☆24
San
Quella sera di settembre ero in macchina di Yunho, con lui e il suo ragazzo seduti nei sedili davanti, mentre giravamo per la città col volume al massimo.
Erano ormai giorni che io e Wooyoung non ci rivolgevamo la parola. Da quello che ci eravamo detti quel giorno a casa mia nessuno dei due aveva cercato l'altro e a me, sinceramente, stava bene cosí per il momento. Mi mancava, certo, era il mio migliore amico dopotutto, ma mi aveva fatto innervosire fin troppo con le parole che mi aveva rivolto.
Avevo finalmente capito cosa davvero provassi nei confronti di Byeol e lui se ne usciva in quella maniera? Capivo che potesse essere arrabbiato, per il fatto che mi ero leggermente allontanato dal San che ero prima, ma non aveva alcun diritto a trattarmi in quel modo.
«Che vogliamo fare?»chiese Mingi ad un certo punto, prendendo il telefono per vedere l'orario. Non era tardissimo, ma avevo capito che quei due non mi volessero avere tra i piedi per stare tra loro. Dopotutto era almeno una settimana che erano costretti a stare sia con me che con Wooyoung in giorni separati, perciò perdevano del tempo per loro.
«Ti va bene se ti riportiamo a casa San?»mi chiese Yunho e io annuii, facendomi notare nello specchietto retrovisore del più grande. Quest'ultimo allora inserí la marcia e prese la strada che ci avrebbe portato davanti casa mia e non ci mettemmo molto per farlo.
Stavo per scendere dalla macchina quando parló ancora.
«Che hai intenzione di fare? Con Byeol, dico.»mi chiese e io rimasi stupito da quelle parole. Sempre da quel giorno, l'argomento Byeol non era più venuto fuori, a tal punto che per un attimo pensai che mi ero immaginato tutto e che in realtà la litigata fosse accaduta solo nella mia testa, anche se mi appurai del contrario quando mi accorsi dell'assenza di Wooyoung nell'ultima settimana.
«Non lo so, non mi ero mai innamorato prima. Non so nemmeno se lo sono, sinceramente.»confessai richiudendo lo sportello che poco prima avevo aperto.
«Io penso di si, o altrimenti il pensiero di poterlo essere non ti sfiorerebbe nemmeno l'anticamera del cervello.»disse Mingi e io non potei non dargli ragione. Avevo sempre saputo che Byeol fosse diversa, non sapevo in cosa, ma lo sapevo fin troppo bene. L'unica cosa che non avevo calcolato era quanto mi potesse piacere questo suo essere diversa.
«San, se posso darti un consiglio, da amico che si è trovato nella tua stessa situazione, cerca di mettere la testa a posto.»aggiunse Yunho e io inclinai leggermente la testa e corrucciai la fronte, non capendo subito a cosa si stesse riferendo. Mingi parve notare la mia espressione confusa perchè poi fu lui a chiarire le parole del suo fidanzato.
«Dai un taglio alla droga, smettila di farti di quella roba insieme a Wooyoung...»ma lo interruppi prima che potesse aggiungere altro.
«Io e Wooyoung abbiamo litigato, e poi non è che se per qualche volta mi sono fatto una striscia di cocaina allora sono un tossicodipendente.»ribattei credendo davvero in quello che dicevo, anche se quando ci ripensai, in testa mia non ebbero tutto questo gran senso.
«È tutto un insieme di cose. Eri partito con le sigarette, poi l'alcol, il fumo, l'erba, le canne e ora anche la cocaina. Sai anche tu che può solo peggiorare.»mormorò Yunho girandosi verso di me e io rimasi in silenzio a quelle parole: lo sapevo bene.
«Perchè non lo dite a Wooyoung?»gli chiesi allora, ricordando di non aver mai sentito un discorso del genere da quei due verso il mio migliore amico.
«Pensi che non lo facciamo? La differenza tra te e Wooyoung è che tu hai qualcuno per cui cambiare, sappiamo che abbiamo più probabilità che tu ci ascolti.»spiegò il più piccolo e io dovetti dargli ragione, probabilmente era vero che se spinto da quello che sentivo per Byeol avrei tentato di smettere con quella roba.
«Pensaci, ok? Lo diciamo per te, sappiamo che tieni molto a Byeol, credo che lei voglia qualche dimostrazione da parte tua.»aggiunse il moro e io annuii, per poi salutarli ed uscire dall'auto.
Entrai in casa e in un attimo fui seduto sul letto della mia camera. Avrei dovuto ascoltare i miei amici? E come avrei potuto fare per smettere?
Cosa fa la gente quando vuole mettere un punto ad una dipendenza? Va dallo psicologo, o in una qualche clinica di disintossicazione.
Presi allora il telefono e, facendo qualche ricerca, ne trovai una vicino la nostra città. Deglutii al solo pensiero di averla cercata. Non avevo mai dubitato di quello che facevo, era praticamente la mia unica sicurezza, eppure non mi ero mai sentito cosí insicuro di me stesso come in quel momento.
Sarei dovuto andarci? Beh, alla fine cosa avevo da perdere? Wooyoung già non mi parlava più, anche se in realtà a lui che importava se doveva comprare della cocaina in più per me o meno? Anzi, era soltanto meglio per lui da una parte. E poi, il pensiero di Byeol che avrebbe potuto prendere in considerazione il fatto che io volessi cambiare per lei, batteva qualsiasi cosa.
Spinto allora da non so nemmeno io cosa mi alzai, presi uno zaino e ci infilai alcuni vestiti alla rinfusa lí interno. Non sapevo quanto tempo ci avrei messo, al massimo avrei chiesto a qualcuno di portarmi qualche altro indumento.
Cercai di fare il meno rumorosamente e il più velocemente possibile e, una volta fatto tutto, mi misi lo zaino in spalla e presi le chiavi della mia moto, prendendo poi a scendere le scale per uscire di casa. Non lasciai alcun biglietto ai miei genitori nè nient'altro: avrei mandato un messaggio ai miei migliori amici e gli avrei chiesto di metterli al corrente al mio posto, ora non volevo perdere tempo prezioso.
Accesi il mio veicolo e, una volta messo il casco, partii per una destinazione precisa anche se in realtà non capivo il motivo per cui volessi cosí tanto andarci in quel momento.
Volevo parlarle, volevo metterla a conoscenza di quello che stavo per fare, volevo farglielo sapere ad ogni costo. Volevo che lei fosse fiera di me e, in un certo senso, sperai che in quel modo sarebbe potuta esserlo.
Arrivai subito nel quartiere dove viveva Byeol e, una volta giunto vicino casa sua, mi tolsi il casco e scrollai i capelli, per poi fare per scendere dalla moto. Rimasi però bloccato alla vista che mi si parò di fronte.
Sul portico infatti dell'abitazione di quella ragazza c'era lei, si, ma davanti al suo corpo c'era quello di un ragazzo che conoscevo bene. Hongjoong e Byeol si stavano baciando. Era ormai troppo tardi per me.
Lei lo teneva per le spalle mentre lui le accarezzava il collo e il fianco, il fianco dove qualche tempo fa avevo avuto l'onore di poggiare le mie mani. Mi sentii andare a fuoco quando i due si staccarono da quel bacio e si sorrisero, per poi dirsi qualcos'altro prima che la ragazza infilasse le chiavi nella serratura della porta.
Non sapevo cosa stavo provando in quel momento. Non riuscivo a percepire nulla, nella mia testa c'era soltanto il momento in cui mi ero reso conto dei due che si baciavano. Sentivo le mani pizzicare, avevo una voglia matta di andare e picchiare quel biondino, ma non lo feci semplicemente perchè sapevo che poi lei mi avrebbe odiato. Avevo un nodo allo stomaco che difficilmente sarei stato in grado di sciogliere e, probabilmente, fu proprio per questo che mi tolsi il casco e feci qualche passo avanti.
«Hongjoong.»lo chiamai mentre passava sul marciapiede, diretto verso la sua abitazione e, quando si sentí chiamare, fece un salto sul posto e si mise una mano sul cuore, per poi rivolgersi verso di me. In un altro momento avrei riso di quella sua reazione ma non lo feci, ancora avevo impressa l'immagine delle loro labbra che si toccavano.
«Cristo, mi hai fatto prendere un colpo! Che diavolo ci fai qui?!»esclamò quando capí chi io fossi e lo fece alzando leggermente la voce. Gli feci cenno di abbassarla e scesi dalla moto, avvicinandomi anche io al suo corpo stavolta. Sperai con tutto il cuore di non sentire l'odore di quella ragazza sul suo corpo o altrimenti sarei impazzito.
«Ero venuto a parlare con Byeol, ma ormai capisco che sia troppo tardi.»lo informai irrigidendo poi la mascella guardando ancora una volta il portico di casa della ragazza.
«Cosa volevi da lei?»mi chiese con un tono di voce tranquillo, quasi curioso della vera risposta: decisi di dirgli la verità, tanto probabilmente nemmeno mi avrebbe mai creduto, tanto valeva farlo.
«Volevo dirle che sto cercando di cambiare per lei, che sto per partire per una clinica di disintossicazione, tutto per rimettermi al meglio e poterla rendere fiera di me. Volevo dirglielo, ma capisco che ormai è troppo tardi e che abbia scelto te.»confessai il tutto, sentendomi improvvisamente più libero a dire tutto quello che in realtà mi passava per la testa a qualcuno che non fosse mio amico.
«So quello che pensi di me, che sono uno stronzo e un maniaco probabilmente. Ma sono sincero quando ti dico che sono innamorato di lei, e non voglio che nulla di male le accada.»aggiunsi e, quando sentí quella mia confessione, sgranò gli occhi non aspettandosi minimamente quelle parole, soprattutto da uno come me.
Sospirai allora e feci un passo avanti, iniziando a rassegnarmi a quello che d'ora in poi sarebbe stato il mio futuro, un futuro in cui Byeol non avrebbe mai fatto parte.
«Trattala bene, ok? Voglio che lei sia felice, se lo è con te allora mi sta più che bene. Non farla piangere come l'ho fatta piangere io, non merita più tutto questo dolore. E se mai dovesse succederle qualcosa non esitare a chiamarmi e io intervengo, se qualcuno le fa del male è morto, mi hai capito?»terminai il mio discorso senza che lui mi interrompesse nemmeno una volta, puntandogli poi un dito contro.
«San...stai piangendo.»mi fece notare ad un tratto e io, in un attimo, mi portai una mano sul viso, sentendo improvvisamente l'umido di una lacrima sulla mia guancia. Mi sentii in completo imbarazzo ma durò solo per qualche attimo: aveva la ragazza dei miei sogni, si, ma questo non voleva dire che fosse ancora uno sfigato.
«Falla stare bene, promettimelo.»lo minacciai fregandomene altamente del fatto che le lacrime non smettevano di scendere e io ringraziai il cielo che non avessi iniziato un pianto vero in piena regola, fatto di singhiozzi, mocciolo e tante parole strascicate.
«Te lo prometto.»mi rispose e io rimasi un attimo a guardarlo negli occhi, per capire se fosse serio o meno e, quando ne fui certo, mi rimisi il casco in testa e riandai a sedermi sulla mia motocicletta.
«Non dirle che sono stato qui.»dissi per ultimo prima di sfrecciare via, questa volta con direzione quella maledetta clinica dove avrei dovuto trascorrere i prossimi giorni, nella speranza che non fossero infernali come tutti dicevano.
Unexpected lo so, ma almeno ha fatto una cosa giusta nella sua vita dai
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