Una Cena Indimenticabile

Uno spirito familiare era stato mandato davanti alla porta della stanza circa mezz'ora dopo. Quando Blake aveva aperto, Zodiac, nel vederlo, era scattato all’indietro, terrorizzato, quasi fosse stato lui a trovarsi al cospetto di un fantasma.

<< B-Blake? >>
<< Ciao uomo-merenda. Ci avrei scommesso che Lucifero avrebbe mandato te per accompagnarmi, anzi… Diciamo che ci contavo. Allora? Mi fai strada o resti lì imbambolato? >>

Riprendendo il controllo, il dannato sentì gocce di sudore freddo scendere lungo il volto. E, anche se non erano visibili nascoste dietro il sacchetto, il giovane ne percepì il sentimento alla base e si dovette trattenere dallo scoppiargli a ridere in faccia.

<< Al nostro primo incontro ero io quello confuso e spaventato, ma adesso lo sembri tu >>
<< È stata solo colpa della sorpresa! Non ho avuto affatto paura! A-anzi, sono felice di vederti così… Così cambiato >>
<< Sì, me ne sono accorto >>

Ed in effetti era la verità, Blake lo sapeva. Il killer non si era messo all’erta alla vista del Discendente di Abele, ma pochi istanti prima. All’apertura della porta, la presenza nella stanza che aveva percepito, era stata talmente forte e maligna da avergli fatto accapponare la pelle, persino da morto.

Se era riuscito a terrorizzare uno come lui, abituato, sia in vita, che dopo, alle torture ed ai mostri infernali, significava che quel ragazzo nascondeva qualcosa di nuovo e terribile dentro di sé, ed era molto bravo a nasconderlo.

<< Cosa… Cosa ti è successo in questi anni? C-Come hai fatto a… >>
<< Senti uomo-merenda, mi aspetta un lungo interrogatorio a cena quindi non mi va di rispondere anche alle tue domande. Perciò… Se devi farmi strada per ordine del “nostro Signore” fai pure, ma limitati a quello >>

Zittitosi, il duo proseguì nella magione fino alla sala da pranzo principale che, per l’occasione, aveva ritrovato la propria bellezza, appassita negli ultimi tempi. Una stanza immensa, con una tavolata altrettanto maestosa, avrebbe potuto certamente ospitare un sontuoso banchetto, ma quella sera era apparecchiata solo per due.

Accompagnato al proprio posto, il castano sorrise al vecchio guardiano e si accomodò accarezzando la morbida tovaglia ed ammirando il luccichio delle posate e dei calici perfettamente puliti.

<< Credo che tu possa andare adesso. Ormai il “nostro Signore” dovrebbe aver capito bene che non potrà scucirmi alcuna risposta attraverso di te. Soprattutto visto che ti ho spaventato a morte e tutt'ora vorresti solo fuggire via >>

Ma ancor prima di ribattere, il dannato scomparve in una nuvola di zolfo nero costringendo il minore a sventolare leggermente la mano per allontanarne l’odore. Dall’altro capo della stanza, dopo la scenica apertura dell’immenso portone, il Diavolo fece il suo ingresso.
Portava lo stesso sontuoso abito che indossava comunemente sul trono, come un tronfio pavone che, nel tentativo di attirare la femmina, si adopera nel mostrare il suo migliore arco di piume.

In risposta al suo arrivo, Blake stette seduto e lasciò che fosse il maggiore ad avvicinarglisi scoprendosi le braccia dal lungo mantello e facendovi comparire un bouquet di fiori rossi. Semplici rose non sarebbero bastate a far breccia, ma non si trattava di un mazzo così comune, era più personale, erano camelie.

<< Te ne ricordi ancora mio Principe? >>
<< Potrei dimenticarle “mio Signore”? >>

Rispose retorico il Discendente di Abele accettando il dono e lasciando stupefatto il padrone di casa. Uno sguardo ai suoi vestiti ed era capitolato, Blake aveva visto drizzarsi fino all’ultimo capello sulla testa riccioluta del Demonio. Aveva scelto bene.

<< Qualcosa non va “mio Signore”? Avete visto qualcosa di familiare? >>
<< È… È solo che non mi aspettavo che tu… >>
<< Visto che mi avete fatto venire a prendere da Zodiac, e che ora mi avete donato un mazzo di camelie, pensavo di poter giocare anch'io a ricordarvi il nostro passato >>

Il minore sorrise e, trasformando un lembo della tovaglia in un vaso, vi sistemò i fiori. Si era vestito con gli stessi abiti che aveva scelto per il suo giochino di evocazione il giorno in cui si erano conosciuti. Certamente non erano d’impatto o sfarzosi come quelli indossati dal Signore dell’inferno, ma avevano svolto egregiamente il loro compito.

Lucifero gli prese la mano e lo spinse ad incrociare il proprio sguardo portandolo più vicino a sé.

<< Manca solo una cosa per renderti identico a quel giorno… >>

E, mentre lo sentiva sussurrare quelle parole, il Discendente di Abele lo lasciò fare mentre gli accarezzava il polso con il polpastrello dell’indice. Era il punto in cui un tempo bruciava il marchio del loro primo patto. Avvicinandosi poco a poco, Lucifero tentò di posargli un bacio sulle labbra, ma, come neanche un’ora prima, il bisognoso contatto s’infranse contro il palmo della mano dell’altro.

<< Quanta fretta “mio Signore”, non si è nemmeno seduto e già vuole passare al dolce? Non ci vediamo da così tanto tempo… eppure rimanete sempre il solito impaziente >>

Sollevando le labbra dalla mano morbida, il Diavolo guardò il proprio ospite e sorrise. La temperatura della stanza parve alzarsi di diversi gradi per qualche secondo. I fiori nel vaso iniziarono ad abbassarsi ed appassire, ma, pochi istanti dopo, tutto tornò normale ed i petali rifiorirono ancor più profumati di prima.

<< Hai ragione mio Principe, questa è una serata importante ed intendo godermela appieno >>
<< Siamo in due a desiderarlo “mio Signore” >>

Da quando il Diavolo prese posto, intrapresero insieme un lungo gioco di sguardi, sempre più intenso e divertente. L’angelo caduto accorciò il tavolo, metro dopo metro, tramite i suoi poteri, fin quando non fu sicuro di essere abbastanza vicino al proprio amato da poterlo ammirare come si deve. Non era nemmeno arrivato l’antipasto che, la meravigliosa tavolata, si era ridotta al punto che avrebbe potuto ospitare al massimo quattro persone, una per lato.

Lucifero si sentiva bruciare dentro da una voglia insostenibile.

“Blake è così… Diverso! Mi fa venire voglia di annullare questa stupida cena e saltargli addosso per farlo mio! Fa così il difficile e lo sa che mi piace da impazzire! Se solo non avessi così bisogno di sapere cosa ha fatto e scoperto lontano da me…”

<< Siete proprio incredibile “mio Signore” >>
<< Come? >>
<< Niente, niente… Non penso serva ripetere l’ovvio… >>

Sorrise Blake, sapeva perfettamente che l’altro l’aveva perfettamente sentito, ma avrebbe sperato in un’altra risposta. Voleva vedere se il maggiore rompeva il ghiaccio intavolando una discussione per convincerlo a rivelargli informazioni, ma alla fine si era stancato ed aveva fatto il primo passo. Però il castano non si aspettava che Lucifero si fosse perso in altri pensieri, magari aveva tirato troppo la corda con quel gioco di flirt. Era meglio andare al sodo.

<< È solo che la curiosità mi sta uccidendo “mio Signore”... Voglio sentirvi parlare del viaggio che avete fatto al fronte insieme al Generale Bel! Non sapete quanto sono stato in pensiero per voi tutto il tempo… >>

Allungando le mani, il ragazzo prese la destra dell’altro e la accarezzò abbassando lo sguardo, intristito. A quella reazione, il Signore dell’inferno si sentì scaldare da emozioni che credeva ormai assopite, ma, allo stesso tempo, anche nervoso all’idea di doversi spiegare con Blake sul proprio viaggio.

<< E-ecco… Non sono cose piacevoli da raccontare! P-piuttosto parliamo del tuo allenamento! Visto con che facilità hai mutato la tovaglia devi essere migliorato tantissimo! Adesso potresti iniziare a partecipare a qualche riunione strategica con me e i generali! E… E poi potremmo annunciare a tutto l’inferno la tua nomina ufficiale come Principe! Con la tua forza unita alla mia potremmo battere qualsiasi nemico! >>
<< Ah davvero? Perché sai ci sono giusto giusto un paio di punti che non mi sono particolarmente chiari nei progetti che mi hai appena illustrato… >>

E, mentre parlava, il Discendente di Abele gli lasciò le mani. Il Demonio avrebbe voluto sporgersi nel tentativo di ritrovare quel contatto, ma si trovò paralizzato dallo sguardo gelido che il minore gli stava lanciando. Lucifero si rese improvvisamente conto che il compagno aveva abbandonato definitivamente la terza persona per la seconda, non lo colse come un buon segno.

<< Ma, invece di dirti quali sono, voglio darti la possibilità di correggere le tue parole e, inoltre, mentre lo fai, tieni bene a mente una cosa “mio Signore”... Io.so.tutto! Prego, procedi >>

Concluse Blake prendendo nella mano una delle camelie e giocandoci fra le dita, accarezzandone e tirandone delicatamente i petali senza però strapparli. Passarono diversi secondi durante i quali il Diavolo tentò di comprendere quanto esattamente quel “tutto” corrispondesse alla realtà. Ipotizzò che, le informazioni del giovane, arrivassero sicuramente da Cornelius e Lilith e bruciò di rabbia. Sei quei due fossero stati completamente sinceri, allora non solo il Discendente di Abele conosceva il suo obiettivo, ma era consapevole di essere stato il mezzo per la sua vittoria finale fin dall’inizio. Restavano poche possibilità: convincerlo che i due uccellacci avessero mentito, dirgli la verità oppure… inventarne una nuova.

<< La verità è che… Ecco… che il mio allontanamento dal palazzo infernale è stato solo una scusa! Sapevo che non sarei riuscito a sopportare la vista di te ferito durante gli allenamenti e ho cercato un motivo convincente per spiegarti la mia assenza! Non sapevo che, alla fine, l’addestramento di Astaroth sarebbe stato così duro da spingerti alla fuga e nemmeno che avresti incontrato Lilith e poi Cornelius. Ma alla fine è stato un bene ora puoi diventare ufficialmente il mio Principe!  Nessun demone potrà più mettere in discussione la tua forza e potremmo essere felici insieme >>
<< Ah, davvero? Quindi questa sarebbe la scusa migliore che ti è venuta in mente? Complimenti, ci sarei cascato, lo ammetto… Se solo, come ti ho precedentemente informato, io non sapessi già tutta la verità >>

Il Discendente di Abele strappò un primo petalo al fiore. L’aria circostante iniziò a farsi opprimente, perfino per Lucifero, che si ritrovò a deglutire innervosito.

<< Va bene, allora comincerò io a dirti una frase e tu la completerai nel modo corretto ... E questa volta tieni bene a mente che io so ogni singola cosa. Tu te ne sei andato mentre io mi allenavo perché… >>
<< P-perché… Perché tu mi servivi come… come diversivo per non far capire al Creatore che non mi trovavo all’inferno. M-ma chi te lo ha detto? Io non l’ho rivelato nemmeno ai generali >>
<< Oh! Così presto? Credevo avrei fatto più fatica, ma se questo gioco ti fa parlare più facilmente possiamo continuare! >>
<< Blake, non… Non capisci! Non volevo farti del male! È solo che… >>

Alzandosi in piedi, il castano lo guardò negli occhi. Il Diavolo era pronto a sentirlo sbraitare e magari a doverne controllare il potere rilasciato, ma invece ricevette solo un dolce sorriso.

<< Non devi per niente cercare delle scuse, non sono arrabbiato. Vedi, non sono stati né i generali, né i demoni e nemmeno Cornelius e Lilith a dirmi tutta la verità… ma il vostro caro Creatore >>

<< C-cosa? >>
<< Proprio così! Sa tutto del tuo piano di riconquista del Paradiso e di come stai usando me per riuscire ad entrare con le tue legioni attraverso la Torre di Babilonia >>

Sbiancando, il Diavolo iniziò a trasformarsi abbandonando la propria forma umana, stava perdendo il controllo. Blake girò intorno al tavolo e gli accarezzò lentamente il volto e i capelli per aiutarlo a calmarsi, ma la sua disperazione era fortissima.

<< I-impossibile… S-se lui sa allora perché… >>

La sua voce era sempre più bassa, faceva fatica ad articolare parole umane, spesso finiva per pronunciarle al contrario o limitarsi ad emettere versi animaleschi.

<< Su, calmati adesso… Tuo padre è il Creatore onnisciente, colui che può tutto. Pensavi davvero che non sapesse del tuo piano per spodestarlo? Pensaci bene, perché dovrebbe tenerti nascosta questa sua conoscenza? Perché vuole vederti risalire in Paradiso con gli altri demoni nel tentativo di distruggerlo? Coraggio, non è difficile… >>

Puntando le proprie iridi di ghiaccio verso il Discendente di Abele, il Diavolo tentò faticosamente di riprendere il controllo delle proprie azioni. Cercò di rifletterci a fondo, serrò le palpebre, ma era troppo agitato per riuscirci, tutto ciò che riusciva ad immaginare era la nuova vendetta celeste che si sarebbe scagliata sull’Inferno a causa del suo piano. La prima era stata terribile, i suoi effetti ancora dilaniavano lui e tutti i traditori, quanto ancora poteva farli soffrire ancora il Creatore? Blake lo guardò per qualche secondo e poi, non vedendo altre soluzioni, girò verso l’esterno la sedia e sospirò.

<< Almeno questo dovrebbe aiutarti a rilassarti >>

Aperto e tolto il mantello al maggiore, il castano lo gettò sul pavimento e poi passò alla giacca ed alla camicia, aprendole e scoprendogli i pettorali muscolosi e pulsanti per l’agitazione.

<< Sempre in forma vedo… >>

Stringendo le mani contro i braccioli della sedia, il corvino lo osservò, sentiva che avrebbe potuto distruggere l’intero creato per quanta paura gli stava montando in corpo. La delusione era tale che a malapena si stava rendendo conto di ciò che l’altro faceva. Superati facilmente i primi ostacoli, Blake iniziò ad appoggiargli lentamente le labbra morbide su quell’invitante pelle bollente. Bacio dopo bacio, attraversò il petto guizzante di Lucifero mentre con le mani lavorava alla patta dei suoi pantaloni. Vi passò prima la punta delle dita in languidi cerchi ed infine ne scoprì il membro. Nonostante il Diavolo non sembrasse in sé, quantomeno il suo corpo ancora riconosceva il tocco del suo Principe. Consapevole che sarebbe stata l’ultima volta, il ragazzo si inginocchiò di malavoglia ai piedi del suo Signore e ne incrociò lo sguardo sprofondato nella disperazione.

<< Accidenti, non mi aspettavo avresti reagito così male… Non è giusto però… Nemmeno mi hai lasciato toccare cibo ed invece tu perdi la ragione e puoi passare subito al dolce >>

Stuzzicandolo con un leggero soffio, le labbra scesero sulla carne per dare piccoli e fugaci assaggi e leccate. La reazione fu istantanea. Tirando indietro la testa, Lucifero prese dei profondi respiri e chiuse gli occhi riacquistando consapevolezza. Mosse i fianchi rilassato e staccò la mano destra dal bracciolo, ormai distrutto, accarezzando i capelli dell’altro, ancora concentrato nel proprio lavoro di lingua.

<< B-Blake… >>

Sollevando la testa con uno schiocco di labbra, il giovane gli sorrise in procinto di alzarsi. Pochi istanti dopo, anche i suoi umili vestiti raggiunsero quelli del maggiore a terra. Emettendo un lamento di disappunto, desideroso di ricevere altre attenzioni, il Diavolo si ritrovò la mano sinistra dell’altro contro il petto e la destra avvolta contro il membro. Il Signore dei Demoni rimase con la schiena fissa alla seduta e provò ad abbassare lo sguardo lungo il corpo nudo dell’altro, ma Blake lo obbligò immediatamente a tenere gli occhi dritti nei suoi. La vista del maggiore era ancora annebbiata, ma il suo corpo percepiva ogni cosa, ogni respiro era incredibilmente intenso.

<< Ehi, i miei occhi sono qui… >>
<< B-Blake… >>
<< Accidenti, guarda cosa mi tocca fare per tenerti buono e farti stare meglio, non ho nemmeno avuto il tempo di prepararmi come si deve per colpa dei tuoi capricci >>

Mettendosi a cavalcioni, Blake scese lentamente sul membro turgido del compagno e iniziò la propria cavalcata. Le mani di Lucifero strette ai fianchi imprigionarono possessive il minore mentre questi cominciava ad assaporargli la linea del collo, la giugulare, il mento e gli zigomi fino alla fronte dove appoggiò un bacio ansimante, molto più dolce di tutti gli altri. Finalmente il Diavolo, ripreso il controllo, poté godere e partecipare pienamente all’amplesso. Frugò e marchiò la carne intonsa con le dita e la bocca sfogando il proprio desiderio con stecche di bacino mozzafiato. Risentire l’emozione indescrivibile di tornare tutt'uno con colui che amava gli fece sfuggire persino una lacrima.

<< Bene… Ah… ti sei ripreso… S-sapevo che avrebbe funzionato… E non c'è stato nemmeno un danno al castello >>

Incapace di trattenere i propri gemiti, Blake sistemò i capelli del compagno e prese il suo volto fra le mani.

<< Sei… Sei… calmo ora? >>

Annuendo, Lucifero strinse il corpo del Discendente di Abele, petto contro petto, stirò la schiena e chiuse gli occhi, aveva bisogno di quelle sensazioni, aveva bisogno del suo Principe. Il castano rispose all’abbraccio con dolcezza e lasciò che l’altro si sfogasse nelle sue membra, si liberasse in esse e le usasse a suo piacere per rilassare il proprio animo dalla delusione pungente di un piano miseramente fallito. Una volta non fu sufficiente, per nessuno dei due, e finirono per continuare quella lotta per tutta la notte. Per quanto però avesse combattuto e vinto dal corpo dell’amato Principe, il Diavolo concluse la battaglia senza aver conquistato nemmeno un assaggio labbra.

Appena l’altro lo lasciò libero a malincuore, il castano si rivestì e lo aiutò a fare lo stesso. Lucifero era confuso. Il compagno non aveva perso un attimo il sorriso e, perfino in quel momento, mentre gli abbottonava la camicia, riusciva a dargli la stessa, avvolgente sensazione di quando lo aveva accolto fra le sue carni per calmarlo.

“Cosa ti è successo in questi anni? Cosa ti ha detto mio padre per renderti… no, forse non è stato lui. Forse sei sempre stato in questo modo ed io, accecato dal desiderio di vendetta, non me ne sono mai accorto”

<< Bene, adesso mangiamo >>

Annunciò il Discendente di Abele tornando a sedersi al proprio posto tranquillamente e lasciando il Diavolo di stucco.

<< Vuoi… Vuoi ancora finire la nostra cena? >>
<< Certamente, direi che l’appetito ce lo siamo stimolato abbastanza questa notte, non credi? >>

Divertito, Lucifero annuì e schioccò le dita facendo comparire diversi carrelli argentati intorno al tavolo, ognuno dei quali era pieno di pietanze dall’aspetto invitante.

<< So che tu non mangi, e quindi non voglio costringerti a farlo per forza, ma visto che io per ora sono costretto a farlo se voglio sopravvivere, se vuoi, intanto, puoi farmi delle domande >>
<< D-davvero? Ma io credevo che fosse stato mio pa… cioè, il Creatore a parlarti >>
<< È così infatti >>

Annunciò il ragazzo riempiendosi il piatto ed iniziando il proprio pasto.

<< Io sono sempre stato convinto che il suo volere fosse imperscrutabile e solo lui avesse diritto di saperlo… O almeno so che funziona in questo modo >>
<< È così, ma io non sono lui. Non sono obbligato a tenere alcun segreto con nessuno, quindi posso dirti tutto su qualsiasi cosa che hai sempre voluto sapere sul suo operato >>

Lucifero guardò il compagno sgranando gli occhi, era davvero possibile che lui fosse davvero a conoscenza di tutto? Ma come? Come era riuscito ad imparare in così poco tempo a leggere il progetto divino del Creatore? Nemmeno quando era l’angelo più splendente, il Diavolo ne era stato in grado e nemmeno in seguito. C'erano tantissime cose che avrebbe voluto farsi rivelare, ma la più importante era quella che affollava la sua mente sin da prima della caduta. Doveva saperne la risposta.

<< Tu sai… Perché ha lasciato che Abele morisse? >>

Ingrandendo il proprio sorriso, Blake ingoiò il boccone che stava masticando e guardò l’altro radioso.

<< Questa era proprio la domanda che volevo “mio Signore”. La risposta è semplice, lo uccise per donare a voi, il suo figlio più amato, ed a tutti gli angeli al vostro seguito, un dono. Il libero arbitrio >>

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