Capitolo 19. "È finita"
Mia cugina questa mattina è entrata dentro la mia camera e mi ha costretta ad uscire di casa. Mi sono fatta convincere e l'ho accompagnata al centro della città anche se continuo ad avere tantissimo sonno. Ieri sera siamo arrivati tardi a casa. «Ancora non ho capito bene perché mi hai fatta uscire». Dico spostandomi il ciuffo dei capelli indietro.
Tiene il mio braccio stretto e si fa largo tra le persone che camminano ammassate per le strade. Ancora il tempo è buono, quindi si sta bene ma oggi non mi sento al mio agio fuori, non mi sono nemmeno truccata. «Fai fare a me». Dice con tono sicuro.
Chi sa che cosa ha in mente di fare...
Mi trascina dentro un locale e prende subito posto. Il posto è fatto totalmente in stile rustico, al centro c'è un camino dove le persone possono tranquillamente sedersi sui divani attorno e riscaldarsi. «Avevi fame?». Gli chiedo prendendo il listino con le cose che si possono ordinare.
Si alza dalla sedia e si guarda attorno. «Tu ordina, io vado in bagno». Dice lasciando la borsa.
Va via in modo rapido, come se avesse fretta. È da questa mattina che si comporta in modo strano, non so che cosa gli prende. Spero che non si sia cacciata in nessun guaio. «Finirai come sempre a prenderti la solita cioccolata». Sento una voce piuttosto familiare.
Sollevo gli occhi con la sicurezza di sapere già chi mi troverò davanti.
Vedo un Troy sorridente e vestito con una tuta adidas. «Che ci fai qua?». Chiedo quasi con tono infastidito.
In realtà sono sorpresa, ma non voglio farglielo notare. Si siede sulla sedia in cui prima aveva preso posto mia cugina e mi guarda. «La stessa cosa che stai facendo tu!». Risponde ovvio.
Vuole prendermi in giro allora...
Sollevo un sopracciglio e lo guardo in modo curioso. Voglio vedere che cosa ha da dirmi. «Anche a te ti ci ha portato mia cugina?». Gli chiedo.
Fa un piccolo sorriso e prende il mio listino dei prezzi. «Diciamo di si», risponde guardandolo. «Una cioccolata con la panna sopra e un frullato con banana e kiwi». Dice al primo cameriere che passa da lì.
Che diavolo sta combinando? «Credo che io debba andare». Mi alzo dalla sedia.
Prende il mio braccio e mi tiene ferma segnandomi con gli occhi la sedia. Mi risiedo di nuovo seccata. «Posso sapere che cosa vuoi?». Dico stufa.
Inspira profondamente e mi guarda con aria tranquilla. «Vorrei parlare con te, chiederti come stai e perché scappi non appena mi vedi».
Non ci vuole un genio per capire il vero motivo del mio comportamento, è stata la sua ragazza a rovinare tutto e non ho proprio voglia di parlare di questo. «Non renderti ancora più ridicolo». Dico cercando di distogliere lo sguardo da lui.
Preferisco osservare le persone che stanno sorseggiando tranquillamente un cappuccino o qualche altra cosa, la sua presenza mi rende nervosa e se lo guardo negli occhi per me è finita. Vorrei essere proprio come quelle coppie che adesso stanno ridendo tra di loro, che si lanciano degli sguardi davvero belli. Io ho Cole, lo so, ma non è lo stesso. «Sei tu che stai degenerando le cose. Mi hai anche bloccato il numero sul tuo telefono, che ti ho fatto di male?». Chiede.
Hilda... è tutta colpa sua! Non appena uscirà dal bagno se la vedrà con me. Vorrei alzarmi, urlare per poi crollare e piangere tra le braccia di Troy, ma se facessi questo sarebbe ancora peggio. Lui è un uomo impegnato, basta con quelle stupide fantasie nella mia testa. «Hai lasciato che la tua ragazza mi insultasse davanti a tutti e poi non hai nemmeno avuto il coraggio di chiedermi scusa!». Dico senza però alzare la voce.
Il cameriere posa sul tavolo le cose ordinate da Troy. L'odore della cioccolata si insinua dentro le mie narici facendomi venire l'acquolina. «Ho lasciato anche che la insultassi tu. E poi so benissimo di che cosa sei capace, non avevi bisogno che io mi intromettessi. Ho provato poi a chiederti scusa ma i messaggi non si inviavano e le altre volte c'era sempre la mia ragazza con me, cosa avrei dovuto fare? L'altra volta mi hai anche mollato uno schiaffo in piena faccia». Dice quasi arrabbiato.
Non mi frega niente di ciò che dice. Avrebbe potuto benissimo fare come ha appena fatto. «Non prendermi per il culo Troy, se avessi voluto veramente sapere come stavo avresti potuto fare di tutto, anche venire in tribunale».
Si poggia una mano sulla testa e posa lo sguardo su di me in modo disperato. «Non puoi parlare quando non sai che cosa è successo con Bella».
Non me ne frega niente di Bella, io avevo bisogno di lui. «Vai da lei allora!». Dico stufa.
Questa situazione non mi piace, vorrei solo che lui se ne andasse da qui, e lasciarmi come aveva fatto l'ultima volta. «Non fare la bambina», dice rimanendo con tono fermo. «Ti stai arrabbiando con me per una cosa che hai avuto con la mia fidanzata, io ci sono stato sempre per te nell'ultimo periodo e non puoi trattarmi così».
Le ultime parole mi hanno colpita molto, ma sono troppo orgogliosa per ammettere una cosa del genere. «Come vorresti che io ti trattassi?», gli chiedo. «Poi spunterebbe di nuovo la tua ragazza e rovinerebbe tutto». Sollevo le spalle e avvicino la cioccolata a me.
Tolgo il coperchio di plastica, la panna si è sciolta. Prendo il cucchiaino e lo faccio girare dentro la cioccolata creando un piccolo vortice. «E se voi due diventaste amiche?». Mi chiede speranzoso.
Faccio una piccola risata. «Troy, hai già dimenticato che ci siamo baciati? Potrebbe ricapitare e non credo che la tua donna la prenderebbe in modo carino». Lo faccio riflettere.
Beve il suo frullato e non perde la calma. Beato lui. «Non ricapiterà». Risponde sicuro.
Mi alzo dalla sedia mettendo di nuovo il coperchio sulla mia cioccolata calda. «Forse per te io non sono nessuno di così importante, ma tu per me lo sei stato». Dico prima di voltarmi per andare via.
Vedo mia cugina davanti a me, quasi spaventata. «Stavi andando da qualche parte?». Mi chiede.
Annuisco con la testa e gli faccio segno di uscire fuori. Prende la borsa ed esce dietro di me. «Sei stata tu vero? Mi hai portata dentro quel locale per farmi incontrare con lui!». Dico furiosa.
Mi sono anche scottata la lingua con la cioccolata per colpa sua. «Sembrava che ci tenesse tanto. E poi come puoi dire di no ad un ragazzo bello come lui?». Dice facendo un piccolo sorriso.
Gli prendo il polso e la porto accanto a me. Cammino in modo svelto per andare subito nella mia macchina. «Si sta sposando Hilda, non potrei mai mettermi con lui».
Sbatto contro qualche persona che cammina in senso opposto a noi. Sono così arrabbiata che non riesco nemmeno a vedere i visi della gente. «Oh scusa, non ero a corrente di questo».
Ecco perché non dovrebbe combinare certe cazzate.
La porto a casa sua e poi io raggiungo la mia. C'è già mia madre dentro, l'ho incrociata nel corridoio mentre che usciva dal soggiorno. Mi ha seguita fino a dentro la mia camera. «Che cosa ti è successo?». Si siede sul mio letto.
Perché non tornano crudeli come una volta? Almeno eviterei di dover dare certe spiegazioni. «Lascia stare mamma». Dico inginocchiandomi davanti il letto.
Do dei pugni sul materasso dalla rabbia e poi crollo in lacrime disperate. «Ehi, non fare così», si inginocchia anche lei accarezzandomi la testa. «È successo qualcosa a Hilda o ad entrambe?». Chiede preoccupata.
Scuoto la testa mettendola sulla coperta. «No, non è successo niente. Voglio stare sola».
Mi abbraccia facendomi appoggiare la testa sul suo petto. «C'entra qualcosa Troy?». Mi chiede.
Annuisco e stringo i pugni cercando di calmarmi. «Come hai fatto ad indovinare?». Gli chiedo sollevando lo sguardo su di lei.
Fa un piccolo sorriso e passa la mano morbida sulla mia fronte. «Non avresti avuto altri motivi per reagire in questo modo, lo so che sei innamorata di Troy».
Cosa ha appena detto?
La guardo male. «Non credo di avertelo mai detto». Asciugo le lacrime con le maniche della maglia.
Mi aiuta anche lei guardandomi come se vedesse davanti a se la creatura più bella del mondo, avevo dimenticato quanto fosse bello avere una mamma, prima ero sempre vista come un rifiuto da loro. «Una madre non ha bisogno di certe confessioni, ti vedevo bene quando stavi in sua compagnia, da quando invece avete smesso sei stata di cattivo umore».
Non pensavo che si notasse così tanto. «Lui però ha una fidanzata, io non sono nessuno per lui».
Dirlo mi fa veramente male. «Non arrenderti, ci sarà un motivo se ha fatto tutte quelle cose per te». Mi aiuta ad alzarmi.
L'ha fatto solo perché gli facevo pena, non per altro. «No mamma, non voglio rovinare nessun matrimonio, ho già causato troppi casini nella sua vita».
Spazio autrice:
Ecco un nuovo capitolo della mia storia! Hilda è riuscita a far incontrare Jade e Troy ma le cose non sono andate bene. Cosa pensate che accadrà ancora?
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