Una fanusfioziones come Dio comanda

Oggesù ragazzi. Mi sembra di aver pubblicato mille anni fa, perciò vorrei chiedervi scusa se stavate con wattpad costantemente acceso e la bava alla bocca aspettando un nuovo capitolo.

Dunque, vi ricordate che un paio di capitoli fa vi ho presentato la mia visione sulle fanfiction presenti su wattpad? Prendendo spunti da tutti i cliché contenuti in esse ve ne scriverò una come si deve. Con coerenza e grammatica a posto.

Iniziamo.

Sono le sette e mezza del mattino e capisco di essere nella merda. Letteralmente. Il mio cane ha deciso di lasciare un ricordino sulla moquette.
Mi alzo e mi preparo per andare a scuola tralasciando ogni dettaglio insignificante, dato che ai lettori non frega un cazzo se mi lavo i denti o mi spazzolo i capelli.
Scendo in salotto, saluto i miei ed esco fuori di casa.
Ah, vi ho già detto che sono brutta? No? Beh, ora lo sapete. Ho dei capelli corti con una piega a sinistra che sembra la leccata di una mucca. Eruzioni (cutanee) paragonabili a quelle dell'Etna o del Vesuvio e un complesso di inferiorità a causa delle mie amiche assolutamente gnocche.

Arrivo a scuola, situata nel bel mezzo della capitale dell'amore e della moda... Varese.
Entro. Purtroppo, siccome sono una sbadata di merda, faccio un passo falso e inciampo.
Sento come il terreno si avvicina a velocità incredibile, ma sicuramente un bel figone mi fermerà e ci guarderemo negli occhi. E invece no.
Cado per terra, i libri nelle mani che volano dappertutto (ma poi non dovevano essere nello zaino?) e altre robe.
Tutti si fermano a guardarmi e presto si rendono conto di una cosa: sono una buona a nulla.
Prima di trovare la mia classe girovago per una decina di minuti e a quel punto mi stufo e chiedo alle bidelle indicazioni.
Trovata la mia classe vi entro.
Il professore mi guarda in cagnesco, con dei baffetti militari e una testa pelata e lucida come le piastrelle del mio bagno.
《Puoi sederti, signorina...》guarda sul registro.
《Maria》.
Ora vi chiederere come mai mi chiamo Maria, vero? Ve lo spiegherò.
Io avrei voluto che i miei mi dessero un nome da bimbaminkia, tipo Summer, Hope o Destiny, ma non vivo in una fanfiction perciò non è possibile. Torniamo al mio nome.
I miei mi hanno chiamato così non perché pensavano alla Vergine Maria; un giorno mio padre tornò a casa dopo essere stato nei boschi. Mia madre cucinava la pasta e a quel punto lui disse 《Cara! Ho trovato delle erbette aromatiche!》. E potete di certo capire che tipo di erbette erano.

L'unico banco vuoto nella classe è davanti alla cattedra del professore. Mi siedo controvoglia e appena lo faccio un tanfo sgradevole assale le mie narici.
《Cosa diavolo?》.
《Io mi chiamo Pasquale》mi dice il tizio vicino a me.
È brutto da morire e ha i capelli pieni di forfora. So che non ha fatto una doccia da un decennio, perciò faccio finta di pensare ma mi copro il naso con le mani.

Dopo tre noiosissime ore di lezioni, durante le quali faccio una figura di merda, è ora della pausa. Ci alziamo tutti dai banchi, io più felice che mai, visto che posso prendere una boccata d'aria.
Mi alzo e vado in giro per il liceo.

Cammino un po' e noto qualcosa di strano: ci sono tantissime ragazze in cerchio e non riesco a capire cosa possano aver trovato di interessante.
Mi faccio strada con gomitate e calci, con sangue e sudore.
E vedo lui... un ragazzo.
《È bellissimo vero?!》mi chiede una ragazza con gli occhi sognanti. Guardo oltre le altre ragazze e lo vedo meglio.
Una lisca di pesce alta un metro e ottanta con un filo di muscoli.
《Sir_Reidan! Ti prego notami!》grida un'altra ragazza.
《Usami bel figone!》urla un'altra.
Mi allontano lentamente, queste bimbeminkia sono letteralmente pazze. Purtroppo la mia fuga resta incompiuta.
《Ehi tu!》.
Mi giro. Sir_Reidan mi ha vista.
Le altre ragazze mi guardano arrabbiate; riesco a vedere un barlume di gelosia nei loro occhi.
Il ragazzo mi si avvicina e io chiudo gli occhi sognante. Oddio mi sta per baciare! Sì, SÌ!
《Hai qualcosa nei capelli》.
Apro gli occhi e mi tasto i riccioli. Ci trovo qualcosa di gommoso e appiccicoso. Una cazzo di gomma da masticare. Sul serio?

Vado in bagno e con una forbice mi taglio la ciocca di capelli in questione, poi amareggiata torno in classe. I ragazzi e le ragazze si mettono a ridere manco fossi un pagliaccio. Che vita di merda.

Le lezioni finiscono e tutti torniamo a casa.
Non mangio nemmeno, vado a letto. 《Questo sabato col cazzo che vado alla festa di Ermenegilda》borbotto prima di addormentarmi.

Muhahaha, spero di non avervi annoiato troppo con la mia fanfiction. Essa non ha un nome, ma è solo da modello. In modo che le altre persone sappiano come scriverne una coerente.
Detto ciò, se il capitolo è stato di vostro gradimento (e se ne avete voglia) lasciate una stellina o un commento!
Auf wiedersehen!

(Chiedo scusa alle Marie che leggeranno il capitolo)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top