CAPITOLO 6: TEMI TU LA MORTE?

Prima di uscire dalla miniera abbandonata, Steve decise di raccogliere tutti i binari e il carrello da miniera, pianificando di riciclarli per una papabile ferrovia.
Fattò ciò fece ritorno a casa propria, che ultimò ulteriormente, completandola. Essa era divisa in piano terra, che presentava la camera da letto, un soggiorno con un camino ed un jukebox, infine la cucina con un ingegnoso frigorifero. Il secondo piano invece presentava due stanze: un altro soggiorno con un televisore finto in lana e un magazzino pieno di casse, dove Steve sistemava in modo preciso e dettagliato i suoi oggetti. Imfine c'era il tetto, ma il ragazzo non era abile in ciò e decise di creare invece un giardino in cima alla casa: con alberi, una montagnetta, un ruscello e un laghetto. Inoltre costruì vicino casa alcuni recinti, dentro a oguno allevava un tipo diverso di bestiame; infine craftó una zappa di diamante e arò varie zone di terreno, dove piantò i semi trovati in giro: zucche, grano, carote, patate e angurie. La giornata fu faticosa e Steve non si accorse che era scesa la notte, il luogo iniziava a popolarsi di mostri. Steve mangiò qualche fetta di manzo cotto e si diresse verso casa, ma improvvisamente un grosso blocco gelatinoso e verde gli bloccó la strada.

Slime: Quindi sei tu Steve! Non fai così tanta paura... per essere figlio di Notch!

Steve: Non dovresti sottovalutare il nemico!

Steve impugnò la sua spada di diamante e i due iniziarono a lottare, lo Slime colpiva pesantemente il ragazzo, ma costui era agile e si lanciò contro il mostro, colpendolo ripetutamente finché non cadde a terra. Steve si avvicinò e, con gran stupore, vide che lo Slime non era morto e si era diviso in quattro. I cubetti si lanciarono sul ragazzo, il quale iniziò a soffocare, mentre gli Slime ridevano. All'improvviso si sentì un rumore e i quattro cubi caddero morti a terra, trafitti da delle frecce, e scomparvero lasciando una sorta di gelatina. Steve raccolse la sostanza e si guardò intorno, non c'era nessuno nei paraggi, chi era stato a salvargli la vita?
Steve non ebbe però tempo di riflettere poichè un Creeper si avvicinava minaccioso, il ragazzo corse via e si chiuse dentro casa. Il Creeper era su tutte le furie e cercò di sfondare la porta a colpi di testa, inutilmente. Steve rideva e indicò al mostro un cartello attaccato vicino la porta

Casa di Steve!
Vietato ai
Creeper ;-)

Una lacrima scese sul volto del mostro che, ferito nell'orgoglio, se ne andò.
Il mattino seguente Steve si svegliò di buon ora e si diresse al fiume per bere e prendere qualche secchio d'acqua. In seguito scese in miniers e prese anche alcuni secchi di lava e, combinandola all'acqua, riuscì a creare un po' di ossidiana.

Steve: Spero funzioni.

Il ragazzo aveva letto sul libro che era possibile creare una sorta di portale con l'ossidiana, in grado di condurre ad una nuova dimensione: il Nether, ovvero l'Inferno di Minecraft. Esso era ricco di materiale nuovo e, a quanto pare, delle fortezze contenenti tesori inestimabili. Steve era elettrizzato all'idea, così dispose i blocchi di ossidiana seguendo le istruzioni riportate sul libro. In seguito usò l'acciarino per dare fuoco al centro della struttura ed in un batter d'occhio le fiamme sparirono, una luce viola riempì il portale.
Steve notò che il suo acciarino si era rotto per il troppo utilizzo, ma non era un problema a cui pensare, così varcò il portale e, dopo un rumore assordante, si ritrovò in un mondo del tutto diverso. Il terreno era costituito da una strana roccia rossiccia, conosciuta come netherrack, e da quel che notava, una volta incendiata non si spegneva mai. Steve ne raccolse un po', in modo da poter accendere finalmente il suo caminetto una volta tornato a casa. C'era anche del quarzo, ma Steve non ne raccolse molto, non gli sembrò un materiale utile.
La spedizione nel Nether procedeva alla grande, quando Steve vide uno strana creatura metá uomo e metá maiale, per la maggior parte decomposto e armato con una spada d'oro.

Zombie Pigman: Benvenuto straniero!

Steve: Piacere, mi chiamo Steve! Vedo che quì sei l'unica creatura pacifica!

Gli Zombie Pigman erano creature buone e attaccavano solo per difesa, per questo Steve decise di mettere in tasca la spada, giusto per precauzione. Moltissimi Zombie Pigman popolavano quella zona, era molto pericolosa poichè scorrevano fiumi di lava fumante e, se non si faceva attenzione, c'era rischio di morire... ma almeno cotti al punto giusto.
Steve era visto come un amico e gli Zombie Pigman gli offrirono in dono una spada d'oro, sembrava fosse incantata per via della sua luminosità. Steve salutò il popolo pacifico e continuò la sua esplorazione, come già detto sul suo libro aveva letto che nel Nether si trovavano immense fortezze, ma esse erano sorvegliate dai mostri più fedeli dell'Ender Drago. Steve non ebbe fortuna e iniziava a sentire stanchezza, inoltre il calore di tutta quella lava peggiorava le cose. Il ragazzo si accostò vicino al portale per bere e riposare, quando sentì un rumore simile ad un pianto, Steve prontamente sguainò la spada e si guardò attorno: una creatura bianca volante stava per attaccarlo, si trattava di un Ghast e presto sputò una delle sue palle di fuoco. Steve evitò con una capriola il colpo e afferrò l'arco, iniziando a lanciare frecce ferendo il nemico. Prima di morire però, il Ghast lanciò un ultimo colpo che andó a colpire il portale, che non si ruppe...  ma si spense.
Steve non credeva ai suoi occhi.

Steve: Devo stare calmo, non è finita! Posso riattivarlo... devo solo craftare un acciarino... merda! Ho la pietra focaia, ma senza ferro non posso far nulla!!

La disperazione iniziò a prendere il sopravvento, Steve non poteva tornare a casa senza passare per il portale, era bloccato nel Nether. Purtroppo non era solo quello il problema dato che Steve notò a terra uno Zombie Pigman morto a causa dell'esplosione. I suoi compagni arrivarono e, vedendo Steve con la spada in mano, arrivarono a conclusioni affrettate.

Zombie Pigman: Tu, sporco traditore! Ora pagherai con il sangue!

Gli Zombie Pigman si avvicinavano, mentre il terrore era dipinto sul volto di Steve, oramai spalle al muro.

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