Un Fremito dal Passato

Il tempo era trascorso rapidamente. Giorno dopo giorno la situazione si era evoluta e, con essa, anche la consapevolezza di Blake e le sue capacità.

In effetti Cornelius si era rivelato davvero il grande insegnante che tutti gli avevano descritto, anche se, il suo metodo di allenamento, fu molto diverso dal previsto. Niente prove insuperabili , scontri impari o pericolosi per la sanità mentale e fisica, niente pretese fuori dal mondo, insomma, niente stile Astaroth.

Con il passare dei giorni, il Discendente di Abele era stato accompagnato passo passo, fino a corrispondere al ruolo che gli era stato affidato all’interno del grande progetto del Creatore. Ne aveva scoperti i meandri ed accettato la stuzzicante conclusione senza fare storie. Quell’ultima alba rosata, dichiarava che era giunto il momento di uscire dalla barriera in cui il giovane si era dovuto rinchiudere, finalmente era pronto ad affrontare colui che, all’esterno, ancora lo stava aspettando.

Voltandosi indietro, verso i rami di un grande albero, il castano sospirò.

<< Dovrei essere io quello agitato all'idea di uscire, non voi due. Non vi costringerò a venire se non volete, ma dovreste. Almeno per non obbligarmi a tornare ad aprirvi la barriera dopo >>

<< Non fare tanto lo spavaldo! Ancora non sono sicuro di averti preparato a dovere per quello che ti aspetta… forse potremmo restare qualche anno in più >>

Portandosi sotto l'immensa e scrosciante fronda, affiancando il tronco, Blake allungò un braccio con sicurezza facendovi salire sia il sommo Cornelius che Lilith.

<< Da te Cornelius me l’aspetto un po’ di nervosismo… Dopotutto non esci all’esterno di questa prigione da prima che io conoscessi Lucifero, ma tu Lilith? Non mi dirai davvero che hai paura di come reagirà il Diavolo vedendoti >>

<< Ma certo che no! >>

Annunciò fieramente l’uccello notturno sbattendo le candide ali indispettita. Il Discendente di Abele rise della sua reazione.

<< È solo che… Qui stiamo così bene, e non c'è fretta per noi di uscire allo scoperto… Il Creatore ha atteso così tanto per rivelarti il suo volere, non potrebbe aspettare ancora un po’ prima di vederlo compiersi? >>

La verità è che entrambi i demoni erano preoccupati per Blake, quegli ultimi anni insieme erano stati pieni di emozioni per degli esseri sovrannaturali abituati ad osservare lo scorrere il tempo senza dargli significato. Quel giovane, vederlo cambiare in un battito di ciglia, aveva fatto capire loro l'importanza che, anche solo un secondo, può avere per delle creature con una vita così flebile. Non volevano perderlo, ma sapevano di doverlo fare, il Discendente di Abele era il pezzo privilegiato del Creatore in quel progetto iniziato all'alba dei tempi. Non poteva sottrarsi, ci aveva provato, ma non era possibile.

<< Se tu rivuoi il tuo aspetto originale… >>

affermò il castano indicandole la punta del becco e poi passò a quello di Cornelius.

<< … e tu vuoi riavere la tua libertà. Non possiamo! Oggi è il giorno in cui devo uscire da qui. Se aspetto ancora poi diventerà molto più complicato spiegare a Lucifero la situazione >>

Tornando alla barriera, il ragazzo stirò le proprie falangi e le infilò all’interno, penetrandola come se niente fosse. Tenendo le dita vicine, cominciò ad aprirsi un varco, come da una coppia di tende pesanti, tirando verso i lati a fatica. Guardò i due volatili e fece loro cenno di passare nell’apertura.

<< Coraggio, andate subito! Non posso tenere aperto per sempre! >>

Un battito d’ali ed i suoi due mentori furono liberi di spiccare il volo nel regno infernale. Appena si fu assicurato che fossero passati senza intoppi, anche Blake si sporse ed uscì tirando un respiro di sollievo. Stiracchiò i muscoli, sentì l’aria arsa dell’Inferno sulle guance e sorrise fiducioso, poteva iniziare.

<< Blake? >>

Il Discendente di Abele non fu sorpreso nel sentirsi chiamare da quella voce familiare. Girando lo sguardo verso sinistra, vide il Diavolo in persona, inginocchiato davanti alla barriera, con gli occhi sgranati per la sorpresa. Nessun sentimento meglio esprimeva le emozioni di Lucifero in quel momento.

Aveva aspettato, ancora ed ancora, in attesa del più piccolo cenno. Chiunque aveva osato avvicinarsi, per persuaderlo ad abbandonare la propria posizione, era finito vittima di torture inimmaginabili. Tutto quel tempo, sicuro che il momento sarebbe giunto… Sicuro che presto avrebbe rivisto il Suo Blake, il Suo Discendente di Abele. Ed eccolo lì finalmente.

Era cambiato. Non aveva più i capelli bianchi ed il fisico minuto del loro ultimo saluto, del giorno del loro ultimo patto. Quello era lo stesso ragazzo umano che lo aveva richiamato per gioco tempo addietro, con qualche anno in più, sicuramente, ma impossibile da confondere, persino nella sua normalità.

Capelli marroni, così scuri da sembrare neri, occhi del medesimo colore, fisico atletico, ma qualcosa di diverso è sconosciuto c'era ad illuminargli lo sguardo.

Lucifero agì d’impulso e corse ad abbracciarlo. Odiò con tutto sé stesso gli abiti che separavano il contatto fra le loro carni.

<< Blake! Sei tornato da me! >>

Lo aveva raggiunto, il Signore dell’inferno ne era certo, ma quando riaprì le palpebre si accorse di non avere il minore fra le braccia. La cosa lo confuse, ma ancora di più quando, spostando lo sguardo, ritrovò Blake a qualche passo di distanza, imbarazzato, mentre ridacchiava.

<< Ehi ehi, non così veloce! Non serve che mi salti addosso in questo modo. Sono io, “mio Signore” >>

Dalla volta rocciosa, Lilith e Cornelius discesero andando ad appoggiarsi sulle spalle del ragazzo, gli occhi rapaci diretti al Principe delle Tenebre.

Preda di una rabbia profonda, Lucifero ringhiò ai due in risposta, aprendo le proprie immense e maestose ali, pronto ad ucciderli nel caso in cui avessero tentato la fuga volando via.

<< Ma tu guarda, anche i ratti sono usciti dalla tana, persino il più grasso finalmente ha deciso di farsi vedere. Che c'è Cornelius? Finito di giocare a nascondino? Ti è passata la paura? >>

<< Non offendermi Piccolo Corno! Non ho mai avuto paura di te! >>

<< Dimostralo allora… >>

annunciò sicuro di sé Lucifero alzando un polverone ai propri piedi con un leggero movimento delle ali.

<< … servirò le tue carni di traditore al mio Principe per festeggiare il suo ritorno al mio fianco >>

<< Prima dovrai riuscire a prendermi però. Sei sempre il solito bambino capace solo di fare il gradasso >>

Incitato e spalleggiato da Lilith, il corvo spiccò il volo seguito dal Signore dei Demoni. La civetta  ammirò il loro scontro aereo con grande interesse, emozionata all’idea di vedere il Sommo Cornelius dare una lezione di umiltà al Diavolo. Blake non era della stessa idea e sospirò frustrato strofinandosi gli occhi.

“Stiamo solo perdendo tempo… Questa sfida non porterà a niente”  

<< Ehi! >>

La voce del Discendente di Abele rimbombò su ogni parete giungendo anche alle orecchie dei due sfidanti.

<< Piantatela subito o me ne ritorno nella barriera e questa volta non esco più! >>

Lilith gli si strinse di più al volto accarezzandogli i capelli con il becco. Nel tempo in cui Cornelius aveva iniziato la propria discesa, Lucifero si era immediatamente trasportato davanti al proprio Principe.

<< Non lo stai dicendo veramente,  giusto? Tu… Non vuoi tornare lì dentro sul serio! >>

<< Calmati, non ci torno. Ma non posso nemmeno permettermi di perdere tempo a guardarvi scannare fra voi, non credi? >>

Il Diavolo lo guardò più sereno.

<< Comunque avrei vinto >>

<< Sicuramente “mio Signore” >>

Rispose il ragazzo scoppiando a ridere mentre il corvo tornava ad appollaiarglisi sulla spalla stizzito.

Senza aspettare ancora, il maggiore, prese nelle proprie mani quelle di Blake e le strinse facendo sorridere quest'ultimo.

<< Torniamo a casa mio Principe! Ho delle cose da dirti e… E vorrei sapere anche di te! >>

<< Me? Oh, non ho fatto niente di interessante, davvero. Ma sì, mi piacerebbe sentire cos'hai da dirmi tu >>

Liberandosi dalla calda stretta, il castano prese la strada del castello affiancato dal padrone di casa.

<< Sei tornato te stesso… Quello di una volta intendo. Come ci sei riuscito Blake? Non sento nemmeno il Patto Definitivo su di te… >>

<< Come ho già detto… Non ho fatto niente di che. Tu piuttosto, com'è andato il viaggio insieme a Bel? Pericoloso immagino… >>

Lucifero riuscì a sentire quella frecciatina trafiggergli il cuore. Era come se Blake fosse venuto a conoscenza della bugia che gli aveva raccontato per giustificare la propria assenza. Astaroth non gli aveva rivelato nulla, che fosse stata Lilith? Ma come avrebbe potuto venirne a conoscenza se, in quel periodo, era all’inferno progettando il metodo migliore per portargli via il suo Principe?

Magari in realtà non sapeva nulla e quella era solo una domanda sincera spinta dalla preoccupazione.

<< Ecco… Sì, è stato molto lungo e faticoso… Non ho avuto nemmeno un secondo di tranquillità. Ma, in ogni momento disponibile, contattavo Astaroth per sapere del tuo allenamento >>

<< Ah, ma davvero? E cosa ne pensi dei miei progressi? Sei… Soddisfatto? Sono pronto a sconfiggere Lilith come previsto? >>

Sorrise il ragazzo accarezzando il piumaggio della civetta mentre si avvicinavano alle porte della dimora. Lucifero non sapeva come rispondere, fino a quando non trovò l’idea giusta.

<< A dire il vero le hai superate. Se riuscito a scappare al controllo del mio sostituto al comando… Hai stretto amicizia con il nemico ed hai trovato un insegnante migliore di quello a cui eri stato affidato… Direi che non potevi fare di meglio >>

<< Lecchino >>

Bubolò molto profondamente Lilith mentre si sistemava le piume affondandovi il becco il più vicino possibile all’orecchio di Blake. Il ragazzo guardò Lucifero negli occhi.

<< Magari una dimostrazione sarebbe più convincente per te… “mio Signore” >>

E, senza aspettare risposta dal maggiore, il castano corse avanti, dritto tra le ante aperte del cancello principale. Il Diavolo inizialmente non capì a cosa il minore si riferisse con “dimostrazione”, ma poi ricordò improvvisamente. Non aveva reso Cerbero docile come la prima volta che aveva incontrato Blake! Se il guardiano avesse visto il Discendente di Abele in quel momento lo avrebbe ucciso! Soprattutto ora che era tornato umano!

<< Blake aspetta! >>

Il Signore dei Demoni cercò di fermare l’arrivo del segugio infernale, ma era troppo tardi. Già messo in allerta dall’odore di carne umana, il demone tricefalo si era lanciato sulla preda a tutta velocità. Il ragazzo non si mosse, allungò solo una mano verso Cerbero che, drizzate le orecchie, iniziò a frenare di colpo con tutte e quattro le zampe, alzando un altissimo polverone.

Abbassatasi la nebbia scura, Lucifero vide una scena inaspettata. Il bestione si era fermato uggiolante esattamente ai piedi del Discendente di Abele il quale teneva la mano, a palmo ben aperto, a meno di un centimetro di distanza dal naso della testa centrale.

<< Che c'è Cerbero? Di colpo non vuoi mangiarmi più, grosso cagnolone? >>

Rise Blake grattandogli il pancione e facendo mettere il demonio canino a zampe all’aria, in segno di sottomissione. Lucifero era strabiliato, con le abilità che aveva acquisito, il suo consorte, non solo avrebbe potuto battere Lilith, ma, secondo il piano originale, sarebbe stato in grado, sia di sopravvivere all’assalto della volta celeste, sia di parteciparvi attivamente come arma nel suo fodero.

<< Questo… Questo è… >>

<< Ciò che volevi da me, giusto? Oppure hai bisogno di altre dimostrazioni? >>

Stretto il pugno con forza, il castano fece contorcere il segugio demoniaco, preda di terribili spasmi dolorosi. Lo sguardo del giovane era pieno di rabbia, il corpo teso dal desiderio di ferire, menomare, uccidere.

<< Blake, che stai facendo? Fermati! Così finirai per… >>

<< Ucciderlo? Cerberò è già morto, però posso dargli una punizione per aver cercato di mangiarmi quando sono scappato… Lui avrebbe potuto farmi di peggio, gli sto solo insegnando a non lasciarsi sfuggire delle prede… oppure potrebbero tornare più forti e vendicarsi >>

Un comportamento così spietato era del tutto innaturale nel Suo Blake, oppure no? Lucifero ripensò al periodo in cui aveva rimandato il ragazzo sulla Terra dopo avervi cancellato le azioni compiute e la propria presenza. I comportamenti sociopatici assunti dal ragazzo avevano provocato diverse vittime facendogli guadagnare un bel lettino candido in manicomio, dove lui poi l’aveva ripreso portandolo via per sempre. Gli uggiolati di Cerbero si potevano sentire da ogni angolo del regno, erano strazianti, terrificanti, distrussero i timpani dei dannati nei gironi più vicini e, quando cessarono, cadde un silenzio pacifico, innaturale per il luogo dell’eterno dolore.

<< Dovrebbe aver recepito il messaggio… Andiamo “mio Signore”? >>

Domandò sereno il Discendente di Abele entrando dal portone e guardandosi intorno nostalgico. Superato l’immenso ingresso, il castano andò verso il trono e ne ammirò l’effige dorata stagliarsi contro il soffitto prima di sedersi tranquillamente sulla solida seduta ed aspettare che il Diavolo entrasse.

<< Bella vista, capisco perché Astaroth ci tenesse tanto a sedercisi sopra… Però c'è qualcosa di diverso… Come se l’intera stanza fosse stata rifatta da zero. Fammi indovinare, “mio Signore”, quando sei tornato hai scoperto la mia fuga e, trovando qui la mia allenatrice, intenta a godersi la breve promozione, hai fatto un macello! >>

<< Non sono mai stato bravo a trattenere le emozioni, soprattutto la rabbia >>

<< Ti capisco, anche per me è così… >>

Accarezzando con la punta delle dita i braccioli del trono, Blake si alzò in piedi. Lilith e Cornelius si godettero la scena dalla cima dello schienale lucente, appollaiati e circospetti, pronti a reagire nel caso dell’arrivo di qualche demone imprevisto.

Lucifero, passo dopo passo, si avvicinò al proprio Principe, ancora pervaso dai fremiti causati dal suo comportamento deciso di poco prima.

I due si sorrisero a vicenda.

<< Andiamo a parlare… In privato? Sai, ho fatto tornare la nostra camera com'era prima della mia partenza… Potremmo… raccontarci tutto a quattrocchi e, vedere che succede >>

<< Sembra una proposta allettante “mio Signore”… >>

Il Diavolo allungò una mano in modo lascivo al fianco del compagno per tirarlo a sé e dargli un lungo bacio, ma questi gli appoggiò una mano sulle labbra e gli sorrise maliziosamente.

<< … ma temo di dover rifiutare >>

<< C-come? Perché devi rifiutare? Se è per colpa di quei dannati uccellacci posso pensarci io a… >>

<< Non sono loro il problema “mio Signore”. Semplicemente ci terrei a non parlare in una situazione che ci causi troppa… reciproca distrazione. Magari… potremmo vederci a cena questa sera? Nella sala principale solo noi due? >>

Nonostante Blake stesse chiaramente resistendo alle sue avance, il corvino sentì bruciare dentro le stesse sensazioni di quando si erano conosciuti.

Il brivido della caccia.

Anche se a malincuore lasciò la presa sul minore, ma non abbandonò il sorriso. L’idea di attendere nel possedere nuovamente l’oggetto del proprio desiderio, nonostante questi fosse così vicino, rendeva tutto più interessante.

<< Va bene, parleremo a cena. Nel frattempo, posso almeno accompagnarti alla nostra… Cioè, alla tua camera? >>

<< Credo di ricordare ancora la strada >>

Alzando gli occhi verso l’alto, il Discendente di Abele fece cenno ai volatili di raggiungerlo ed i due, volteggiando in cerchi concentrici un paio di volte, gli si appoggiarono sulle spalle.

Blake stava per fare un passo avanti quando Lucifero gli si parò davanti con la mano tesa.

<< Insisto >>

<< Beh… Se il “mio Signore” insiste non credo di poter rifiutare ancora >>

Il castano appoggiò una mano su quella del maggiore e si lasciò guidare per i corridoi del castello. Conosceva ogni stanza, ogni tappeto, ogni arazzo, ogni quadro, però a quel silenzio Blake non era abituato. Dopo aver attraversato l’ultimo corridoio, il Discendente di Abele lasciò che il Diavolo gli aprisse la porta e poi entrò all’interno della camera. Stesso letto, stesse coperte rosso fuoco, la cucina, il bagno, la piccola stanza in cui si era rinchiuso a piangere nei giorni difficili, era tutto tornato.

Voltandosi verso il padrone di casa, sul punto di seguirlo all’interno, Blake appoggiò una mano sul suo petto muscoloso e lo fermò.

<< A cena, ricordi? >>

<< Sì… A cena… Non appena sarà tutto pronto ti manderò a chiamare da uno dei miei servitori >>

<< Grazie “mio Signore”. A dopo allora… >>

<< Aspetta Blake! >>

Proprio quando il ragazzo era pronto a chiudere l’ingresso, il Signore dell’inferno lo richiamò ed i due incrociarono gli sguardi.

<< Non serve che… Mi chiami in modo così formale, Lu va benissimo >>

Blake gli sorrise nuovamente ed entrò in camera.

<< A dopo, “mio Signore” >>

E, non appena il Discendente di Abele chiuse la porta, il cuore del Diavolo fece una capriola ed un sincero sorriso gli si aprì sulle labbra. Corse subito verso il corridoio, aveva molto da preparare e davvero poco tempo per farlo, quella sarebbe stata una serata magica.

Blake, steso sul lettone con lo sguardo rivolto verso l’alto, la pensava esattamente allo stesso modo.

Cornelius e Lilith, ripresa forma umana, gli si misero accanto.

<< Non pensavo davvero che avrebbe permesso anche a noi due di arrivare fino a qui >>

<< Io ne ero sicura, era talmente preso da Blake che a malapena si è curato della nostra esistenza! Non avevo mai visto Lucifero così… così… >>

<< Cotto… Una volta la nostra relazione era tutta in questo modo. Lui si impegnava con ogni energia per rendermi totalmente suo, ma adesso so che aveva solo una forte motivazione per farlo, l’amore non c'entrava nulla >>

Il Discendente di Abele mantenne lo sguardo serio per qualche istante ed infine scoppiò in una fragorosa risata. Riprese fiato, a fatica, diverso tempo dopo.

<< Non ha più importanza il nostro passato. Quei sentimenti non contano adesso, perché… >>

Messosi a sedere, Blake aprì l’armadio e vi trovò all’interno proprio l’indumento che gli serviva.

<< … sto per fargli passare la cena più indimenticabile della sua eterna vita >>

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