Druna (parte finale)
Draco saliva le scale della torre della Guferia con il morale basso.
Era deluso e arrabbiato con sé stesso. Ad ogni passo sentiva lo stomaco appesantirsi, come se avesse ingerito del cemento. Nemmeno la dolce atmosfera della sera riusciva a rasserenarlo.
Il suo piano, nonostante fosse stato architettato nei minimi dettagli, era fallito...lui aveva miseramente fallito.
Temeva la sfuriata del padre più di ogni altra cosa... perché sì, era naturale arrabbiarsi con i figli, anche se essi non avevano combinato nulla di sbagliato.
Draco aveva semplicemente ubbidito, così come faceva da anni, però purtroppo questa volta non era andata come sperava.
Ovviamente in quel momento Lucius non ne era al corrente, ma Draco era costretto a riferirgli tutto quello che accadeva, ed era per questa ragione che si stava arrampicando verso la cima della Guferia.
Nell'aria alleggiava uno sgradevole odore di topi morti e bisogni di pennuti. Draco era abituato a respirare meno ossigeno possibile quando entrava li dentro. Il suo gufo reale era tornato a casa dopo avergli recapitato la collana e i dolci, quindi non aveva altra scelta.
Solcato l'ultimo gradino, e riprendendo per un istante il fiato, Draco studiò con attenzione l'ampia stanza circolare. Tante razze di gufi stavano appollaiate tranquillamente su dei grossi trespoli di legno, oppure mangiavano le prede che avevano cacciato sul pavimento in ciottoli ricoperto di paglia.
<< Chi di voi posso usare? >> si chiese avanzando e osservando per bene i volatili.
Si fermò davanti a un barbagianni dal piumaggio giallo che, dall'aspetto robusto, ritenne fosse il più opportuno.
Draco allungò un braccio per fargli capire che doveva fare lo stesso con la zampa. Ma in risposta ottenne una rabbiosa beccata sulla mano.
<< Ahia! >> esclamò barcollando all'indietro e portando la mano illesa sull'altra per vedere se la ferita era grave o meno. Per fortuna era scorticato solo vicino all'indice.
Draco gettò un occhiataccia al barbagianni, prima di voltarsi e continuare con la ricerca.
Dopo pochi minuti aveva scovato l'identico gufo che aveva utilizzato l'ultima volta per avvertire al padre che avrebbe eseguito il piano. Il pensiero di non aver raggiunto il suo obbiettivo rientrò nella sua mente come un proiettile sparato da un fucile.
Tirò fuori la pergamena dalla tasca dei jeans tremando, sebbene il clima era a temperatura ambiente, e dispiegandola la rilesse:
"Padre,
Avevo completamente effettuato i tuoi ordini: non ho aperto il pacco davanti a qualcuno, non ho toccato la collana a mani nude e, come ti avevo scritto nella lettera precedente, ho scelto i Tre Manici di Scopa per colpire uno studente qualsiasi e dargli il pacco. Nessuno ha sospettato di nulla e, per non avere ulteriori problemi, avevo chiuso la porta a chiave.
Avevo lanciato la maledizione in modo corretto, quando però la ragazza si era voltata l'ho riconosciuta. Era Katie Bell, una cacciatrice di Grifondoro. Le ho consegnato il pacco e sono uscito dal locale prima di lei sempre per non dare nell'occhio. Ero concentrato ed ero in grado di farla camminare per tutto il sentiero che portava al castello. Ma all'improvviso il collegamento che avevo con la sua mente era sparito. Ti giuro che ero concentrato! Non c'era alcuna distrazione intorno a me! Ho creduto il peggio, sono corso al castello e infine al dormitorio.
Qualche ora dopo sono uscito e ho intravisto la ragazza venire scortata in infermeria. Appresi che deve aver tastato la collana, ma non ho ancora capito com'è potuto succedere! Era incartata...
Io ho fatto tutto il possibile.
Aspetto una tua risposta,
Draco Malfoy. "
Sospirando la piegò in due. La legò saldamente alla zampa dell'allocco grigio, che immobile fissava i suoi grandi occhi neri sui capelli biondo platino del ragazzo, tramite uno spago.
Poi Draco, che non aveva mai sostenuto un gufo sul proprio polso per facilitargli il volo, gli disse il nome del padre e si spostò immediatamente di lato perché quello, velocemente, si era fiondato ad un varco dietro di lui, simile ad una larga finestra, e decollò.
Con la piccola ferita sulla mano che iniziava a bruciare, Draco si avvicinò ai bordi del varco e vi appoggiò i gomiti. Osservava preoccupato l'allocco, che si allontanava man mano lasciandosi trasportare dal vento.
Quella domenica restò tutto il tempo nel castello, nonostante Pansy e Blaise avevano cercato di convincerlo ad andare con loro a Hogsmeade.
Draco si sentiva come un soldato caduto in guerra, sconfitto.
Uscire con Sabrina era stata una pessima idea. Perché non si era reso subito conto quanto fosse avida?
Draco aveva metà della sala comune per sé, solo gli studenti del primo e secondo anno non avevano il permesso di addentrarsi al villaggio. Svolgeva lentamente i compiti, fermandosi ogni tanto per immaginare come se la stessero spassando i suoi amici in quel momento.
Essi tornarono verso le cinque con le lacrime agli occhi, segno che avevano riso. Reggevano una busta di plastica e, mentre Draco si domandava cosa avessero acquistato, la risposta arrivò all'istante perché la vuotarono sul tavolo.
Tante caramelle colorate si sparpagliarono sulla pergamena che stava usando per scrivere il tema di Pozioni.
<< Dato che non volevi venire con noi... >> disse Blaise posando una mano sulla spalla di Draco.
<< Abbiamo portato da te un po' di felicità >> continuò Pansy soddisfatta sedendosi di fronte a lui.
Draco non aveva parole, li guardava incredulo e gratificato.
<< Che aspetti? Mangiane una! >> lo esortò Blaise avvicinando con le dita il mucchio di dolcetti.
Draco finalmente sorrise. Quel sorriso spazzò via ogni problema che lo stava preoccupando. Si era sempre creduto inferiore a Harry Potter perché aveva delle persone che gli volevano bene, che lo seguivano sempre e dovunque. Ma adesso anche lui si sentiva, per la prima volta nella sua vita, importare a qualcuno.
Afferrò una cioccorana e aprì la scatola. Però non fece in tempo ad acchiappare la rana di cioccolato, che essa saltò sul tavolo e successivamente a terra. Pansy arretrò sussultando con la sedia, facendola strusciare sul pavimento.
Invece Blaise si buttò a terra ridendo e, supportato dalle grida incoraggianti dei due, provava a riacciuffare il dolce saltellante.
Il giorno dopo si avviarono alla Sala Grande per pranzare, avevano appena terminato le lezioni del mattino.
Il professor Binns e la professoressa Mcgonagall non erano andati molto avanti, tuttavia diedero comunque come compito di studiare le pagine trattate.
<< Che abbiamo questo pomeriggio? >> chiese Blaise mentre prendevano posto al centro del lungo tavolo.
<< Erbologia... >> disse Pansy sbuffando. << Non sai ancora l'orario? >>
<< Mica ci metto due settimane a impararlo a memoria! Ma alcune materie le so... >> rispose Blaise scocciato.
Draco sinceramente non sapeva nemmeno quelle quest'anno, se aveva bisogno bastava chiedere a Pansy.
All'improvviso, pensando a Erbologia, Giorgia Rophard gli invase la testa come se mille mosche gli stessero ronzando fastidiosamente all'interno.
Poi le frasi contrariate di Hannah Abbott... Giorgia che si inoltrava nel castello dopo avergli detto che non avrebbe potuto frequentare un Serpeverde...
"Non devo più considerarla, il padre non vuole ed io lo accetto" ragionò convinto.
Draco alzò lo sguardo e udì Goyle chiedergli, con la bocca piena di cibo, se voleva gli spaghetti al sugo.
Lui era da poco arrivato ed il piatto era ancora vuoto, perciò acconsentì.
Qualche minuto dopo, tra brevi conversazioni sulle lezioni tenute dalla maggior parte dei Serpeverde, Draco percepì qualcosa sfiorargli il capo. Ma non era un pensiero...
Un alloccò grigiò piombò sul suo piatto, schizzando sugo dappertutto.
Cercando di pulirsi come meglio poteva il maglione della divisa, Draco vide che aveva una lettera stretta nel becco.
<< Hai una macchia di sugo sulla guancia sinistra! >> rise Blaise indicandogliela.
Pansy scrutava con disprezzo l'allocco, era un bene che si era seduta accanto a Blaise, altrimenti avrebbe avuto patacche di sugo perfino tra i capelli.
<< Che atterraggio pessimo >> commentò Draco tirando la lettera dal becco dell'animale.
L'allocco emise un acuto fischio, sembrava profondamente colpito, e senza aspettare aprì le ali e volò via.
Blaise rise di nuovo e con più forza, Draco non ci diede peso e si giurò che avrebbe utilizzato un altro gufo per rispondere al padre la prossima volta.
Stava per aprire la busta quando ad un tratto si bloccò. Non voleva far accadere quello che era successo la scorsa settimana. La cacciò in fretta nella borsa e decise che l'avrebbe letta lontano dagli occhi curiosi dei suoi compagni.
Più tardi, nella serra numero quattro, Draco non riusciva a trovare qualcosa che lo confortasse per togliere la voglia di conoscere ardentemente cosa ci fosse scritto. Non era una Strilettera; quindi intuì che forse il padre non era veramente arrabbiato come temeva, ma doveva ricordarsi che non aveva mai ricevuto Strilettere, perché Lucius Malfoy non desiderava certo farsi sentire dall'intera scuola, rovinando il nome della sua famiglia.
Non lo consolarono nemmeno le sgrida esasperate che la professoressa Sprout rifilò a Crabbe, per non aver innaffiato la sua margherita, e ad Astoria, per averla innaffiata troppo da farla appassire. Né il fatto che il suo Fungo-Mantenitore era più in forma rispetto a quello di Blaise.
Quando anche l'ultima ora della doppia lezione di Erbologia giunse alla fine, Draco sospirò impaziente.
Finalmente avrebbe potuto reprimere quell'incessante sensazione di curiosità.
L'unica cosa che gli restava da fare era sgattaiolare in un posto tranquillo, allontanando per alcune ore Blaise e Pansy.
Corse con tutta la potenza che aveva nelle gambe verso la sponda del Lago Nero, passando per il cortile del castello. Si guardò intorno con il cuore che gli batteva rapidamente nel petto, c'erano pochi studenti che giocavano allegramente nel parco.
Ansimando si accostò ad un albero di quercia che distava due o tre metri dall'acqua, come di consueto, nera.
Gettò ancora uno sguardo attorno, respirando a fondo.
Poi tirò fuori la lettera con mani tremanti, la avvicinò al naso facendosi coraggio. La aprì e rimase stupito per le poche righe:
"Caro Draco,
Fa niente per la collana, ti credevo capace. Spero per te che nessun professore si prenda la briga di trovare il colpevole, altrimenti sarai nei guai. Cercherò comunque di farmi venire in mente qualsiasi cosa per distruggere il Preside.
I Mangiamorte stanno diventando irrequieti, quindi datti una mossa per capire come attivare l'Armadio Svanitore.
P. S: Se hai letto ti conviene buttarla a terra, questa "lettera" si autodistruggerà per mia volontà.
Lucius Malfoy"
Draco fissava confuso l'espressione "autodistruggerà".
In quel momento i suoi dubbi vennero stravolti da un improvviso fumo bianco che si sprigionò da essa. Il fumo aumentava e Draco avvertiva le sue dita colte da un immenso calore, che cominciava a diffondersi su tutto il foglio.
Fece cascare la pergamena dalle sue mani e indietreggiò spaventato. In un secondo prese fuoco. Ora capiva il motivo... il padre aveva rivelato la sua missione.
Draco avanzò cautamente, osservando l'ormai ammasso di cenere che fino a poco fa costituiva la lettera.
Come una morsa che gli stringeva lo stomaco, si voltò di scatto pensando che qualcuno lo avesse visto. Era davvero fortunato, oltre lui non c'era nessuno in quella zona.
Draco sapeva che si stava facendo sera, ebbe la certezza intravedendo le nuvole che, pian piano, si coloravano di rosa e arancio. Per giunta era rinfrescato dall'ombra dell'albero che lo sovrastava.
Ma a parte il leggero venticello che gli scompigliava i capelli e muoveva il mantello, Draco percepiva qualcosa che emergeva dal profondo del suo animo.
La testa ritornava a pesare per i pensieri che doveva esaminare. Non era capace... il padre sperava il contrario. Avrebbe attuato un altro sistema per uccidere Albus Silente...e concedere il controllo della scuola ai Mangiamorte. E doveva scoprire come funzionava l'Armadio Svanitore... il padre gli aveva scritto di sbrigarsi. A tutto ciò si sommava il pensiero che non si era fidanzato, Giorgia e Sabrina lo avevano ferito.
Splash!
Era come se qualcuno avesse lanciato un grosso macigno nel lago. Draco sobbalzò perché era effettivamente vero. Hagrid, il mezzogigante nonché guardacaccia e professore di Cura delle Creature Magiche di Hogwarts, era proprio sull'altra riva.
Draco lo guardò stancamente mentre Hagrid spingeva con facilità un secondo masso nell'acqua, provocando una piccola onda. Dopodiché sparì alla sua vista, diretto - probabilmente - alla capanna.
Draco portò gli occhi sul terreno sotto di lui, e si chiese perché dapprima non aveva notato i ciottoli e le pietre ridotte che si stagliavano sul limitare del lago. Allungò un braccio e ne sollevò uno. Con un movimento fluido ed equilibrato lo scagliò sulla superficie dell'acqua. Il ciottolo rimbalzò due volte, poi sprofondò di colpo.
Quell'azione gli scatenò una lieve senzazione di rilassamento.
Dunque prese un sasso, dopo un altro e un altro ancora. E li lanciò uno alla volta.
Al quarto, rimunginò sull'armadio. Nella seconda settimana del primo trimestre se ne era completamente dimenticato, essendo già impegnato per via della collana e delle due ragazze.
Ormai aveva imparato così bene il piano e il corridoio della Stanza delle Necessità che si sarebbe incamminato anche a occhi chiusi.
"Stasera non ci vado - strinse un ciottolo - devo solo calmarmi un po' " pensò, osservando le tenue ombre degli alberi della Foresta Proibita allungarsi.
Splash. Splash.
Draco si irrigidì tanto da far invidia ad una statua. Eppure era sicuro di avere l'oggetto nel pugno della mano.
Lentamente girò la testa a sinistra, nello stesso punto in cui aveva udito il suono...
Una figura femminile si drizzò, spostò il braccio destro indietro e lo riportò velocemente davanti a sé, mollando ciò che assomigliava ad una pietra nera e bitorzoluta. Draco non poteva non riconoscere quelle ciocche bionde e quell'inconfondibile collana composta da pietre colorate.
<< Che ci fai tu qui?! >> disse aspro.
<< Scusami, non volevo disturbarti... >> disse Luna, con una nota di dispiacere nella voce, voltandosi.
Draco sentì subito il suo stomaco fare un balzo. Era una cosa davvero insolita da non darsi una spiegazione.
<< Lo hai appena fatto >> replicò corrugando la fronte.
<< Stavo passeggiando per il parco e ti ho visto tirare sassi nel lago. Mi parevi colmo di pensieri.. >> disse Luna in tono gentile.
<< E allora? >>
Draco cominciava a considerare che quella ragazza non era semplicemente strana, bensì impicciona.
Luna si chinò, raccolse un sasso e tornò a guardare gli occhi di Draco, che lo mise a disagio.
<< Volevo provare anche io >> continuò Luna tirando il sasso nell'acqua. << Per scacciare quelli negativi >>
Draco sbuffò, stentava a credere che lei avesse qualcosa di serio su cui riflettere.
<< Con pensieri negativi intendi "punti persi per la Casa?" >> cantilenò con una smorfia, come per fargli comprendere che era una cosa sciocca.
<< In realtà non ci avevo pensato! D'altronde no...il professor Piton ha corretto il mio tema riguardante gli Spettri, e mi ha dato Troll come voto >> informò Luna amareggiata. << Non ho mai avuto un voto così basso >>
Il professor Piton era famoso per il suo carattere severo e per i favoritismi che offriva ai Serpeverde, Draco non fu per niente sorpreso dalla notizia.
Senza dire altro si girò. Aveva parlato con lei abbastanza, ora voleva solo gettare ciottoli nel lago per tranquillizzarsi.
Tuttavia Luna non mostrava segno di volersene andare. Draco non sopportava l'idea di essere osservato, aprì bocca per dirglielo ma lei riprese:<< A volte bisogna parlare dei propri segreti a qualcuno... >>
Draco richiuse la bocca. Lei che ne sapeva se lui aveva dei segreti? Non poteva aver visto la lettera in fiamme. Magari stava solo generalizzando, forse lo vedeva molto spesso taciturno da ipotizzare che nascondesse qualcosa...
<< Ma se non si hanno persone di cui fidarsi... >> mormorò calciando un sassolino con il piede.
<< Allora parlane con un essere inanimato. Ti sentirai meglio una volta aver fatto uscire quello che ti tieni dentro >> disse Luna con calma.
Draco rimase imbambolato da quelle parole. Aveva sempre voluto confessare le sue frustazioni, e per tutto il tempo si era domandato se svelare ai suoi amici che era un Mangiamorte fosse stata una saggia soluzione, che non aveva valutato il concetto di dirlo ad un oggetto qualsiasi solo per liberarsi del peso che ogni giorno si espandeva nel suo cervello.
Luna gli sorrise, felice di essere stata d'aiuto, e saltellando si allontanò da lui.
Draco scosse la testa, sollevò una grande pietra e la scagliò con forza nell'acqua.
Il mercoledì corse di gran carriera, con Blaise affianco, per il campo di allenamento di Quidditch. Essendo il capitano della squadra di Serpeverde, aveva l'onore di decidere ai provini quale studente avrebbe assunto un determinato ruolo.
Blaise era il portiere, e per tutto il tragitto bombardò il biondo di domande come "Posso aiutarti a giudicare?" o "Secondo te avremo delle riserve quest'anno?". Draco non credeva minimamente all'ultima domanda, soprattutto perché avevano necessariamente bisogno di un Battitore e un Cacciatore che sarebbe già stato tanto trovarli di decenti.
La professoressa Hooch, insegnante di Volo, si era occupata di raccogliere i nomi dei Serpeverde che volevano partecipare.
Le gambe di Blaise si agitarono per la contentezza quando, arrivati in mezzo al campo, videro cinque studenti robusti disposti orizzontalmente in fila.
<< Sì, avremo delle riserve! >> bisbigliò eccitato nell'orecchio di Draco nello stesso instante in cui la professoressa Hooch stava munendo di Strellasfreccia i candidati.
<< Dipende, vediamo come se la cavano... >> borbottò Draco.
Infine, dopo vari test, Draco scelse con riluttanza Samuel Groskey - terzo anno - come Battitore e Verius Foltran - quinto anno - in veste di Cacciatore.
La prima partita l'avrebbero giocata il venerdì prossimo contro i Corvonero.
Draco aveva ripetuto alla sua squadra almeno tre volte, la mattina seguente a colazione, che se avessero vinto si sarebbero scontrati con i Grifondoro.
Pertanto, oltre ad aver insegnato le tattiche di gioco (che conosceva tramite il loro vecchio capitano Marcus Flint) ai nuovi componenti negli allenamenti pomeridiani fissati precedentemente, Draco non aveva avuto l'opportunità di eseguire il suo compito.
Doveva inventare una scusa migliore se voleva raggiungere l'Armadio Svanitore; perché era sicuro che, se gli avesse detto l'identica cosa, Blaise lo avrebbe accompagnato con piacere in biblioteca, assicurandosi di persona che avvistasse qualche splendida ragazza.
Il pomeriggio della vigilia della partita Draco e i suoi compagni di squadra percorsero il viale, scopa in spalla, per un'altra giornata di allenamento.
<< Ci vediamo a cena nella Sala Grande, ragazzi >> aveva detto Pansy a Draco e Blaise proprio nell'attimo in cui stavano attraversando il passaggio segreto della loro sala comune.
Draco pensava che le probabilità di avere la meglio sui Corvonero erano alte, mentre le tribune degli spalti si facevano spazio alla loro vista.
<< Li stracciamo di sicuro! >> esclamò Samuel ghignando.
<< Lo hai detto. Sarà come ogni anno! >> disse Blaise lanciando uno sguardo trionfante verso il cielo limpido.
Draco annuì, adorava sentire commenti positivi perché sapeva che mantenevano felici i loro umori.
<< Ok, cominciate a fare un giro di riscaldamento. Io vado a prendere le palle >> ordinò all'entrata, rivolgendo un' occhiata a Blaise come per dire "Tienili d'occhio".
Fece dietro front verso il capanno delle scope. Ci mise un po' di minuti per trascinare il pesante baule fino al centro del prato ovale.
Dopodiché guardò con attenzione come i ragazzi sterzavano nell'aria avanti e indietro; rise vedendo Blaise fare un giro della morte che però non si concluse come avrebbe giurato, perché stava penzolando dalla scopa con la testa e le braccia all in giù.
Con un colpo di bacchetta spalancò il baule e subito due solide palle nere, chiamate Bolidi, emersero fuori. Aggangiò la Pluffa - una grossa palla rossa - e la tirò verso il gruppo che continuava a volare avanti e indietro. Uno dei tre Cacciatori la prese al volo e la passò al vicino.
Per ultimo liberò il Boccino d'Oro, una minuscola pallina dorata dotata di ali d'argento.
Draco contò dieci secondi per permettere al Boccino di fuggire il più lontano possibile da lui, che come Cercatore aveva lo scopo di acciuffarlo facendo così guadagnare centocinquanta punti alla Casa e ponendo fine allo scontro.
Montò sulla sua Nimbus Duemila e Uno, regalata dal padre quattro anni addietro, e si librò velocemente in sù. Il vento schiacciava i suoi capelli e lui si alzava sempre più in alto, raggiungendo la sommità dei tre anelli posti ad entrambi i lati del campo.
Inspirò ed espirò per un istante. Un leggero bagliore di luce gli segnalò che il Boccino era esattamente dentro il primo anello d'oro, protetto in quel momento da una tenace parata di Blaise contro la Pluffa indirizzata da Foltran.
<< Ottimo Zabini! >> gridò quest'ultimo con il gesto del pollice.
Draco si curvò sul manico della scopa e, stringendo le mani attorno ad essa, schizzò a tutta birra in avanti.
Ma all'improvviso qualcosa lo fece frenare di botto. Si ricredette, non era qualcosa... era qualcuno.
Luna Lovegood era collocata sugli spalti, borsa di scuola sulle gambe, e sembrava particolarmente interessata al loro riscaldamento.
Draco digrignò i denti. Che ci faceva lei lassù, mentre tutti gli studenti erano nel castello per giocare o fare i compiti?
Assieme all'idea di scacciarla impressa nella mente, Draco filò dritto da lei.
<< Buon pomeriggio, Draco >> gli disse Luna sorridendo.
Draco sentì di nuovo un balzo. Nonostante gli succedeva tutte le volte che la incontrava, non capiva cosa significasse. Ma questa volta era sicuro che non proveniva dallo stomaco, ma dal cuore.
<< Ci stai spiando? >> sbottò in tono aggressivo. << Vuoi spifferare le nostre tattiche al capitano di Corvonero? >>
<< Non ho molti amici... e il capitano non è uno di essi >> fece Luna congiungendo le dita delle mani sulle ginocchia. << E poi non farei mai una cosa del genere, per chi mi hai preso? >>
<< Perché sei qui, allora? >> chiese Draco sospettoso.
<< Ecco... questa è la prima volta che assisto all'allenamento dei Serpeverde. Sino ad ora ho visto le altre Case, nel tempo libero naturalmente >> confessò Luna, poi, sbalordita dalla battuta di mazza che un Battitore sestò ad un Bolide nell'altra estremità del campo, aggiunse:<< Certo che ne hanno di potenza nelle braccia! >>
Draco si voltò a guardare il Battitore, che si stava affiancando a Blaise.
<< Parecchia... >> disse, << Domani giocheremo contro i Corvonero. Devo credere che tu non farai la spia? >>
<< Ognuno può credere quello che vuole... Ma sappi che non ho mai fatto la spia a nessuno >> rispose Luna sincera.
Bastò osservarla negli occhi per sapere che stava dicendo la verità, ma Draco non voleva avere quelli suoi puntati su di loro mentre si allenavano.
Lei ti mette a disagio, disse una vocina dentro di lui.
"No, non è vero" rispose Draco tra sé.
Non mentire a te stesso, è quel sorriso, continuò la vocina.
Draco roteò gli occhi e si costrinse a spegnere il suo subconscio, concentrandosi invece sul presente.
<< Quindi mi stai dicendo che passi il tempo a fissare i giocatori delle varie Case? >> disse sogghignando.
Luna scrollò le spalle e ad un tratto si illuminò: << Oh, mentre noi stiamo chiacchierando quella graziosa pallina dorata sta svolazzando lentamente dietro di te... Guarda! >>. E indicò alle sue spalle. Lo stava per caso prendendo in giro? O stava solo cercando di cambiare argomento?
Indeciso, Draco si girò. Esattamente a due metri da lui, il Boccino d'Oro sbatteva le sue lunghe e sottili ali.
Draco si curvò sulla scopa senza esitare, tenendo pronta la mano. Neanche un secondo che il Boccino si divincolava dalla sua stretta. Spostò il manico della scopa leggermente a sinistra e si fiondò verso la sua squadra, mostrando con il braccio levato sulla testa la sua conquista.
<< Grande Draco! Il Cercatore di Corvonero non avrà speranze >> esclamò Blaise dandogli una pacca sulla schiena.
Anche gli altri esultarono, gridando che la vittoria sarà loro.
Liberandosi dalle sonore pacche, Draco posò lo sguardo sulle panche delle tribune. La gioia, che fino a quel momento lo invadeva in tutto il corpo, svanì non scorgendo Luna.
Non aveva scordato il suo consiglio, infatti trascorreva la gran parte delle serate, rinchiuso nel dormitorio, a discutere della collana insieme al libro di Difesa Contro le Arti Oscure.
Non era più seduta. Draco la vide scendere le scalette in legno, la borsa che le dondolava sulla spalla, e uscire dal varco posteriore.
Si stava avviando per la Torre di Corvonero con lo scopo di raccontare ogni cosa al capitano?
"No... era sincera. Non dovevo insistere a quel modo però..." si disse preoccupato. Preoccupato? Da quando si preoccupava per lei? Perché quando lei gli sorrideva o rivolgeva la parola lui sentiva lo stomaco fare uno strano tuffo?
I suoi pensieri vennero interrotti da un sibilo feroce che lo sfiorò alla gamba sinistra, un Bolide lo aveva fortunatamente mancato.
<< Attento capitano! >> disse Samuel sfrecciandogli davanti la faccia, e rispedì il Bolide in aria.
Per non rischiare di rompersi il naso prima della partita, Draco volò in basso. Allentò la presa della mano e il Boccino d'Oro, veloce come un razzo, scomparve.
<< Blaise...come stai? >> chiese Pansy appena lo vide entrare nella sala comune, due settimane dopo.
<< Ah... ho la schiena a pezzi! >> si lamentò Blaise accasciandosi su una sedia del tavolo dove i due ragazzi stavano finendo i compiti.
Draco non era mai stato così felice nel riavere Blaise alla propria destra, aveva passato tutto il pomeriggio assillato dalle noiose domande sugli esercizi da Pansy.
<< Quell'idiota di Filch mi ha fatto lustrare il pavimento e i gabinetti del bagno dei maschi >> proseguì chiudendo gli occhi affaticati.
Draco ricordava perfettamente il motivo per cui il Custode lo aveva punito: stavano uscendo dalla classe di Incantesimi quando uno studente di Grifondoro, che dalla taglia sembrava del quinto anno, spiaccicò una putrida Caccambomba sulle scarpe di Blaise; lui, colto dalla collera, impugnò la bacchetta e lo affatturò.
Rise pensando all'immagine disgustata di Filch mentre scortava il moro nel corridoio.
<< Almeno il ragazzo lo hai sistemato per bene, no? >> disse Pansy incuriosita riponendo un libricino nella borsa.
<< Eccome, Filch ha dovuto strattonarmi con la forza. Non smettevo di ridere per le gambe flaccide che avevo fatto apparire al Grifondoro! >> disse Blaise riaprendo gli occhi e guardando Pansy.
<< Gli sta bene. Adesso sa con chi ha a che fare >> aggiunse Draco in tono risoluto.
In quei giorni ebbero molte ore a disposizione per stare insieme; visto che, avendo vinto, come previsto, contro i Corvonero e considerando che la partita successiva si sarebbe tenuta i primi di Novembre, Draco aveva dimezzato le ore di allenamento.
Piuttosto uguali si erano rivelate le giornate, gli alunni sembravano contenti per il nuovo professore di Pozioni, ma alquanto dubbiosi per Difesa Contro le Arti Oscure perché l'insegnante non era niente meno che Piton. Le verifiche si avvicinavano e questo spingeva i tre Serpeverde a dare il massimo.
Draco, ultimamente, era costantemente teso quando i gufi irruppevano nella Sala Grande per consegnare la posta, ma poi si sollevava vedendo che tra i pennuti non vi era alcuna traccia del gufo reale di famiglia. Però la fortuna non era sempre dalla sua parte...
Corse allo stesso luogo, si accostò sotto lo stesso albero e, come l'altra volta, iniziò a lanciare ciottoli nel Lago Nero. La sua mente, che aveva completamente sostituito la missione che avrebbe dovuto portare al termine con le partite di Quidditch, venne sopraffatta dalle parole del padre lette di nascosto su una nuova lettera.
Lucius Malfoy aveva progettato un altra cosa per far fuori Albus Silente. E chi avrebbe attuato il piano se non lui?
Infatti, insieme alle lettera, Draco aveva scartato una bottiglia di vino.
Tale e quale alla collana, un altro biglietto gli spiegò che quella era un Idromele avvelenata.
Inoltre il padre era seriamente convinto che sarebbe giunta dritta nelle mani del preside perché aveva chiesto esplicitamente a Draco di dare la bottiglia, senza dimenticare che era un dono, ad una persona da lui scelta... Horace Lumacorno.
Draco aveva creduto per un istante di aver letto male, ma non si sbagliava. Il padre sperava che Lumacorno, essendo una conoscenza di vecchia data, non avrebbe controllato se il vino fosse stato buono o meno.
"Lo faccio per i Malfoy..." si disse tristemente, facendo rimbalzare ripetutamente una pietra sul palmo della mano.
Si voltò a sinistra, nessun sorriso gentile ricambiò lo sguardo. Ormai vedeva Luna solamente nelle materie che i Serpeverde condividevano con i Corvonero, e non le aveva più parlato dopo quell'allenamento di Quidditch.
"Perché penso a lei?" si chiese furioso tirando la pietra.
Draco chiuse gli occhi con fare rassegnato e inspirò l'aria fresca di ottobre.
In tutta la scuola l'odore delle zucche, che venivano coltivate nell'orto di Hagrid, penetrava nelle narici degli studenti giorno dopo giorno.
Tutti erano ansiosi di festeggiare Halloween con il banchetto della Sala Grande. I professori però avrebbero allestito le diverse decorazioni solo la mattina prima, e da lì mancava ancora molto.
<< Ricordate il ragno di plastica che Crabbe e Goyle avevano fatto cadere sul capoccione di Neville, l'anno scorso? >> chiese Blaise ridendo a Draco e Pansy mentre attraversavano un corridoio una di quelle giornate.
<< Sì, era scappato via quel fifone! >> esclamò Pansy ridendo a sua volta.
<< E come dimenticarlo? >> ribadì Draco, strizzando gli occhi e scuotendo terrorizzato le mani come un imitazione non troppo lontana di Neville.
<< State parlando di noi? >> grugnì una persona che sbucò da una rampa di scale alla loro destra.
Draco si fermò, seguito da Pansy e Blaise, e attese che i protagonisti dello scherzo si fecero avanti.
<< Siete stati fantastici! >> strillò Pansy a Crabbe e Goyle, che divennero più rossi di un pomodoro.
<< Grazie >> rispose Crabbe con la sua voce roca.
<< Ah... Ora devo andare, sapete Aritmanzia >> fece Blaise imbarazzato infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
<< Vai pure secchione dei numeri! >> disse Pansy con un cenno della testa. << Tanto noi abbiamo Divinazione >>
Draco salutò l'amico, sapendo che era l'unico del loro anno ad aver scelto quel corso.
Ma non fecero nemmeno un passo che il grugno di Goyle raggiunse le loro orecchie.
<< Cosa c'è? >> chiese Pansy accigliata.
Crabbe si spiegò al posto suo e disse, anche se con una certa difficoltà nel ricercare le parole, che avevano dimenticato i libri.
Pansy non aveva nessuna intenzione di aspettare oltre, per cui lei e Draco si avviarono alla torre.
L'aula di Divinazione era sempre stata in cima alla scala a pioli, che gli studenti dovevano salire abbassando il cordino della botola.
Svoltato un angolo Pansy brontolò:<< Non credi che sia una materia inutile? >>
<< Lo penso sin da quando la professoressa Trewlaney ce l'ha illustrata >> rispose Draco sospirando.
Poi sentì Pansy bonfonchiare qualcosa che suonava come "Non riesco a capire... come si fa a prevedere il futuro? Sono solo stupidaggini!".
Anche Draco pensava che erano solo stupidaggini, un sacco di volte aveva preso in considerazione l'idea di lasciare quella materia. Ma cosa avrebbe detto al padre? Che leggere le carte non faceva per lui?
Rimuginando in tutto questo non si accorse che Pansy si era arrestata e stava gridando a pieni polmoni come una gallina arrabbiata.
<<...una stupida! Dov'è il tuo bel cervellino, sulle nuvole? Preferisci immaginare di cavalcare unicorni piuttosto che guardare dove metti i piedi?! >>
Dai libri e dalle pergamene che erano disordinatamente buttate a terra, Draco capì che l'amica deve essersi scontrata contro qualcuno, cosa che accadeva spesso se si andava di fretta.
<< Tieni le tue manacce a posto! Non toccare le mie cose! >> ringhiò Pansy chinandosi e strappando in malo modo i fogli che Luna Lovegood stava cercando di raccogliere per aiutarla.
Draco, nel rivederla, sperava vivamente di avvertire il tuffo nel cuore - senza dar retta al suo subconscio - , invece sentì il suo stomaco appesantirsi per come Pansy la stava trattando.
<< Pansy sta calma, vai avanti >> disse avvicinandosi a lei.
<< Ah, ci pensi tu a insultarla? Bene >> disse Pansy seccata rimettendo tutto nella borsa. E squadrando Luna un ultima volta con aria maligna, Pansy scomparve nel corridoio camminando con il naso all'insù.
Passò qualche istante di silenzio, lo scalpicciò degli studenti che entravano nelle stanze adiacenti rieccheggiava sulle pareti.
Draco spostò lo sguardo su Luna, che immobile lo osservava.
Pansy gli aveva detto di insultarla...ma lui non voleva, non più.
<< Sparisci! >> esclamò cercando di far sembrare la sua voce meno divertita di quanto in realtà lo era.
<< Sissignore! >> disse Luna sorridendogli gentilmente.
Mentre si allontanava dalla parte opposta, lo stomaco di Draco si sgonfiò e tornò ad essere leggero come una piuma.
Scuotendo il capo e incredulo alla situazione bizzarra che si era appena creata, Draco avanzò per la torre di Divinazione.
I tre corsero nella loro sala comune per posare le borse, la sera di Halloween.
Blaise era davvero contento e non vedeva l'ora di rimpizzarsi di caramelle, d'altro canto Pansy non pensava solo al cibo ma ai pipistrelli che avrebbero svolazzato indisturbati sui tavoli.
Difatti i professori si erano dati molto da fare: ogni corridoio era decorato da zucche e fioche torce, proprio come le aule, e le ragnatele coprivano ogni angolo dei muri. In qualche armadio risiedevano degli scheletri e le candele erano state sostituite dalle zucche intagliate.
Il cielo nuvoloso contribuiva a rendere l'atmosfera più tenebrosa, i fantasmi apparivano in qualunque posto, attraversando di tanto in tanto gli alunni per causargli freddi brividi.
Tutti si affrettarono nella Sala Grande, tutti tranne Draco. Con una buona scusa aveva seminato Pansy e Blaise.
Camminava inflessibile nel corridoio del quarto piano, sapendo che gliene restavano ancora tre per giungere nella Stanza delle Necessità.
Per farsi perdonare dal padre aveva provato ad attivare l'Armadio Svanitore con qualsiasi oggetto possibile, ma ottenne sempre lo stesso risultato. Gli oggetti sparivano il giorno dopo, si fondevano con quelli che aveva messo in precedenza oppure esplodevano. Non poteva permettersi che questo capitasse anche ai Mangiamorte, doveva riuscire a capire quale fosse la parola giusta da formulare.
Draco mise il piede sullo scalino della rampa, che lo avrebbe condotto al quinto piano, però non salì.
Abbassò la testa, sentiva qualcosa che gli premeva contro il petto. Si allargava nelle costole, fino a raggiungere la gola e infine la testa.
Cosa gli stava succedendo?
Senza riflettere agì d'istinto. Si voltò e ripercorse correndo il corridoio, scese di un piano, poi un altro.
Correva guardando il pavimento, e per questo non distinse il viso dello studente cui andò a sbattere. Facendo a meno di scusarsi proseguì la sua corsa.
Attraversò il corridoio sulla sinistra e in seguito tirò la maniglia di una porta di quercia. Richiuse la porta con un tonfo secco, era entrato nel bagno dei maschi. Blaise lo aveva pulito davvero bene, i lavandini scintillavano e il pavimento era privo di macchie, sebbene fosse passato qualche giorno dalla sua punizione.
Tuttavia Draco non era certo entrato per complimentare la sua bravura, si appoggiò al lavabo. Dal silenzio che lo circondava capiva che era solo.
"Quella cosa" si stava ancora facendo strada nel suo corpo, rendendolo improvvisamente debole e triste.
Si staccò la cravatta con un gesto fulmineo e si guardò allo specchio.
"Che cosa sono io? Che cosa sto facendo?" pensò osservando il suo riflesso ansimare per la fatica.
<< Un mostro! >> mugulò con gli occhi che cominciavano a pizzicargli.
<< Non sono un assassino...>> disse stringendo i bordi del lavandino e portando gli occhi su di esso.
La cosa continuava a premere dentro di lui, a farlo soffire... era il senso di colpa. Aveva fatto del male alla ragazza di Grifondoro tramite la collana...doveva attendere che Lumacorno si decidesse a dare la bottiglia di Idromele avvelenata a Silente... e stava perdendo la testa a causa dell'Armadio Svanitore.
<< Non dovevo ubbidire a mio padre...>> mormorò con gli occhi che sembravano sul punto di scoppiare. << Ma non ho altra scelta...>>
Le lacrime uscirono e bagnarono il suo volto pallido. Lui, Draco Malfoy, il ragazzo più spavaldo e popolare di tutta la scuola che piangeva.
Neanche il Quidditch ora lo rincuorava, visto che i Mangiamorte avrebbero distrutto tutto appena gli avrebbe dato il via libera.
Lui era uno di loro e doveva eseguire gli ordini del Signore Oscuro, altrimenti lo avrebbe ucciso. Era questo che lo spingeva ad attuare i piani, la morte...lui non voleva morire.
Il silenzio del bagno era lacerato dai suoi singhiozzi, dalle sue frustrazioni, dal rumore della porta e da alcuni passi leggeri che si avvicinavano...
<< Perché piangi? >> chiese una voce delicata.
Draco sobbalzò per lo spavento, dallo specchio vide una Luna Lovegood fermarsi a qualche metro da lui, con le mani serrate intorno alla cinta della borsa.
Senza rispondere ruotò in fretta e furia il rubinetto dell'acqua e si sciaquò la faccia.
<< Questo è il bagno dei maschi! >> esclamò indignato voltandosi a guardarla, sperando con tutto se stesso che gli occhi gonfi di lacrime non si notassero. << Che ci fai qui? >>
<< So che la maggior parte dei ragazzi sono nella Sala Grande per festeggiare Halloween, infatti ci stavo andando anche io... >> iniziò Luna spostando lo sguardo verso le porte aperte dei gabinetti. << Quando nel corridoio ci siamo scontrati. Ti ho visto correre via senza scusarti. Ho pensato che stessi male, mi sono preoccupata e così ti ho seguito.. >>
Draco scosse la testa ancora indignato, la sua teoria sul fatto che lei fosse solo un impicciona era confermata.
<< Perché piangi? >> ripetè Luna in tono consolatorio.
<< Non sono affari tuoi! Non dovresti nemmeno essere qui! >> sbottò Draco, riprendendo il suo solito fare da duro. << Vattene! >>
Luna aprì bocca per replicare però Draco non glielo permise:<< Mi hai sentito? Ti ho detto di andartene! >>
La sua voce era così arrabbiata che Luna trasalì, ma non si schiodò da terra.
<< Sai, Pansy ha proprio ragione... sei solo una ragazza stupida, una credulona, un'impicciona e... >> ma nonostante la rabbia che provava, non andò oltre. Luna aveva smesso di guardarlo per la prima volta, in quel momento si stava fissando le scarpe.
Draco strinse i pugni e si girò allo specchio.
"Ma che cosa sto facendo? Le sto dicendo cose a cui non ho mai pensato veramente..." pensò disperato guardando la bionda nel riflesso.
<< Sono un mostro... >> sussurrò con le lacrime agli occhi.
Ormai non gli importava se Luna lo aveva visto in quello stato, continuava a piangere, sia dentro che fuori. Non sapeva più cosa dire, piangeva e basta.
All'improvviso ebbe una strana impressione di vedere un braccio porgergli un fazzoletto bianco.
Alzò lo sguardo e Luna affermò con un debole sorriso:<< Tieni >>
Draco guardò incerto per qualche istante il fazzoletto, poi lo prese cercando di non far tremare la mano e si soffiò il naso.
<< Perché sei così gentile con me? >> le chiese.
<< Perché so che non sei un ragazzo cattivo! >> esclamò Luna calma. << Ne ho avuto la certezza quando mi hai difeso da Pansy, l'altro giorno. Se fossi stato un altro ti saresti unito a lei nel prendermi in giro >>
Draco sapeva di non essere cattivo, o almeno con lei, ma non si spiegava comunque il motivo per cui Luna gli sorrideva.
<< Stai solo passando un brutto periodo. Capita a tutti...l'importante è superarlo >> continuò Luna comprensiva.
A Draco scappò un leggero sorriso, era davvero impressionato da lei. Aveva sempre delle frasi pronte per aiutarlo.
"Non è stupida e non lo è mai stata" rimuginò infilando nella tasca dei pantaloni il fazzoletto usato.
<< Luna, scusami per tutto quello che ti ho detto... >> disse Draco profondamente dispiaciuto. Luna gli sorrise e scrollò le spalle come per fargli capire che non era successo nulla.
<< E scusami per questo >> mormorò lasciando il lavandino e sporgendosi a lei.
Le diede un bacio a stampo sulle labbra. In quei brevi secondi Luna si era irriggidita e aveva gli occhi spalancati, evidentemente sconvolta, mentre Draco sentiva il cuore battere furiosamente contro la gabbia toracica.
Quando si staccò Draco capì... si era innamorato.
"È vero...è quel sorriso" si disse a sé stesso, sapendo che avrebbe dovuto dare retta sin dal principio al suo subconscio.
<< Non riesco a credere a quello che sto per dirti ma...>> disse Draco con le guance che bruciavano per la felicità. << Vuoi metterti con me? >>
Luna, che sembrava essersi ripresa, tornò a fissarsi le scarpe come per rifletterci su.
<< Va bene >> disse sorridendogli, << Ma a una condizione! >>
Un altra volta la gioia che lo aveva impossessato svanì all'istante sentendo la sua ultima frase.
<< Prima mio padre, ora tu... Perché mi ponete tutti delle condizioni?! >> disse Draco scoraggiato chinando il capo.
<< Non cambiare il tuo carattere, sii gelido, freddo e anche un po' spavaldo. Tanto ci penserò io a educarti quando serve >> disse Luna allegramente.
<< Non ti deluderò >> ammise Draco, con un sorriso che gli si dipinse sul volto, sollevando la testa.
La baciò di nuovo e questa volta Luna ricambiò.
Draco non si era mai sentito così in pace con sé stesso, aveva trovato la ragazza giusta. Ora nemmeno l'Armadio Svanitore avrebbe potuto rovinare il suo umore.
<< Ho fame, andiamo alla Sala Grande? >> chiese Luna accennando la porta.
<< Avresti potuto mangiare allora, invece di seguirmi >> disse Draco seccato. << Be...in fin dei conti non metto niente sotto i denti dal pranzo >> aggiunse cogliendo le sopracciglie inarcate di Luna.
<< Andiamo >> concluse Luna sorridendo e tendendo una mano.
Draco la unì alla sua e insieme uscirono dal bagno dei maschi.
Fine
Aestetich creato da: NikyWeasley01
Angolo Autrice:
Ciao a tutti lettori, spero veramente che la mia storia vi sia piaciuta. ❤️
Devo ammettere che mi è stato difficile all'inizio pensare a come strutturare la trama (me lo aveva chiesto una fan girl su Potterzone) anche perché non conoscevo bene Luna Lovegood (non avendo gli ultimi libri della saga e avendo solo visto i film)... Tuttavia mi sono documentata molto, sia per il fatto della missione sia per la collana e l'Idromele, e quindi alla fine ce l'ho fatta.
Tra tutte le parti la mia preferita è stata la quinta, ma anche questa non è male perché si mettono insieme.
E nulla, la mia prossima storia sarà la Romione però ci vorrà un po' prima che inizierò a scriverla (per appunto pensare alla trama).
Ultima cosa, se avete notato qualche errore grammaticale vi prego di dirmelo nei commenti, affinché possa correggere.✌️
~ C.W. ~
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