8 Ladybug
Vista la mia reazione decide di non avvicinarsi; devo ammettere che apprezzo questa sua decisione.
Che idea orribile quella di scendere nuovamente in questa bettola polverosa.
Sorprendentemente gira il busto verso di me, ed allunga, in mia direzione, il braccio con gli orecchini di Tikki nella sua mano.
La piccolina muta la sua postura sconsolata in una corsa gioiosa verso la mia guancia.
Non capisco.
In ogni caso, io la mano verso la sua non la porto.
Credo che Plagg abbia compreso le mie remore; così è lui a prendere nuovamente la scatolina dalla mano del vampiro e consegnarla a me.
Plagg- Indossa gli orecchini.-
Continuo a guardare il mostro avanti a me con aria tra lo stupito ed il sospettoso; io quello lí non lo capisco.
Prendo un respiro, e senza muovere un dito mi faccio nuovamente coraggio:
-Mi hai quasi spezzato il collo meno di due ore fa per riavere Tikki...ed ora, improvvisamente, la stai lasciando a me?-
-Credevo l'avessi rubata.-
-Non te ne è fregato nulla di sapere come stessero le cose.
Neanche ti ho visto, che avevo la tua mano stretta al mio collo.-
Plagg:- Bhe...qui é colpa mia.
Si è svegliato prima che potessi inventare una buona scusa; e così quando ha cercato gli orecchini...gli ho semplicemente detto di non sapere nulla.
Quando li ha visti da te...ha tratto le conclusioni più ovvie.-
Prendo nuovamente fiato e rispondo a Plagg:
-Capisco...ma...non é che sia stata propriamente una reazione civile tentare di uccidermi solo perché aveva "tratto le sue conclusioni".
Inoltre...non ho ancora capito se io e mia madre siamo al sicuro..con lui che vive qui.
Insomma
*Cambio interlocutore e mi rivolgo al mostro.*
Perché ti trovi in casa nostra?
Da quanto sei qui?
E...potresti ucciderci...
Non credo tu ti sia mostrato a mia madre, il chè forse é un buon segno; ma...con me...alterni insperata gentilezza a tentato omicidio.
Non..capisco cosa aspettarmi.
Resterai qui?-
-Questa é casa mia.
Non mi interessa uccidere tua madre; ma tu mi dai fastidio.-
- Quindi non ti avvicinerai a mia madre...giusto?-
-No.-
Sono sollevata al pensiero che almeno lei sia salva; non potrei sopportare di perdere un altro genitore.
Però mi pare di aver capito che la mia vita...quella é in pericolo.
-Che intendi con casa tua?
Abbiamo acquistato questa villa mesi fa dal comune di Parigi.
Questa casa non ha un proprietario da oltre 100 anni.-
Plagg- Bhe...temo sia passato un bel po' di tempo allora.
Però é vero che questa é stata casa sua.
Lui é nato qui.-
-Qui?
Intendi che è nato in questa casa?-
Plagg- il fatto che tu lo trovi strano sottolinea che non siamo più nel 1700 vero?-
-NEL MILLESETTECENTO!?!?!?
VOI?
SIETE SERI?-
Guardo il vampiro
-Lo sai...che state parlando di tre secoli fa vero?-
Alza il capo in un movimento insolitamente percettibile.
Come sempre il suo volto é tra la massa informe dei capelli; ma sento che ho la sua attenzione, e credo sia sorpreso... non lo sapeva.
Faccio un enorme sospiro rassegnato.
-Bhe...questo spiega il tuo aspetto...in 300 anni non devi aver tagliato capelli, ed unghie, molto frequentemente eh-
Improvvisamente provo quasi pena per lui.
Nonostante lo consideri un mostro, e un individuo pericoloso; inizio a comprendere che neppure per lui debba essere facile.
Si risveglia dopo 300 anni e nella casa in cui é cresciuto ci sono una sconosciuta ed un tizio che vuole ucciderla...anzi che mi ha aiutata.
Probabilmente quando ha visto sparire il miraculous di tikki si é sentito minacciato nella sua area ed ha attaccato.
Un po' come farebbe un animale; dopotutto non é umano.
Non lo perdono, né giustifico...ma adesso, capisco un po' di più come debba vivere questa realtà, per lui del tutto estranea.
Il palazzo stesso é della fine del 1600; probabilmente questa casa la hanno fatta costruire i suoi genitori.
-Tieni con te Tikki.-
Si volta e lo vedo scendere nuovamente le scale verso la parte più buia della stanza.
Il vederlo allontanarsi mi tranquillizza; ma...la sua figura, che solitaria torna nell'oscurità, mi intristisce.
Ad un trattonsi blocca sulle scale, e torno a sentire i muscoli del mio corpo contrarsi per il nervoso.
Rimanendo voltato aggiunge:
-So che ho agito in modo irrazionale poco fa...io...insomma...se non mi darai ragione di ucciderti, avrai salva la vita.-
Dopodiché riprende la sua marcia.
In fin dei conti...non credo di potermi aspettare garanzie maggiori; e forse, anche se ben celate, quelle erano scuse.
Una volta mi ha salvata, un'altra quasi uccisa; magari potrei semplicemente bilanciare i due ricordi e ... Dimenticare.
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