L'errore ci dona semplicemente l'opportunità di iniziare a diventare più intelligenti.
Henry Ford
Prima mi è arrivato un messaggio da Troy dove mi chiedeva di vederci questo pomeriggio.
Ho accettato perché non avevo niente da fare. Ieri non ho fatto altro che pensare a ciò che mi ha detto la mia amica del suo ragazzo, credo che debba stare con gli occhi aperti. «Come mai questa voglia di vedermi?». Gli chiedo non appena si siede sul mio stesso tavolo al bar.
Non è la prima volta che accade, ogni volta però ha sempre uno scopo diverso.
Sono piccoli favori, però mi stanno scocciando con il passare del tempo. Non voglio diventare una fottuta serva, mi considero un essere umano. «Ti ho vista strana questa mattina».
Si accorge di tutto ormai, anche quando sono troppo felice. «Niente di preoccupante». Do una risposta secca.
Mi da fastidio il suo "essere gentile" con me, sembra che si sforzi a farlo. «Hai la testa per aria, c'è qualcosa che devi dirmi per caso?».
Devo dirglielo?
Però non siamo amici, perché dovrei dirgli ogni volta tutto?
C'è Paige per questo!
Ho un'amica con cui potermi confidare, ma una parte dentro di me mi dice ogni volta "parlane con lui", ed io odio far litigare mente e cuore. «Niente di personale».
Vorrei confessargli quello che mi ha detto, almeno per avere una sua opinione, però non so ciò che potrebbe accadere. «Di chi si tratta?».
Poggio i gomiti sul tavolo e il mento sopra il palmo delle mani. «La mia amica... Mi ha confessato che l'ultima volta il suo ragazzo è stato un po' violento, sono preoccupata per lei». Rispondo veloce.
Non si scompone, rimane sempre serio e freddo. «Dovrebbe prendere in considerazione l'idea di lasciarlo allora, magari non sarà stato solo un caso quel giorno».
Ecco, questo è ciò che penso anch'io.
La prossima volta potrebbe anche farle di peggio, magari non avrebbe neanche il tempo di chiamarmi per dirmi che ha bisogno del mio aiuto. «Giusto, hai ragione».
Ordiniamo due caffè, quello mio è decaffeinato, il suo macchiato. «E tu invece? Ancora non hai trovato nessun ragazzo?». Mi chiede.
Aggrotto la fronte guardandolo diversamente.
Stiamo quasi tutti i giorni insieme, mi conosce meglio di come io conosca me stessa, non dovrebbe fare questa domanda. «Io?». Sbuffo.
Che cosa vorrebbe dire?
Per tutta l'estate sono stata lontano da ogni guaio, ho passato più tempo in casa che fuori, soprattutto quando la mia amica era andata in vacanza. «Si, perché?». Chiede curioso.
Io non ho mai cercato nessun ragazzo.
E poi mi rende nervosa la sua domanda.
Una volta ero piena di ragazzi, adesso mi sento all'oscuro di tutto. «Non credo che possa interessarti». Rispondo bevendo il mio caffè.
Lui fa la stessa cosa, ma non smette di osservarmi. «Io ti ho parlato così tante volte della mia ragazza». Solleva le spalle.
E io gli ho parlato della mia vita.
Quello che ha fatto lui non è niente in confronto a come mi sono aperta io. «Solo perché avevo insistito». Rispondo sorridendo.
Sento il telefono vibrare dentro la mia tasca e guardo il mittente.
Paige: "Ti andrebbe stasera di uscire con me, Jack e un suo amico?"
Non sono mai uscita con la mia amica e il suo ragazzo, sinceramente non ho nemmeno molta voglia di farlo dopo l'ultima cosa che mi ha detto su di lui. Ma ci sarà un suo amico, potrei passare una serata diversa. «Jade? Sei ancora qui con me?». Mi chiede richiamando la mia attenzione.
Sollevo gli occhi verso di lui stordita.
Ero così concentrata che mi ero incantata a guardare il telefono. «Si, certo». Poso il telefono in tasca.
Risponderò dopo alla mia amica, non penso abbia fretta. «Chi era?».
Certe volte mi sembra un fidanzato geloso.
Mi piace ricevere le sue attenzioni, cioè, è un bel ragazzo...
No Jade, non puoi ammettere certe cose.
La mia testa è andata. «La mia amica, mi ha chiesto di uscire stasera». Sospiro.
Non capisco il motivo per il quale voglia stare con me, così mi confonde sempre di più. «E tu uscirai con lei?».
Annuisco con la testa. «Con il suo ragazzo e anche un amico». Dico facendo un piccolo sorriso.
Spero che si ingelosisca, almeno un po'. «Stai attenta».
Sono stata in discoteca, inutile dire che ho fumato un po' stanotte.
Jack, il fidanzato di Paige, mi ha fatto fare qualche tiro e poi ho anche scopato con il suo amico dopo la festa. «No, non mi va più». Mi alzo dal letto.
Non appena sveglia questo tizio mi ha chiesto di rifarlo ancora. «Forza». Mi prende il polso ributtandomi di nuovo sul letto.
Si chiama Tom, non so nemmeno come abbia fatto a convincermi di andare con lui, è stato stressante e possessivo. Si comportava con il mio corpo come se fosse solamente suo e non avesse una padrona. «Ti ho appena detto di no, lasciami stare». Gli dico decisa.
Mi vesto ed esco fuori dalla sua stanza in fretta.
Ho dei ripensamenti per ieri sera, sono stata mesi senza aver toccato niente, mentre nelle ultime ore mi ero lasciata andare leggermente. È stata principalmente colpa del ragazzo della mia amica, il bello è che Paige non fa uso di queste sostanze.
Sarei potuta rimanere neutra come lei è invece sono caduta nella tentazione. «È stato divertente, no?». Mi chiede venendomi dietro.
Non definisco mai una serata di sesso "divertente", soprattutto adesso che sto cominciando a prendere la mia vita sul serio.
Cazzo, sono stata una vera idiota!
Forse se non avessi bevuto in quel modo non sarei arrivata al punto di farmi. «Si, si». Dico in modo sbrigativo prima di uscire fuori casa.
Sono come scappata da quel posto, spero di non tornarci mai più.
Prendo il primo taxi che vedo e mi faccio portare direttamente in palestra.
Non posso evitarla, Troy è abbastanza serio con il suo lavoro. Però oggi vedendomi non è che ha fatto una bella faccia. «Sei orribile». Mi guarda disgustato.
Lo guardo con aria molto sorpresa, non immaginavo sarebbe stato così diretto con me. «Ti ringrazio». Dico leggermente offesa.
Vado nello spogliatoio, mi lavo la faccia e mi sistemo un po' meglio. Prendo la mia tuta nell'armadietto e la indosso per poi tornare in palestra.
Sono consapevole che non sono in ottima forma oggi, ma se fossi andata a casa sarebbe stato ancora peggio. «Questo tuo aspetto non mi convince». Dice prendendomi per il polso e avvicinandomi a lui.
Mi annusa, proprio come fanno i cani quando cercano la droga.
Lo allontano subito. «Va tutto bene, non preoccuparti». Dico sorridendo nascondendo la tensione.
Cavolo, non ho nemmeno lavato i miei denti!
Credo di sembrare una spazzatura vivente. «Ti sei data abbastanza da fare in discoteca? Fai uno strano odore. Non hai fumato, vero?».
Sollevo gli occhi al cielo. «È stato solo per una notte, volevo divertirmi e non mi sono risparmiata». Dico poco convinta.
Finalmente ieri mi sentivo così libera, senza sentirmi osservata da nessuno e adesso lui mi fa sentire così sciocca. Ogni volta che parlo con lui, tutto ciò che prima mi sembrava giusto diventa maledettamente errato. «Io non lo chiamo divertimento questo». Dice adesso veramente deluso.
Incrocio le braccia al petto. «Che hai intenzione di fare adesso? Dirlo ai miei genitori e farmi stare di nuovo male». Gli chiedo.
Annuisce con la testa e mi porta vicino gli attrezzi. «Adesso fai cento flessioni ripensando a ciò che hai combinato». Mi fa mettere per terra.
Lo odio quando fa così!
Prima di cominciare lo guardo un attimo. «Se lo faccio eviti di dire tutto ciò a mia madre?». Gli chiedo.
Non mi risponde e aspetta che io inizi l'esercizio. Faccio come vuole lui, non posso fare diversamente. «Ero quasi convinto che avessi lasciato quella vita».
Continua ancora a farmi sentire in colpa, non gli ho detto che ho ricominciato a fare quelle cose, è stato solo per una notte.
Una sola notte!
Quanto vorrei tornare indietro e rifiutare l'invito della mia amica. «L'ho abbandonata infatti, questa volta è stata una eccezione ma, non lo farò più ». Cerco di essere convincente.
Ma lui non è quel tipo di persona che ascolta, anzi, non gli frega proprio niente di ciò che dico.
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