Who lives, who dies, who tells your story

Chi vive? Chi muore? E chi - come, quando - narrerà la tua storia?

Lei preserva quella di Francesco.

Storia e memoria. Sono intrecciate, fili su un canovaccio denominato vita. Uno intersecato all'altro, uno che si congiunge all'altro e lo continua. Uno riflesso dell'altro. Ma uno appare nitido, preciso, definito. L'altro è la pallida ombra, sfocata, imprecisa. La memoria sorge, spontaneamente, sulle ceneri della vita.

Il mito si battezza, consacrandosi alla Storia, nelle acque sgorganti dalla vita.

Su Francesco costruiscono un mito. Intorno a tutti i santi oggigiorno, premiati del loro nimbo radiato, intessono un mito.

Devono ispirare, i santi, suscitare emozioni, instillare riverenza e devozione, tremore e timore, afflizione e pentimento. Sono torce attiranti sciami di fedeli alla Chiesa.

Francesco consisteva in più di questo.

Chiara lo sa.

Quasi trent'anni senza il suo sostegno, confortata solo dal suo ricordo, dalla sua onnipresente, mastodontica, sfarzosa basilica che incombe sopra di lei, un'ode alla ricchezza verso cui Francesco provava repulsione. Ventisette anni. Un avvicendarsi di stagioni, di pontefici sulla Cattedra di Pietro, di sfide superate e naufragi scampati. Più anni di quanti Francesco li abbia mai vissuti da libero e felice.

Più tempo di quanto gli è stato concesso per terminare la sua opera.

Chiara la svolge al posto suo.

Suona ironico, paradossale: il suo corpo è morto con Francesco, deperisce, tormentato dalla malattia, su questo giaciglio stinto e logoro, ma la determinazione, la risolutezza, il suo carisma, sembrano essersi trapiantati dentro di lei, impedita nel fisico, ma dinamica nell'animo. Irrefrenabile. Proprio come lui.

Lei, quest'emaciata, temeraria, anziana monachella che ha la sfrontatezza di replicare pure al Santo Padre, di rivendicare la sua voce!

È donna. È monaca. È inferma. Tutte categorie che dovrebbero, per antonomasia, tacere e lasciare che altri se la sbrighino a loro nome.

No. Chiara alza la testa.

Il Signore, nella sua bontà, le ha accordato quella risorsa che Francesco, forse, si è sempre sentito scivolare tra le dita. Più tempo. E intende sfruttarlo al meglio.

Salvaguardando la reale memoria di Francesco per esempio. I suoi ideali. Dovranno seppellirla viva se pensano di poter stravolgere il suo messaggio finché lei respira ancora. Le forze della carne non l'asseconderanno come una volta, no...

... ma quelle dello spirito sono pronte alla battaglia.

San Damiano diventa l'epicentro per chi intende rimanere fedele al modello di vita propugnato da Francesco. La Curia insiste perché desista dal suo proposito. Una Regola ideata da una donna e indirizzata a comunità di altre donne? Dannoso, troppo avveniristico, utopico. Il sogno proposto da Francesco l'hanno bollato, verso la sua fine, il suo declino nella salute, come utopico. Adesso anche il suo?

Frati e novizi vanno e vengono, gli anni volano, le pelli avvizziscono e rughe incorniciano sorrisi. Si raccolgono memorie. Il suo convento si tramuta in uno scrigno prezioso, un contenitore di ricordi.

«Parlami di lui.»

Ci sono ricordi che solo una donna sa maneggiare con la giusta delicatezza, minuzie e particolari su cui solo una donna si sofferma. Tommaso da Celano lo riconosce e chiede un colloquio con lei, con la straordinaria pianticella di Francesco, quando gli impongono di redigere una seconda versione della biografia autorizzata dai vertici dell'Ordine.

Da pianticella a albero ombreggiante i nuovi virgulti.

«L'hai conosciuto anche tu di persona.» ridacchia lei, confinata a letto, operosa nell'amministrare benché invalida. Sta ricamando un grazioso Francesco in miniatura, pacificante il feroce lupo di Gubbio su un paramento d'altare in lino grezzo.

«Mai bene quanto te.» Sfodera penna e calamaio. «Comincia. Ti ascolto.»

Da dove iniziare? «Lui... lui era meravigliosamente... umano

Un'umanità, una sete di vita, che scorge brillare negli occhi delle migliaia di giovani che ogni anno si recano in pellegrinaggio, in visita, che sostano in preghiera sulla tomba di Francesco. Che passano per San Damiano e l'omaggiano d'un cordiale saluto. Lei è leggendaria quanto lui. Chiara, la cui voce travalica le Alpi e giunge fino alla principessa boema Agnese! Chiara, la sua prima, più intima, seguace donna.

Racconta e tramanda la storia di Francesco, ma la sua?

Chi raccoglierà la sua eredità? Chi si accerterà che non la distorcano?

La burla dell'esistenza. Passi una vita a lottare e potrebbero vanificare la tua lotta appena avrai esalato l'ultimo sbotto di fiato. Incredibile, davvero.

Amaro, tragico e incredibile.

Gli uomini, si rende conto. Non l'hanno zittita in vita, la zittiranno in morte. Mitigheranno la potenza del suo flusso. Le tarperanno le ali che Francesco le ha dispiegato e imprigioneranno la sua memoria dietro le sbarre di una volontaria reclusione claustrale. Docile, remissiva, pretenziosa pianticella.

Si può manipolare un'immagine.

E Chiara non potrà fare niente per impedirlo, allora.

«Sia come deciderà la tua Volontà Signore...» mormora una sera, canuta e spossata, tanto spossata dai travagli, dalle contestazioni, da una Regola che, glielo assicurano le sue vecchie ossa, presto verrà approvata. «A te Gloria nei secoli dei secoli.»

È il turno di una novizia di vigilarla e tenerle compagnia, una giovanissima, angelica figlia. Perplessa, le si accosta. «Madre, hai detto qualcosa?»

Chiara, allettata, le orbite incavate, trova la forza di sorriderle e le accarezza la mano che lei avvicina, premurosa. «Solo un affidamento al Padre bambina.»

Vogliono adeguare Francesco alla schiera di altri santi, lui, che mai s'è adeguato alle norme che regolano il mondo.

Si compia la Volontà di Dio. Le sue vie sono assurde e tortuose e non si conciliano ai piani dei mortali dalla vista corta. Ma Dio conosce la meta.

È tutto ciò a cui Chiara si è votata ed è tutto ciò che possiede.

Il patrimonio dell'amore.

Un uomo nudo, ma vestito d'amore. Di chi parliamo? Di Gesù o di Francesco?

Ormai è solo una questione di tempo prima che possa riabbracciarlo...

Chi vive? Il tuo ricordo.

Chi muore? Il tuo corpo.

Chi racconta la tua storia? Il tempo.

A tempo debito.





NA

Ci sono momenti, nelle biografie del Celano dedicate a Francesco, dove emergono certi dettagli, ci si addentra così a fondo in certi momenti, ci vengono descritti certe caratteristiche, che è stato detto che solo dalla testimonianza di una donna potevano provenire, imbevuti come sono di una spiccata sensibilità femminile.

Solo a un'occhio di donna non potevano sfuggire certe piccolezze sul proprio migliore amico. Come l'accento francese non proprio marcato, il fatto che cantasse, certi suoi atteggiamenti e piccoli, insignificanti comportamenti che formano l'insieme di una personalità. L'occhio di Chiara.

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