Romione (pt.1)

<< Ronald Weasley! >> trillò una voce accusatoria. << Cosa ci fai ancora sul letto? >>
Gli occhi del ragazzo dai capelli rossi corti fin sulle spalle, dal naso lungo e dal volto schizzato di tanti puntini chiamate lentiggini, si aprirono adagio.
Il letto cui era sdraiato era morbido e il cuscino... bagnato?
<< Mmh... mamma? >> bonfonchiò Ron issandosi con i gomiti.
<< Sono le tre di pomeriggio. È arrivata! >> proclamò la signora Weasley, una donna bassa e tarchiata avente i capelli del medesimo colore del figlio.
Così come era entrata nella camera, uscì senza aggiungere altro.
Il sole, insinuandosi attraverso i vetri delle finestre quadrate, rischiarava le facce vittoriose dei giocatori di Quidditch (uno sport che si attuava cavalcando manici di scopa) i quali si muovevano autonomamente nei post appiccicati alle pareti. Quelli rappresentavano la sua squadra preferita: I Cannoni di Chudley.
Il pavimento in legno ospitava una quantità di oggetti vari; tra cui carte da gioco, pezzi di scacchi, calzini spaiati, rotoli di pergamene, penne d'oca, incarti di dolciumi e un baule colmo di stranezze come un calderone, libri di incantesimi, pozioni, erbe fuori dal comune... E infine una bacchetta.
Non era fuori dal comune, anzi era più semplice di quanto si pensasse. Ronald Weasley era un mago. Esattamente come il resto della sua famiglia.
Un primo segno di magia si poteva notare dalle mure della casa stessa dove viveva da piccolo, costituita da sei piani sostenuti da travi traballanti ma fissi.
La loro casa o Tana, come la soprannominavano, era povera ma accogliente.
<< Hermione! >> esclamò balzando giù, come se le coperte avessero preso fuoco.
Percorse a piedi nudi tutta la stanza, calpestando impassibile le penne e i fogli, e tirò la maniglia della porta. Poi scese velocemente la lunga rampa di scale, quasi inciampando al secondo pianerottolo. Si fermò affannato arrivato al piano terra.
Alzando lo sguardo vide una chioma castana mossa e crespa, dei denti leggermente storti e degli occhi vispi castani sopra ad un fisico vigoroso. La ragazza che lui conosceva con il nome di Hermione Granger, era sua amica dal primo anno di scuola e non la vedeva da quando erano cominciate le vacanze estive, due mesi e mezzo fa. Si erano inviati alcune lettere, ma non era la stessa cosa.
<< Ciao Ron! >> salutò energicamente lei, allontanandosi dalla signora Weasley che stava facendo galleggiare nell'aria due pesanti valigie con l'intenzione di posarle nella cameretta di Ginny.
Quest'ultima era l'unica femmina, oltre la madre, tra i Weasley e a Ron portava un anno di differenza. Difatti avevano cinque fratelli maggiori di cui solo tre avevano terminato gli studi e lavoravano.
<< Hermione... come stai? >> chiese Ron ansante avvicinandosi.
<< Benissimo, sono stata in Marsiglia con i miei genitori. La Francia è davvero bella! >> rispose Hermione sorridendo, per poi aggiungere:<< E tu? >>
"Sa che non possiamo permetterci di andare all'estero", congetturò infastidito escludendo la breve vacanza vissuta l'anno prima in Egitto, grazie alla vincita del padre al Galeone D'oro. << Ho pulito casa, cucinato con mamma e degnomizzato il giardino. Niente di nuovo >>
<< Hai fatto anche i compiti, vero? >> disse lei diffidente, inarcando un sopracciglio.
Lei era la classica saputella che adorava seguire attentamente le lezioni, che alzava educatemente la mano quando voleva rispondere ad un quesito, e soprattutto che incentivava i suoi conoscenti a dare l'equivalente impegno.
<< Be'... non sono riuscito a scrivere i temi per Pozioni, Incantesimi e Storia della Magia. Però ho dato una letta alle pagine di Difesa Contro le Arti Oscure >> mormorò ridendo, voltando immediatamente lo sguardo sulla madre terrorizzato all'idea che lo avesse sentito.
Lei era sparita e dallo scricchiolio delle scale comprese che era sù.
Tornando a guardare Hermione, si aspettò una frase seccata del tipo mancano-poche-settimane-al-primo-di-settembre, che come sapeva avrebbe avuto inizio il suo quarto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, ma non fu così.
Anzi, Hermione aveva incurvato le labbra schiettamente schifata.
<< Che c'è? >> domandò debolmente Ron.
<< Oh... emh... hai un po' di bava, qui >> svelò timidamente Hermione toccandosi il mento per indicargli la relativa posizione.
Sentendo le orecchie arrossarsi, Ron abbassò la testa e si pulì in fretta usando il dorso della mano.
Quel pomeriggio si stava sforzando in Difesa Contro le Arti Oscure, ma doveva essersi appisolato. Tuttavia non ricordava minimamente il sogno che lo aveva portato a sbavare. Magari c'entrava una cotoletta di maiale cotta alla perfezione?
Un silenzio imbarazzante durò mentre i due si fissavano.
"È solo bava..." pensò a disagio, tamburellando i polpastrelli delle dita sulle cosce rivestite da un calzone marrone chiaro e automaledicendosi per non essersi controllato allo specchio prima di scendere.
Ad un tratto un esplosione sbloccò quel momento.
<< Cosa è stato?! >> esclamò Hermione arretrando di qualche passo. La sua attenzione si spostò sulle scale dove il rumore echeggiava ancora.
Il rosso invece non sembrava affatto impressionato, sospirando al pensiero di udire tale fenomeno quasi ogni giorno.
<< Fred e George stanno facendo degli esperimenti, a quanto ne so. Sono rinchiusi in stanza dal rientro >> chiarì Ron accennando una smorfia da fare invidia a Peeves, un poltergeist maligno che si aggirava nel castello di Hogwarts e dal quale gli studenti badavano bene a girare a largo.
<< Esperimenti? >>
<< Non so dirti precisamente cosa. Io insisto, ma loro mi rispondono di farmi gli affari miei... >>
<< Non devi impicciarti, fratellino >> una voce scherzosa nacque alle sue spalle.
Ron vide un ragazzo più alto di lui, aveva capelli rossi e lisci e sulla faccia regnavano molte lentiggini, avanzare come se non fosse successo nulla al suo fianco; seguito dal gemello.
<< Bentornata Hermione! >> dissero in coro Fred e George, scuotendole amichevolmente la mano a turno.
<< Grazie ragazzi >> disse disciplinatamente Hermione << Quello che state facendo è sicuro? >>
<< Sicurissimo >> ammise Fred con un sorrisino che nascondeva chissà quale segreto.
<< Volete dirmi cosa.. >> riprovò Ron a brucia pelo, nella speranza di strappare qualche dettaglio in più, ma venne interrotto da George.
<< La curiosità ha le gambe corte, non lo sapevi? >>
Bisbigliando qualcosa nell'orecchio di Fred, annuirono e si dirisero in cucina.
<< Dove state andando?! >> urlò appresso Ron, esaminandoli torvo.
<< A prendere il latte >> rispose uno dei due, raggiungendo il frigorifero bianco personalizzato da alcuni magneti regalati dai parenti.
<< Per fare cosa? >>
<< Merenda, secondo te? >> ridacchiò l'altro.
Hermione non parlò, osservando muta il loro alquanto misterioso comportamento.
Scuotendo la testa, Ron decise di lasciare perdere.
<< Ah! >> George fece dietro front, sembrava aver dimenticato qualcosa. << La mamma ci ha detto che devi andare ad aiutarla a sistemare le reti con i materassi nella tua camera. Bill e Charlie occuperanno la nostra domani >>
<< E perché proprio io? >> borbottò Ron stufo. Loro erano più forti di lui, e potevano trascinarli senza troppe complicazioni.
Dal verso indefinito di George, Ron era certo di non avere altra scelta.
Mormorò ad Hermione un semplice "a dopo" e si arrampicò sui gradini pensando ansioso all'indomani, caratterizzato dalla visita dei suoi fratelli e di un altro componente a lui caro. Si rallegrò perché l'evento che stava attendendo impazientemente da tempo era finalmente arrivato.
Corse sù immaginando la reazione del suo migliore amico, Harry Potter, nel sapere che avrebbe assistito alla migliore partita della Coppa del Mondo di Quidditch.

In un camino delle fiamme verdi danzavano. Si bloccarono un secondo, poi si mossero incontrollabili. Si allungarono formando una barriera di fuoco. Infine si abbassarono rivelando, simile ai trucchi di magia che facevano i Babbani (ovvero non-maghi), una persona che girava su se stessa.
Ron, uscendo dal camino, si stabilizzò sui piedi dandosi pacche sulle braccia e sul dorso per rimuovere la fuliggine dalla maglia arancione.
Aveva appena usato uno dei mezzi di trasporto principali del mondo magico: la Polvere Volante.
Subito dopo si scostò dando spazio a colui che comparse alla stessa maniera tra le fiamme verdi, piroettando.
Ciuffi neri scompigliati celavano una sottile cicatrice a forma di saetta sulla fronte, occhi verde smeraldo dietro occhiali tondi, un sorriso si allargava sul volto di Harry Potter mentre si guardava attorno.
Alle sei meno un quarto Ron e i suoi erano andati a prenderlo dalla casa dei Dursley, gli zii adottivi che dispregiavano la magia e qualsiasi cosa che fosse un filino fuori dall'ordinario. La signora Weasley in principio aveva mandato loro una lettera per chiedere il consenso di farlo restare fino a fine estate. Però Ron aveva riferito in segreto a Harry che lo avrebbero preso comunque.
Hermione venne avanti tenendo tra le braccia il suo gatto arancione dal muso schiacciato: Grattastinchi.
Tuttavia, non riuscì ad aprire bocca perché qualcuno l'aveva sorpassata con una leggera spinta.
<< Allora l'ha mangiata? >>
Ron vide i gemelli circondare l'amico avidi di informazioni.
<< Sì, ma cos'era? >> domandò Harry incuriosito.
Ron si accorse che stava reprimendo a fatica una risata, doveva essere successo qualcosa di spassoso quando lui aveva lasciato il soggiorno dei Dursley (in frantumi, il camino elettrico li aveva bloccati all'interno del muro)
<< Una Mou Mollelingua, l'abbiamo inventata io e George! >>
La cucina rimbombò di risate, tranne Hermione, che scuoteva con disappunto la testa, e Ron che li guardava confuso.
In quel istante si unirono anche Bill e Charlie, spostando le sedie del tavolo cui erano seduti.
E mentre si presentavano ad Harry, Ron fissò preoccupato le fiamme. Il padre non aveva ancora fatto ritorno...
"Starà riaggiustando tutto?" pensò ricordando le espressioni furiose e allibite dei Dursley.
La castana sembrava avergli letto nel pensiero perché sussurrò: << È strano... >>
Circa cinque secondi divisero l'ansia dal sussulto. Un rumore secco e il signor Weasley apparì alla sua destra, iracondo come non mai. Si era Smaterializzato, azione che esclusivamente i maghi adulti avevano il diritto di attuare.
<< Cosa avete dato al figlio del Babbano?! >> sbottò contro i gemelli, cancellando il loro sorriso sulle labbra.
<< Noi non gli abbiamo dato nulla, è lui che l'ha presa >> precisò con aria burlona Fred.
<< Sapevate benissimo che stava facendo la dieta, perché avete portato quelle caramelle altrimenti?! >> continuò inviperito il padre.
<< L'abbiamo fatto perché Harry ci ha detto che è uno stupido bullo! >> ribattè George.
<< È vero signor Weasley >> si affrettò a confermare Harry.
Dallo sguardo in tralice di Hermione, Ron capì su cosa si basavano gli "esperimenti".
<< Comunque non avreste dovuto farlo! >> rimproverò il padre.
<< Quanto è cresciuta? >> disse George tentando di scappare dall'argomento "punizione".
<< Un metro e mezzo... >> sospirò lui. << Non c'è nulla da ridere ragazzi, non sapete il pasticcio che avete scatenato... Il caos più puro... la signora Dursley strattonava la lingua del figlio... non è affatto facile calmare un uomo che ti tira addosso soprammobili! >>
Harry annuì timidamente, si vergognava di appartenere ad una famiglia simile.
Però i gemelli non sembravano prenderla gravemente.
Il padre, gonfiando il petto, allora minacciò:<< Se lo venisse a sapere vostra madre... >>
L'effetto si propagò rapidamente, ora si sentiva solo il chiocciare delle galline nel cortile.
<< Se venissi a sapere cosa, caro? >>
Una voce semi dolce li colpì alle spalle. La signora Weasley era entrata in cucina e guardava il marito a braccia conserte. << Cos'è che dovrei sapere? >>
<< N-nulla... Molly cara... >> brontolò il marito, stuzzicandosi le mani.
Ron avrebbe scommesso tutte le sue figurine delle Cioccorane che non era tanto sfrontato da dirlo alla moglie. Se lei si arrabbiava diveniva una bestia.
Lo sguardo rigido della madre si spostò su Fred, e quindi sul sacchetto che aveva in tasca.
<< C'entrano per caso i Tiri Vispi Weasley? Pensavo che aveste preso sul serio il mio ultimo discorso, a quanto pare non è così. >>
I gemelli sbuffarono, pronti a sorbirsi un altra ramanzina.
<< Hey Ron, perché non mostri la tua camera ad Harry? >> chiese Hermione in tono furbo.
Ron si corrucciò, ignaro del suo scopo di fuggire da una discussione che non li riguardava.

Tuttavia lui, lei, Harry e Ginny (venuta a salutare quest'ultimo) sgattaiolarono sù intuendo a catena le intenzioni dell'altro.
Nemmeno giunsero al terzo piano che Harry disse:<< Cosa sono i Tiri Vispi Weasley? >>
<< Un progetto a cui Fred e George stanno spendendo mesi, si tratta di oggetti buffi, che sì insomma... fanno ridere >> rispose Ron in testa al gruppo.
<< Noi credevamo stessero scherzando >> soggiunse Ginny. << Ricordi quando la mia spugna da bagno si era trasformata in un mattone? >>
<< Sì >> ridacchiò Ron. << Mamma poi era accorsa, mentre tu ti facevi la doccia, per riportarla come prima >>
Anche lui si era imbattuto in uno di quei congegni, per esempio una sera di giugno il suo cuscino si era messo a strillare nel momento in cui ebbe toccato la sua nuca.
<< Se la caveranno? >> chiese inquieta Hermione, udendo le grida stressate della signora Weasley.
<< Sono determinati. Sono sicura che non si fermeranno >> vociò Ginny, allungando le gambe.
Davanti a loro una porta si spalancò e un capo riccioluto, con un paio di occhiali cerchiati di corno, spuntò.
<< Potreste fare meno baccano? Mi state deconcentrando! >>
Percy era innervosito.
<< Stiamo solo chiacchierando! >> affermò Ron stupito. << E poi non presumo che una relazione sui fondi di calderone sia tanto importante >>
<< Lo è invece! >> terminò Percy acido, sbattendo la porta.
I quattro continuarono la salita.
<< Se vuoi parlargli dopo, ti consiglio di chiedergli tutto tranne del suo capo al Ministero della Magia: il signor Crouch. Quando attacca non finisce più >> mormorò Ron ad Harry.
<< Sta diventando insopportabile; "il signor Crouch dice che..", "il signor Crouch è del parere che..." o "Sono d'accordo con il signor Crouch perché...". Finiranno per sposarsi quei due >> lagnò Ginny.
Hermione borbottò qualcosa di incomprensibile. Ron sapeva che lei non aveva mai avuto problemi con Percy, la vedeva piuttosto volenterosa di arricchirsi sui concetti scolastici che esso le anticipava.
Entrando in camera, Harry rimase di stucco. Era irriconoscibile. Vi erano a malapena insaccati quattro letti (Hermione avrebbe dormito nella camera di Ginny).
All'improvviso una minuscola pallina grigia schizzò a tutta velocità da Ron, che cadde addosso alla sorella.
Rialzandosi goffamente urlò:<< Leo sta calmo! >>
Harry abbozzò un sorriso, aveva riconosciuto il gufo dal quale aveva ricevuto il suo biglietto di buon compleanno.
<< Alla fine lo hai chiamato Leo? >> chiese Hermione osservando meravigliata il gufo che svolazzava in tondo fischiando a pieni polmoni.
<< No, glielo ha dato Ginny. Ma è patetico >>
<< Il suo nome è Leotordo! >> informò lei scandalizzata.
<< Appunto. Non lo trovate stupido? Ho provato a chiamarlo in altri modi, ma risponde solo con questo. Quindi adesso è Leo >> soffiò annoiato Ron.
Leo proseguì a cantare, probabilmente contento di incontrare nuove persone, così Ron lo afferrò al volo e lo mise nella gabbietta.
<< Come va Harry? >> disse Hermione, si erano disposti in cerchio su uno dei letti.
<< Tutto bene. Vi ringrazio per avermi mandato i dolci, non so se sarei sopravissuto mangiando pompelmo a colazione >> rispose grato.
<< Di niente amico >> disse Ron.
Si guardarono, un amicizia come la loro non si vedeva molto in giro.
<< Come sta Siri.. >> Ron non fu in grado di controllarsi. Lui, Hermione ed Harry avevano aiutato Sirius Black (il padrino) a svignarsela dalle grinfie dei Dissenatori, Creature Oscure che si nutrivano dei pensieri positivi degli uomini, dopo essere stato ingiustamente proclamato assassino.
Però Hermione gli assestò una gomitata, e con un cenno gli indicò Ginny che stava ascoltando la conversazione. Loro tre erano gli unici, più il preside di Hogwarts Albus Silente e il professore Remus Lupin (autolicenziato per via della verità sul suo conto), a conoscenza dell'accaduto.
Usò la scusa di dare una mano con la cena alla signora Weasley, ormai azzittita, per portare Ginny di sotto.
Successivamente i due le seguirono.

Verso le otto si riunirono ai tavoli che Bill e Charlie, cessando di lottare benevolmente, fecero apparire dal nulla.
Ron si accomodò tra Harry e Fred, affamato.
La madre era una cuoca eccezionale, e i pasticci di carne conditi con carote e insalata lo dimostravano.
L'aria era fresca e il cielo si colorava di nero, piccole lampade fluttuanti illuminavano il perimetro. Era una sensazione favolosa quella che stava provando. Le chiacchiere variavano dalla possibilità che avrebbe avuto l'Irlanda nel battere la Bulgheria nella partita di Quidditch, agli inviti supplichevoli della madre che tormentava Bill sul fatto di tagliarsi il codino, alle riflessioni serie dei traffici illegali di tappeti volanti che un mago stava infrangendo sostenuti da Percy e il padre. Harry parlò poco, preferiva ascoltare.
Quando furono sazi, la madre insistette perché andassero a dormire dato che la mattina li avrebbe alzati all'alba. A Ron non dispiaceva, aveva bisogno di energie per affrontare la più fantasmagorica partita di sempre...

(Continua...)

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