4. Operazione salvataggio

Riesco a riprendere coscienza dopo un bel po' di tempo, ritrovandomi incastrato tra un enorme sasso e la parte di terra ed erba che separa il fiume da essa.

Non ho abbastanza forze per riuscire a staccarmi e ad uscirne, quindi mi guardo intorno per cercare di trovare qualsiasi oggetto che possa tornarmi utile.
Destra, sinistra, avanti, indietro; vedo solo alberi, foreste e il fiume che prosegue senza fermarsi.

Questa parte non mi sembra di averla mai vista, non è ben messa come la nostra divisione e credo proprio di sapere dove sono andato a finire.
Divisione Nord-Ovest: Regno del male, ovvero il luogo peggiore dove io possa essere capitato.

Non avendo oggetti utili per potermi aiutare, estraggo i pugnali dalla mia schiena e cerco di far forza contro il sasso per potermi alzare su di esso e saltare sulla parte di terra.
Con tanta fatica riesco nel mio intento, distendendomi sull'erba e rilassando il mio corpo stremato per la serata e per questo incidente di percorso.

Adesso bisogna ragionare su come agire per tornare alla mia divisione, naturalmente senza essere scoperto.
Dovrei sperare che gli altri capiscano dove sono andato a finire e che riescano ad attivare il portale permettendomi di tornare.
Nel mentre, incrociando le dita, devo fare il possibile per passare inosservato e non essere riconosciuto da qualche guerriero che potrebbe essere in giro.
Condannerei me e la mia divisione e non potrei perdonarmelo.

Lentamente, mi alzo e cerco un sentiero che mi porti dalla direzione del portale.
Estraggo la katana ed uno dei tanti pugnali che possiedo per sicurezza, incamminandomi verso il lato dove sono arrivato.
Cerco di udire ogni suono possibile per nascondermi in caso di pericolo, tenendo ben salde le armi nelle mie mani, guardandomi intorno.

Ciò che vedo non mi piace affatto, c'è solamente buio e la mia torcia è andata persa nel fiume, quindi mi tocca tenere gli occhi aperti e stare molto attento.

Continuando a camminare mi trovo ad un vicolo cieco, segno che ho sbagliato direzione e che forse dovrei prendere quella opposta, anche se non saprei dove potrebbe portarmi.

Trattengo un sospiro, voltandomi e tornando al punto dal quale sono partito.
Faccio alcuni passi indietro per prendere la rincorsa e salto dal sasso all'altra parte, rischiando di scivolare e cadere in acqua.
Immediatamente mi guardo intorno cercando di captare qualsiasi segnale e se sono stato scoperto.
Per il momento tutto tace e pare che la mia presenza sia l'unica in questa parte di Regno.

Riprendo il mio cammino, addentrandomi nella foresta e guardando oltre che intorno a me anche in alto.
Questo silenzio dovrebbe rassicurarmi, invece non fa altro che incutermi paura e tensione per ciò che potrebbe accadere.

Ripongo la katana nel suo fodero e faccio altrettanto con il pugnale.
Mi avvicino ad un albero, provando a raggiungere la cima per poter capire meglio dove mi sto dirigendo.
Con un po' di fatica, riesco ad arrivarci e guardo in ogni direzione.
Continuando dritto dovrei avere la possibilità di arrivare al portale, se la vista non mi inganna.

Torno a terra con calma e il più silenziosamente possibile, riprendendo ancora una volta il mio cammino per salvarmi dal male.
La forza del vento sembra volermi avvertire di un pericolo imminente, ma in cuor mio spero solo che questa negatività possa trasformarsi nell'opposto e di tornare alla mia divisione al più presto.

Continuo a scrutare tutto ciò che mi circonda riprendendo la katana ed il pugnale, avanzando man mano sempre più velocemente e cercando di non lasciare tracce del mio passaggio.

Dopo un bel po' di cammino, ormai stanco decido di riprendere energie e forze, distendendomi accanto ad un albero.
Rifletto su ciò che potrei fare per far capire agli altri la mia posizione, ma concretamente non ho la minima possibilità di comunicare con nessuno, dovrò cavarmela da solo.

Senza rendermene conto finisco per addormentarmi a causa della stanchezza accumulata, risvegliandomi quando ormai l'alba sta per sorgere.
Forse è il momento giusto per rendermi conto quanto possa mancare al mio obiettivo.

Mi avvicino un po' al fiume, sciacquandomi il viso e cerco di raggiungere la cima di un altro albero.
Ecco, ci sono quasi, manca davvero poco.
Il buio nel quale mi trovo giù non mi permette di andare oltre ciò che riesco a scrutare da terra, ma da quassù, grazie alle tenue luci dell'alba riesco perfettamente a capire la mia posizione.

Così torno a terra e mi avvicino con maggiore velocità alla mia destinazione.
Andando avanti gli alberi terminano; alla mia sinistra riesco ad intravedere delle grandi montagne e proprio dinanzi a me si erge una piccola montagna molto antica, quasi distrutta, predominata all'apice dal castello che un tempo era quello secondario del Regno del male, adesso ormai abbandonato.
O almeno, spero che lo sia.

Accanto ecco il ponte che divide le nostre divisioni: dall'altra parte c'è la stessa montagna antica col castello secondario che un tempo era del nostro Regno, questo sicuramente abbandonato.

Al di là di esso riesco ad intravedere il portale, dunque devo attraversare il ponte passando inosservato per potermi mettere al sicuro ai piedi del vecchio castello del nostro Regno.

Per poter fare ciò, potrei essere visto da qualcuno in lontananza o peggio ancora, da qualcuno che si trova all'interno di questo castello del male.
Devo rischiare, con la massima attenzione devo rendermi conto di ogni eventuale pericolo e soprattutto, cercare di udire ogni movimento o passo che potrebbe complicare il mio salvataggio.

Mi avvicino alla montagna riponendo la katana e il pugnale ai loro rispettivi posti.
Poggio le mani sul muschio verde presente su di essa, spostandomi molto lentamente con l'ansia che cresce sempre più in me.
Raggiungendo l'altro lato alzo il capo, scrutando l'apice e se qualcuno sia presente all'esterno del castello.

Se la vista non mi inganna è inabitato, il che significa via libera.
La facilità con la quale ho raggiunto questo posto e che sto per abbandonare mi spaventa.
Ho il timore che qualcuno possa essersi reso conto della mia presenza nel momento in cui mi sono addormentato e se così fosse, non mancherebbe molto a raggiungermi, anzi.

Mi guardo per l'ennesima volta indietro, ai miei lati e in avanti.
Niente, nessuno. O sono troppo negativo, o vogliono capire le mie intenzioni tendendomi una trappola appena potrei essere libero.

Prendo coraggio e raggiungo gli scalini che portano al ponte ed il percorso che arriva dall'altra parte, a vederlo da qui pare sia molto rumoroso data l'antichità di questo luogo.
Anche se, in questo quindici anni, sono avvenuti numerosi scambi tramite questo ponte.
Poggio un piede oltre l'ultimo scalino e riesco ad udire perfettamente lo scricchiolio presente su questo percorso.
Ecco, purtroppo però non hanno mai risolto questo fastidiosissimo rumore.

Riporto immediatamente il piede indietro, cercando di trovare un altro modo per attraversare senza rischiare, ma per quanto io possa rifletterci non riesco a trovare una soluzione.

Scuoto la testa quasi come se stessi per rassegnarmi, fin quando riesco a rendermi conto di avere ancora delle funi in mio possesso e che forse non tutto è perduto.
Allungo la mano dietro la mia schiena, spostando i pugnali per poter raccogliere la mia a quanto pare salvezza.

Appena le riporgo nelle mie mani, noto qualcosa che non va.
Queste funi sono bagnate da poco e quando ero giunto alla parte di terra dopo aver saltato sul sasso, non ne ero in possesso.
Qualcuno le avrà trovate nel fiume e mi avrà seguito fino a restituirmele, ma perché? A quale scopo? E soprattutto, chi sarà stato?

In fretta e furia, mi guardo nuovamente intorno cercando di vedere qualsiasi presenza al di fuori della mia.
Sono in pericolo, ma come ho fatto a non rendermi conto di avere le funi bagnate dove avevo riposto i pugnali?
E perché non sono stato disarmato?

Chiunque sia stato ad aiutarmi, voleva che io restassi nel pieno delle mie forze e con ogni mezzo per affrontare un combattimento.
Adesso non sono più sicuro di tornare alla mia divisione, potrei essere seguito dal nemico e portarlo dove non dovrebbe mai mettere piede.

Al momento, però, non mi resta altro che attraversare il ponte e restare ai piedi del vecchio castello del nostro Regno, almeno lì forse potrei essere al sicuro.

Agguanto le funi, formando un cerchio sopra la mia testa per poterle lanciare ed aggrapparmi all'altro lato esterno del ponte, in modo da non attraversarlo con i piedi ma lasciandomi trasportare dalle funi saltando.
A questo punto devo sperare che tengano e di non finire nuovamente in acqua, in quel caso sarei davvero spacciato e avrei firmato la mia condanna a morte con le mie stesse mani.

Il vuoto presente al di sotto di questo ponte mi incute ansia e paura, ma devo rischiare per provare a salvare il salvabile.
Uno, due, tre, via!
Mi aggrappo alla fune tenendo ben salda la presa, attraversando il ponte dal basso e giungendo finalmente dall'altra parte.
Stacco la presa dal ponte e aggroviglio la lunga fune, riportandola dov'era prima.
Scendo gli scalini che mi portano inevitabilmente ad attraversare parte del castello, alla cui uscita posso ritenermi finalmente salvo.

Mi volto immediatamente cercando di capire se sono stato seguito o meno, ma per il momento tutto tace, ancora.
Esco dal castello e mi dirigo verso il percorso che porta dalla montagna alla parte di terra, contornata da un verde molto chiaro ed intenso presente anche nella nostra divisione.

Finalmente riesco ad intravedere il portale, sorridendo e sospirando di sollievo, ritenendomi definitivamente salvo e libero.

La pace dei miei pensieri viene interrotta nel momento in cui sento dei passi avvicinarsi alle mie spalle, fino a quel momento impercettibili.

《Ce ne avete impiegato di tempo, Principe Rahzar》sussurra una voce femminile, dolce ma al tempo stesso malvagia e sensuale.
Porto una mano sulla katana, estraendola velocemente per potermi difendere e mi volto, trovandomi faccia a faccia col nemico che blocca subito la mia arma con il piede lanciandola oltre le mie spalle.

《Comportandovi in questo modo mi fate pentire di avervi aiutato》sibila avvicinandosi, utilizzando un tono di voce quasi infastidito guardandomi intensamente, con quei suoi occhi viola che pian piano diventano rossi.
Mi allontano lentamente, guardandola meglio mentre digrigno i denti per essermi fatto sorprendere in modo così stupido.

È una ragazza molto più bassa di me, ma in agilità e velocità mi supera senza ombra di dubbio.
Ha una giacchetta nera con contorni blu; al collo possiede una collana particolare che non riesco a capire bene cosa rappresenti, come i tatuaggi sulle sue braccia.
Inoltre, indossa una sciarpa rossa intorno al collo la quale finisce per scendere fino a raggiungere i fianchi.
Intorno alla vita invece, ha una catena che prosegue ben oltre la sua schiena, quasi sospesa nell'aria.

I suoi capelli sono per metà neri e per metà viola molto chiaro, con alcune ciocche castane.
Ha un naso perfetto e le sue labbra, condizionate da un rossetto bordeaux, spiccano su quel viso quasi pallido ma che nasconde una bellezza vista poche volte.

Sulla spalla sinistra si poggia una rara specie di uccello color grigio, occhi rossi e collana simile a quella portata al collo della ragazza.
Sulla spalla destra, invece, non riesco a capire che specie di animale possa essere.
Si presenta azzurro e con tanti occhi rossi e a quanto pare, la catena che la ragazza possiede intorno alla vita è di sua proprietà.
Sul capo, possiede un cerchio ben spesso di colori misti che vanno dal rosso al viola chiaro, dal blu scuro al più chiaro.

《Suppongo che il vostro grado sia simile al mio se non addirittura superiore, rivolgendosi in questi modi nei miei confronti》dico cercando di mantenere la calma, per quanto difficile mi stia riuscendo.
《È esatto. Mi presento》risponde, chinandosi in un mezzo inchino per poi proseguire.《Sono la Principessa Maslow》continua con un sorriso che non fa altro che incantarmi, non riuscendo a proferire alcun'altra parola per un tempo che pare infinito.

○ ○ ○ ○

Nuovo capitolo, nuove emozioni!
Ammetto che mentre scrivevo questo capitolo di notte, terminato quasi alle 4, sono stato pervaso spesso da molteplici brividi, per la situazione del nostro Principe e per i luoghi nei quali si è dovuto imbattere, oltre ai pericoli che poteva affrontare e concludendo con l'incontro con questa misteriosa Principessa.
Mi sto impegnando tantissimo, mettendo tutto me stesso per rendere questa storia "perfetta." Spero di non deludervi!

Cosa ne pensate di questo capitolo e di questa new entry? Vi è piaciuto? Considerazioni?

Cosa accadrà nel prossimo capitolo? E perché la Principessa ha deciso di aiutare il nostro protagonista a salvarsi? Sarà stato davvero così?

Questo e molto altro lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Al prossimo aggiornamento!

-Monster.

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