Chat... Don't worry, I'm here for you...
Ladybug si era imbattuta in Chat Noir quella sera e l'aveva visto cantare girando per Parigi, ma non si era fatta vedere per tutto il tempo con l'intenzione di rimanere nascosta.
Aveva ascoltato attentamente ogni singola parola che il ragazzo aveva improvvisato cantando, non credeva che potesse essere così triste... così solo; pensava che la sua vita quotidiana fuori dall'essere Chat Noir comprendesse una famiglia che gli volesse bene e questo non lo avrebbe mai fatto sentire solo, si sbagliava.
Forse la corteggiava e voleva stare con lei solo perché si sentiva solo e abbandonato, desiderava solo un po' di affetto e tutte quelle volte lei lo aveva respinto, non avrebbe mai potuto capire cos'avesse il suo partner prima di quella sera.
Osservò come il ragazzo rischió di distruggere l'albero nella piazza di Parigi, a ridurlo in polvere a causa della sua rabbia, ma fortunatamente non ce la fece e utilizzó il suo Cataclisma su un cartellone che ritraeva un profumo sponsorizzato niente di meno che da Adrien Agreste; lo vide infine quando finì di cantare e si inginocchiò a terra, decidendo poi di tornare a casa. Ma, prima che potesse annullare la trasformazione, una voce che lo chiamava lo fermò.
«Chat...» Bisbiglió la corvina alle spalle del ragazzo, mentre si avvicinava a lui e poco dopo gli appoggiò una mano sulla spalla, inginocchiandosi così al suo fianco.
«L-Ladybug...?» Disse lui chiedendosi cosa ci facesse lei lì, in quel momento.
Subito dopo si sentì le braccia della ragazza intorno al collo mentre lo abbracciava e alcuni silenziosi singhiozzi, per poi sentirsi bagnare da piccole goccioline sul collo; pensava che fossero dei fiocchi di neve che gli stavano cadendo addosso sciogliendosi a contatto con la pelle, ma erano in realtà le lacrime della super-eroina che gli scivolavano lungo il collo.
Stava davvero piangendo per lui?
Ladybug stava nascondendo il viso tra la spalla e il collo del ragazzo dagli occhi verdi mentre gli stringeva leggermente le braccia intorno al collo, sentendo poco dopo che il biondo stava ricambiando l'abbraccio mettendole le braccia intorno al busto e stringendola a sé, facendola sentire protetta e al caldo.
Era da un po' che erano stretti tra di loro, inginocchiati l'uno davanti all'altra.
«Mi dispiace...» Singhiozzó la ragazza, veramente dispiaciuta e sentendosi in colpa per non avergli dato quell'affetto che lui aveva sempre desiderato.
«Tu... tu hai sentito tutto» Affermò Chat Noir sentendo muovere in risposta la testa della ragazza, come se stesse annuendo.
La strinse ancora un po' a sé prima di allentare completamente la presa e facendola allontanare di poco così da poterla guardare negli occhi.
Le aveva messo una mano sulla guancia asciugandole una lacrima, mostrandogli così gli occhi lucidi a causa delle lacrime e le guance un po' arrossate forse a causa dell'imbarazzo o perché era riuscita a scaldare così tanto il suo viso sul tessuto della tuta nera a tal punto da diventare rossa.
Era strano come lui, che stava provando quelle tristi emozioni, non stesse piangendo e invece la ragazza aveva versato tante di quelle lacrime per il dispiacere;
A quel punto, tenendo la sua mano sulla guancia della corvina, il biondo fece un sorrisetto alla ragazza dagli occhi azzurri per consolarla e lei ricambiò, poggiando la sua mano su quella dell'eroe.
Poco dopo il ragazzo si alzò -a causa del suono emesso dal suo anello che lo stava avvisando del poco tempo rimasto- e porse la mano alla super-eroina che gliela afferrò e lui la tirò sù.
Si diedero un'ultima occhiata, lei aveva un sorriso imbarazzato stampato in faccia e lui, invece, sorrideva ancora per consolarla, poco dopo il ragazzo si girò con l'intenzione di andarsene ma fu fermato dalla voce dell'eroina.
«Chat, ascolta...» Iniziò lei sospirando «Avrei voluto ospitarti a casa mia per questo Natale, ma questo porterebbe alla rivelazione della mia identità segreta e non posso... scusami» Concluse con un sorriso triste abbassando la testa.
«Tranquilla, capisco» Sorrise comprensivo lui girando la testa verso di lei e facendo fare un altro sorrisetto a Ladybug.
«Avrei voluto rimanere con te questa sera ma i miei genitori sospetterebbero "leggermente" della mia assenza» Ridacchió facendo le virgolette con le dita per far notare l'ironia della parola.
«M'lady, non ti preoccupare!» La rassicurò il ragazzo-gatto flettendo le ginocchia con l'intenzione di saltare per andarsene, ma la ragazza lo fermò nuovamente.
«Comunque devi promettermi di passare il Natale in compagnia di qualcuno. Vai a casa, fai mangiare il tuo kwami e ritrasformati, vai dalla mia amica Marinette Dupain-Cheng, lei sarà più che felice di ospitarti a casa sua per questa sera. Non voglio che tu sia solo» Si affrettò a dire prima che il ragazzo se ne andasse, nascondendo che in realtà la sua "amica" non fosse altro che lei nelle sue vesti civili;
dopo appena alcuni secondi di riflessione si avvicinò lentamente a lui e appena lo raggiunse avvicinó sempre di più il suo viso a quello dell'eroe, guardandolo negli occhi per poi socchiudere i suoi e avvicinarsi ancora fino a quando non sentì toccare le labbra morbide del ragazzo, dandogli così un dolce bacio a stampo, allontanandosi dopo alcuni secondi di contatto e notando il rossore sul viso coperto dalla maschera nera e gli occhi verde smeraldo sgranati.
«Buon Natale, gattino mio» Gli disse, facendogli un piccolo sorriso imbarazzato e subito dopo si voltò per andarsene, lanciando il suo yo-yo e scomparendo in lontananza.
Il biondo rimase impalato lì per ancora un po', cercando ancora di realizzare quello che era appena successo e, ricordandosi che era prossimo a detrasformarsi, saltò da un tetto all'altro mentre cercava di raggiungere quanto più velocemente casa sua, facendo come gli era stato detto e dando del Camembert al suo kwami, informando poi Nathalie che voleva rimanere solo facendo così in modo che nessuno entrasse in camera sua, in modo da non far scoprire la sua assenza e detto ciò si ritrasformó andando sul balcone della casa di Marinette.
Bussò alla finestra e poco dopo la ragazza andò ad aprirgli, facendolo entrare e accogliendolo in camera sua.
«Ladybug mi ha raccontato tutto, sei il benvenuto in casa mia gattino» Mentì la ragazza con i codini per quanto riguardava la super-eroina che le aveva parlato.
«Grazie principessa» La ringraziò il felino entrando «Ma i tuoi genitori cosa ne pensano?»
«Vieni con me, stasera festeggi con noi» Rispose lei prendendolo per un polso «Non credo che dispiacerà ospitare il famoso super-eroe parigino Chat Noir per la Vigilia di Natale» Si motivò trascinandolo giù per le scale fino in soggiorno e facendolo rimanere nascosto dietro un muro prima di farlo vedere ai suoi genitori.
«Mamma, papà, spero che non vi dispiaccia ospitare qualcuno per stasera. Sapete, è solo e non ha nessuno con cui festeggiare...» Spiegò attirando l'attenzione dei suoi genitori che stavano per chiedere alla figlia di chi stava parlando, ma poco dopo la ragazza fece cenno al ragazzo-gatto di mostrarsi e così avanzò di qualche passo, mettendosi così al fianco della ragazza e guardando i suoi genitori un po' imbarazzato, salutando con la mano.
«Oh, quale onore!» Esclamò Sabine alzandosi di scatto dal divano dov'era seduta in compagnia del marito e dirigendosi verso il biondo, stringendogli la mano in segno di saluto.
«Il piacere è tutto mio, madame» Rispose sorridendo, sorpreso dell'ospitalità dei genitori di Marinette nei suoi confronti contando che per loro fosse uno sconosciuto anche se d'altronde lo conoscevano tutti grazie alla sua fama.
«Che piacere conoscerti, ragazzo!» Esclamò a sua volta Tom prendendo amichevolmente sotto braccio il super-eroe che era sempre più stupito dell'enorme affetto che i due gli stavano dimostrando, come se facesse parte della famiglia.
Si può dire che i genitori di Marinette e il super-eroe avevano instaurato un rapporto in pochissimo tempo, grazie alla simpatia di tutti e alla confidenza del ragazzo; avevano cenato insieme quella sera e tutti i presenti avevano preso in considerazione che quella era stata la Vigilia di Natale migliore della loro vita.
Finalmente Chat Noir si sentiva amato e in compagnia. Si era già fatto abbastanza tardi dopo la cena e il ragazzo aveva reso tutti un po' tristi ammettendo che doveva tornare a casa prima che sospettassero della sua assenza.
Marinette lo portò in camera sua con la scusa di farlo uscire dalla finestra, questo aveva fatto credere a tutti, persino il ragazzo rimase stupito quando si avvicinò alla finestra e lei lo fermò.
«Non vuoi stare un po' in mia compagnia, adesso?» Domandò Marinette volendo passare un po' di tempo da sola con il super-eroe, nascondendo un sorrisetto malizioso.
Il biondo inzió a sentirsi imbarazzato e il suo viso diventava gradualmente più rosso quando la ragazza salì le scale che portavano al letto e invitò il ragazzo a seguirla.
«C-Cosa posso fare per te?» Domandò cercando un proposito per uscire da quella situazione, ma -quando giunse in cima agli scalini vicino al letto- Marinette lo prese per il polso e lo tirò verso di sé costringendolo in questo modo a sdraiarsi sul letto.
Adesso erano entrambi stesi sul materasso, l'uno girato verso l'altra e si guardavano negli occhi, i loro visi erano a pochi centimetri di distanza ed era così buffo per Marinette vedere arrossire l'eroe;
Da quando gli aveva preso la mano non l'aveva più lasciata e lui gliel'aveva stretta a sua volta, facendola sorridere.
Nel momento in cui Chat meno se lo aspettava, la corvina gli si fiondó addosso abbracciandolo e, dopo un iniziale momento di stupore, il ragazzo ricambiò l'abbraccio stringendola a sé, era strano come quell'abbraccio gli ricordasse qualcosa... come se non gli fosse affatto nuovo.
Si sentivano entrambi così bene, al calduccio, coccolati l'una dall'altro, protetti... al sicuro.
Una mano del ragazzo-gatto era sul fianco della corvina mentre con l'altra le accarezzava i capelli, godendo dell'affetto che la ragazza dagli occhi azzurri gli stava donando in quel momento, nessuno gli era mai stato abbracciato per tutto quel tempo e gli piaceva così tanto quella sensazione... si sentiva amato.
Stava guardando da un po' i suoi capelli e gli erano famigliari, troppo famigliari.
Dopo un po' Marinette si allontanò da lui e lo guardò per un attimo, per poi avvicinarsi di nuovo a lui sfiorandogli le labbra e dandogli un altro bacio, ed è lì che il ragazzo ebbe la certezza di chi era in realtà la sua amica.
Quel tenero bacio, così come i suoi capelli e i suoi occhi che aveva ammirato per alcuni minuti quella sera, gli ricordavano un'altra ragazza che conosceva benissimo e che l'aveva baciato quella stessa sera.
«Buon Natale, Chat Noir» Gli disse quando terminò quel bacio, lasciando gli occhi socchiusi e concludendo la frase con un sorriso confortevole.
«Buon Natale anche a te, Ladybug» Rispose il super-eroe sorridendole dolcemente, mentre la ragazza sgranó gli occhi sorpresa.
Fine
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