Un Passo nella Luce

Niente lacrime, riflessioni o ripensamenti.
Blake spalancò la finestra e guardò lontano attraverso lo sconfinato Inferno, nell'oscura profondità che lo attendeva tra le fiamme eterne, senza paura. Era ancora dolorante, ma la fuga non poteva attendere oltre. Sedendosi sullo stipite, cercò di individuare le rocce più frastagliate e sporgenti della torre tracciando il percorso più sicuro da seguire fino a terra e, preso un bel respiro, diede la schiena al vuoto. Aggrappato con tutta la propria forza, l'albino sentì la barriera intorno al castello aprirsi senza problemi attraverso il suo corpo, come una cascata di nebbia. Nessuna resistenza.

<< Aspetta Blake ! Così rischi di ucciderti ! Torna dentro, troveremo sicuramente un altro modo per farti scappare in sicurezza ! >>
<< No ! Non esiste un altro modo ! Ci sono troppi demoni e Astaroth sta sul trono all'ingresso ogni volta che può ! >>

La bianca civetta si tenne sospesa alle spalle dell'amico guardandolo preoccupata, il giovane poteva sentire lo spostamento d'ali provocato dal rapace lungo i muscoli tesi. Non ci volle molto perché i polpastrelli dell'ex umano iniziassero ad arroventarsi e sanguinare, ma ciò non lo fece demordere. L'adrenalina lo rendeva lucido e concentrato nonostante il sudore ad annebbiargli la vista goccia dopo goccia. Era quasi arrivato a metà strada quando, sotto il seppur misero peso del suo piedi, una delle rocce si staccò lasciandolo appeso con il cuore in gola. Lanciando rapide occhiate intorno a sé Blake comprese presto che, quello che aveva appena perduto, era l'unico appiglio nella sua gittata e dunque era paralizzato.
Dopo un paio di tentativi di darsi spinte verso l'alto per cercare una strada alternativa, il Discendente di Abele sentì salire un conato di vomito, l'adrenalina racimolata, che poco prima fungeva da motore, adesso gli stava provocando dei pericolosi tremori. Era terrorizzato e sentiva che presto non sarebbe più riuscito a sostenersi, cosa fare a quel punto ?
Chiedere aiuto urlando a squarciagola sarebbe stato non solo inutile, ma controproducente. L'energia rimasta sarebbe rapidamente calata, inoltre, in mezzo a tutte quelle suppliche di perdono, alle grida di terrore e ai pianti dei condannati, la sua voce era impercettibile. Il risvolto peggiore si sarebbe sicuramente svolto se davvero qualcuno nel castello, o Astaroth stessa, si fossero resi conto della sua richiesta di soccorso, quali orribili punizioni gli avrebbero inflitto ? No, quella non era una possibilità, perfino morire schiacciato dalla caduta si sarebbe rilevato meno doloroso. A denti stretti, l'albino diede uno sguardo verso il basso, forse tentare qualcosa di avventato non era ideale in quel frangente, ma in fondo tutto quel rocambolesco piano era stato un azzardo. Voltandosi al proprio fianco guardando l'amica, Blake raccolse le ultime energie.

<< Adesso mi lascio andare e cerco di aggrapparmi ad un'altra roccia nella caduta ! >>
<< Cosa ?!? No Blake ! Questa è un'idea folle ! >>
<< Sono bloccato ! Non posso scendere, ed anche se cercassi di risalire non avrei abbastanza forza da issarmi fin nella finestra ! Volevo solo avvisarti e ... e ringraziarti per avermi aiutato in questo periodo difficile, se non avessi avuto te penso che a quest'ora sarei morto ... >>
<< Aspetta ti prego ! Posso provare ad aiutarti ! Entro in stanza e lascio scendere la coperta così puoi tirarti su ! Aspettami qui e non muoverti ! >>

In pochi colpi d'ala la civetta si sollevò tornando verso la finestra sotto gli occhi del Discendente di Abele, il quale non poté fare a meno di sorriderle, nemmeno nel periodo in cui era ancora umano aveva mai avuto un'amica simile.

"Avrei voluto che, quel giorno, ti fossi fidata abbastanza di me da rivelarmi il tuo nome"

Non appena la candida figura scomparve all'interno il giovane lasciò andare la presa ed iniziò a precipitare nel vuoto. Dall'alto si udì un acuto stridio, ma il ragazzo era fin troppo concentrato per coglierlo, doveva trovare l'appoggio giusto in pochi attimi. Allungata la mano destra contro la parete, Blake sentì le dita squartarsi fin nelle ossa, ma insistette a tenerla vicina alle rocce, un gesto suicida che si rivelò la scelta giusta. Mancavano ormai una manciata di metri quando il ragazzo riuscì ad infilare le falangi in una feritoia ritrovandosi appeso alla torre come un insaccato.  A parte la mano maciullata e la spalla lussata i danni si limitavano a delle abrasioni più o meno superficiali, aveva sicuramente subito di peggio durante gli allenamenti di Astaroth.
Pochi secondi e l'amica gli fu davanti, i lati del becco solcati dalle lacrime e gli occhi dorati, se possibile, resi ancora più grandi e profondi. Ripreso fiato e calmato il respiro, Blake le sorrise per rassicurarla offrendole la spalla sana per appoggiarsi e riprendersi dallo spavento che lui le aveva causato. Inizialmente titubante il rapace vi prese posto e strusciò dolcemente le piume al viso del giovane.

<< Sei così stupido ... Guarda come ti sei ridotto la mano ... >>
<< Tranquilla, non piangere >>

Rispose Blake rassicurante facendo forza con il braccio ancora sano mentre sentiva la propria spalla tornare in assetto e la mano ricomporsi.

<< Sono guarito a ferite ben peggiori in questo periodo ... Almeno a qualcosa gli allenamenti di Astaroth sono serviti, anche se non mi hanno permesso di risvegliare poteri speciali hanno abituato il mio fisico a riprendersi rapidamente >>
<< Hai ragione ... ma anche se è così non rifare mai più una cosa del genere ! >>

Una beccata alla tempia dopo, la discesa di Blake era ricominciata. Dopo quello spavento al giovane sembrò tutto più semplice e, nel percepire il terreno rovente sotto le piante dei piedi, si sentì forte e capace come mai in quei mesi. La civetta gli girò intorno un paio di volte spingendolo a fare un paio di giri su sé stesso dopo dei quali iniziarono ad avviarsi verso l'ultimo ostacolo da superare, il cancello e, soprattutto, il suo guardiano a tre teste.
Nonostante il caldo insostenibile, il Discendente di Abele non rallentò il passo nemmeno per un attimo, cercò di concentrarsi sulle ustioni che stava subendo a ogni passo per provare a farle guarire quando il piede si sollevava e, stranamente, gli riuscì molto facile.

<< Blake attento, se Cerbero ci vede la fuga finisce qui >>
<< Non preoccuparti, gli sono simpatico ! >>

Sorrise il giovane intravvedendo la figura del cagnolone il quale però, non appena lo vide, non fu amichevole quanto la volta precedente. Ringhiando e masticano le carni di alcune anime urlanti, la testa centrale li notò e diede uno strattone alle altre due che subito, abbaiando in modo feroce e profondo, iniziarono a correre nella sua direzione con intenzioni poco socievoli. Confuso da quel comportamento, Blake si vide costretto a cambiare direzione improvvisamente, fortuna che, in quel periodo, aveva dovuto scappare anche troppo dalla propria demoniaca allenatrice.

<< Seguimi presto ! C'è un passaggio nella cinta muraria ! Se superiamo quello non ci inseguirà oltre ! >>
<< Va bene, fammi strada ! >>

E sì, il bestione era veloce, ma per la fortuna di Blake non lo era quanto Astaroth, e nemmeno altrettanto furbo. Un paio di cambi improvvisi di direzione erano sufficienti per mettere in confusione le tre teste che, spingendo una da una parte e una dall'altra, incespicavano nelle proprie zampe finendo per scivolare e cadere a terra. Le alte mura furono presto in vista e fu proprio alla base di esse che si lanciò in picchiata la bianca civetta rivelando che, dietro una porzione ben mimetizzata, si nascondeva un'illusione e, dietro quest'ultima, un basso tunnel verso la libertà. Blake diede un ultimo sprint e poi si lanciò in scivolata ad occhi chiusi superando anche l'ultimo ostacolo e lasciando Cerbero a scontrarsi uggiolante contro la parete.  

"Non riesco a capire ... quando l'ho conosciuto gli ero piaciuto fin da subito. Perfino Lucifero mi aveva detto che ciò era dovuto al fatto che avevano gli stessi gusti. Cosa è cambiato da allora ?"

Steso a terra, finalmente all'esterno, il Discendente di Abele riprese fiato ed ebbe un attimo per riflettere. La rigenerazione della sua mano e dei suoi piedi stavano lentamente giungendo a termine e nessuno nel castello sapeva della sua fuga, per il momento era ancora un passo avanti, ma per quanto ? Esisteva davvero un posto all'inferno in cui non lo avrebbero trovato ? E poi c'era la questione più importante ...
Lanciandosi su di lui la bianca civetta cinguettava felice coccolandolo con le piume soffici.

<< Ce l'hai fatta ! Ce l'hai fatta ! Non posso crederci, sei straordinario ! Scappare dal castello del Diavolo in persona e sopravvivere a Cerbero senza nemmeno esserti ancora allenato con il sommo Cornelius, è un'impresa segna del Principe infernale >>

Mettendosi a sedere Blake rispose con delle dolci carezze all'amica per poi voltarsi verso il castello, da lì non sapeva più se definirla ancora la sua casa o se avesse dovuto considerarla tale anche in passato.

<< Diciamo che ho avuto una brava allenatrice ... >>

Seguendo lo sguardo del Discendente di Abele anche la civetta comprese quanto il giovane aveva capito poco prima.

<< Tu credi che ... che Astaroth ti abbia preparato consapevolmente alla fuga ? >>
<< Sì, fin dal primo giorno ha cercato di spingermi a fuggire portandomi al limite della sopportazione possibile e, nel frattempo, potenziava in me ciò che mi sarebbe servito a superare gli ostacoli fino all'uscita. Non potevo scappare dall'ingresso o lei sarebbe stata costretta a fermarmi, e quindi mi serviva un fisico forte per affrontare la discesa dalla torre. Cerbero è letale, ma solo se riesce a raggiungerti, per questo Astaroth mi sottoponeva ad attacchi incessanti, per farmeli schivare e poi arriviamo alla rigenerazione. Se fossi caduto dalla torre sarei guarito, persino se Cerbero mi avesse staccato braccia e gambe ... >>
<< Ma ... perché ? Perché non allenarti direttamente nell'usare i tuoi poteri a questo punto ? >>
<< Non saprei rispondere ... credo che nemmeno lei sappia quali potrebbero essere le mie reali capacità e che, sentendo i chiacchiericci degli altri demoni su Cornelius, abbia capito che solo lui può aiutarmi >>

Dopo qualche momento di silenzio, i due dovettero rialzare la guardia, una nuova ondata di anime si stava riversando attraverso i cancelli infernali condotta da numerosi demoni. Anche se Blake era uscito, non era ancora al sicuro, dovevano proseguire. Spostato lo sguardo nei dintorni la civetta bianca spiccò il volo.

<< Andiamo, prima che ci vedano ! Dobbiamo arrivare al bosco, è lì che troveremo il sommo Cornelius >>

Annuendo il Discendente di Abele si lasciò condurre dall'amica, dentro di sé ringraziò la propria allenatrice, dispiaciuto di non aver capito le sue intenzioni, di averla accusata e ingiuriata più e più volte. Più tempo passava lontano da Lucifero più sentiva di comprendere la natura di ciò che lo circondava e, questa nuova consapevolezza, lo portava quasi a desiderare che quel periodo di lontananza durasse ancora a lungo.

<< Ci vorrà molto per arrivare ? >>
<< No, Lucifero non può permettersi di tenere un essere così antico troppo lontano dal proprio dominio. Per questa ragione l'ha rinchiuso in una zona circoscritta dell'Inferno nella quale solo in pochi possono entrare e lui non può uscire >>

Da semplice zona montuosa dagli alberi rari e ormai morti, d'improvviso i due furono all'ingresso di un fittissimo bosco dalle fronde così compatte da mantenere alla propria base un'oscurità totale. Il Discendente di Abele ne rimase strabiliato, ma anche intimorito, come sarebbero riusciti ad orientarsi in un posto simile ?

<< Fino a quando mi starai dietro non accadrà niente, non devi preoccuparti Blake >>

La civetta superò il limitare delle radici e le sue piume iniziarono a brillare come raggi lunari offrendo al giovane una tenue visuale del sentiero. L'ex umano compì il primo passo, ma non riuscì a proseguire, il suo corpo era passato senza problemi, ma il suo polso e la schiena lo tenevano ancora fuori, paralizzato, quasi come se vi fossero attaccate delle catene alle quali non era permesso varcare quella soglia. I punti in questione erano posizionati proprio sui sigilli lasciatigli del Signore dei Demoni.
La sua guida però sembrò non essersi resa conto di ciò che era accaduto, infatti stava procedendo nel buio e la sua luce, prima così forte, stava assomigliando sempre più ad una pallida stella in procinto di morire. Allungata la mano libera verso l'amica, l'albino tentò di liberarsi da quel problema imprevisto, ma sembrava tutto inutile.
Il giovane avrebbe voluto dirle di aspettarlo, ma la sua voce veniva inghiottita dall'oscurità lasciandolo muto con l'unica scelta, però impensabile, di tornare indietro.

"Non lasciarmi qui ! Aiutami ! Sono bloccato !"

<< Sciogli i sigilli che ti sono stati imposti, non puoi entrare se sei dominato da un demone >>

Quella non era la voce della civetta, era maschile e ferrea, ma Blake non avrebbe saputo dire da quale direzione venisse, spostava lo sguardo a ogni lato, ma era come se improvvisamente si fosse ritrovato cieco. Dunque avrebbe dovuto rinunciare al Patto Definitivo tanto dolorosamente conquistato per incontrare Cornelius ? Ma se Lucifero lo sapeva perché gli aveva consentito di recarsi in quel luogo ?

<< Rinuncia al controllo che il Maligno ha su di te e riacquista la tua consapevolezza, a lui è impedito accedere a questo luogo, ma a te è permesso di diritto >>

"Lu ... mi hai mandato qui per questo ? Quindi se non sciolgo i patti che ci legano non potrò mai diventare più forte e, tutto ciò che ho passato, ed il tempo trascorso lontani non sarà servito a nulla ... Va bene, se è questo ciò che devo fare lo farò"

<< Rinuncio ! >>

Una parola e di colpo la barriera che lo bloccava cedette ripulendo dal suo palmo e dalla sua schiena quanto il Diavolo gli aveva donato. L'effetto fu a dir poco devastante. Un tornado di pensieri, una pioggia d'immagini pungenti, un perpetuo sfarfallio nelle orecchie e un urlo fortissimo, ma l'albino non avrebbe saputo dire se provenisse dalle proprie labbra o da quelle di un altro.
Qualcosa stava cambiando in lui, per un istante il caos tacque, ma prima di poter mettere a fuoco, il ragazzo perse i sensi.

***

<< Mio Signore ! Lucifero, svegliati Lucifero, che cos'è successo ? >>

Lucifero aprì gli occhi di scatto e si sollevò a sedere con altrettanta rapidità guardandosi intorno tremante e sudato come non era mai stato dai tempi della caduta. Una spianata di sabbia cristallizzata si disperdeva in ogni direzione intorno al suo corpo mentre Belzebub gli stava al fianco guardandolo sconvolto e pallido, evento avvero raro per un demone del suo lignaggio.
Il Diavolo si sentiva come se si fosse addormentato in una pozza d'acqua poi colpita da un fulmine divino. Gli doleva tutto e la schiena, lacerata, continuava a grondargli di sangue dorato, e così andava ampliandosi la pozza alle sue spalle, stremandolo ulteriormente.

<< Lucifero, ti senti bene ? Stai sanguinando troppo, rigenerati ! Che cos'è successo ? >>

Paralizzato al pensiero della spiegazione procreata dalla propria mente, il Diavolo ignorò le domande del proprio Generale e lo afferrò per il gancio del mantello color kaki che stava indossando, zittendolo. Non lo guardò nemmeno negli occhi tanto la situazione era sfuggita dal suo controllo. Stava per trasportare entrambi al proprio castello in preda ad una furia ceca quando, un nuovo pensiero gli attraversò la mente spingendolo a incurvare le labbra in un lungo, marcato ed inquietante sorriso.
Lasciata la presa sulla stoffa e sistemato il mantello sul petto del sottoposto, il Diavolo si alzò in piedi, il sangue gli scorreva lungo le gambe illuminato dai raggi del Sole cocente del deserto.

<< Niente Bel ... si è trattato solo di un leggero cambio di programma, ma potrebbe rivelarsi un'opportunità. Un'unica, irripetibile opportunità >>
<< D-di cosa state parlando mio Signore ? Dobbiamo tornare all'Inferno ? >>

Erano davvero moltissimi anni che Belzebub non vedeva quello sguardo sul volto del Diavolo, più precisamente dal giorno in cui era stato evocato dal Discendente di Abele, era stato un momento memorabile atteso sin dalla caduta. Quale nuovo accadimento aveva potuto causare quei danni fisici al suo Signore ? E quale immane soddisfazione lo portava ora a lasciar trasparire quel sorriso agghiacciante perfino per lui, uno dei due generali delle armate diaboliche ?

<< Oh no, non occorre che tu venga con me, o che avvisi Astaroth ... >>

Era serio, terribilmente serio. Chiunque avesse anche solo tentato di avvisare l'altro generale dell'arrivo del Diavolo avrebbe subito sofferenze eterne peggiori di quelle inflitte loro da Dio stesso. Rilasciando una breve risata, il Signore del Peccato aprì le braccia e guardò le armate demoniache, ancora paralizzate da ciò a cui avevano appena assistito. Un leggero movimento delle spalle ed il sangue dorato del loro Imperatore rifluì lentamente nelle ferite che infine si chiusero senza lasciare alcuna traccia.

<< Continuate il vostro lavoro e gioite poiché presto arriverà il giorno del nostro riscatto >>

E, detto ciò, Lucifero scomparve, c'erano molti preparativi da fare, dopotutto non capitava tutti i millenni di fare una bella rimpatriata di famiglia.

***

Blake, aperti piano gli occhi, fu costretto a voltarsi di scatto per rimettere. Si sentiva indolenzito, ma leggero.
Passata una mano sul viso e la fronte, ben presto il ragazzo si rese conto di avere i capelli bagnati, ma, quando si guardò il palmo della mano non vide acqua o sangue, ma un liquido bianco. Confuso cominciò a strizzare i capelli per toglierlo, ma con pochi risultati, inoltre anche la sua schiena era umida e anche il polso, sul quale però scivolava un liquame nero e denso.

<< Blake ! Sei sveglio ! >>

Improvvisamente il ragazzo si ritrovò avvinto nell'abbraccio di una donna dai riccissimi capelli rossi, così lunghi da incorniciarle il volto come una criniera per poi scenderle lungo le spalle fino a terra.  Forse la caratteristica più sorprendente di lei era la pelle color zaffiro, così morbida e contrastante con il fulvo delle ciocche da far pensare al Discendente di Abele di aver preso una botta in testa così forte da essere diventato daltonico.
Una cosa però in lei era familiare, la voce.
Data l'espressione evidentemente confusa del giovane, ed il suo silenzio pieno di domande, la donna lo liberò alla stretta e rise.

<< Non riesci a riconoscermi senza becco e piume, vero ? >>

Fu allora che Blake ne notò le brillanti iridi dorate e comprese.

<< S-sei ... Tu sei la civetta ? >>
<< Eh sì, sono proprio io ! Oh non sai quanto mi sono preoccupata per te quando mi sono resa conto che non mi stavi più seguendo ! Hai rischiato di restare intrappolato nell'oscurità per colpa mia ... sono così mortificata, ma per fortuna è intervenuto Cornelius e ti ha mostrato come entrare >>
<< Non ho fatto nulla, è stato lui a trovare la strada nel buio e compiere il primo passo per tornare nella luce >>

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