(20) La verità sui Vessal


Nives' pov

Il teletrasporto durò meno di dieci minuti e mi ritrovai in piedi senza quasi nessun equilibrio, mentre Exe scompariva in un lampo tra i cespugli, facendo frusciare la natura insieme a lui. Non sapevo dove fossi, ma riacquisii controllo sul mio corpo e mi preparai alla lotta, lasciando la collana. Tanto sapevo che non l'avrebbe presa subito... Prima avrebbe cercato di battermi.

-Molto male, Nives, molto MOLTO MALE! Non si infrangono mai le promesse, soprattutto quelle fatte ad un demone!-

La sua voce era un eco che girava intorno a me ed il frusciare continuo delle foglie me lo rese quasi impossibile da localizzare. 

-Sai che succede a chi infrange le MIE promesse?-

Un colpo silente e fulmineo, di cui nemmeno mi accorsi finché non caddi pancia a terra. La schiena bruciava ora ed era calda.

-Viene TORTURATO A MORTE! Come nel videogioco... Oh, mi divertirò da MORIRE!-

Mi rialzai quasi subito, ma altri tre colpi, uno di nuovo sulla schiena, uno sulla coda ed uno sulla spalla destra mi ricostrinsero a terra.

-Lascia che ti faccia una piccola domanda: cosa conti di fare adesso? Tornare dagli amici che hai tradito?-

Altri due colpi: uno sul torace e l'altro sulla nuca. 

-Nessuno di loro vorrà più vederti... Ti DETESTERANNO!-

Riuscii a schivare un colpo che era probabilmente diretto al cranio visto come atterrò: un ginocchio a terra ed entrambe le mani ancorate al suolo, che si smosse alla potenza della botta. Mi sfuggì un gemito: era davvero così forte?

-Non riuscirai a ritrovare un posto dove tornare... Anche Psiky ti odierà...-

Mossi il braccio destro da sotto a sopra a sinistra, disegnando una scia azzurra che si divise in sette piccoli proiettili, e puntarono tutti addosso al demone. Lui li scansò tutti con il braccio come fossero mosche e mi raggiunse. Lentamente, ma con violenza, mi strinse la gola e prima che riuscissi ad opporre resistenza mi sbattè la testa su un tronco con forza, facendomi quasi svenire. Era probabilmente quello che voleva... Mi voleva COSCIENTE mentre mi torturava.

-Sei debole... I tuoi genitori hanno fatto bene ad abbandonarti.-

Sentii i due lati della mia gola tagliarsi, molto vicino alla carotide, ed un altro colpo arrivò alla gamba destra, facendomi cadere lentamente, in ginocchio. Mi sentii morire e ciò che era peggio era che tutto quello che stava facendo non era per uccidermi. Voleva solo ferirmi quanto più possibile... Era terribile aspettare di sapere come avesse intenzione di finirmi. Ma ciò che più mi feriva, era che stava dicendo cose VERE. Ho tradito i miei amici e non vorranno più sentir parlare di me dopo quello che ho fatto. Tutta colpa mia... Mentre stavo pensando a questo, mi tenevo il punto colpito sullo stomaco ansimando, trattenendo le urla (per evitare di dargli questa soddisfazione) e le lacrime. Aspettavo un altro colpo, incapace di muovermi per contrattaccare, sperando fosse l'ultimo. Mi sentivo debole... Ero coperte di sangue e tutte le ferite bruciavano e dolevano da impazzire. Se questa è la morte, che arrivi in fretta, pensai... Invece, sembrava proprio che la mia sofferenza non fosse abbastanza, così lo sentii ridere.

-Capisco... Non ho bisogno di fare tutta questa fatica, dopotutto... Stai già morendo dentro, non è così?-

Non trovai forza né coraggio di rispondere.

-Sono i sensi di colpa! Ti stanno lentamente uccidendo dall'interno... Oh! Non sarà soddisfacente, ma sarà senza dubbio migliore...-

Lo vidi glitchare (sempre ammesso che questo verbo esista, vi sto solo illustrando il concetto). All'inizio sembrava sorpreso, poi ghignò.

-Con te mi sono divertito abbastanza! Sempre ammesso che non muori di dolore o perdita di sangue, regolerò i conti dopo con te...-

Si abbassò alla mia altezza e mi sussurrò all'orecchio:

-Devo ancora dare il benvenuto ai tuoi amichetti, dico bene?-

E scomparve, lasciando dietro di lui assoluto silenzio e dolore. Un solo pensiero mi sollevava in quel momento: si era dimenticato la collana. La tenevo stretta con la mano sinistra, mentre con la destra tentavo al meglio di bloccare l'emorragia sul ventre. Magari aveva ragione... Morirò qui, odiata da tutti. Una piccola lacrima uscì dal mio occhio, ferendomi, e cadde sulle mie dita. Un bagliore aureo cominciò ad accecarmi e d'istinto lasciai il ciondolo; era lui a brillare e brillò talmente fulgido che mi accecò per un tempo indeterminato, troppo. Quando riuscii a vedere di nuovo qualcosa, non ero più nella foresta. Sembrava una landa desolata ed il cielo era stranamente limpido. Mi alzai in piedi senza difficoltà: non c'era più nessuna traccia del dolore, delle ferite o del sangue. Era tutto... Normale. Come prima che Exe irrompesse nella mia vita. Mi guardai intorno spaesata e solo in quel momento mi avvisi di due figure per terra. Feci per andare ad aiutarle, ma una di loro zompò in piedi senza nessunissimo problema. Lo scrutai con attenzione: indossava una giacca rossa e dorata aperta con il colletto abbassato ed un paio di scarpe nere con i lacci stretti a doppio nodo. Era un gatto azzurro, con gli occhi blu e due ciuffi sulla fronte. Notai che mi assomigliava... Mi assomigliava molto. Appena in piedi cominciò ad urlare:

-Denise? Denise?-

-Denise è... Il nome di mia madre...-

Riflettei a bassa voce. 

-Mi scusi, signore...-

Gli andai incontro e, come un ologramma, gli passai attraverso. Mi sentii stranamente gelatinosa compiuto il gesto e così capii cosa stesse succedendo: stavo rivedendo cos'era successo ai miei genitori. E quello... Era mio padre. Lo guardai con occhi diversi ora. Me lo immaginai vestito di tutto punto, seduto su in poltrona a leggere il giornale o il sabato a fare un barbecue all'aperto. Era... Un sogno. Non poterlo toccare mi ferì nel profondo del cuore, ma sapevo che non mi avrebbe comunque dato retta. Stava febbrilmente cercando la moglie, chiamando a gran voce e girandosi di scatto ogni volta. Una voce gli rispose, finalmente:

-Mist?-

Sia io che mio padre seguimmo la direzione di quel grido e trovammo quella che doveva essere mia madre. Era azzurra anche lei, con gli occhi verdi, i capelli legati in una coda bassa accanto alla testa che le ricadevano docilmente sulla spalla, mossi. Indossava un vestito lungo fino a poco dopo le ginocchia violetto con una manica sola ed una piccola spilla verde smeraldo, come i nostri occhi, di forma esagonale. Indossava due stivali bassi viola e stava faticando a rialzarsi, cercando aiuto da suo marito. Lui la tirò su ed i due si abbracciarono subito. Mi venne da piangere: loro erano la mia vera famiglia. Mi avevano davvero abbandonata? Non potevo pensarci, eppure li sentii scambiarsi delle frasi che mi diedero quasi la conferma di questo:

-E Nial? Dov'è?-

-Nostra figlia... L'ho lasciata dietro una roccia dove non potrà interferire.-

-Meglio così...-

-Allora è vero...-

Una piccola lacrima mi vinse e colò sulla mia guancia.

-Mi hanno abbandonata...-

-Meglio che non si faccia male... Deve restare lì dove sta al sicuro.-

-A chi importa cosa succede a noi?-

Sorrisi, piangendo ma di gioia. I miei genitori non mi hanno abbandonata: mi volevano bene! 

-Ha funzionato?-

-Sembra di sì... Troviamo velocemente un posto per nasconderci, prima che...-

-VOI NON ANDRETE PROPRIO DA NESSUNA PARTE!-

Questa voce... Questa voce la conoscevo... Exe apparve, facendo diventare al suo passaggio il paesaggio stinto di colore ed il cielo rosso. I miei due genitori non parvero impressionati, anche se si stavano stringendo la mano. Il demone si guardò intorno con odio e disse, sprezzante:

-Dove mi avete portato? Questo posto mi ha costretto a cambiare forma... Che mi avete fatto?-

-Sei in un posto dove non potrai nuocere più a nessuno, Exe!-

Rispose mio padre, solennemente.

-Intrappolato in un disco rigido, un videogioco. Qui dove passerai il resto dei tuoi giorni...-

-Poveri illusi... Credete davvero che non cercherò un modo per uscire?-

-Un modo non c'è, Exe.-

Disse mia madre, stringendosi a Mist.

-Questa è la tua prigione. Facci l'abitudine...-

-Oh, ma ci sto facendo l'abitudine...-

Rise.

-Questo posto è già MIO!-

Un fulmine nero bruciò uno degli alberi dietro di lui.

-Mi avete chiuso qua dentro... Beh, ora subirete la mia furia!-

-Scappa, Denise!-

Urlò mio padre spingendola via. Disegnò con la mano destra un cerchio azzurro e vi ci infilò una parte dell'avambraccio denza esitazioni: il cerchio presto prese la forma di una lama di ghiaccio e si uniformò all'avambraccio e alla mano. 

-Anche mio padre controllava il ghiaccio! E se il flashback che ho avuto ieri era vero, allora anche mia madre...-

Mist mise giù il braccio, restando però rigido, ed annunciò:

-Fammi vedere che sai fare.-

Exe cozzò i suoi artigli contro la sua spada glaciale ed i due si affrontarono ad un vero e proprio duello. Papà si ferì alla guancia, ad un fianco e al braccio sinistro, mentre il demone aveva un occhio marchiato e la spalla destra. Dopo un altro po' di combattimento, la spada di papà si spezzò ed Exe approfittò subito per buttarlo a terra. Prima che potesse rialzarsi, gli fu addosso premendogli un ginocchio sulla schiena. Gli sussurrò:

-Avete voluto giocare col fuoco... Prima o poi, vi sareste bruciati!-

Posò gli artigli sulla sua nuca.

-Siete stati dei validissimi avversari, non lo metto in dubbio...-

Passò uno degli artigli dell'altra mano su tutta la schiena, lasciando una ferita profonda. Mist non ce la fece a non urlare.

-Ma non siete abbastanza forti per me.-

Fece un mezzo sorriso e spinse con la mano sulla nuca, trapassandogli il cranio da parte a parte. Soffocai la voglia di urlare e di vomitare. Exe si rialzò con la testa di mio padre ancora in mano e poi lo gettò a terra come fosse spazzatura. Sentii il bisogno di inginocchiarmi accanto al suo corpo, inorridita: era quasi irriconoscibile, la faccia bucata. Infuriata, corsi appresso al demone che rideva spietato. Anche se sapevo come sarebbe andata a finire, sperai con tutto il mio cuore che mia madre riuscisse a scappare. Invece io ed Exe la trovammo mentre cercava di salire su un muro. Appena si voltò, si rese conto di essere finita in un vicolo cieco. 

-Denise, Denise, Denise...-

Mamma non fece domande su dove fosse suo marito. Probabilmente aveva capito dalle dita insanguinate. L'unica cosa che chiese era:

-Che gli hai fatto?-

-Il suo viso sembra un formaggio svizzero! Vuoi provare?-

Mamma sussultò. Tentò di sparargli venti proiettili ghiacciati, gli stessi che avevo imparato ad usare io, ma Exe si teletrasportò davanti a lei sorridente.

-È inutile provarci...-

E la sbatté al muro con un braccio.

-Morirete entrambi!-

Mamma si divincolò per un po', poi il demone si annoiò e la lasciò. 

-Come faccio ad uscire da qui?-

-Te l'ho detto: non c'è modo!-

-Ci deve essere!-

Il primo taglio le si disegnò sulla spalla sinistra, talmente profondo e rapido che Denise lanciò un urlo straziante.

-Come contavate tornare dalla vostra preziosa figlioletta altrimenti?-

-Lei... Lei è al sicuro... Senza di te... Sappiamo che starà bene...- 

-Non dire idiozie!-

Un altro taglio, stavolta più in basso, ed un altro urlo. Mi stavo sentendo male a guardare quella scena: la stava letteralmente seviziando.

-Perché teletrasportarvi qua dentro se non avevate modo di uscire dopo?-

-Il mondo se la caverà senza di noi... Nial se la caverà senza di noi... È forte... E saperti qui, mi fa stare molto più tranquilla!-

-Te le vai proprio a cercare, eh?!-

Un altro colpo, all'altezza dell'intestino, ma stavolta non era un solo colpo: la trafisse ancora e ancora, in mezzo alle sue urla agonizzanti. Trattenni il vomito quanto più potessi e cercai di guardare altrove, ma non ci riuscii. Dopo quello che sarà stato l'ennesimo colpo, Exe lasciò cadere mia madre schiena a terra, fissandola con disprezzo. Non aveva... Quasi più uno stomaco. Era... Solo un buco rosso. Mi stavo sentendo seriamente male. Era questo quello che aveva fatto ai miei genitori? Il demone annusò l'aria e disse:

-Questo posto sarà la mia prigione... Voi Vessal mi avete rinchiuso qua dentro... Ma non mi basta uccidervi...-

Sorrise.

-Appena troverò il modo di uscire da qui, ucciderò la vostra cara figliola! Meglio di così: la torturerò finché non piangerà e mi implorerà di ucciderla! AHAHAHAHAH!-

Tornò serio per un istante, mentre io tentavo di riprendermi dalla scena di prima. 

-Ma prima... Ho bisogno di un vostro ultimo consiglio...-

In una nube di nebbia, comparvero i miei genitori, ma erano diversi: più evanescenti, mamma con i capelli in disordine, la giacca strappata ed entrambi macchiati di sangue, gli occhi neri e le pupille rosse, come lui. Sembravano entrambi tristi, ma appena arrivati chiesero:

-Cosa vuoi, padrone?-

-Come faccio ad uscire da questo posto? Potrei anche abituarmi a questa nuova forma, ma il resto...-

-Devi diventare abbastanza forte da assumere una forma prima spirituale e più corporea capace di sopravvivere nel mondo esterno.-

Disse atono papà. Denise continuò:

-La tua forma spirituale può solo entrare nell'oggetto che ti ha rinchiuso qua dentro, in questo caso una collana o un amuleto, anche a caso.-

Exe rifletté, mentre io cercavo di toccare i miei genitori per vedere se erano fantasmi come me. Nulla.

-Quindi appena in molti mi temeranno, potrò uscire di qui e cercare vendetta! Aspettami, Nial...-

Con un gesto secco fece scomparire i miei come fossero fatti di sabbia.

-Sto arrivando!-

Il dolore mi riportò alla realtà. Fu come cadere in una fossa di sassi appuntiti all'improvviso. Risentii il peso delle ferite appena riaprii gli occhi, ma decisi di ignorarlo e mi portai faticosamente il ciondolo all'altezza degli occhi. Ora era immobile e non brillava più, riflettendo solo il rosso del cielo che penetrava tra gli alberi.

-Sei... Sei stato tu a farmi vedere quello?-

Nessuna risposta. Come se un ciondolo potesse davvero parlare... Ma ne ero sicura: era stato lui a farmi vivere quella scena.

-Allora... I miei hanno usato... Te per intrappolare Exe e... Proteggere il resto del mondo... E me... Exe mi ha mentito... Ed io ci sono anche cascata...-

Rimasi un secondo in silenzio, pensando all'enorme sbaglio che avevo fatto. Scossi la testa ed annuii decisa. Mi rialzai, ignorando il dolore delle ferite. Il sangue aveva quasi smesso di colare, ma non lasciai che questo mi condizionasse.

-Devo andare ad aiutare i miei amici! Anche se non mi vogliono più vedere... Non potrei sopportare di sapere Exe con loro... Potrebbero fare la fine dei miei genitori...-

Scossi la testa. Mi incamminai, anche se dolorante, nel cuore della foresta, con le orecchie tese per sentire ogni minimo rumore o richiesta di aiuto. O anche solo urla.




Nanami's pov

Dopo un bel pezzo di camminata, ci ritrovammo davanti molte stradine. 

-Da che parte dovremmo andare?-

Chiese Genkaku, ancora impegnato a reggere Psiky. Karol corse davanti a noi e scrutò tutte le stradine.

-Non c'è neanche un'indicazione...-

Non seppi cosa rispondere: tutte quelle stradine sembravano uguali...

-Pek: conosci bene Nives, da che parte pensi possa essere andata?- 

-Nives non c'entra nulla con la scelta. Ho sentito lei ed Exe discutere.-

-Mentre eri in stato comatoso per terra?-

Espio annuì, per nulla divertito dalla tentata battuta di Jet.

-Il fatto che fossi quasi svenuto non significa che non avessi più le orecchie... Ma non ho capito cosa si stessero dicendo...-

-Di sicuro nulla di buono...-

Psiky scansò Genkaku e provò a reggersi in piedi da sola. Rocky stava lì pronta a sorreggerla in caso di risposta negativa.

-Se sta con Exe, è di sicuro in pericolo...-

-Sicura? Perché il fatto che hanno fatto comunella potrebbe significare che stanno pianificando dell'altro...-

-Se vuoi accusarla, il gruppo Shadow è dall'altra parte!-

Spirit alzò le braccia in segno di resa e mi sussurrò:

-Che testa calda!-

Io sospirai e guardai un'ultima volta le stradine, sperando di avere un minimo di indizio. Nulla.

-Ho un'idea io!-

-Papy... Ti prego, no...-

-Ambarabà ciccì coccò, tre begli Emerald sul comò...-

-Ascoltate: facciamo prima a dividerci!-

Consigliai mentre Rocky mi scoccava un'occhiata riconoscente.

-Pek: vai con tua cugina ed aiutala. Noialtri staremo tutti divisi. Il primo che trova Nives... La porta... Al punto di incorntro.-

-Che sarebbe?-

Riflettei.

-Fuori dalla foresta! Vi sta bene?-

-Ma se quella non viene?-

Chiese Spirit.

-Urlate. Quanto più forte potete. Non abbiamo abbastanza walkie talkie per tutti...-

Karol prese il suo e lo buttò. Jet annuì, però poi mi si avvicinò:

-E se facessimo a coppie? Se Nives ci attacca, abbiamo più risorse per sedarla!-

Sussultai, sentendo il falco parlare così. Pensavo che tutti quelli che si erano imbarcati in questa avventura credessero in Nives, eppure mi sembrava che non avessero nessuna fiducia in lei. Gli risposi, seria:

-Non se ne parla! Tutti divisi copriamo più terreno. E poi Nives non ci attaccherà mai, pollo fritto! Io credo in lei!-

E mi incamminai verso il mio sentiero, sentendo le sue urla da dietro:

-No! Non intendevo quello... Certo che credo in lei, ma...-

Non lo sentii più.



Jet's pov

-Mi preoccupo per te...-

La frase terminò in un sussurro. Sperai che mi avesse sentito, ma allo stesso tempo sperai non l'avesse fatto. Mi accorsi presto di essere da solo. Sospirai e presi uno a caso dei sentieri.



Shadow's pov

Tante stradine si diramavano davanti a noi. Sbuffai.

-Dobbiamo dividerci...-

Elvys sobbalzò e mi chiese:

-N-Non c'è p-p-proprio nessun al-ltro modo di t-trovarlo?-

-No! E se vuoi andare con il gruppo dei fifoni, sono andati dall'altra parte!-

La riccia guaì e scosse la testa, stringendosi a Bianca. Lei mi guardò con fare da rimprovero ed io la ignorai.

-Chi dovrebbe prendere quale strada?-

Chiese Rebel.

-Ma che ne so! E chi se ne frega!-

Esclamò Ivonne spingendo via la gatta e andando per la sua strada.

-Sono con lei: dividiamoci a caso e basta! Ci ritroviamo tutti... A fine foresta!-

Ed Angel mi salutò con un cenno prima di correre via. Sans ridacchiò.

-Questa è la mia ragazza...-

E si teletrasportò chissà dove, forse troppo pigro per camminare. Anch'io cominciai a camminare dove mi portavano le gambe, lontano dagli altri, ma non potevo certo immaginare di essere il primo ad essere seguito...








Ohi!

Sono o non sono un fulmine a pubblicare?

Eh?

No, è solo perché è dall'inizio della FF che so come farla finire, quindi non mi costa molta fatica scriverlo.


Mi dispiace se il capitolo è corto e...


Un po' gore, ammettiamolo...


Ma appena avete saputo che c'era Exe, sapevate di andare incontro a questo... IN UN CERTO SENSO, VE LA SIETE CERCATA!


Fate finta di niente, sono ubriaca di succo d'arancia.


Insomma, spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre commentate e mettete stelline!


Sul serio, commentate: mi mancano i vostri commenti, li apprezzo molto


SmileQueen2001

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