L'Ultimo Saluto

Sembrava che il sonno fosse come un momento di cessazione delle ostilità, sacro perfino alla crudele natura dei demoni, infatti mai era capitato che fosse Astaroth stessa a recarsi fino alla stanza del Discendente di Abele per buttarlo giù dalla branda. Per tale, semplice ragione, quando il giovane si ritrovò a gambe all'aria, sommerso dal proprio materasso, comprese immediatamente che quella non sarebbe stata una giornata come tutte le altre. Afferrato saldamente per la caviglia sinistra, l'albino venne sbatacchiato fuori dalla propria stanza in pochi secondi, trascinato lungo il corridoio e poi verso la sala adibita agli allenamenti, per poi esservi lanciato al centro ricadendo in una posizione piuttosto scomoda, senza alcun dubbio il peggior risveglio della sua vita. E, mentre il giovane, appena trasformatosi in un vecchio sacco da box, tentava invano di ricollegarsi alla realtà e prepararsi a rispondere ad un eventuale aggrassione, la sua allenatrice sbarrò ogni via di fuga e gli si rigirò contro come una furia, tutto intorno a lei sembrava vibrare di calore come l'asfalto estivo.

"A quanto pare non sono stato l'unico oggi ad essersi alzato con il piede sbagliato ... Anzi, a dire il vero io sono stato obbligato a farlo"

<< Tu ! Sottospecie di putrido e virulento scarafaggio squamoso ! Perché diavolo non ti decidi a migliorare !?! Non ho mai incontrato nessuno di così inetto ed incapace nell'apprendimento ! >>

Il terreno sotto i piedi di Astaroth iniziò a fondere sotto i suoi lenti passi, resi pesanti dalla frustrazione e dalla rabbia. Mano a mano che l'avversaria avanzava, più il ragazzo era costretto a retrocedere, faticava a respirare ed i suoi polmoni sembravano liquefarsi ad ogni colpo di tosse che gli scuoteva il torace. Coprendosi la bocca con l'avambraccio, Blake sentì la pelle arroventarglisi, era già diventata rossa e, quando giunse con la schiena contro la parete più vicina, era ormai ricoperto da grosse bolle su tutte le parti esposte. Chiuse le palpebre, l'allievo cercò di trovare il modo per fermare quell'arpia e, ricordando i discorsi fatti la sera prima con l'amica, gli balenò d'improvviso in mente un nome. Raccolta quanta più aria possibile, il minore urlò a pieni polmoni verso la diavolessa.

<< E se chiedessi al demone Cornelius di allenarmi ? >>

A quel nome la temperatura presente nella stanza scese di colpo tramutandosi in gelo. Lo sguardo di Astaroth era a dir poco paralizzato in quello dell'allievo che così ebbe il tempo di abbassarsi e spostarsi vicino alla parete opposta, il più lontano possibile. Le bruciature su braccia, gambe e volto erano più debilitanti del previsto, lo facevano zoppicare e vedere a fatica, per non parlare della completa insensibilità creata dall'unione di queste ultime e del freddo polare. Nonostante lo spostamento del Discendente di Abele però, il generale non si mosse, forse persa nei propri pensieri. Che stesse davvero riflettendo sulla possibilità di accettare la richiesta che gli era stata appena posta ? Dopotutto attualmente era lei la reggente degli Inferi quindi avrebbe potuto acconsentire senza riferire nulla a Lucifero, peccato che, come tutti i demoni, ella fosse fin troppo orgogliosa per ammettere di non essere all'altezza. Più vagava alla ricerca di una soluzione, più la sua mente di impantanava in quel vero e proprio dilemma morale dalla cui risposta sarebbe stato determinato il suo prossimo passo. L'onore della diavolessa la spingeva a non arrendersi, a non cedere a quell'allettante proposta, a credere che, la mancanza di progressi, fosse una colpa più dell'allievo che propria, ma l'idea di deludere il Signore del Peccato era insostenibile allo stesso modo. Inoltre, c'era un ultimo dettaglio da considerare, se mai Lucifero avesse scoperto che lei aveva acconsentito a chiedere aiuto a Cornelius, la creatura più odiata sia in quei luoghi che nel Paradiso celeste, quale sarebbe stato il suo destino se non il più inimmaginabile e doloroso possibile ? La verità era che il generale la sua scelta l'aveva fatta fin dall'inizio, nell'esatto istante in cui aveva accettato quel compito. Voltatasi verso il Discendente di Abele, Astaroth riassunse la solita compostezza facendo in questo modo tornare la temperatura consueta e permettendo all'altro di recuperare fiato ed energie.

<< Il mio signore ha chiesto a me di rendere te, o insulso umano, il suo degno principe e consorte, per quanto possibile. Io non ho idea di chi ti abbia detto quel nome, ma ti assicuro che lo scoprirò molto presto e punirò il responsabile come merita. Dimenticatene e non osare proferire più parola a riguardo ! Quell'essere non lo incontrerai mai, io sono più che qualificata per portare a termine il tuo addestramento al meglio ! Adesso te ne tornerai nella tua stanza sino a quando non ti manderò a chiamare, ma nel frattempo, credo di doverti avvisare delle ultime comunicazioni ricevute dal nostro comune signore e padrone >>

"Sono arrivate delle comunicazioni ? Da Lu ? Non sapevo nemmeno che ne mandasse ! E se ... Se stesse tornando !?!"

Dimentico della promessa fatta a sé stesso di dimenticare il proprio compagno per concentrarsi sui propri desideri, il Discendente di Abele si mise all'ascolto con grande interesse, emozionato e curioso di sapere come stesse il suo amore. Avvicinatasi a lui, Astaroth appoggiò la punta dell'indice sulla sua fronte e, d'improvviso, un'immagine si creò nella mente del ragazzo, quasi un ricordo completamente nuovo, ma di un evento al quale non aveva mai assistito prima. Era in un deserto, tutt'intorno una distesa nuda e calda e, stagliato in mezzo ad essa, in tutta la sua magnificenza, vi era il Diavolo in persona, lo sguardo fiero avvolto in una stoffa leggera che però non riusciva a nasconderne la sicurezza e l'indimenticabile bellezza. Alzandosi da terra, il giovane provò ad allungare una mano verso l'amato, ma essa vi ricadde attraverso, come se la figura fosse proiettata sulla nebbia, un secchio d'acqua fredda che ricordò ai suoi occhi che non era reale, ma non fu altrettanto semplice col suo cuore. 

<< Astaroth, ho ricevuto ed analizzato le informazioni da te inviatemi sull'allenamento di Blake e non posso che esserne terribilmente deluso. Non so se ciò sia dovuto alla tua incapacità o alla ridotta predisposizione del Discendente di Abele dovuta alla sua natura ancora fin troppo umana, ma non posso fare altro che concederti il tempo in più che mi hai richiesto. Sino a quando non raggiungerete i livelli previsti non posso fare altro che prolungare il mio viaggio e tentare di confrontarmi da solo nei primi scontri con Lilith ed i suoi seguaci che qui si susseguono senza sosta ormai da mesi. Appena ricevuto questo comunicato spiega la situazione a Blake e digli che non lo incolpo minimamente. Io sapevo bene che non era ancora pronto per questa battaglia e non posso che rallegrarmi al pensiero che sia al sicuro nel castello degli Inferi con te. Attenderò presto un tuo futuro responso su eventuali miglioramenti >>

Staccato il contatto d'improvviso, la mente del giovane tornò alla realtà e, con essa, un terribile senso di colpa ad opprimergli l'animo. Era successo, aveva deluso Lucifero e non vi era modo per risolvere la situazione, aveva lasciato il suo compagno da solo ad affrontare la battaglia decisiva. Il Diavolo in quel momento poteva essere ferito, stava combattendo in prima linea in una guerra ineguagliabile e sanguinolenta dalla quale forse non sarebbe mai tornato, e lui invece ? Lui piagnucolava, passava il tempo a fare sogni sciocchi e senza significato e trovava perfino il tempo di chiacchierare.

<< Ora va, torna appena avrai recuperato sufficiente mobilità >>

Alzandosi e sorreggendosi alla parete, passo dopo passo, il Discendente di Abele ripercorse a ritroso la strada verso la propria camera, si concesse solo una breve tappa davanti al trono del proprio padrone, giunto al cui cospetto non riuscì a non voltarsi verso la porta dalla quale il suo amato era uscito. Ricordando però le parole appena sentite, e il patto fatto, riprese il cammino fino all'alloggio, già risistemato, come se l'irruzione della mattina non fosse avvenuta e aprì la finestra per poi sdraiarsi sul letto ed attendere. Non appena la sua amica color della neve fosse arrivata, le avrebbe spiegato la situazione per poi chiudere le loro frequentazioni e tornare a concentrarsi solo sugli allenamenti.

"Forse in questo modo potrò migliorare più in fretta e dare il mio supporto a Lu ... Sì, farò proprio così ... Non posso continuare a deluderlo, non mi perdonerei mai se gli capitasse qualcosa a causa della mia inettitudine ..."

La pelle aveva già iniziato a tirarlo in più punti quando la sua capacità di rimarginazione iniziò a fare il proprio dovere, risanando le sue ferite, ma provocandogli in contraccolpo una profonda stanchezza alla quale servirono pochi minuti per farlo scivolare in un sonno profondo. Normalmente alla chiusura delle palpebre, il ragazzo veniva investito dalla visione dello stesso idilliaco luogo di pace, di greggi e frutteti, fonti fresche, piante ed animali di ogni genere, ma quel giorno, risvegliandosi nel sogno, si ritrovò nella propria angusta cella. La luce penetrante dalla finestra non era del solito color rubino, ma azzurra e bianca, filtrando attraverso le tende immergeva la stanza nei propri toni freddi, trasformandola in un acquario vibrante e rilassante. Incapace di muoversi, l'albino rimase ad ammirare la finestra dalla quale, in un battito d'ali candide, prese ad avvicinarsi un rapace molto familiare il quale però, superato lo stipite, assunse una forma completamente inattesa, quella di Lucifero.

<< No ... Non è possibile ... >>

Poteva sembrare incredibile, assurdo e sconvolgente, ma era davvero lui. Aveva il suo odore, compiva tutti quei piccoli gesti che nessun altro avrebbe potuto imitare, ma ciò nonostante c’era in lui qualcosa di differente. La sua passione, così forte da poter essere percepita nei più microscopici scatti muscolari, sembrava essersi attenuata così come l’ardore e la rabbia nel suo animo. Che fosse dovuto a quanto aveva assistito in quel periodo o alla gioia che lo permeava scaturita dal loro incontro. Blake era a dir poco paralizzato, si sentiva bene come non mai, ma anche spaventato dalla possibilità che, quella piacevole visita improvvisata, fosse dovuta solo al suo fallimento negli allenamenti. Memore delle punizioni che gli erano state inflitte prima del Patto Definitivo, il giovane si alzò a sedere e prese le mani dell’altro accarezzandole dolcemente, percependone il tiepido calore con occhi lucidi.

<< Ti prego mio Signore, perdonami se puoi. Ti giuro, ti giuro che ho fatto del mio meglio per migliorare. Se ... se fosse per me a quest’ora sarei più forte ! Se avessi potuto averti al mio fianco tutto questo tempo avrei trovato il modo ... >>

Senza proferire un suono o alzare la voce, il Diavolo zittì il compagno appoggiando le labbra sulle sue, senza però abbandonarne le mani. Era così attento e dolce che il cuore del ragazzo ebbe un sussulto e le lacrime gli rigarono il viso portando con sé tutte le preoccupazioni. Ormai in completa balia di ciò che stava capitando, il Discendente di Abele scivolò sulla schiena mentre, guidato dal medesimo stimolo, il Signore del peccato gli si portava a specchio sopra. Dal primo tenue contatto si passò rapidamente ai baci. Le labbra, lisce e perfette, come al loro primo incontro, quanto aveva bramato di risentirle sulla propria pelle, Blake non avrebbe saputo calcolarlo. La cosa più straordinaria era che gli stavano facendo guarire le ferite ad una velocità incredibile e ciò lo faceva sentire meno imbarazzato ed inguardabile, soprattutto se messo a confronto con il Signore del Peccato. Spostate le mani su quel volto perfetto, incorniciando fra di esse le iridi cristalline del compagno, il
ragazzo vi mantenne lo sguardo mentre l’altro lo spogliava cauto e
lento. Stringendo in automatico le cosce fra loro, il minore rilasciò un sospiro, non si era nemmeno reso conto di star trattenendo il fiato, la testa gli girava e rendeva tutto ancora più incredibile e magico.

<< L-Lu ... è ... è passato così tanto tempo ... ti prego, lo so che ... che non ti piace, ma potresti fare solo ... solo un po’ più piano rispetto al solito ? >>

Nonostante la voce rotta da singhiozzi soffocati, il ragazzo era sicuro che non avrebbe ottenuto quanto richiesto, perciò si sorprese quando, invece di iniziare aprendogli le cosce e fottendolo senza controllo, il suo amato allungò lentamente una mano portandola sulla sua intimità ormai scoperta, accarezzandola con sapiente maestria, spingendola con naturalezza a crescere nel suo palmo. Per ogni tenue strusciata, dalle labbra del minore si liberavano gemiti sempre più acuti e leggere flessioni del bacino verso l’alto. Quell’incontro si stava rivelando davvero pieno di sorprese. Rassicurato dalle attenzioni ricevute, Blake allargò ulteriormente le cosce esponendosi, dopo quanto aveva appena ricevuto, era impaziente di proseguire quella lenta tortura passando alla fase seguente, ma si ritrovò nuovamente a sorprendersi quando, invece di entrare immediatamente, il compagno iniziò a dilatarlo utilizzando le dita, lasciandolo senza fiato secondo dopo secondo. Una, poi due, ed infine tre, calde, lisce, così preso dal momento, il ragazzo non si era nemmeno reso conto che l’altro le aveva inumidite, era una sensazione così bizzarra essere posseduto con tanta calma, lo separava da tutto il resto, dai pensieri e dalle preoccupazioni. Allungate le dita verso l’amato, l’albino gli si aggrappò al collo facendolo abbassare su di sé accogliendone le labbra sulle proprie per poi inspirare quanta più aria possibile mentre accoglieva il membro turgido tra le natiche morbide.

<< L-Lu io ... ah ... p-per favore, non farmi aspettare ancora ... Inizia a muoverti, ricordami che ... che sono solo tuo >>

Recuperata una respirazione regolare, i due incontrarono il proprio sguardo e si sorrisero complici. Il maggiore, annuendo in assenso alla richiesta, portò entrambe le mani ai fianchi del compagno accarezzandone la pelle morbida per poi iniziare a dare spinte regolari e decise. Aggrappato alle spalle forti del Diavolo, Blake unì i loro petti e lasciò uscire liberamente gemiti, urla di piacere e lamenti che giunsero irresistibili alle orecchie dell’altro che così non poté fare a meno di dargli tutto ciò che poteva. Tutta quella forza, l’ardore e il desiderio, sembravano richiamare i primi tempi, il periodo passato ad inseguirsi a vicenda. Il Discendente di Abele vide scorrere le prime volte insieme, il bisogno che cresceva sempre più forte di compiacere quell’essere perfetto, il solo in grado di far scaturire la sua vera natura. Ma poi tornarono anche le sofferenze, la bipolarità e la gelosia del suo consorte, la sua straordinaria capacità di trasformare il suo odio in amore e così, il giovane capì che cosa intendeva dire la sua nuova amica. Vennero insieme poco dopo e, quando il Padrone del Peccato gli si accostò per donargli un nuovo bacio, l’altro vi posò sopra la mano, facendolo infine allontanare di quel poco che bastava per essere ai due lati opposti del giaciglio. Lo sguardo del maggiore trasmetteva una chiara confusione, ma il fatto che non avesse pronunciato ancora una parola faceva sentire Blake in profonda angoscia.

<< Lu, io sono felice ... felice che tu sia tornato qui per stare insieme a me, ma ... ma ho bisogno di chiederti una cosa importante e vorrei mi ascoltassi senza urlarmi contro od andare in escandescenza. Puoi promettermelo ? >>

Mettendosi a sedere, il corvino tenne lo sguardo su di lui ed annuì. Raccolto quanto più coraggio poteva, il ragazzo fece un respiro profondo e cercò di assumere un atteggiamento ed un tono serio, per quanto possibile visto che era ancora nudo e sporco degli umori del compagno.

<<  Ultimamente ho ... ho conosciuto una nuova amica ... Non devi preoccuparti, è un demone, ma non è come gli altri che ho incontrato. Lei è sinceramente preoccupata per me, per la mia situazione, in particolare a causa di come Astaroth mi riduce durante gli allenamenti. Per me penso sia impossibile migliorare insieme al tuo generale, o restando confinato qui dentro fino al tuo ritorno ... e perciò volevo ... Volevo avvisarti che intendo uscire dal castello ed andare ad incontrare Cornelius per chiedere a lui di aiutarmi ! Lo so che così facendo non manterrò la promessa che ci siamo fatti, ma se voglio rendermi utile, capire quale sarà il mio futuro e che cosa potrò diventare, io devo rompere il nostro accordo ... Ecco, io non ho altro da dirti ... e se intendi punirmi per la mia scelta io ... >>

Chiusi gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo dell’amato, Blake non si rese nemmeno conto di quando questi gli si avvicinò per poi stringerlo forte fra le braccia. Era un contatto così meraviglioso e carico d’affetto che entrambi si ritrovarono a commuoversi. Cullato dal profumo del Signore del Peccato, il giovane si ritrovò infine ad assopirsi lentamente sino a cadere in un sonno profondo, senza sogni ai quali affidarsi però, poiché chiuse e riaperte le palpebre, il Discendente di Abele fu nuovamente sveglio. Confuso ed in preda al panico, l’albino tastò le coperte fredde e si voltò verso la finestra aperta, la luce delle fiamme era nuovamente color rubino, tutto si trovava esattamente come al solito.

“Quindi si è trattato ... solo di un sogno ? No, non è possibile, era troppo reale"

Alzatosi in piedi, il giovane ricadde sulle proprie gambe, ma non per
il dolore delle scottature, completamente scomparse, ma per l’intorpidimento che proveniva dalla sua zona lombare, principalmente
dal membro e, più tenuemente, dalle natiche.

“Lo sapevo che non era stato solo un sogno ... quindi lui ora sa quello che provo davvero ! O almeno quasi tutto ...”

Tornando a sedersi sul proprio letto, l’albino poté assistere all’arrivo della sua amica attraverso la finestra, anche se, a differenza del suo “sogno”, varcata la soglia, non mutò ed andò ad adagiarsi sul braccio di lui, offertole come trespolo.

<< Oh non sai quanto sono felice di vederti amica mia ! Non indovinerai mai chi è venuto poco fa a trovarmi ! >>

<< Lo so, Lucifero in persona ! Stavo arrivando qui in volo e l’ho visto entrare dal tetto, quindi ho dovuto rendermi invisibile allo sguardo ... però sono comunque tornata appena non l’ho percepito più. A quanto pare è stata una visita piacevole visto il sorriso enorme che ti incornicia il viso >>

Arrossendo imbarazzato, Blake si ritrovò ad annuire mentre le accarezzava il piumaggio, sulle labbra un grande sorriso pieno di determinazione.

<< C’è anche un’altra novità che però non sai ... >>
<< Davvero ? Quale novità ? >>
<< Beh, la novità è che ... Finita questa discussione, ho bisogno del tuo aiuto, perché oggi vengo via con te >>

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