☆12
In questo capitolo sarà presente una parte con un leggero accenno alla violenza sessuale, perciò inserirò ⚠️ per avvertirvi
San
Appena fummo dentro il locale avvertii immediatamente la musica altissima e il solito odore di fumo mischiato a quello tipico del palco.
Scostai la mano dalla vita di Byeol soltanto per afferrare quella del barista a mo di saluto, per poi circondarle il fianco con tutto il braccio e condurla verso il tavolo che avevo affittato quella sera.
«Non mi perdo mica.»mi urlò quasi nell'orecchio per sovrastare la musica e l'attimo dopo fummo davanti al divanetto circolare con al centro un piccolo tavolino di vetro nero con una bottiglia di non so che bevanda all'interno del secchiello col ghiaccio. Già c'erano i miei amici che intanto erano intenti ad aprire una seconda bottiglia, anche se in realtà Wooyoung era intento a cercare qualcos'altro nella tasca del suo giacchetto e io sapevo bene di cosa si trattasse.
«Non si sa mai.»le dissi e poi le feci un gesto per dirle di sedersi. Lo fece e l'attimo dopo mi misi accanto a lei, appoggiando un braccio sullo schienale del divano facendo anche per circondarle le spalle e dopo un attimo sentii lo schiocco del tappo della bottiglia che capii si trattasse di spumante.
«Auguri!»esclamò Yunho facendo un accenno di brindisi alla bionda seduta accanto a me per poi portarsi la bottiglia alle labbra e prendere un lungo sorso di quel che avevo capito fosse spumante. Intanto io soltanto in quel momento mi resi conto di non averle fatto gli auguri di compleanno.
Meno punti a San.
«Già, tanti auguri.»borbottò Mingi lanciandole un'occhiata per poi afferrare la bottiglia dalle mani del suo ragazzo e prendendosela tutta per se. Capendo che non sarebbe mai arrivata a noi due presi l'altra all'interno del secchiello e trafficai un attimo per aprirla. Quando la stappai gliela offrii e lei scosse semplicemente la testa.
«Non ti faccio gli auguri di compleanno se non bevi.»la ricattai e a quel punto assottigliò gli occhi per poi alzarli al cielo. Prese allora il collo della bottiglia e poi buttò giu un piccolo sorso di spumante, infine strinse gli occhi e mise su una smorfia schifata.
«Non ti piace bere?»le chiesi allora interessato. Se beveva sarebbe stato meglio, sarebbe stato più facile per me scoparmela senza che si accorgesse del fatto che la stavo riprendendo.
«Non sono abituata.»mi rispose con una scrollata di spalle per poi passarmi lo spumante che in un attimo bevvi almeno fino a metà bottiglia, mandando giu quel solito sapore frizzante e dolciastro che amavo.
«Beh, buon compleanno.»le dissi poi poggiandola sul vetro del tavolo e girandomi completamente verso di lei col busto per guardarla meglio.
Era illuminata leggermente dalle luci del locale e aveva un leggero sorriso provocato probabilmente dal mio augurio.
«San, eccola!»esclamò ad un certo punto Wooyoung, tirando fuori dalla tasca della giacca una bustina che conoscevo fin troppo bene. Me la passò e poi anche lui si attaccò alla nostra bottiglia dal momento che quella di Yunho e Mingi era già finita.
«Noi andiamo a ballare!»esclamò poi infatti il più grande prendendo per la manica il suo ragazzo costringendolo ad alzarsi e a seguirlo in pista, cosa che fece ubbidiente e lasciando me, Wooyoung e Byeol al tavolo.
Aprii poi la bustina e infilai il dito in quella polverina bianca per prenderne un po' e portarmi il contenuto alle labbra sotto gli occhi attenti di entrambi.
«Ne preparo due?»chiese retorico Wooyoung anche se in realtà di retorico c'era ben poco dal momento che non sapevo se quella ragazza faceva uso di questa roba anche se in realtà potevo benissimo immaginarmi la risposta.
«Vuoi una striscia?»le chiesi allora e lei semplicemente scosse la testa e poggiò la schiena al divanetto, per poi incrociare le braccia al petto. Le guardai il viso e notai lo sguardo sorpreso e spaventato che aveva e nel notarlo le poggiai la mano sulla coscia nuda, come a volerla tranquillizzarla.
Poi osservai i movimenti attenti e cauti del mio migliore amico e, una volta che le ebbe preparate, si abbassò sul tavolo e ne tirò via una col naso per poi passarsi il dorso della mano sulle narici per cancellarne ogni residuo.
«Che scarica di adrenalina! Vado a bere, cazzo!»urlò quasi lui una volta in piedi e in un attimo ci lasciò da soli seduti con quella striscia bianca sul tavolino in mezzo a noi due.
Colsi allora l'occasione che probabilmente non si sarebbe più venuta a creare: mi alzai dal mio posto e mi misi in quello di fronte, guardai se lei avesse gli occhi puntati su di me e poggiai il telefono tra i cappotti che altra gente aveva poggiato sul nostro divanetto, per poi lasciarlo riprendere sulla sua figura.
Abbassai poi la testa sul tavolo e anche io tirai su col naso il contenuto restante di quella bustina, per poi arricciarlo e fare dei respiri profondi per non perdere nemmeno un granello di quella roba tanto costosa.
«Non pensavo che fossi il tipo da questa roba.»annunciò poi lei e, quando alzai lo sguardo, vidi che mi stava fissando e per un attimo ebbi paura che mi avesse visto anche posizionare il telefono per riprenderci ma mi dissi che era impossibile o altrimenti avrebbe già fatto una scenata.
«Il tipo a cui piace divertirsi?»chiesi allora sinceramente colpito da quell'affermazione e facendo per rimettermi al mio posto accanto al suo. Era raro che la gente non si aspettasse da me cose del genere anzi, era ancora più raro che la gente non lo sapesse. Lei era strana, mi conosceva ma era come se non le interessasse minimamente nulla delle persone a cui non teneva e ciò mi rendeva anche leggermente imbarazzato dal momento che solitamente tutti volevano sapere della mia vita.
«Il tipo a cui piace rovinarsi la vita giá cosí giovane.»ribattè e io mi voltai di nuovo verso di lei, cosa che fece contemporaneamente a me in modo tale che ci trovassimo quasi l'uno di fronte all'altro. Portai allora di nuovo la mia mano sulla sua gamba rendendo il gesto come se fosse qualcosa che avessi fatto distrattamente e a quel punto avvertii subito i brividi formarsi sotto la mia pelle.
«Abbiamo due concetti diversi di rovinarci la vita, allora.»affermai carezzandole la coscia con il pollice e lei non diede segno che le stesse dando fastidio quel tocco, anzi, tutt'altro e perció capii che ero riuscito a cogliere nel segno e che anche lei, come molte altre, era caduta vittima del mio fascino.
«Perchè, secondo te cosa significa?»mi domandò poggiando poi il gomito sull'altra gamba e il mento sulla mano, avvicinando anche il suo viso al mio anche se di poco.
«Non so, sposarsi, mettere su famiglia, lavorare per qualcosa che non ti piace.»dissi semplicemente con un'alzata di spalle per poi circondare completamente la sua coscia con la mano e stringendola lentamente tra le dita. Non diede segno di fastidio ma neanche di piacere perciò aggrottai leggermente le sopracciglia non capendo se tutto ciò le stesse piacendo o meno.
«Insomma tutto quello che fa una persona media secondo te è rovinarsi la vita.»chiese come conferma per poi ridacchiare quando mi vide annuire. Presi poi la sua gamba e me la portai sulle mie, tirandola per farle capire di avvicinarsi maggiormente al mio corpo. Lei lo fece e, abbassando gli occhi, notai come la gonna di quel vestito si fosse tirata su e che ora stava scoprendo quasi tutta la coscia. Allungai quindi la mano verso di essa e la carezzai del tutto, lentamente e con delicatezza, come si fa con i bambini.
«Immagino che tu sia una di quelle persone.»dissi avvicinandomi al suo viso per farmi sentire meglio anche se in realtà lo feci soltanto per vedere la sua reazione ad un mio avvicinamento. Semplicemente non si mosse e la presi come una vittoria dato che questo significava che non mi avrebbe scansato se avessi pure provato a baciarla.
«Io voglio soltanto lasciare il paese e girare il mondo per i fatti miei.»commentò e io ne fui sinceramente sorpreso. Le ragazze solitamente puntavano al trovare un fidanzato perfetto e al mettere su famiglia e a prendersi una casa, lei invece no, perciò ne rimasi quasi sconvolto.
«Sei diversa da tutte le altre. Sei strana, Lee.»le dissi allora ridacchiando e lei anche scoppiò a ridere dietro di me, coprendosi la bocca con la mano per nascondermi il sorriso. Mi piaceva chiamarla per cognome, non ne capivo bene il motivo ma lei non mi aveva detto che le dava fastidio, perciò presunsi che quel tipo di rapporto strano che avevamo le andava anche bene.
Punto in più a San.
«Anche tu sei strano, Choi.»bofonchiò tra una risata e l'altra e questa volta fui io a sorridere sinceramente. Rimasi a guardarla per qualche attimo, notando molti dettagli che prima d'ora non avevo mai guardato o almeno non mi ero mai soffermato a fissarla per cosí tanto.
Era bella, davvero molto bella. Per un attimo mi chiesi come aveva fatto Jongho a non essere etero o almeno bisex per lei. E poi ripensando a mio fratello mi vennero in mente anche i loro amici, compreso quel biondino, Hongjoong, che era ovvio avesse una cotta per lei.
E poi, ovviamente, a ripensare a mio fratello mi rivenne anche in mente il telefono nascosto tra i giubotti. Fu per questo motivo che allora allungai il collo verso di lei e feci scontrare le nostre labbra.
Non se l'aspettava, era evidente, ma non si fece prendere dal panico e in un attimo la sua mano fu sulla mia guancia mentre la mia era andata a stringerle la coscia. In un attimo chiesi accesso alla sua bocca con la lingua e me lo diede da subito, al che mi feci un po' più di coraggio e riportai su la mano, in modo tale da metterla vicino al suo interno coscia.
Spostò la sua presa dalla guancia alla mia nuca, andando ad accarezzare con l'indice alcuni ciuffi dei miei capelli e a quel punto infilai la mano tra le sue gambe.
Non fermò il bacio.
Accarezzai tutta la lunghezza della sua coscia e l'afferrai per tirarla più vicina al mio bacino, da cui iniziavo a sentire una leggera erezione spuntarmi dai pantaloni, ma in quel momento non ci pensai minimamente dato che far incazzare mio fratello era il mio piano principale.
Allungai maggiormente la mano e alla fine riuscii a raggiungere la mia agognata meta, ovvero i suoi slip.
Quando però riuscii a toccarla da sopra le mutandine, la sentii bloccarsi sulle mie labbra mentre io le stavo mordendo quello inferiore. Interruppe allora il bacio e si allontanò leggermente dal mio viso e io semplicemente la seguii per non farla scappare.
⚠️
«San...»mormorò ma non le permisi di parlare perchè riappiccicai le labbra sulle sue per poi farle scorrere lungo la sua mascella e il collo.
«San, fermati...»sentii di nuovo la sua voce ancora più lieve di prima e allora decisi di lasciare perdere e spostai la mano sul suo seno, andando a strizzarlo fin da subito con molta forza.
Sbagliai però dato che poi mi mise le mani sulle spalle e mi spinse via da lei, allontanandosi il più possibile dal mio corpo.
«Smettila, cazzo.»disse fredda e io deglutii. Avevo fatto una cazzata, era stato troppo da fare quella sera. Non avrei dovuto forzarla cosí tanto, ora non me l'avrebbe data nemmeno se gliel'avessi pagata.
Anche se in quel momento fu l'ultimo dei miei pensieri.
⚠️
Non sapevo cosa mi era successo, mi ero come eccitato tutto d'un botto e mi era stato inevitabile fare quel che avevo fatto. La cosa brutta però era che non ero stato in grado di fermarmi, e forse su questo avevo davvero esagerato.
«Sapevo che non dovevo venire, stasera.»affermò quasi tra se e se prima di alzarsi di scarto e prendere le sue cose, per poi uscire dalla zona privè che avevamo pagato proprio per quella sera.
«Lee, aspetta...»allungai il braccio per afferrarle il suo e fermarla ma fu tutto inutile dal momento che fu più veloce di me e che in un attimo la persi di vista tra tutte quelle persone.
Buttai allora la testa indietro e mi sdraiai sul divanetto, poi mi ricordai del telefono dall'altro lato e tirai un pugno sullo schienale, sfogando la rabbia che provavo in quel momento anche se in realtà l'unico modo per riprendermi sarebbe stata una bella scopata, cosa di cui in quel momento avevo bisogno piú che mai.
Ma quella sera non andai a letto con nessuna, mi sentivo troppo in colpa per quello che avevo appena fatto anche se non lo avrei mai ammesso.
Vi prego non odiate San, alla fine è un pezzo di pane ve lo giuro😭
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