☆14

San

Come ogni estate da ormai anni, avevo iniziato a uscite tutti i giorni, a passare pochissimo tempo a casa, talvolta nemmeno tornavo a dormire, e a divertirmi nei locali o nei pub con i miei migliori amici.

Quell'estate sarebbe stata la prima in cui sarei stato ufficialmente libero da ogni cosa, da ogni preoccupazione, per questo me la presi con tutta la calma possibile ed immaginabile.

Quella sera, dopo aver mangiato la pizza coi miei genitori, che erano tornati da qualche giorno ormai, mi preparai per uscire dal momento che non volevo assolutamente rimanere a casa.

Dopo una doccia una maglietta bianca e un pantalone nero di tuta, passandomi anche un po di gel tra i capelli rossastri e mettendomi delle catene al collo, dato che erano quasi parte di me ormai.

Presi il telefono e come prima cosa mi guardai nel riflesso della fotocamera, scattandomi anche qualche foto, per poi andare a scrivere un messaggio ai miei amici.

In realtá si, volevo uscire ma non per festeggiare ma bensí per parlare coi miei amici di una cosa che da giorni mi stava tormentando.

Da quella sera, quella del compleanno di Byeol, il video che avevo fatto lo avevo impresso nella memoria. Lo guardavo almeno quattro volte al giorno e ogni volta mi ritrovavo con un bel problema nei pantaloni e spesso mi era difficile anche tenerlo a bada.

Dovevo parlarne coi miei amici perchè non sapevo cosa fare e come comportarmi con lei. Di rado mi era successo che una ragazza mi rifiutasse, al massimo era stata qualche ventenne, ma mai una più piccola di me. Solitamente erano troppo ingenue e troppo affascinate dalla mia persona per rifiutarmi, ma lei era diversa. Avevo paura che ora avesse paura di me per come mi ero comportato: non volevo di certo passare per quello che stupra le ragazze.

Avevo bisogno di un consiglio e gli unici che avrebbero potuto darmelo erano i miei amici, anche se sapevo bene che a loro mai era capitato e mai, soprattutto, era importato di ferire i sentimenti di qualcuno. Beh, tranne per Yunho e Mingi, ma loro due stavano insieme, ed era diverso da me e Byeol.

Spensi poi il telefono e mi diedi un'occhiata allo specchio prima di uscire dalla stanza ed incamminarmi nel salotto dove c'erano ancora i miei genitori intenti nel guardare la tv. Stavo quasi per uscire dalla porta quando i due mi fermarono.

«Stai uscendo?»mi domandò infatti mia madre e io sospirai, facendo per richiudere la porta. Se mi aveva parlato era perchè volevano intavolare un discorso con me e io già immaginavo di cosa volessero parlarmi.

«No sto andando fuori a cogliere le carote. Certo che sto uscendo.»li presi in giro, poggiandomi poi con una spalla allo stipite per guardarli in faccia.

Uno dei due, non riuscii a capire quale a causa del buio, mise in pausa il programma che stava vedendo e poi si rivolsero nuovamente verso di me.

«San, sai che non vogliamo pressarti e tutto, ma cosa hai intenzione di fare?»mi chiese mio padre poggiando i gomiti sulle ginocchia e unendo le mani per poi continuare a guardarmi anche se attraverso il buio del salone.

«Che vuoi dire?»domandai di rimando anche se sapevo perfettamente di cosa stesse parlando, solo che preferivo evitare del tutto l'argomento.

«Il tuo percorso di studi è giunto a termine, noi vogliamo sapere cosa hai intenzione di fare d'ora in avanti.»spiegó mia madre e io potei dire addio alla mia idea quella sera di uscire e andare a divertirmi. Sarei uscito, si, ma per sfogarmi.

«L'estate è appena iniziata e già mi state assillando?»chiesi retoricamente per poi sbuffare una risata anche se di ridere avevo davvero poca voglia.

«Ci serve sapere se continuerai a studiare o vuoi andare a lavorare, San. Non ci sei soltanto tu in questa famiglia.»mi rimbeccò il padrone di casa e io strinsi la mascella: certo, Jongho anche se più piccolo di me aveva la precedenza, no?

«Forse mi avete scambiato per il vostro figlio preferito. Io non continuerò gli studi. Acquisterò quel maledetto locale, costi quel che costi.»affermai deciso delle mie parole e a quel punto mio padre si alzò.

«Non abbiamo un figlio preferito...»mi riprese la donna ma io schioccai la lingua al palato già pronto a ribattere, ma ovviamente non ne ebbi l'occasione.

«Con quali soldi comprerai quel locale, mh? Con i miei?»domandò con vena ironica poi il marito venendo verso di me con fare intimidatorio anche se con me non funzionò affatto. Addrizzai la schiena e mi staccai dalla porta per essere faccia a faccia con lui.

«Sarà solo un prestito, niente che non ti possa ridare nel giro di un anno.»risposi semplicemente con un'alzata di spalle e con fare piuttosto menefreghista, dal momento che sapevo bene sarebbe servito solo a farlo incazzare.

«Un prestito? Sai di quanto stiamo parlando? Non sono 10€ o 50€, cazzo, qui parliamo di centinaia di migliaia di euro, lo capisci questo?»quando finí di parlare capii che la conversazione doveva essere conclusa in quello stesso momento, dato che non avevo più tempo e voglia di ascoltare le sue stronzate. Per questo mi sporsi sulla sua spalla e feci un gesto a mia madre e poi mi rivolsi di nuovo a lui.

«E io che credevo mi sarebbe bastata la paghetta dell'estate dell'anno scorso, che peccato.»lo presi in giro prima di posare la mano sulla maniglia e uscire da quella maledetta casa, diretto al garage per salire in modo e sfrecciare via.

Per strada ebbi l'istinto di urlare, odiavo quando si comportavano in quel modo superiore con me, sapevo benissimo quello che volevo e cosa avrei dovuto fare per ottenerlo. Non si sarebbero dovuti mettere in mezzo, nè loro, nè nessun'altro.

Arrivai a casa di Wooyoung e lo trovai fuori insieme Mingi e Yunho, con la macchina di quest'ultimo parcheggiata qualche metro prima.

«Finalmente ce l'hai fatta! Ti avevamo dato per morto.»esclamò il più piccolo mentre scendevo dal mio veicolo e mi toglievo il casco, per poi passare quello che avevo in più a lui.

«Qualche minuto in più e avremmo chiamatl la polizia.»commentò il più alto ridacchiando e io alzai gli occhi al cielo, essendo nervoso già di mio.

«Quei coglioni dei miei genitori mi hanno fatto tutto un discorso di merda riguardo quello che voglio fare e bla bla bla.»li informai e loro rimasero in silenzio. Non era un segreto che avessi uno strano rapporto coi miei, nulla di troppo eccessivo certo, ma nemmeno di buono o perfetto.

«Non ti daranno i soldi per il locale?»chiese Mingi giá allarmatosi, quel locale era il nostro sogno da quando eravamo piccoli ormai e capivo bene che se non avessi potuto pagarmi la mia parte allora nessuno di noi avrebbe raggiunto il proprio obiettivo.

«Se non me li danno me li prendo da solo, non è di certo questo il problema.»borbottai appoggiandomi poi col sedere alla mia moto mentre gli altri tre continuavano a guardarmi con una nota di preoccupazione.

«Il fatto è che mi rompono il cazzo. So che vorrebbero che continuassi a studiare ma si dovrebbero far bastare quel coglione di mio fratello, il figlio perfetto, e lasciare in pace me.»finii e diedi un calcio ad un sassolino per terra. Wooyoung si avvicinò a me e mi mise una mano sulla spalla prima di rivolgermi un sorrisetto che conoscevo fin troppo bene.

«Sai che ti serve stasera? Una bella scopata fatta coi fiocchi.»affermò sorridendo e io nel sentire quelle parole ricordai quello che avevo intenzione di dirgli quella sera su ciò che era successo con Byeol.

«Penso mi limiterò a qualche bicchierino.»dissi sapendo bene quello che quelle parole avrebbero scatenato che non tardò nemmeno ad arrivare.

«Da quant'è che non scopi?»mi prese in giro poi Yunho e io gli rivolsi un'occhiataccia prima di volgere lo sguardo sul cemento della strada. In quel momento mi vergognai, non avevo mai passato così tanto tempo senza scopare da...da quando avevo perso la verginità.

«Da quando quella verginella non gliel'ha data.»gli rispose il ragazzo e io strinsi la mascella rialzando poi la testa verso i tre e lanciandogli un'occhiata di fuoco.

«Allora che stai aspettando? Che una ragazza ti apra le gambe davanti a te?»mi domandò ironicamente il mio migliore amico e per un attimo capii che non avrei dovuto parlare di ciò che era successo con Byeol, o sarei passato per un coglione, ma probabilmente la mia espressione facciale mi tradì ancor prima che cambiassi discorso.

«Cos'è successo con la biondina?»mi chiese infatti il più grande tra tutti noi e fui in grado di incrociare solo i suoi di occhi. Non seppi il motivo ma in quel momento sentii un macigno sullo stomaco che sapevo se ne sarebbe andato solo parlando e dicendo la verità.

«Ci ho provato troppo, lei non voleva ma a me non fregava, alla fine si è spaventata e mi ha spinto via.»confessai senza scendere in troppi dettagli e a quel punto Wooyoung ridacchiò.

«Hai paura di fare lo stesso con altre ragazze?»mi domandò Mingi e in realtà non ci avevo proprio pensato ma forse era quello che mi fermava dall'andare a letto con altre.

«Che ti importa? È solo una ragazzina, questo è un problema che non ti ricapiterá più dato che sei sexy e hai tutte ai tuoi piedi.»Wooyoung parlò prima di me e io non ebbi la possibilità di rispondere.

Perciò non lo feci, non dissi che in realtà oltre a quello che aveva detto il mio amico, nell'anticamera del mio cervello c'era sempre quel video di me che la baciavo, cosa che mi faceva eccitare al solo pensiero. Non sapevo se fosse normale un pensiero del genere ma non me lo chiesi, semplicemente mi dissi che probabilmente aveva ragione Mingi e che avrei dovuto semplicemente controllarmi le prossime volte.

In poco tempo quindi fummo diretti verso una discoteca e, quella sera, dopo settimane, riuscii ad andare a letto con una ragazza, anche se durante tutto il momento avevo continuato a sentire un senso di colpa opprimente nel mio petto.

Scusatemi il Wooyoung di questa storia davvero, scusatelo

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