XIV (5)

Haymitch Fairwheel batté più volte le palpebre, un'espressione confusa in viso. Persino Suzu e Julius rimasero in silenzio, gli sguardi fissi su di lei. Katarina poteva sentirseli addosso e il fatto che le restassero tanto appiccicati la spinse istintivamente a picchiare il tacco dello stivaletto sul pavimento, spezzando l'incantesimo.
«Adesso!» Ordinò ancora, stavolta con un tono meno eccitato.

Il vodyanoy sussultò, il colorito che stava riprendendo si dileguò nuovamente e dopo qualche istante di panico corse svelto a ridosso della parete. Afferrò da un angolo una sorta di scaletta, vi salì e iniziò a fare quanto richiesto. Accanto a sé Miss Bahun sentiva il corpo viscido di quella creatura smuovere l'aria, mentre una colonia scadente tentava di coprire il fetore di morte che aumentava ad ogni loculo che veniva aperto. Con le dita delle mani leggermente palmate - non a sufficienza per destare sospetti in quei profani degli agenti di Scotland Yard, ma abbastanza da tradirlo ai suoi occhi - Haymitch toccò due rettangoli della terza fila, poi scese un paio di scalini e pigiò al centro di altri quattro sulla seconda fila e, infine, una volta tornato con i piedi per terra ne aprì altre due in quella più bassa.

Otto cadaveri, nove vittime, pensò Katarina osservando la schiera di teli bianchi sotto cui si celavano le salme. Da quanto tempo le avevano detto essere iniziata la moria? Un mese o poco più, quindi una morte ogni cinque giorni. Un numero certamente maggiore di quello che si sarebbe aspettata visti i resoconti che Padre Costantino e il Vescovo Wassily le avevano procurato.
Si umettò le labbra, muovendosi lenta di fronte alla parete mentre gli uomini lì con lei attendevano. Le stavano concedendo il lusso di agire secondo la sua esclusiva volontà, senza mettersi in mezzo e, abituata come era a lavorare da sola, non se ne accorse finché Lord Terry aprì bocca.
«Miss, state bene?»
Non gli diede retta. Restando in silenzio si avvicinò alla prima salma e ne scoprì il viso, poi il corpo. Lasciò che le membra nude di un uomo di mezz'età si mostrassero agli occhi dei presenti in tutta la loro bruttezza, rivelando i segni di quella morte tanto strana. Vene scure come la notte correvano in lungo e in largo sotto l'epidermide disegnando una mappa intricata. Partivano dall'alluce e salivano su fino a una testa dai radi capelli color paglierino senza escludere nulla, nemmeno i genitali. Parevano quasi un tatuaggio, peccato che non lo fossero. Labbra violacee avevano ai lati macchie altrettanto cupe che davano l'idea di essere l'origine o la fine di tutto.
«Avete dei guanti che possa usare, dottor C-Fairwheel?»
L'uomo sgattaiolò verso un tavolino nei pressi di una delle barelle, forse per colpa dell'agitazione lo colpì con la punta della scarpa producendo un rumore metallico e poi tornò verso di lei, affiancandola più di quanto  Katarina si sarebbe mai aspettata.
«Te-tenete, M-miss.»
Gli sfilò dalle dita i guanti in cotone bianco e li mise sopra i propri per proteggerne la pelle, poi si chinò sul viso del morto: «Ditemi qualcosa su di lui.» In lontananza i passi di Mister Whiteman e Lord Terry le fecero capire che anche loro si stavano avvicinando per osservare meglio, per carpire ogni parola che sarebbe stata pronunciata in quell'obitorio.

«L-la vittima è un uomo di cui non co-conosciamo l'identità. E' stato p-portato qui due settimane fa, il giorno dopo la polverizzazione di Miss Pond. Suppongo sia un s-senza tetto, guardate.» Con pollice e indice il vodyanoy gli aprì le labbra, mostrando all'interno della cavità orale denti di un'insolita colorazione grigiastra simile a pietra. Erano pochi, una decina circa, e tutti in uno stato discutibile. «Lo hanno t-trovato alla stazione delle diligenze, in mezzo a-alla spazzatura. E' stato abbandonato lì co-come se nulla fosse, o forse è stato ag-aggredito mentre cercava de-del cibo.»
Incurante del fetore che quel corpo emanava, Miss Bahun si spostò più vicina al viso. Con cautela poggiò i polpastrelli guantati appena sotto le ciglia e alla congiunzione tra palpebra molle e fissa, spalancando l'occhio. Non si aspettava di trovare nulla, solo sclera incolore, eppure quando vide il bianco lattiginoso lo stomaco le si strinse. Era diverso da quello di qualsiasi altro cadavere, esattamente come Padre Costantino le aveva fatto intuire. Era stato attento a sottolineare quel dettaglio e adesso Katarina ne capiva il motivo. Più lo guardava, più l'istinto di toccarlo si faceva prepotente. Era certa che se vi avesse pigiato sopra un dito vi sarebbe sprofondato in mezzo come se la sclera fosse fatta di vapore.
 «Non c-c-ci sono segni di colluttazione.»
A quelle parole si distrò portando lo sguardo sul medico legale:  «E altri tipi di ferita?»
 Lui scosse il capo, un'espressione loquace in viso: «Nessuna, Miss. S-solo qualche piaga nella zona genitale, probabilmente d-data dalla scarsa igiene. Lo s-suppongo in quanto... beh, è l'unica vittima ad averne.»
Quella non era affatto una buona notizia.
 «Avete notato altro?»
 «Nulla di p-peculiare o che c-credo non le sia stato riferito.»

Katarina tornò a studiare l'occhio dello sconosciuto, riflettendo su quello che le era stato detto.
Non c'erano tracce su cui potesse ipotizzare qualcosa di nuovo, solo il sangue e quelle vene nere, la stravagante impressione che la sclera le dava e il fatto che il corpo della prima vittima si fosse polverizzato. Poteva davvero essere opera dei vampiri? Di certo restavano i sospettati più plausibili.
 «Mostratemi gli altri.»
Suzu mosse un altro passo: «Miss, non credo vi sia molto altro da ved-» Katarina lo fulminò con lo sguardo, mozzandogli le parole in gola.
«Forse in questi giorni in mia compagnia non mi sono spiegata bene, Whiteman, ma io non lavoro come voi.» Afferrando un lembo di stoffa ricoprì la salma, permettendo al medico legale di chiudere almeno quella cella refrigerata, poi, sistemandosi i guanti che sentiva troppo grandi per le sue mani affusolate, si parò davanti al collega: «Dobbiamo raccogliere indizi visto che state brancolando nel buio e magari, lasciatemelo supporre, un dettaglio per voi da nulla può in realtà aiutarci a dissipare leggermente le tenebre in cui siete intrappolati.»
«Non nutro alcun dubbio sulle vostre doti di vânător, Miss. Sono stato il primo a gioire sapendo che la Santa Sede avesse scelto voi per venire in nostro aiuto, ma mentre noi siamo qui a osservare cadaveri con addosso le stesse tracce il colpevole è libero per Londinium e sono certo che presto agirà ancora.»
Le labbra di Katarina si tesero in una smorfia beffarda, il sangue le ribollì nelle vene facendole dubitare sul fatto di volergli tirare un cazzotto dritto su quel suo dannato muso giallo o se volesse invece dimostrargli quanto fossero sciocche le sue convinzioni. Chi voleva trovare senza avere alcun indizio? E dove lo avrebbe cercato? La città si estendeva così tanto da rendere quasi impossibile una previsione del prossimo attacco e a loro, da interrogare, restava un solo Exilati.
Da sopra la spalla si rivolse al medico, ma con lo sguardo rimase fissa su Suzu: «Scoprite le vittime, Fairwheel.»
«Miss Katarina...»
«Se volete andare a dare la caccia a tutti i mostri di Londinium non sarò certo io a fermarvi, Whiteman. Anzi, fidatevi quando vi dico che il desiderio di strappare le viscere dai loro corpi mi attanaglia ogni notte, colpevoli o meno di questo crimine, però tutto ciò non ci aiuterà a fermare la strage che vi sta sottomettendo. Inoltre,» allargò il sorriso: «non so quanto riuscireste a fare visto che temete anche una semplice ronda notturna.»
Un passo alla volta, camminando come un granchio sul fondale marino, Miss Bahun tornò accanto all'ennesimo cadavere, uno dei pochi che il vodyanoy ancora non aveva liberato dal telo pallido con cui li aveva celati alla vista dei visitatori.
«Non prendeteci per vigliacchi, Katarina, non era così prima...»
Katarina... sentir pronunciare il suo nome senza un appellativo a precederlo la divertì. Da quando erano entrati così in confidenza?
«Prima di cosa, Suzu?» lo imitò, tendendo ancor di più l'angolo del sorriso. Lui sembrò mordersi la lingua, trattenersi dal dire qualsiasi cosa, come se in gola avesse una verità scomoda da rivelare. «Prima che le vostre file si riempissero di incompetenti e metà della vostra Diviziune (Divisione) ci lasciasse le penne? Oltretutto ancora non mi avete detto come sia successo, esattamente. La Santa Sede ne è al corrente?»
Afferrò l'orlo del telo di cotone, tirò verso i piedi.
«Avremmo modo di parlare anche di-»
Katarina fu colta dalla sorpresa e forse, nel notarlo, Whiteman si ritrovò a tacere, lasciando il discorso a metà.

«È un vânător
In mezzo al petto, circondato dalla topografia delle vene, il tatuaggio dell'Ordine si stagliava massiccio, rigonfio come se la carne stesse rigettando l'inchiostro. Per quale ragione non le era stato comunicato? Perché nessuno aveva mai accennato al fatto che persino un loro uomo fosse stato colpito da quella disgrazia?
Con la coda dell'occhio vide Lord Terry toccarsi la tesa del cappello, porgere un saluto al morto: «E non è il solo, purtroppo.»
In punta di dita Miss Bahun toccò la guancia di quello che era stato un suo simile. Era giovane, forse qualche anno meno di lei. Sulle braccia i segni di battaglie passate, i muscoli che pian piano stavano perdendo tonicità.
Haymitch Fairwheel in un silenzio reverenziale scoprì anche il corpo poco più sotto, mostrandole una donna più matura, con il viso solcato dalle prime rughe e i capelli rossi arruffati. Tra la spalla e uno dei seni cadenti la Voglia della Vergine, rigonfia come quella del giovane.
«Melody Wood e Tobias sono stati la terza e la settima vittima» riprese Julius, passando accanto all'amico, sfiorandogli la spalla e fermandosi poi ai piedi di quello che era stato un suo collega.
«E lo avete comunicato alla Santa Sede o al Vescovo della città?» Gli chiese, nervosa. Quella storia stava diventando sempre più brutta e nonostante sapesse che i vânător di zona stessero morendo, mai avrebbe pensato per quel motivo. Nella sua testa l'unica colpa di quei poveri martiri era stata la troppa fiducia nel Mundi.
Il silenzio che seguì la sua domanda fu più loquace di quanto si sarebbe aspetta.
«Non potevamo aggiungere anche questo dettaglio alla lista di brutte notizie» disse Whiteman, seguito a ruota da Lord Terry.
«Purtroppo non sono solo i mannari e altre creature a ucciderci, anche questo male ha-»
«Mannari?» Miss Bahun sussultò: «Sono i licantropi che vi hanno decimato?» Come era possibile? Si trattava di creature che difficilmente abitavano in città, che avevano bisogno di grandi spazi per poter mutare, correre e cacciare; al massimo prendevano di mira villaggi e paesi rurali...
«In parte, se dobbiamo essere onesti» Suzu si lisciò il pizzetto, attirando ancora la sua attenzione: «E in parte il Piccolo Popolo» ammise. Ecco ciò che stava cercando di tenersi ben di traverso nella gola.

Oh ce ciudat... (ah, che strano)
A quel punto l'istinto di ridere mise Katarina a dura prova. A furia di dare fiducia al Mundi alla fine questi si stava loro rivoltando contro, esattamente come aveva insinuato lei. 

«Sono arrivati a branchi ai confini di Londinium, creando problemi agli abitanti, così i primi gruppi usciti in perlustrazione sono stati colti alla sprovvista.»
«Abbiamo sempre mantenuto buoni rapporti con i clan limitrofi, quindi non si aspettavano di venir attaccati, ma...» Julius scosse il capo: «hanno fatto male.»
«Alcuni hanno perso la vita in quella circostanza, altri invece si sono trovati ad avere a che fare con i fae...» Mister Whiteman sfiorò la spalla di quella che era stata Melody: «Con loro ci sono di mezzo i Patti e quelli che vivono in città non hanno compiuto un singolo atto di violenza... non sappiamo come agire, noi... non capiamo.»

«Questo» Katarina indicò il corpo di Tobias, le vene, quella cosa che ancora non aveva un nome ma se l'era portato via: «E' avvenuto prima o dopo?»
«Agli attacchi?» I due uomini si guardarono, quasi cercando conferma l'uno nell'altro, poi Lord Terry riprese: «Poco dopo il ritrovamento di Miss Pond.»

Oh, quell'informazione, tutto ciò che le stavano tenendo segreto o che le avevano detto a metà rivoluzionava completamente ogni cosa. E Padre Costantino, il Vescovo, la Curia tutta fino al Papato, quanto sapevano di quella situazione? E se lo sapevano, perché mandare solo lei? Non capiva.
«Al Vescovo della città avete comunicato la questione nei minimi dettagli?»
«Certamente, Miss. Sua Eminenza Wellington sa degli attacchi, delle perdite... l'unica faccenda che non gli abbiamo riferito è questa» anche gli occhi di Julius incontrarono il petto del ragazzo, ma giusto il tempo di un cenno col capo: «C'erano già abbastanza guai a cui pensare, non convenite?»

Katarina non era mai stata donna da seguire diligentemente le regole, anzi, erano più le occasioni in cui le infrangeva che quelle in cui si ricordava della loro esistenza, ma vista la situazione dubitò che quella fosse una circostanza in cui sarebbe stato opportuno agire come suo solito.
Si umettò le labbra: «E quale è stato il suo commento in merito?»
«Di tenere la faccenda tra noi vânător, che la Santa Sede e l'Ordine ci avrebbero assistito. Non era, e ancora non è, il momento di generare panico tra i cittadini e mettere a rischio i Patti
Ovvio, quei bastardi volevano mantenere la loro reputazione immacolata. Non potevano rivelare che le trame tessute in quegli anni con tanta fatica, lottando contro lo scetticismo collettivo, stavano saltando in quei pochi posti in cui sembrava che stessero funzionando.
 «E così ci hanno mandato voi» aggiunse Lord Terry, storcendo la bocca.

Come biasimarlo? L'Ordine era pieno di esorcisti competenti, devoti. Avrebbero potuto mandar loro squadre ligie al dovere, preparate e letali come quella di Emil, invece avevano spedito lì la sua copia peggiore. Forse non l'avevano scelta per risolvere quel problema, forse l'avevano mandata lì nella speranza che la sua ossessione per Dracul la spingesse a compiere un passo falso e liberarsi una volta per tutte del loro, di problema. Provò a non ridere. Chi sarebbe stato tanto ingenuo, a parte forse Padre Costantino, da crederla in grado di portare a compimento quel lavoro? Dopotutto era un'ubriacona con traumi irrisolti e addosso più sangue di quanto ne potesse ricordare. Che il Vescovo Wellington avesse in realtà sottovalutato la questione? Possibile, in fin dei conti quei boriosi ecclesiastici non avevano alcuna idea di come fosse essere un vânător, del reale pericolo che era il Mundi. Da troppo tempo non vivevano l'orrore in prima persona e, sicuramente, se la morte di Melody Wood e Tobias non era stata comunicata, anche quel vecchio doveva aver liquidato la questione con l'incompetenza della Divisione - non che fosse del tutto sbagliata come valutazione. E così ecco che avevano mandato loro una sola persona incline alla violenza gratuita che si sarebbe sbarazzata del problema, in modo da non dover movimentare troppe risorse, risparmiare e tenerla  per un po' lontana da Roma.
Sentì l'amaro in bocca e sicuramente il suo referente, conoscendola a sufficienza, aveva intuito che sarebbe arrivata a quella conclusione, così aveva giocato d'astuzia, provando ad addolcirle la permanenza e il lavoro a Londinium segregandola in un covo di Sorelle Velate. Padre Costantino doveva aver pensato proprio quello: che il suo discutibile debole per le belle donne-

Alzò le sopracciglia.
Improvvisamente ebbe un'illuminazione: forse la sua puttana alata avrebbe potuto aiutarla visto ciò che aveva scoperto sul coinvolgimento del Piccolo Popolo.

«Valutando per un solo istante l'ipotesi che non siano i vampiri i mandanti di questi omicidi,» l'indice di Katarina si posò poco sopra il tatuaggio del ragazzo: «pensate che le cose possano essere collegate?»

«Che intendete?»
Sorrise, compiaciuta: «Non ditemi che non ci arrivate, Suzu.»
Julius corrugò le sopracciglia, rispondendo al posto del compare: «Voi stessa a casa di Mister Gregory avete concordato con la nostra teoria. I vampiri sono gli unici così legati al sangue.»
«Invero, e resto ancora convinta delle cosa, ma proprio dopo aver subito attacchi da parte di altre creature iniziano queste morti inusuali. E se fosse un piano comune?»
«S-scusate l'im-pertinenza, Miss, ma che-che senso avrebbe?» Gli occhi di tutti caddero su Haymitch Fairwheel, rimasto zitto ad ascoltare per tutto quel tempo. Si stava torturando le mani in disparte. «N-non per...» faticava come agli inizi a trovare il coraggio di parlarle, forse impaurito dal fatto che una mancanza di fiducia nelle teorie di Katarina potesse costargli qualche arto nonostante i cadaveri che lo separavano da lei: «per mettere in d-discussione le sue s-s-supposizioni, ma qui a Londinium i membri del Mundi stan-stanno bene, h-hanno accettato di loro v-vo-volontà di firmare i Patti
Miss Bahun allontanò l'indice dal corpo di Tobias: «Con un po' di volontà tutti possono fingersi ciò che non sono. O sbaglio, Fairwheel?»
Il vodyanoy sussultò, mosse un passo indietro e andò a sbattere contro la barella sospesa di un'altra cella.

Touché!

«V-vero» disse allontanandosi per evitare di sbattervi ancora: «M-m-ma perché iniziare da L-Londinium? Insomma, se il mo-motivo è sca-scatenare una g-guerra... beh, sarebbe più logico a-attaccare Roma, non pensate?»
«O i monasteri, i conventi, le chiese, i membri della Curia e gli ordini ecclesiastici» intervenne Mister Whiteman, improvvisamente capendo dove Katarina volesse andare a parare con la sua domanda: «Perché coinvolgere persone qualsiasi?»
La donna chinò la testa, fece un cenno: «Non mi pare che questi due lo siano.»
«No, loro no, ma le altre vittime?»
«Esche, suppongo. Un modo per farci uscire allo scoperto.»
Suzu scosse la testa, si volse compiendo grosse falcate verso il centro dell'obitorio: «Non ha senso...» si mise le mani sui fianchi, tornò a fronteggiarla: «Perché Londinium?»
«Non lo so.»
Lo vide spalancare gli occhi: «Vi rendete conto che state supponendo che il Mundi stia pianificando una guerra?»
Katarina annuì.
«Non potete fare certe dichiarazioni... così!»
«Non ho fatto alcuna dichiarazione, infatti, ho solo unito i puntini» ammise intrecciando le braccia al petto. Accanto a lei Julius fece battere il bastone a terra un paio di volte: «Ma chi lo ha deciso? Intendo dire, chi ha convinto il Mundi, tutti i suoi membri, a partecipare a una cosa di questo tipo?»
Miss Bahun avrebbe voluto dire il nome di Vlad, incolparlo per potergli andare a staccare la testa con le proprie mani, non aspettava altro, ma poi si ricordò del fatto che vampiri e licantropi erano nemici giurati, che i fae non volessero essere coinvolti in alcun modo in battaglie di quel tipo, visto che se non venivano stuzzicati tendevano a restare isolati, e che le creature del mare non avrebbero mai preso parte a una faida terrena, avrebbe compromesso la loro cena. Quindi chi?
No, forse la sua non era una teoria corretta.

«Non lo sapete nemmeno voi» sbuffò Mister Whiteman, colpendo nel segno.
«Ci sono infinite possibilità.»
«Appunto... quindi chiedo a tutti, ma soprattutto a voi, Miss Bahun, di tenere questa conversazione privata e non divulgare alcuna delle supposizioni fatte. Ci servono ulteriori indizi, così come è necessario capire chi sia il mandante di quello che è successo alle otto vittime qui presenti.»
Katarina annuì ancora: «Concordo con voi» ma in testa aveva già un piano tutto suo. Forse non era una guerra con il Mundi, quello che li aspettava, ma era certa che Dracul vi avesse messo lo zampino, doveva solo capire come.

Divisione: segmento dell'Ordine dei Vânător che lavora sul territorio. Solo le città urbane più grandi ne hanno una propria che fa capo ai cacciatori che si trovano sotto quell'area geografica. Tutte le Divisioni sono sottoposte al volere della più antica, quella di Transilvania, che a sua volta sottostà al Papato.




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