Dettagli e scoperte
E le chicche di che vi ho citato prima? Vediamo un po' 🌝:
- Piccardo, da grande, non solo è entrato a far parte del Terz'Ordine Francescano, ma è stato nominato, forse dal Papa in persona attraverso il nuovo Ministro Generale, Giovanni Parenti, amministratore dei fondi destinati alla costruzione della Basilica in onore dello zio. Successivamente divenne procuratore e sindaco del Sacro Convento dal 1253 al 1285. Appare in una lunga serie di documenti custoditi negli archivi del Sacro Convento, tra cui alcuni incentrati su una promessa al alcuni privati di continuare a mantenere in piedi un chiostrarello (claustrellum) e uno dove tale "Frate Niccolò di Calvi vende a Piccardo procuratore della chiesa di San Francesco un piccolo appezzamento di terreno di 5 stai e mezzo pugnello (= mq. 10.000 circa ) della chiesa di S. Gregorio , situato in asio collis [...]." Più in là Google Libri non mi forniva l'anteprima😅.
- Secondo dei documenti scoperti dal Fortini, il maestro alla canonica di San Giorgio, dove Francesco ricevette i primi rudimenti dell'istruzione obbligatoria improntata allo studio dei salmi sul Salterio, fu Giovanni di Sasso. Non sappiamo nulla su di lui, né su chi siano stati i compagni di classe di Francesco.
- Sempre il Fortini ci puntualizza che potrebbe esserci stata una carestia di quindici anni, a partire dal 1182, in Umbria.
- Questo buon uomo ci informa anche che uno dei vicini di casa della famiglia Bernardone era il notaio Nicola di Giacomo.
- Abbiamo la genealogia di Chiara! Il nome di famiglia compare dagli archivi comunali per la prima volta nel 1106, nominando i figli di tal Offredo, ovverosia Bernardo e Monaldo. Bernardo (alle volte chiamato anche Bernardino) ha, a sua volta, avuto due figli a noi noti: Offreduccio e Rinaldo, il primo dei quali era il nonno paterno di Chiara. Offreduccio, a sua volta, ha scodellato cinque figli maschi, cinque di quei celeberrimi "septe cavalieri tucti nobili e potenti": Monaldo (a quanto pare padre di un altro Bosone), Paolo, Ugolino, Scipione (padre di Rufino) e Favorone, padre di Penenda, Chiara, Caterina, Beatrice e Bosone, dall'incerta esistenza. Non capisco bene di chi siano figlie Bona e Pacifica, che di cognome facevano ambedue "di Offreduccio".
- Non so voi, ma tutta questa predominanza di soltanto maschi o soltanto femmine in queste famiglie mi stona. Mi sembra strano che per generazioni si siano succeduti o solo cucciolate di figli maschi o solo cucciolate di figlie femmine. Per questo ho ipotizzato che Angelo possa aver avuto come minimo una figlia. Logico, altra ipotetica prole di chiunque sarebbe dovuta comparire nei documenti assisiani, ma le donne rivestivano meno importanza e i documenti che ci sono pervenuti riguardanti i figli di Angelo sono per lo più atti notarili, vendite e cessioni, dove, essendo gli eredi immediati Piccardo e Giovannetto, una qualunque figlia non avrebbe avuto comunque voce in capitolo. Guardate solamente Chiara e sorelle! Abbiamo informazioni su di loro per le vicende che le vedono protagoniste, ma, se non fosse per quello, sarebbero rimaste sconosciute, figlie vaghe di un potente signore. Potrebbero facilmente avere avuto delle zie e non lo sapremo mai!
- Ho già sostenuto la mia teoria su come Chiara sia stata, benché ragazzina, più piccola di Francesco, e di alti natali, un perno centrale nella conversione di lui. Era sconveniente che una nobil donzella si accompagnasse a un ragazzo più grande di lei, di diverso ceto e che per giunta suscitava i pettegolezzi e gli scandali di paese. Lo so anch'io che sarà stata accompagnata, dalle sorelle, dalle cugine o servitori o magari anche una balia, ma, se sempre le fonti ci dicono che Chiara, ancora nella vita da nobile, aiutasse i più sfortunati, a volte in persona, a volte delegando altri, e che Francesco, in quel periodo, trascorresse tempo tra i lebbrosi, è possibilissimo che si siano incrociati, anche parlando, perché no? Qualcuno di noi era lì per poter affermare il contrario? Lo sapremo mai con certezza? Dopo si, poco prima del grande passo, Chiara e Francesco erano ancora accompagnati mentre s'incontravano fuori Assisi, ma perché lui era fresco d'approvazione papale da parte di Innocenzo III, non osava rischiare troppo fomentando voci. Non sono l'unica comunque a sostenere questa teoria, di come Chiara, con il suo atteggiamento, abbia, forse inconsapevolmente, forse consapevolmente, orientato Francesco sulla giusta via, quella stessa via che lei stessa, più avanti, avrebbe intrapreso. Era una ragazzina quando lui viveva la sua conversione, va bene, ma a 12-13-14 anni nel Medioevo eri più che matura. A 18 anni poi, l'età del grande passo, venivi giudicata pienamente adulta. Ragazza ancora ovviamente, e giovane, ma matura.
Vi cito un passo estratto da un libro dedicato a Chiara dell'autrice Wendy Murray: "The historical record goes murky during the years between 1202 and 1204 regarding the lives of Clare and Francis. In A Mended and Broken Heart, I make the case that Francis and Clare had come to know one another at this point and in fact grew deeply fond of one another, to the point of breaking social rules in order to meet clandestinely. It is well known, from the testimonies for Clare's canonization, that Francis and Clare often met privately. It is also well-known that Clare, even as a child, had been deeply religious. It is my conviction that Clare was the catalyst arousing Francis's religious pining and that their mutual love fueled Francis's interest in and ultimate conversion to religion. In turn they struggled with an intractable dilemma: their mutual love and their disparity in rank. This love drove their joint decision to renounce rank and family, become religious penitents, and live out their days in chaste and holy mutuality."
Altri studiosi ancora, come il Robinson, ci informano che l'unica data certissima di Chiara è la sua data di canonizzazione. Persino la data di nascita è frutto di supposizioni. Prima del 1211-1212, i due anni papabili per il suo strappo, le fonti si perdono.
Perché quegli anni oscuri non possono essere occupati dalla presenza di Francesco?
- Una lebbrosa, Madonna Latuza Sugulla, è menzionata dal Fortini come vivente in Assisi durante i primi anni di Francesco. Non sappiamo nulla su di lei. In compenso dei cavalieri crocigeri (anche detti crociferi d'Italia e poi soppressi nel 1600), membri di un ordine ospedaliero, servivano in uno dei lebbrosari nei dintorni d'Assisi, l'Ospedale di San Salvatore delle Pareti.
- Nell'assalto alla Rocca nei tumulti del 1198 giocò un ruolo cruciale tale Tancredi di Ugone e, successivamente, scacciati i nobili da Assisi, il popolo instaurò un proprio governo. Il console fu un Bonbarone. Fortini crede di identificarlo con Elia, io invece non credo (e Fortini stesso si azzarda a ipotizzare che Elia potrebbe essere diventato padre di un figlio in gioventù, un certo Guiduccio, ma dubito che Francesco l'avrebbe accolto dopo aver lasciato un bambino, per quanto qualunque madre se ne sarebbe potuta occupare. Guiduccio potrebbe essere stato benissimo un nipote di Elia).
- Elia, pare, fornisce testimonianze a Tommaso da Celano per la sua Vita Prima, come una a proposito di Francesco pregante in una grotta durante la sua conversione, grotta in cui poi si sarebbe nascosto per un mese per sfuggire alle ire paterne. Apparte che cotale grotta è stata identificata nella Grotta di Cinicchio, da dove oggi si può ammirare la Basilica di San Francesco, ma non credo che Elia abbia riportato certi episodi perché li ha vissuti. Sostengo piuttosto che li abbia sentiti, un po' come Rufino nella Leggenda dei Tre Compagni: non li ha vissuti in prima persona, quanto operato una raccolta di testimonianze.
Adesso mi serve l'aiuto di qualcuno che conosce bene il latino. Google Traduttore ha fallito miseramente sotto questo aspetto😂si tratta di un atto notarile, quel famoso atto notarile dove viene citata la donazione da parte di Piccardo e Giovannetto della stalla che successivamente sarebbe stata trasformata nell'Oratorio di San Francesco Piccolino, o comunque di atti relativi alla loro eredità tra case e possedimenti vari, sottoscritti da un notaio di nome Riccardo e, tra le righe, compaiono i nomi della famiglia di Giovannetto. I figli Ceccolo (Francesco) e Giovannella e la moglie Bonagrazia. Il fatto che Piccardo sia scritto con una sola c mi disturba🌞.
«In nomine domini amen. Anno ejusdem so, aie d. trante mensis augusti indict. 4 post obitum Dni. Alexandri pp. IV. ecclesia romana vacante apostolico. Ego Joannectus olim Angeli ne Piche licet infirmus corpore, sanus tamen et compos mente per hoc testamentum nuncupatum de meis bonis disponere cupio in hune modum. Primo filiam meam Joannolam instituo mei hereder in quadam petia terre sita in vocabulo Litorte et in alia petia in vocabolo Bassani: 1. rivus: 2. Ecclesia s. Petri de Melulla et 3 Andreas de Ponte: que petia est ab utraque parte rivi. Et in vigenti libris de mobili et his sit contenta. Et in aliis meis bonis instituo mei heredem Franciscolum filium meum masculum. Item si dicta filia mea decederet sine prole, substituo ei dictum filium meum: et si dictus filius meus decederet sine prole, habeat dieta filia mea de bonis dicti mei filii quadraginta libras. Alia bona ipsius mei fili dentur pro anima mea et meorum antecessorum et pro male acceptis ad sensum Picardi et custodis s. Francisci. Et si ambo morientur sine prole, dentur omnia pro anima mea ut dictum est. Item confiteor me rec pisse olim ab uxore mea Bonagratia viginti quinque libras pro dote unde debet apparere instrumentum mano Ugutionis Leonardi notarii et supra istam dotem relinquo eidem, sive fili mei vivant sive moriantur, quindecim libras pro quibus obligo illi clausuram meam de fonte camerata 1. Via 2. Bonaventura Petri: 3. dnus Bos Tancredi et 4. Picardus. - Item relinquo dandos secundum quod is precipiet 60 solidos. Item pro anima mea relinquo distribuendos per monasteria 40 solidos. Item ecclesie s. Francisci relinquo 20 solidos.
Item relinquo dicte uxori mee habitationem domus mee donec honeste cum filiis meis habitare voluerit. Et hune esse volo etc. Actum Asisii etc. Ego Ricardus imp. auct. nota-rius his omnibus interfui. » Poi v'appose questo codicillo: « In nomine di amen. Anno eiusdem 1261, die 5. intrante mensis augusti etc. Ego Joannettus olim Angeli dne Piche testamentum nuper a me factum scriptum manu Ricardi notarii volo in omnibus esse ratum et frmum sed addo presens codicillum quod sive filii mei vivant sive moriatur, volo quod Picardus frater meus det et restituat de meis bonis ad suam voluntatem pro restitutione male et illicite acceptorum. Actum Asisii in domo dieti Picardi etc. Ego Ricardus not. etc. »
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