☆1
Byeol
Quando la sveglia suonò quella mattina aprii di scatto gli occhi per poi sbuffare sonoramente ed infastidita da quel rumore che mi fracassò i timpani.
Rimasi per alcuni minuti nel mio letto sdraiata a pancia in su intenta a fissare il soffitto sopra di me per poi farmi coraggio e alzarmi. Sbadigliai e stiracchiai braccia, gambe e schiena prima di alzarmi per prepararmi per la scuola.
Mancavano solo pochi mesi alla fine del mio quarto anno e il fatto che quello dopo sarebbe stato l'ultimo mi metteva una grande ansia. Gli esami di maturità, la fine del mio percorso di studio e in un certo senso l'inizio di una nuova fase della mia vita mi spaventava da morire.
Aprii l'armadio e ne tirai fuori una maglia a maniche lunghe bianca e un paio di pantaloni della tuta per rimanere più comoda e passai davanti allo specchio, quasi spaventandomi quando vidi le mie occhiaie e i capelli biondi in disordine.
Mi sistemai il più possibile prima di sentire il suono del clacson sotto casa, simbolo che i miei amici erano arrivati a prendermi come tutte le mattine da ormai anni. Mi lavai quindi in fretta denti e viso e uscii di casa di corsa perchè sapevo che, se avessimo fatto tardi, mi avrebbero dato tutta la colpa.
«La porta!»mi urlò il più grande del gruppo quando mi vide uscire e per un attimo lo guardai confuso per poi tornare indietro e chiuderla a chiave. Me ne dimenticavo sempre e lui mi conosceva fin troppo bene. Subito dopo averla chiusa mi voltai e andai a mettermi nei sedili posteriori della macchina dove c'erano già tutti presenti.
«Cosa farei senza di te, Seonghwa.»gli dissi quando fui dentro e lui semplicemente ridacchiò nel sentire quelle parole.
«Nulla, ti scorderesti anche la testa a casa.»mi prese in giro e io gli diedi uno scappellotto sulla spalla prima di salutare gli altri presenti.
Io e Seonghwa eravamo praticamente cresciuti insieme. Nonostante i due anni di differenza i nostri genitori ci avevano sempre fatto giocare insieme da piccoli e ormai lui era come un fratello maggiore per me.
«Mi ricordo ancora quando da bambini si dimenticava i giocattoli a casa mia.»gli diede man forte Yeosang che in quel momento era accanto a me e anche lui si prese uno schiaffo dietro la testa che lo fece gemere per il dolore anche se sapevo bene che in realtà fingeva.
«Ha-ha-ha siete davvero divertenti, davvero.»commentai per poi prendere il telefono in mano e iniziare a scrollare le notifiche che ancora non avevo letto quella mattina.
Arrivata alle elementari avevo fatto amicizia con Yeosang, anzi, lui mi rubava la merenda quando era il momento del pranzo e io lo picchiavo. Alla fine sia io che lui finivamo in punizione e, in un modo o nell'altro, siamo diventati amici.
Andando in quella scuola sia io, che Yeosang, che Seonghwa abitavamo vicini e infatti passavamo ogni pomeriggio insieme. Anche se avevamo alcuni anni di differenza non avevamo mai avuto problemi, o almeno non seri.
«Con chi parli che già cazzeggi con quel dannato telefono?»questa volta fu Jongho a parlare e alzai gli occhi al cielo quando si allungò verso di me per prendermi il cellulare. Cercai di scansarmi in tempo ma lui fu più veloce, afferrandolo e iniziando a scorrere le dita sullo schermo.
«Sei proprio un coglione, ridammelo!»urlai e nel piccolo abitacolo della macchina risuonò come se avessi gridato in un megafono, tant'è che non mancò la lamentela che arrivò dai sedili davanti.
«Ridalle il telefono, lo sai come va a finire ogni volta.»borbottò Seonghwa girando la testa prima a destra e poi a sinistra per attraversare la strada e io subito mi voltai verso quello a cui si era riferito, alzando le sopracciglia e mettendogli la mano davanti al viso.
«Che palle, non è giusto. Perchè devi sempre comportarti da fratellone, tu?»disse attaccandosi poi allo schienale del sedile del biondo e dandogli uno schiaffo sulla spalla per poi imbronciarsi.
«E tu perchè devi sempre comportarti da poppante?»lo prese in giro Yeosang accanto a me e noi altri ridacchiammo mentre poi quest'ultimo poggiava la testa sul suo petto e gli lasciava un piccolo bacio sul collo.
Conobbi Jongho in primo liceo dato che ci inserirono nella stessa classe. Era praticamente l'unico che mi stava simpatico tra tutti quelli con cui ero costretta a dover condividere le giornate da quattro anni a questa parte e ci eravamo trovati fin da subito, tant'è che non ci avevo pensato due volte a farlo conoscere ai miei amici.
E lui non ci mise nemmeno molto a legare con Seonghwa e Yeosang, soprattutto con quest'ultimo, dal momento che ormai era qualche anno che erano fidanzati.
E ovviamente anche Jongho non si era fatto scrupoli a farci conoscere il suo migliore amico che ormai era diventato parte del gruppo.
«Siete vomitevoli già di primo mattino, voi due.»disse infatti Hongjoong da davanti il mio sedile e guardandoli attraverso lo specchietto retrovisore. Guardai i suoi occhi e per un attimo mi fermai a fissarli ma, quando anche lui incontrò il mio sguardo, lo distolsi subito riprendendo a cazzeggiare col mio telefono che poco prima mi aveva ridato quell'altro.
«Devo ricordarvi che anche tu hai avuto una vita sentimentale abbastanza appiccicaticcia?»lo riprese il più piccolo là dentro e io avvertii subito le mie guance scaldarsi ma feci finta di nulla.
Non era un segreto che io e Hongjoong eravamo stati fidanzati in passato. Non appena era entrato nel nostro gruppo infatti aveva subito attirato la mia attenzione e a quanto pare per lui era stato lo stesso. Ci eravamo messi insieme ad inizio del mio secondo anno ma avevamo chiuso a metà del terzo. Era stata di comune accordo, la nostra rottura, causata semplicemente dal fatto che sia io che lui non provavamo più ciò che ci aveva tanto avvicinati all'inizio e quando stavamo insieme litigavamo la maggior parte delle volte. Era diventata una relazione insostenibile per entrambi ma avevamo deciso di rimanere amici, anche perchè sarebbe stato ancora peggio se ci fossimo allontanati dal momento che ormai facevamo parte dello stesso gruppetto di amici.
«Zitto, coglione.»mormorò il ragazzo dei miei pensieri per poi poggiare la testa al finestrino in silenzio. Non capitava spesso che si venisse a creare quel tipo di disagio tra noi ma ogni tanto qualcuno ritirava fuori quella storia e la maggior parte delle volte era Jongho a farlo, soprattutto perchè era il più piccolo del gruppo e si divertiva a prenderci in giro.
Non avevo fratelli ma loro quattro era come se lo fossero, tant'è che erano state tante le volte che i miei genitori li invitavano a cena e anche a rimanere a dormire: si fidavano di loro ciecamente e sapevano che se stavo bene era solo grazie alla loro presenza nella mia vita.
«Non mi va di entrare.»borbottai quando fummo davanti la nostra scuola per poi aprire lo sportello cosa che fece anche Jongho dall'altro lato.
«Dai su, vi manca poco.»cercò di spronarci Seonghwa ancora alla guida e io sorrisi sia a lui che all'altro che era rimasto in macchina prima che se ne andassero.
Loro due erano più grandi di Yeosang di un anno e di me e Jongho di due perciò avevano finito la scuola l'anno prima. Hongjoong era andato praticamente a vivere a casa di Seonghwa dopo la separazione dei genitori di quest'ultimo e ogni mattina prima accompagnavano noi tre a scuola e poi andavano all'università insieme.
Abitavamo tutti nello stesso quartiere per eccezione di Jongho che era diciamo il più benestante tra noi e viveva in una villa al centro della città. La maggior parte delle volte però dormiva a casa di Yeosang dato che non gli piaceva stare a casa sua, anche se non ne avevo mai capito bene il motivo.
«Dobbiamo già andare in classe.»affermò il più piccolo alzando la testa in segno di scocciatura e io ridacchiai nel vederlo in quel modo, sapendo perfettamente il motivo.
«Tranquillo, ti farò copiare matematica.»e, appena udí quelle parole, puntò gli occhi su di me e si buttò ad abbracciarmi e a stritolarmi quasi facendomi mancare il fiato. Era più piccolo di me di qualche mese ma non potevo negare che fosse fin troppo forte a livello muscolatorio.
«Lo sai che sei la migliore, vero?»mi chiese e io semplicemente sbuffai una risata prima di farlo staccare da me. Ormai era sempre cosí, io studiavo, prendevo appunti, facevo i compiti e mi impegnavo al massimo e lui copiava da me, ogni volta la stessa storia. Non mi dava di certo fastidio, però...
«Io voglio sapere come farai a dare la maturità, tu.»disse Yeosang dando vita ai miei pensieri e a quel punto il suo ragazzo circondò le spalle sia a me che a lui, iniziando ad indirizzarsi verso il portone della scuola dove molti di noi ragazzi si erano già avvicinati.
«No stress, ragazzi, ricordatevi queste parole.»rispose allora e noi due scoppiammo a ridere prima di beccarci uno schiaffetto e il solito broncio giornaliero che teneva Jongho quando lo prendevamo in giro anche per le solite stronzate.
Eccomi qui in una nuova storia sul nostro San!
Che dire, non è nulla di fin troppo originale questa, ma spero vi piacerà comunque! Alla prossima!
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