capelli biondo cenere, mentre lui ricambiava il gesto toccandomi lentamente la schiena.
«Non fa niente B, avevo capito che ci fosse qualcosa tra di voi da un bel po' ormai, sono contento che tu sia riuscita a tirare tutto fuori e che me ne abbia parlato e non nascosto tutto.»cercò di tranquillizzarmi prima di staccarsi da quella stretta e riaccendere l'auto.
Non risposi a quelle parole e semplicemente sorrisi, poggiando poi la fronte al finestrino e guardando fuori la strada. Trascorremmo il resto del viaggio in silenzio, entrambi in pace con sè stessi e consapevoli che il nostro rapporto di amicizia ci avrebbe legato per sempre.
Si Hongjoong è decisamente il personaggio migliore di questa storia devo ammetterlo
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