(14) Insensata gelosia
Karol's pov
La mattina dopo non fu un risveglio piacevole. Uno strano rumore ronzante mi scosse dal sogno che stavo facendo, costringendomi ad aprire faticosamente gli occhi. Tutto quello che riuscii a distinguere era un puntino verde in cielo. Stropicciandomi le palpebre, mi alzai in piedi attenta a non svegliare Spirit e strizzai gli occhi nel tentativo di capire meglio cosa ci stesse puntando. Già il colore mi fece ben sperare: non era Doll, a meno che non si stesse travestendo da Hulk a quest'ora della mattinata. Mi capitò di girare leggermente lo sguardo alla mia destra e mi ritrovai muso a becco con Psiky. Sobbalzai di spavento e caddi all'indietro, atterrando dritto su una delle code di Tails. Lui strillò svegliando praticamente tutti gli altri, tranne Sans che dormiva beato.
-Sono sveglio! Tutti sull'attenti!-
Esclamò Papyrus brandendo la padella. Ivonne gliela strappò di mano e la buttò a terra, con la faccia di chi voleva dormire ancora due ore. Mi sentii come in dovere di spiegare il perché della mia caduta:
-Psiky! Quando ti sei alzata?-
-Ho sentito la presenza di mio cugino in sogno e mi sono svegliata.-
Spiegò la gufetta puntando verso il puntino verde. Io tornai con gli occhi al cielo e riuscii bene a distinguere la figura: era una civetta verde con due ciuffetti sulla fronte e tre sulla nuca, una borsa a tracolla, un foulard giallo al collo, appeso ad una grossa spranga bianca connesse a due pale che giravano, come quelle di un elicottero. Stava salutando con la mano guantata ed un sorriso spaccone. Capii subito perché a Nives non piaceva. Una cosa che mi stupì appena atterrò, era la sua statura. Pensavo fosse piccolo solo perché era lontano, invece appena mise le sue zampe per terra vidi chiaramente che era molto basso, più basso di Nives ed appena appena più alto di Elvys.
-Salve, alieni! Io sono Pek! E vengo in pace!-
-No hablo tu idioma...-
Scherzò Ivonne con un sopracciglio alzato, facendoci ridere tutti quanti. Lui si schiarì la gola e si passò una mano sulle piume, prima di avvicinarsi a lei con un'espressione ammaliante. La riccia si ammutolì immediatamente, come paralizzata.
-Ah... Qué idioma hablas, ¿señorita?-
-¡Francés!-
-¡Bueno! ¡Puedo hablar quatro idiomas! ¡Français, Italiano, English y Español! Qualunque lingua ti va bene, ¡señorita!-
La riccia non riuscì a replicare, con le gote leggermente arrossite. Per essere un casanova fallito, era piuttosto bravo. L'unica ad essere capace a reagire in quel momento fu Nives: alzò platealmente gli occhi verdi al cielo e gli afferrò una spalla trascinandolo lontano da Ivonne.
-E' un piacere vedere che ti strusci subito sulla prima ragazza disponibile... Che tra l'altro è fidanzata!-
-Cos'è? Gelosa?-
E le fece un occhiolino. Quello ad innervosirsi stavolta fu Tails, ed anche parecchio.
-Comunque... Dov'è la mia astronave e che le avete fatto?-
-Noi? Sarà stato Tu-Sai-Chi!-
Commentai arrabbiata. Papyrus svegliò suo fratello con una padellata in testa.
-SONO SVEGLIO! BRUTTO QUARTO D'ORA!-
-Forte! Peccato che questo "Tu-Sai-Chi", io non so chi sia...-
-L'astronave sta lì, accanto all'aereo di Tails!-
La gattina mi lanciò un'occhiataccia come a dire "non ti ci mettere pure tu". Io la fissai confusa, alzando le spalle. Pek ispezionò bene il vano motori aperto dalla volpe prima di frugare nel suo borsone e tirare fuori una grossa chiave inglese.
-Campo magnetico!-
-Ci ero arrivato pur'io!-
Replicò Tails piccato.
-Immagino che la nostra tecnologia ti confonda! Comprensibile...-
-La vostra tecnologia non mi confonde! È solo che non ho gli attrezzi giusti per operare...-
-Io vedo una scatola di attrezzi perfettamente in salute, anche se consumati... Lavori parecchio sui tuoi congegni?-
-Sì. E almeno non sembrano brutte conchiglie!-
Sans si strozzò mentre rideva. I due si sfidavano con lo sguardo. Psiky li fermò:
-Non discutete e lavorate, piuttosto! Doll potrebbe starci seguendo ed Exe sta andando ad uccidere Knuckles... Senza volervi mettere pressione.-
Pek storse il becco.
-Chi... Cosa... Che?-
-Zitto e lavora!-
-Va bene!-
Tails gli passò davanti con noncuranza e si mise a lavoro sul suo aereo.
-Quanto a noialtri... Dovremmo andare a cercare da mangiare.-
-Ora che ci penso, sto morendo di fame...-
Dissi, per rimediare con la gattina.
-S-Seguite me ed Es-spio! Conosciamo a mem-memoria tutte le bacc-cche!-
Il camaleonte balzò su un ramo e ci fece cenno, così ci inacaminammo verso di lui.
-Voi andate pure...-
Farfugliò Nives.
-Io resterò qui a controllare che questi due non si ammazzino a vicenda...-
-Sicura?-
Chiese la sua amica mentre scansava una foglia per farmi passare.
-Sì... Non vi preoccupate...-
E fece un debole segno di saluto con la mano.
Nives' pov
No che non ero sicura! Quei due non aveva spiccicato parola da quando si erano messi a lavorare! Non che avessi un orologio, ma era di sicuro passata più di un'ora. Io mi annoio da morire quando c'è silenzio! Troppo! Mi stesi sbuffando, rivolgendo gli occhi al cielo. Almeno, la calma mi dava tempo di pensare. Possibile che Exe conoscesse il mio cognome? Esplorando la mia memoria, nessuno l'aveva pronunciato! Che conoscesse davvero i miei genitori? Troppe domande senza risposta! Occupare il tempo! Ecco cosa dovevo fare! Mi alzai con uno slancio e mi avvicinai a Pek.
-A cosa stai lavorando?-
-Alla comunicazione!-
-Davvero?-
-Dai un'occhiata...-
Sposai gli occhi dove aveva puntato col dito e mi ritrovai a pochi centimetri dal suo becco. Indietreggiai d'istinto, il viso che scottava per... rabbia? Vergogna? Emozione? Ero così confusa che non riuscii a distinguerle.
-Fiocco di neve... Ti dispiace che non ci vediamo così spesso?-
Mi si avvicinò ed i cavi sui quali stava lavorando sprizzarono scintille.
-Assolutamente no!-
-Allora perché stai arrossendo?-
Lasciò completamente stare i cavi, che mandarono un ronzio fastidiosissimo, e mi afferrò i fianchi. Qualcosa di affusolato lo colpì sulla testa e lo costrinse a voltarsi.
-Mi avevi chiesto un cacciavite, no?-
-E tu me l'hai lanciato?!-
-Perdono! Mi devono essere scivolati il braccio, la mano ed il cacciavite ad alta velocità sulla tua nuca!-
Il suo tono non sembrava per nulla dispiaciuto e nemmeno il suo sguardo. Pek tornò a sorridere come suo solito.
-Hai quasi finito?-
-Non ti ha sfiorato la mente che le tue attenzioni possano essere... Indesiderate?-
-Nemmeno per un secondo! Qualcuno è geloso?-
Tails si avvicinò a lui furente e per un secondo temetti volesse davvero picchiarlo.
-Che ci fai qui?-
Ci misi un po' a rendermi conto che la domanda era rivolta a me, in quanto il volpacchiotto stava ancora fulminando la civetta con lo sguardo.
-Controllavo come andassero le riparazioni...-
-Ottimo! Vieni a controllare anche quelle del Tornado!-
Senza nessuna spiegazione, mi afferrò per un braccio e mi trascinò fuori, mentre io non opponevo resistenza, alla volta confusa e contenta di quel salvataggio. L'ultima cosa che vidi uscendo dal vano motore, lo sguardo superbo di Pek che ci fissava uscire, senza intervenire.
Tails si era rimesso a lavorare senza più dire nulla. Io mi grattai la spalla, imbarazzata, e gli dissi:
-Grazie per il salvataggio...-
Sorrise. Per un secondo.
-Ma perché ti sei comportato così? Bastava dirmi una bugia come "il motore si sta surriscaldando, la tua magia mi serve"... Non sarebbe stato più facile?-
-Già... Solo che...-
Mi fissò dritto negli occhi, con i suoi color del cielo. Tossicchiò e tornò a lavorare.
-Non sono bravissimo a mentire.-
-Oh, ti posso insegnare, se vuoi!-
Mi sedetti su uno sgabello accanto a lui e le sue code presero a fremere. Sentii fuori le urla di Karol.
-Sono tornati. Io sto crepando di fame! Ti porto qualcosa?-
-No. Grazie mille.-
Camminai all'indietro per un paio di metri, incerta.
-Sicuro che...-
-Vai.-
-Ok.-
Pek's pov
Il pomeriggio lasciò spazio ad un imbrunire colorato di viola, arancio e blu notte. Il lavoro sull'astronave era quasi finito, ma mi permisi una pausa per controllare cosa stesse facendo quel volpacchiotto geneticamente modificato o... Qualsiasi cosa fosse... Stava seduto su uno sgabello a rigirarsi la chiave inglese in mano, annoiato.
-Pensavo dovessimo lavorare...-
-Lo stesso posso dire per te.-
-Ho finito con il cacciavite.-
-Io ho finito con il motore!-
Di già? Chiamatemi strano, ma ero impressionato! Nessuno era mai riuscito a battermi sul tempo prima di allora.
-Ah.-
Smise di giochicchiare con l'attrezzo e mi guardò di sbieco.
-Hai notato com'è Nives?-
-Di che parli?-
-Di com'è lei! Forte, indipendente... E soprattutto, carina.-
Tails sospirò.
-Dove vuoi arrivare?-
-Non fa per te, volpacchiotto, tornatene nella foresta!-
Successe tutto in un secondo: si alzò, mi afferrò per il bavero del foulard e mi sollevò di pochi centimetri. Fui costretto a fissarlo negli occhi, occhi che baluginavano in tempesta, atterrito.
-Non ti azzardare ad avvicinare il tuo becco a Nives nuovamente, specialmente in mia presenza, sono stato chiaro?-
-Coff... Cristallino... Mollami, mi strozzi... Coff...-
Mi lasciò cadere a terra e mise a posto la sua chiave inglese. Io presi il suo cacciavite e glielo lanciai, mirando alla nuca, urlando:
-Questo è tuo!-
Lo afferrò con noncuranza.
-Grazie.-
Rimasi nuovamente sorpreso.
-Puoi anche andartene ora. Devi finire di sistemare un congegno, no?-
Lo guardai un'ultima volta prima di uscire. Avevo trovato un degno rivale! A noi due, Tails.
Tails' pov
Dormire non mi era mai riuscito più difficile. Il solo fatto che dovessi dormire a meno di ottanta chilometri di distanza da quello sbruffone, mi faceva stare sveglio. Proprio quando i miei occhi si stavano chiudendo da soli e stavo finalmente sprofondando nel mondo dei sogni, un fruscio attirò la mia attenzione. Presi a sudare freddo, immobile, trattenendo il fiato. Nessun altro sembrava sveglio, quindi se quel qualunque cosa fosse che stava facendo rumore mi avesse attaccato, me la sarei dovuta vedere da solo. Mi alzai involontariamente. Un altro fruscio. Presi ad ansimare. Avevo una paura matta. L'unica arma a disposizione nel raggio del nostro accampamento era la padella di Papyrus. La afferrai incerto e seguii quel rumore.
-Devi affrontare le tue paure, Tails, non puoi indietreggiare di fronte al pericolo! Vai lì e lo picchi! Non è così difficile... Ci riescono tutti. Come dice Fiona: Elvys non ha poteri, Marine non ha poteri e Cream non ha poteri, ma ci provano. Nemmeno Antoine, cacchiarola, quella femminuccia col ciuffo biondo!-
Camminai per un bel po', inciampando una decina di volte a causa dell'ansia, ed un ultimo fruscio mi fece arrestare. Sentivo scorrere un ruscello dietro a dei cespugli ed era da lì che era venuto il rumore. Presi un bel respiro, scostai i rami e... Nives stava seduta con lo sguardo fisso sull'acqua, che scintillava pallidamente sotto i bagliori di una luna schermata dalle foglie degli alberi. Sospiro di sollievo che si propulsò fuori dalle mie labbra. Falso allarme. Posai la padella a terra negli arbusti e mi avvicinai alla gatta. Sembrava molto pensierosa ed aveva un piccolo fiore viola dietro l'orecchio. Le parole uscirono involontarie:
-Se è stato Pek, io giuro che lo ammazzo!-
Nives sobbalzò e si tolse il fiore da dosso, ridendo imbarazzata.
-T-Tails! Che ci fai sveglio a quest'ora?-
-Potrei chiederti la stessa cosa...-
-Stavo solo facendo una passeggiata...-
Tornò con gli occhi sull'acqua. Io annuii e pensai di essere stato uno stupido ad aver paura. Cominciai a dirigermi verso l'accampamento con la padella in mano quando una voce mi bloccò:
-Qualche problema?-
-No... Nessun problema... Proprio nessuno.-
Mi sentii come trattenuto dai suoi occhi verdi, che mi fissavano, quasi scrutando nella mia anima.
-Siediti. Puoi parlarne con me. Giuro che non ti giudicherò.-
Obbedii e mi lasciai cadere seduto accanto alla gatta. Fissai anch'io l'acqua per un po', come avesse le risposte alle mie domande.
-Allora?-
Trattenei le lacrime a stento e mi morsi le labbra, prima di dire:
-Non credo di riuscirci.-
-A fare cosa?-
-Quest'avventura, Exe, Doll... TUTTO! Non sono abbastanza coraggioso o abbastanza forte per aiutare! Sarei dovuto restare con Marine e Blaze... Così Sonic sarebbe qui al posto mio e non avreste problemi.-
-Ma di che stai parlando, Tails?-
Il suo tono non era come mi aspettavo (derisorio, divertito o addirittura arrabbiato)... Era apprensivo e... Stranamente sorpreso.
-Tu non sei per nulla inutile e tantomeno debole! Credimi! Lo so...-
-Come fai a saperlo? Mi sono ritrovato naso a naso con due mortali nemici ed ho lasciato che voi vi feriste senza reagire. Questo lo chiami forte?-
-Sono nemici terrificanti, Tails! Lo sono sul serio! E tu ti sei ripreso meravigliosamente! Il solo fatto che tu abbia deciso di venire...-
-Lo so! La dice lunga su come sia cresciuto etcetra, ma non è così!-
Sospirai, con gli occhi fissi sull'acqua.
-Hai mai immaginato la storia della tua vita... Senza te dentro?-
Potevo sentire i suoi occhi fissi su di me, ma non me la sentii di controllare se mi stesse effettivamente guardando.
-Tutto va come dovrebbe... Tutto è andato come avrebbe dovuto... E tu non ci sei. Non esisti. I tuoi amici sono felici senza di te perché non ci sei mai stato. Ed il mondo va come dovrebbe.-
La vidi tornare con lo sguardo sul ruscello con la coda dell'occhio.
-Perché è così che mi sento tutti i giorni!-
-Tu non sei per nulla scontato, Tails...-
-Sì, invece! Io non servo in questa avventura. Non sono mai stato indispensabile! Sono sempre stato la spalla dell'eroe, la seconda scelta di tutti quanti, l'ostaggio!
Mi fermai. Delle calde lacrime riempirono i miei occhi mentre fissavo il mio riflesso nelle torbide ed agitate acque del ruscello.
-La vita mi scorre davanti ed io non ne sono protagonista. Le persone a cui tengo muoiono ed io non posso fare nulla per impedirlo. Posso solo stare a guardare...-
Scoppiai in un pianto sfrenato, ma per non farmi vedere nascosi il muso tra le ginocchia. Le immagini di Sally e di Cosmo mi passavano davanti agli occhi, la prima mentre cercava di uccidere il mio migliore amico e decideva inconsciamente di restare nella base di quel pazzo criminale mentre esplodeva ed il sorriso distrutto dalle lacrime di Cosmo mentre mi implorava di ucciderla. Ricordi troppo dolorosi.
-Non mi hai lasciato rispondere.-
Alzai gli occhi sbigottito. Anche Nives aveva delle lacrime negli occhi, ma scendevano silenziosamente lungo le sue guance come se ci fosse abituata.
-Mi hai chiesto se avessi mai immaginato il mondo che funziona senza di me. Non mi hai lasciato rispondere.-
-Lascia stare...-
Tirai su col naso.
-Non era una domanda rivolta a te.-
-La risposta è sì.-
Smisi di piangere.
-Credo che tutti si siano fatti questa domanda almeno una volta nella vita. Ma la risposta che mi dò io è "no"!-
Si alzò, continuando a piangere ma col sorriso.
-Se io sono qui, un motivo ci sarà, no? C'è un motivo alla nostra esistenza! Perché saremmo qui sennò? C'è qualcosa in questo mondo che solo noi possiamo fare... Il trucco, è trovare cosa.-
Seguii i suoi occhi e vidi una costellazione brillare fulgida sopra di noi. Sorrisi. Aveva ragione! Ci deve essere qualcosa che solo io so fare! E cavoli, è un'ottima motivational coach! Mi porse la mano sorridente.
-Forza! Torniamo al campo!-
Un nuovo spirito mi corse tra le vene e mi alzai senza il suo aiuto, afferrandole l'altro braccio e trascinandola via come quella mattina.
-Io non ho sonno! Andiamo a farci un giro, ti va?-
Nives rise.
-Cosa? E dove mi porti?-
-Non lo so! Me lo dirai tu quando arriviamo, PERCHÉ STO CORRENDO CON GLI OCCHI CHIUSI!-
-Ahahahah! Attento, idiota, rischi di sbattere la testa su un albero!-
Risi anch'io, mentre correvamo verso chissà dove mano nella mano.
-Sei un totale idiota, Miles Prower!-
-È uno dei miei talenti! Ma guarda questo posto!-
Mi sdraiai nel tappeto di fiori azzurri e gialli che avevo trovato nel bel mezzo della foresta, mulinando le code per smuovere i petali.
-È stupendo, non trovi?-
Lei ridacchiò e si stese accanto a me.
-Quindi è qui che dormiremo?-
-Chi ha detto niente sul dormire? Ti ho urlato che non avevo sonno, ricordi?-
Ci riflettei su un secondo e mi misi seduto.
-Tu ce l'hai?-
-No.-
Ridemmo di nuovo, lasciandoci alle spalle il discorso di qualche minuto prima.
-So che sei una ragazza forte, indipendente...-
Ed anche molto carina, mi stava per scappare, ma riuscii a frenare la lingua in tempo.
-Ma cosa ti ha spinto a fare tutta questa strada per un amuleto dei tuoi genitori?-
Lei sembrò esitare, come se non sapesse se o meno dirmelo, così mi sbrigai a dire:
-Puoi anche non rispondere, sai? Non importa... Davvero.-
-È questa una delle cose che mi piace di te.-
Quella fredda notte si era appena riscaldata, almeno sul mio viso.
-Capisci le persone con uno sguardo.-
-Pfff. Ma per favore! È solo...-
-Sai quanto mi stia a cuore tenere segreto questo argomento, ecco perché l'altro ieri mi hai difesa.-
Io distolsi lo sguardo imbarazzato e prima che potessi anche solo biascicare una risposta, Nives disse:
-Lo prenderò per un sì.-
-Anche tu capisci le persone con uno sguardo.-
-Ho visto il dolore e la tristezza in faccia. So quando una persona finge di star bene. Non sai quante volte Psiky l'abbia fatto con me...-
-Scusa?-
-Da piccola non me ne rendevo conto... Piccola intendo tre anni fa, naturalmente... Ma tutte quelle volte in cui mi sorrideva e mi diceva che tutto andava bene... Non era così. Ecco perché ho imparato a mentire.-
Ancora non capivo dove volesse andare a parare.
-La parte più difficile delle perdite non è tanto stare meglio, perché è impossibile e lo sappiamo, in fondo al nostro cuore. Ma è fingere che vada tutto bene. Perché se le persone che ti stanno vicino ti vedono triste, diventano anch'esse tristi ed io... Non sopporto vedere nessuno triste! Che sia un amico, uno sconosciuto, un nemico...-
Lì si fermò e mi sentii come in dovere di intervenire:
-Capisco... Quindi i tuoi genitori sono morti?-
Lei, con mia grande sorpresa, scosse la testa.
-Non lo so... Ma non credo. Non spero.-
-Ti hanno abbandonata?-
Lei si girò per guardare altrove e capii che era il momento di cambiare argomento:
-Ma come funzione con te e Pek?-
-Tsk. Quello sbruffone? Ma per favore!-
-Rapporto tra voi due?-
-Mosca ed insetticida.-
Mi ritrovai a ridere.
-Non importa cosa dice la gente, Tails... Tu sarai sempre la mia scelta numero uno.-
Si strinse a me ed avvampai immediatamente.
-Con te si può parlare... Grazie per questa serata! Avevo bisogno di liberarmi.-
-È... È stato un pia... piacere...-
Cavoli! Sto balbettando più di Elvys mentre parla con Espio! Controllo, Tails, controllo! Sentii il corpo di Nives tremare.
-Hai freddo?-
Lei annuì. Ottimo... Ed io che pensavo mi stesse abbracciando per... Lasciamo stare.
-Non sapevo che facesse così freddo a Mobius.-
Mi guardai intorno e mi venne un'idea. Mi alzai in volo e staccai otto ramoscelli quasi morti dagli alberi, mentre la mia compagna mi guardava curiosa. Atterrai accanto al tappeto di fiori, a distanza di sicurezza, e mi misi a sfregare due dei legnetti. Dopo meno di due minuti, un piccolo fuocherello si accese e cominciai a soffiarci sopra con moderazione.
-Beh? Vieni a darmi una mano!-
Nives annuì confusa e si avvicinò, soffiando insieme a me. Un bel falò improvvisato ardeva in mezzo ai fiori ed a un tronco. Tornai ad abbracciare Nives per scaldarla, quasi d'istinto, usando anche le mie code.
-Non male il tuo spirito d'iniziativa...-
-A volte capita.-
Restammo in silenzio per un altro po', unica compagnia il crepitio del fuoco.
-Siamo state davvero fortunate ad incontrare voi.-
-Mh?-
Feci, confuso. Ero mezzo addormentato.
-Immagina se avessimo chiesto ad Eggman di aiutarci.-
Annuii distrattamente, chiudendo gli occhi.
-Grazie per esserci stati sempre...-
Caddi in un sonno profondo, negli occhi una strana luce rossa.
Ehilà, bifolchi!
So che è un po' che non aggiornavo questo libro, ma la scuola mi sta davvero uccidendo. Pensate che mentre scrivevo questo capitolo mia madre mi stava spiegando storia.
So di avervi profondamente ignorate in questo capitolo, ma spero che capiate che questi capitoli sono incentrati su una certa gatta ed una certa volpe...
If you know what I mean...
ewe
Ho notato che sono in pochi quelli a votare e commentare su questa storia e sono un po' triste a riguardo...
Spero che ora che abbia ripreso, ci siano più interazioni con il pubblicoh!
Ora mi eclisso.
Gudbai.
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