9 back to the light
Qualcosa mi impedisce di voltargli le spalle e tornare felice nella mia bella stanza con Tikki.
Non so bene, se nella sua ottica, lo dovrei ringraziare per questa garanzia di sopravvivenza.
Garanzia piuttosto scarsa, visto che non mi ero meritata neppure poco fa quel trattamento eppure sono viva per miracolo.
Però...
Tre secoli sono veramente molti, si é addormentato nello scantinato della casa in cui é nato, e probabilmente cresciuto; ora si ritrova con una famiglia di estranei in quella che sente ancora essere casa sua.
Prendo un gran respiro, guardo Tikki e Plagg.
Sono tristi nel vederlo rintanarsi nella buia cantina.
Le spallucce curve dei due piccoli esserini volanti, e la minima compassione che sto provando; mi danno il coraggio di fare la cosa giusta.
Guardo verso l'oscura figura tornata seduta a rimuginare su una panca...
-Emm..Quale é il tuo nome?-
Plagg (entusiasta): ADRIEN! Si chiama Adrien!-
-Oh...bhe...grazie Plagg.-
Prendo un nuovo respiro, non sono sicura di ciò che sto per dire; ma...non me la sento di abbandonarlo in questa squallido e sporco scantinato.
Dopotutto lui é nato qui, se questa fu casa sua...deve avere molti ricordi di questo luogo.
Dove altro potrebbe andare?
La Francia del suo tempo é diversa da quella odierna.
Inoltre tolto Plagg, e Tikki che ha lasciato a me, non ha nessuno al mondo.
-Adrien?
Senti...mia madre farà il turno di notte anche oggi; e per tutta la settimana.
Perché non ne approfitti per venire fuori?
Posso aiutarti a sistemare i capelli e le unghie.
E potresti fare un bagno caldo.
Qui é freddo, umido...e decisamente sporco.-
Si volta di scatto nuovamente verso di me, questa volta credo sorpreso.
In effetti; perché io dovrei volerlo aiutare dopo che mi ha quasi uccisa?
Però...mi ha affidato Tikki.
Ha messo il bene della piccola coccinella prima del suo interesse personale; se ha ragionato così...forse non é cattivo.
-E perché dovrei?-
Uuuufff fa pure il difficile.
-Hai detto che senti ancora questo luogo come casa tua no?-
Mi faccio coraggio, ha detto che non mi ucciderà no?
Scendo lentamente i gradini che ci separano.
Sarà anche un mostro, ma mi ha salvato la vita e...riuscirò a convincermi che, quello che poco fa, sia stato solo un incidente.
Mi fermo terminata la rampa di scale; e riprendo a parlare:
-Inoltre che potresti mai fare restando qui in questo stato.
Questa non é vita...non sei curioso di vedere come é cambiato il mondo in questi secoli?
Sinceramente mi piacerebbe sapere di come era la vita ai tuoi tempi; se ti va potresti parlarmene.
*Gli tendo una mano, come ha fatto lui poco fa con me per porgermi Tikki.*
Se non ti piacerà il mondo di oggi potrai sempre tornare qui sotto; lo scantinato non va da nessuna parte. Almeno avrai avuto modo di scegliere veramente non trovi?-
Guarda la mia mano, credo sia indeciso.
Ancora una volta é Plagg ad intervenire, ed ora anche Tikki gli dà manforte:
Plagg- beh io sono curioso di sapere cosaé successo! Chissà quali e quante splendide varietà di formaggio esistono oggi!-
Tikki- Oh sì e poi Marinette mi ha già parlato di dolcetti molto interessanti.-
Mentre le due piccole creature volanti parlano, tentano di far combaciare la sua mano, che muovono dal polso, mano con la mia; ma trovano non poche difficoltà per via delle sue, innaturalmente lunghe, unghie.
Lui ora ha il volto rivolto a me; ma non proferisce parola.
Vista la scenetta dei due piccoli kwami, impegnatissimi nel muovere scoordinatamente il suo polso; mi metto a ridacchiare.
Improvvisamente, quasi dimentico di aver appena invitato al piano di sopra un mostro tricentenario.
Cercando di sembrare meno impacciata possibile, prendo la sua mano, facendo attenzione alle lunghe unghie.
In questo momento sembra quasi fragile.
Non posso vedere il suo volto, ma tenendo la sua mano sento come se lui volesse fidarsi; ma qualcosa glielo impedisse.
Anche se ora siamo mano nella mano; lui resta seduto.
Mi guardo intorno, di sedermi accanto a lui non se ne parla; io ho il terrore dei ragni, e qui é pieno di ragnatele...prima usciamo meglio sto.
Mi accuccio sulle mie ginocchia, per parlare con lui come si farebbe ad un bambino.
-Senti...ad essere totalmente sincera, io ho un po' paura di te.
Non so bene cosa aspettarmi, di certo non ho mai avuto a che fare con creature diverse dagli umani; ma dopotutto stiamo già convivendo sotto lo stesso tetto no?
Questa casa é piena di stanze; io non le ho neppure ancora viste tutte.
Ricordi quale era la tua?
Non ti manca? Potresti tornare a vivere li!
Staresti meglio no?-
Per tutto il tempo ho continuato a tenere la sua mano tra le mie; ad un tratto, lo sento leggermente stringere la mia.
È una risposta quasi impercettibile, ma mi viene spontaneo sorridergli.
-Coraggio torniamo sopra; qui fa freddo.-
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