16
Il sole mattutino, illuminava la pista di atletica, dove Angelo e la sua classe, stavano svolgendo la lezione di educazione fisica, anche se in realtà, quella era una punizione. Durante la partita di pallavolo infatti, Kim e Ivan avevano avuto un battibecco per un punto dubbio e il professore si era talmente arrabbiato, che costrinse l' intera classe a fare una maratona di 20 km, sulla pista, con allungo finale, come ciliegina sulla torta. I ragazzi, mostravano segni di cedimento: sudore, fiatone, occhi sbarrati e movenze rese scordinate dalla fatica erano caratteristiche, presenti in ogni studente. Tra di loro, c' era però un piccolo gruppo, che si era portato avanti e che continuava a correre energicamente sotto il Sole: Adrien, Kim, Alix ed Angelo. Durante l' allungo finale però, Angelo non riuscì a sprigionare una forza sufficiente, per stare dietro ai ragazzi più atletici e al traguardo fu costretto a sedersi a terra, con le gambe che tremavano per lo sforzo.
Angelo dopo aver ritrovato il ritmo respiratorio, alzò lo sguardo, solo per vedere una borraccia che gli arrivava addosso. Angelo la prese al volo per un pelo, evitandosi così un labbro rotto.
ANGELO: ehi Adrien, stai attento.
ADRIEN: scusami Angelo, non mi ero accorto che fossi distratto.
Angelo soffiò, aprendo la borraccia e bevendone una generosa quantità, mentre Adrien si sedeva accanto a lui sull' erba.
ADRIEN: comunque, è tutto ok, Angelo? Di solito durante le maratone, superi sia me che Kim. Ti senti male?
ANGELO: si, oggi non mi sento molto bene.
Concluse velocemente il ragazzo. Si prese il petto, stringendo la maglietta, sentendo il miraculous dell' orso polare sotto di essa. Erano passati due giorni dalla sua entrata in scena, eppure le conseguenze per aver usato i poteri, ancora si sentivano. Avvolte si chiedeva cone facessero Ladybug e Chatnoir.
ADRIEN: Ho capito, se vuoi ti accompagno io fino a casa.
ANGELO: sei gentile, ma oggi dovrei lavorare.
ADRIEN: sicuro? Dopotutto non sei molto in forma
ANGELO: non preoccuparti Adrien, starò bene.
ADRIEN: ok!
Adrien si alzò dando un asciugamano ad Angelo.
ADRIEN: allora ti aspetto all' uscita, Devo chiamare il mio bodyguard.
Disse avviandosi, alla sua borsa.
Angelo, prese l' asciugamano, cominciando a strofinarlo sul viso.
MAX: ehi, avete sentito di quel nuovo supereroe?
L' udito di Angelo si aguzzò, attirato come una falena dal fuoco.
KIM: certo che l' ho sentito, Max, come si chiamava? Deep Cold, giusto?
ALIX: si. Però non credo che si possa proprio definire un eroe.
Angelo sentì il cuore che si frantumava.
KIM: cosa? e perché, no? Dopotutto, ha aiutato Ladybug e Chatnoir, a sconfiggere Ressort.
ALIX: si, ma poi gli ha attaccati. Io dico che quel tizio è un alleato di Papillon.
NATHANIEL: in realtà...
Tutti si voltarono verso Nathaniel, che fino ad allora era rimasto zitto.
NATHANIEL:... loro, hanno attaccato lui. Non il contrario. Deep Cold non ha nemmeno provato a rispondere ai colpi, si è limitato ad andarsene.
Alix ebbe una piccola esitazione.
ALIX: e allora? Di sicuro avevano le loro buone ragioni.
IVAN: è vero, ho visto il notiziario e anche loro sostengono che quel tipo non sia altro che un altro akuma di Papillon.
I ragazzi, parlavano e le loro parole facevano male al povero Angelo il quale però era incapace di alzarsi e andarsene. Poi una voce, sovrastò le altre.
MARINETTE: non dovreste parlare così.
Tutti gli occhi erano puntati sulla corvina.
MARINETTE: voi non sapete un bel niente, di come è andata. Non potete parlare così di Deep Cold.
IVAN: si, ma il notiziario...
MARINETTE: è inutile che ascoltiate quella roba. Voi non eravate la, in quel momento. Non potete sapere come è andata davvero.
NATHANIEL: perché tu c' eri?
MARINETTE: c-certo che no! Ciò non toglie che dovreste stare attenti a come ne parlate.
NATHANIEL: forse, hai ragione ma questa storia, mi puzza.
MAX: non sei il solo, Nate.
Marinette si avviò agli spogliatoi, lasciando gli altri ragazzi a parlare. Poco distanti dagli altri Chloé e Sabrina avevano ascoltato tutto.
SABRINA: tu, cosa ne pensi, Chloé?
La ragazza, che in quel momento si stava specchiando, nel suo specchietto portatile, lo chiuse, rivolgendosi a Sabrina.
CHLOÉ: a me non interessano di tutti questi discorsi. Ma a proposito di Deep Cold, hai visto quanto è figo. Non è molto alto ma è davvero uno schianto. Ha un viso delizioso e quella tuta attillata... sembra un pattinatore sexy. Mette in risalto tutto: le braccia, i pettorali e gli addominali, le gambe...
Sabrina ascoltava interessata, mentre Angelo silenziosamente si era alzato per andarsene. Dipper che fino ad allora era rimasto nascosto nella tasca dei pantaloncini, mise fuori il musino.
DIPPER: te ne vai, Angelo?
ANGELO: si, alzo i tacchi... prima che comincino a parlare del pacco.
Disse leggermente a disagio.
Andò negli spogliatoi e cominciò a cambiarsi. Nel mentre, gli venne alla mente il suo primo e ultimo giorno come supereroe. Non poteva credere che fosse andata a finire così. Dentro di se sentiva di aver fallito, ma non aveva il tempo per commiserarsi. Angelo, non riusciva a capire il perché, ma la situazione quel giorno gli era parsa molto strana. A partire dal comportamento dei due eroi e continuando con il suo miraculous. Il ragazzo infatti, si era ricordato che durante un' intervista a Ladybug lei aveva accennato al fatto che il suo miraculous si stesse scaricando. Se ne era dimenticato, ma quel ricordo ora gli martellava la testa.
Approfittando della desolazione dello spogliatoio, Angelo volle parlare con Dipper.
ANGELO: Dipper, ci sei?
Dipper, che intanto si era trasferito nella borsa, tirò fuori la testolina pelosa.
DIPPER: dimmi, Angelo.
Disse guardandosi attorno, per avcertarsi che fossero davvero soli.
ANGELO: volevo chiederti una cosa, riguardo al miraculous dell' orso polare.
DIPPER: certo, dimmi pure.
Disse sorridendo.
ANGELO: per quale motivo, non si è scaricato?
DIPPER: eh?
ANGELO: il miraculous. Ricordi che due giorni fa, abbiamo lottato con Ladybug e Chatnoir? In quell' occasione, ho usato i miei poteri, ma il miraculous non si è scaricato. Eppure anche tu, avevi detto che una volta usato il potere si hanno cinque minuti prima di tornare normali.
DIPPER: l' ho detto veramente?
Angelo, annuì, serio.
DIPPER: mi dispiace, Angelo. Devi capire che ho dormito per molto tempo e quindi molte informazioni erano confuse nella mia testa.
Disse dandosi dei colpetti leggeri, sulla testolina.
ANGELO: spiegati.
DIPPER: vedi Angelo, il tuo miraculous è molto potente, forse anche più di quello della coccinella e del gatto nero. Per cui tu puoi usare l' onbra glaciale tutte le volte che vuoi. Comunque ti posso fare una domanda?
ANGELO: dimmi, pure.
DIPPER: cosa ti è successo?
Domandò indicando il petto nudo del ragazzo. Angelo capì che il compagno si stava riferendo alle sue cicatrici. Il busto e le braccia di Angelo infatti, erano costellati da numerose e piccole cicatrici.
ANGELO: ah, queste? Me le sono fatte tutte da bambino. Probabilmente lo hai già capito, ma io non sono francese. Sono nato in Italia.
DIPPER: di dove sei?
ANGELO: sono di Fiesole, un paesino accanto a Firenze. Quando ero piccolo ero un bambino molto esuberante e giocavo spesso all' aria aperta. Ma visto che ero anche molto maldestro, spesso finivo per farmi male. Ed ecco il perché di tutte queste cicatrici.
DIPPER: ah, capisco. E cosa ti porta in Francia?
ANGELO: motivi di studi. L' istituto Dupont è molto prestigioso e in futuro mi piacerebbe diventare un architetto.
DIPPER: un architetto? Davvero?
ANGELO: in realtà sono indeciso se diventare un architetto, un medico o un poliziotto, ma dal momento che uscito da quella scuola ho la possibilità di fare un pò tutto, mi stò prendendo un pò di tempo per pensarci.
DIPPER: architetto, medico o poliziotto? Effettivamente ti ci vedo in tutti e tre.
I due ridacchiarono.
DIPPER: e dimmi sei qui con i tuoi genitori?
ANGELO: no.
DIPPER: allora sei da solo?
ANGELO: sono qui con mio fratello minore, Luca.
DIPPER: ah, quanti anni...?
Dipper non finì la frase, in quanto la voce forte e improvvisa di Marinette irrumpe violentemente nello spogliatoio.
MARINETTE: TI GIURO ALYA, NON LI SOPPORTO...!!!
Si bloccò, non Appena vide Angelo.
Il ragazzo si guardò.
Era in mutande.
I due rimasero in silezio, mentre il rossore si impadroniva del viso di entrambi.
Alya spuntò dalle spalle di Marinette.
ALYA: spogliatoio sbagliato, Mari.
Disse ammiccando ad Angelo e portando via Marinette.
Non appena sentì la porta sbattere, Dipper tornò fuori dalla borsa.
DIPPER: whao, c' è mancato veramente un pelo. Tutto ok, Angelo?
Angelo che aveva l' espressione di chi aveva visto gli orrori della guerra, parlò debolmente.
ANGELO: ho bisogno di sedermi un attimo.
Si mise lentamente a sedere, mettendosi la testa fra le mani.
DIPPER: Angelo?
Angelo non rispose.
DIPPER: Angelo?
Dipper uscì dal suo nascondiglio.
DIPPER: dai Angelo, dopotutto ti ha solo visto in mutande. È un pò come se ti avesse visto in costume, no?
ANGELO: ...
DIPPER: ehi, guarda il lato postivo, con il fisico che hai avrai fatto un figurone, con quelle due.
Disse ridacchiando.
ANGELO: ...
Il kwami sbuffò, esasperato.
DIPPER: ora basta Angelo, il tuo comportamento è semplicemente ridicolo. Non è mica una tragedia se ti ha visto mezzo nudo!!!
Angelo alzò la testa di scatto.
ANGELO: lo so, che non è una tragedia. Ma conoscendo, Marinette mi addosserà tutta la colpa per questo malinteso e il nostro rapporto, si inclinerà ancora di più.
Il kwami si sorprese, per poi sorridere furbamente.
DIPPER: aaaaaaaaaaaaaahhhhh....... ora ho capito. C' è del tenero fra te e la ragazza di prima.
ANGELO: C-C-COSA?!?! NO!!!!
DIPPER: ah, no? Sai, mi è molto difficile crederti.
Angelo si alzò nervosamente, finendo di cambiarsi, mentre Dipper dietro di lui continuava a prenderlo in giro.
Non si fece nemmeno la doccia. Voleva solo andare via.
Quindi mise tutto via e si avviò verso l' uscita.
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Buonciao bimbi😊
Avete avuto un buon rientro a scuola? Mi auguro di si.😂
Dopo una piccola pausa si torna alla carica con Miraculous Deep Cold, stavolta con un capitolo un pò più tranquillo. Che succederà nel capitolo 17?
Lo scopriremo leggendo.
Alla prossima.
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