19 Le nostre notti disturbate

Io e Marinette ci avviciniamo ogni giorno di più.

Passo buona parte della notte nel letto con lei.
Spesso leggiamo libri separatamente finché lei non si addormenta; oppure guardiamo film in nella grande scatola chiamata "televisione".
In effetti questo mondo mi piace; e mi piace viverlo con lei.
Purtroppo la vicinanza ha anche lati negativi...incrementa la mia sete.

Mentre lei dorme ho iniziato ad uscire per andare a caccia.
Rientrare a casa, nel letto con lei, sapendo di aver appena commesso dei crimini mi mette difficoltà.
Lei é così bella e dolce che mi sento marcio ad comportarmi così e tornare qui, nella nostra stanza.
Ma del resto, se non facessi così la attaccherei ogni giorno; invece dalla sera della prima aggressioni sono riuscito a non morderla più.

Se per tenerla al sicuro, e poterle stare accanto, mi devo sporcare le mani di sangue; lo faccio.
É ciò che é appena successo; lei sta dormendo tra le braccia di un uomo appena rientrato nel suo letto dopo aver bevuto il sangue di due donne; e se non fosse stato che avevo paura che si svegliasse ne avrei bevuto ancora.
Le ipnotizzo, e poi manipolo i loro ricordi.
Preferisco non dissanguarle, o la polizia troverebbe cadaveri; ma ciò mi impone di cercare più vittime.

Il suo telefono si illumina e vibra; ma chi diavolo disturba a quest'ora!?
La sento muoversi tra le mie braccia e voltarsi verso il cellulare.
La cosa mi infastidisce; sono sempre stato, e continuo ad essere, estremamente possessivo.
Non mi piace che momenti come questo vengano rovinati.
Vederla abbracciata a me; mentre dorme dolcemente mi piace tantissimo.
-Mylady...ignora; é tarda notte.-
Le sussurro all'orecchio mentre le mie mani tentano di riappropriarsi del suo corpo.
Come se non avessi detto nulla risponde:
-Luka??-
Appena sento una voce maschile all'altro capo del telefono la stringo più a me.
Cosa vuole un uomo da lei a quest'ora di notte?
-No io non l'ho vista proprio.
...
aspetta che controllo.
...
Niente nessun messaggio
...
non ti preoccupare.
Vengo da te.-

Nel sentire queste parole spalanco gli occhi ...
Non esiste che esca a quest'ora di notte.
Inoltre dovrei lasciarla andare dalle mie braccia per farle vedere un altro uomo?
Spero stia delirando per il sonno.

- ..Juleka è una mia cara amica, non riuscirei a richiudere occhio comunque.
A tra poco.-
Chiude la chiamata.

La guardo infastidito.
-Adrien devo andare subito da un amico, sua sorella é scomparsa.-
-E di che aiuto potresti mai essere tu?-
Le squilla nuovamente il telefono e non mi degna di una risposta.
-Ciao Alya...sì ho saputo, sto andando a casa sua.
Va bene, di vediamo lì.-

La vedo frugare nell'armadio.
-Mylady non voglio che esci a quest'ora; la ragazza starà per tornare a casa.-
-Adrien si dice che ci sia un aggressore seriale per le strade di Parigi ed una mia amica é scomparsa.
Non posso starmene qui al caldo nel letto sapendo una cosa simile.-
Mi alzo in piedi anche io e mi avvicino a lei serio:
-A maggior ragione.
Se é pericoloso cosa vuole questo tizio?
Come potresti mai aiutarlo?!-
-Adrien hai mai sentito parlare di "supporto morale" é anche a questo che servono gli amici.
Se a sparire fossi io; tu vorresti essere solo nella tua preoccupazione?-

Mi avvicino maggiormente a lei, le metto le mie mani sulla curva dei fianchi e faccio combaciare le nostre fronti, puntando i miei occhi dritti nei suoi.
Delicatamente accarezzo la vita, muovendo solo i pollici mentre la mia presa resta salda sulla sua cintura.

-A te non potrebbe mai succedere nulla; perché io non lo permetterei.
Non é colpa nostra se questo ragazzo non ha prestato la stessa attenzione alla sua famiglia.
Errore suo; perché io devo rischiare te e lasciarti andare da qualcuno tanto disattento?-

Sento il battito del suo cuore accelerare, i suoi occhi si lucidano leggermente; e le sue gote arrossiscono lievemente.
É bellissima, e voglio che sia al sicuro tra le mie braccia ogni notte della sua vita.

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