Parte 7 'I'll never love again'

'E' stupenda, signora Barton! Dove sta andando? Ad una cena galante, con suo marito?' Connie, la tata equadoregna di Frankie, che, dopo mesi ancora le dava del lei, aveva ammirato Rafflesia che usciva; era fasciata in un mini abito nero, ricoperto di paillettes cangianti, con le spalle scoperte e lo scollo a barchetta, le maniche larghe scampanate, stiloso, originale e molto corto. La cicatrice del proiettile era quasi scomparsa, rifletté, rimirandosi nello specchio dell'ingresso.

'No, un incontro di lavoro' non era una menzogna, non del tutto 'ci vediamo domani, Clint tornerà fra poco'. Scendendo nell'androne del palazzo, mandò un messaggio al Falco, per sollecitarlo a essere puntale, per dirigersi all'esterno, dove l'attendeva Sam, in una sfavillante Mercedes berlina scura, noleggiata per l'occasione; il collega indossava un elegante completo grigio antracite con camicia bianca, di gran classe.

'Niente male...siamo una coppia, stasera...' Wilson fece una battuta, e lei guardò la propria mano sinistra: aveva dovuto lasciare a casa l'anello di fidanzamento e la fede da cui non si separava mai.

L'altro, intuendone le elucubrazioni, la consolò 'Si tratta di poche ore...nella scatolina di velluto, all'interno del cassetto del cruscotto, ci sono i nostri gioielli tecnologici: per te, una collanina con un pendente piuttosto vistoso, a forma di stella marina violetta. Sembra composta di perline, sono invece le sfaccettature della telecamera sofisticata che i tecnici hanno installato al lato interno. Potrai riprendere le immagini e l'audio di chi ti è vicino; contiene anche un microfono con cui sarai in connessione sia con me - che indosserò un auricolare - sia con i colleghi appostati fuori dal locale, in un furgone bianco e verde di una ditta di derattizzazione, che sembrerà parcheggiato lì per caso. C'è, ugualmente, una pochette di velluto nero; ha una forma squadrata e sul lato corto è cucita un'altra microcamera, dovrai puntarla sul nostro obiettivo, Brown'.

La mora aprì lo sportellino e recuperò il materiale segnalato, indossando la collana, e porgendo al collega l'auricolare, realizzato del colore della sua pelle, che avrebbe inserito nell'orecchio 'Alle brutte, penseranno che sei sordo come una campana'.

'Già...il Falco? Immaginavo che ti avrebbe accompagnato almeno da basso, come il primo giorno di servizio'.

'Te ne eri accorto?' la Tyler ridacchiò, tesa.

'Io e il resto del mondo, è una piovra, onnipresente quando si tratta di te...'.

'Abbiamo parlato, ci siamo chiariti e si è dato pace...' lo sperò vivamente.

'Ripassiamo il piano' Sam riepilogò quanto avevano concordato con il Sergente Hill.

Avevano appreso che i giocatori dei Giants si sarebbero ritrovati a un party organizzato da un grosso sponsor in un disco pub del Village; uno dei buttafuori del locale, ex agente in congedo, ancora in contatto col Capo Fury, li avrebbe fatti entrare, inserendoli nella lista degli ospiti.

I due detective avrebbero impersonato una coppia di fidanzati in crisi, ed inscenato una litigata furibonda per attirare l'attenzione dei presenti, augurandosi che Brown notasse Rafflesia e si prendesse la briga di consolarla; l'escamotage, a detta della Hill che lo aveva proposto, avrebbe altresì consentito a Wilson di rimanere all'interno della sala, per controllare la collega e intervenire con immediatezza, casomai la situazione fosse diventata ingestibile.

'Tutto chiaro?'.

'Sì...accidenti, le scarpe mi fanno un male pazzesco' la bruna sistemò gli stiletti neri ai piedi, con una smorfia; erano i suoi preferiti, li aveva da diversi anni, e improvvisamente avvertiva un fastidio sul tallone destro. Sarebbe stata una questione rapida, non se ne preoccupò.

***

'Dovevamo rifiutare di aiutarti, è una follia' Steve ancora sbraitava contro il Falco, seduto nell'Hummer degli Avengers, con la tuta blu e armato fino ai denti, guidando verso il Village a velocità sostenuta, tallonando l'auto noleggiata da Wilson.

Clint fumava una sigaretta, almeno col finestrino aperto 'Stai calmo'.

'Calmo un piffero: è la prima volta, in tanti anni di onorato servizio, che bypasso ogni regola, per un motivo personale...Falco, siamo scappati dal Distretto come ladri, e stiamo partecipando, di nostra iniziativa, a un'operazione di un'altra Unità ...un'operazione a cui nessuno ci ha invitato'.

'Dì al Capitano di farsi un goccetto o buttare giù un Lexotan' dalla trasmittente udirono la voce divertita di Stark, piazzato nel retro del minivan grigio metallizzato utilizzato per le intercettazioni, collocato accanto a Bruce, che aveva già captato le frequenze radio dei colleghi dell'Unità Vittime Speciali, e soprattutto quella della cimice che Clint aveva piazzato nel sandalo destro della mogliettina, su indicazione di Tony!

'Probabilmente non servirà intervenire, Rafflesia e Sam sanno il fatto loro' la Romanoff al volante del furgoncino difese la moretta, a fianco di Thor che annuiva.

Quando Barton, il giorno seguente il compleanno di Frankie, aveva informato gli Avengers che si sarebbe messo sulle tracce della sua dolce metà, nel momento dell'approccio al simpatico giocatore di football stupratore, c'era stata una sommossa. Mezza, come lui si era immaginato.

Stark aveva alzato il sopracciglio: sfidare il potere e l'autorità lo esaltava e l'azione altrettanto. Si era dichiarato disponibile, così come la Romanoff. Era la sua migliore amica e non si sarebbe tirata indietro. Ovviamente, Bruce, come suo compagno, non poté esimersi dall'appoggiarla, in tutto.

Erano quattro contro due: per Steve, le direttive di un superiore erano un dogma da rispettare, e biasimava bugie e sotterfugi. Il biondo, ligio al Regolamento, gli si era affilato.

'Agirò ugualmente, pure senza di voi; non c'è bisogno di prendere decisioni affrettate. Dormiteci su e domani ne riparliamo'. Clint aveva fatto tesoro di una confidenza di sua moglie: che i due colleghi, presi da tenerezze e coccole con le ragazze che frequentavano, presentategli proprio da lui e da Rafflesia, non si tenevano un cece in bocca a pagarli oro. Jane e Peggy erano legate alla Tyler da un vincolo amicale profondo e aveva visto le loro facce pallide, all'esposizione del pericoloso piano della Hill che la vedeva coinvolta.

Ovviamente, la Foster e la Carter, non appena saputo delle intenzioni del Falco, avevano ammonito i fidanzati chiacchieroni ad appoggiare il progetto di quest'ultimo, promettendo di non rivelare alcunché all'interessata.

Così ora, i magnifici sei si ritrovavano alle calcagna del veicolo guidato da Wilson, a cui il Capitano - che aveva instaurato un feeling particolare con l'ex militare - aveva estorto ogni possibile dettaglio dell'operazione in corso, durante l'abituale oretta di jogging a cui si dedicavano insieme a Central Park nel weekend.

'Il locale scelto per la festa è quello lì' Barton segnalò l'insegna al neon di un discopub, dove una fila di una ventina di persone attendeva per accedere, davanti ad una transenna bloccata da un cordone rosso, su un tappeto della stessa nuance; a presidiare l'ingresso, due buttafuori in giacca e cravatta controllavano i nominativi degli ospiti, spuntandoli da una lista.

'Stanno entrando' Nat, parcheggiando dietro l'Hummer, osservò i due detective confabulare con un addetto, che li fece accomodare all'interno; era la persona che li aspettava, l'ex agente che avevano dalla loro parte.

'Fate silenzio: ascoltiamo ciò che si dicono e...pronti a intervenire' Rogers aveva ripreso il ruolo di capo e li aveva ammoniti a stare all'erta, studiando lo spazio antistante con la coda dell'occhio, compreso il furgone dei colleghi del Distretto.

Sentì scattare lo Zippo del Falco, che si accendeva l'ennesima sigaretta, maledicendo di dover tenere i finestrini alzati per evitare di essere visti.

***

Da una porta dipinta con l'immagine degli occhi azzurri e gialli di David Bowie, Wilson e la Tyler erano arrivati direttamente alla sala bar del locale, dove c'era già un chiasso infernale; in quella parte della struttura, destinata alle bevute, vivacizzata dalle luci molto basse color rosso vermiglio accesso che si riflettevano sulle vetrate a griglia metallica e sui tavolini scuri, la musica era sopportabile.

Adiacente, si stagliava la pista da ballo, non troppo affollata, su una piattaforma quadrata di enormi dimensioni, rialzata, raggiungibile da ciascun lato tramite una scala composta da una decina di gradini.

'Ti esibisco un po', sorella' Sam prese la collega per mano e si diresse, con lei che sculettava in maniera evidente, sul basamento, iniziando a dimenarsi, scatenato. Barcollava, quasi, simulando di essere alterato a causa dell'alcool. Entrambi avevano intercettato i giocatori dei Giants, e Anthony Brown, soprattutto, che conversava con ragazzo giovane che gli parve un fan perché che si stava facendo firmare un cappellino della squadra, con un pennarello.

Tuttavia, Rafflesia era così bella e carismatica che - come previsto dal Sergente Hill - attirò gli sguardi maschili, calamitandoli letteralmente, anche quello del presunto stupratore.

'Ti sta mangiando con gli occhi' Falcon la fece piroettare, riprendendola al volo e facendola sbattere contro di sé, in malo modo 'esibiamoci nella scenata del secolo!'.

'Dannazione, Sam, sei sbronzo, come al solito! Stammi lontano' la Tyler gridò, sulla pista da ballo, piazzandosi a brutto muso di fronte al viso di Wilson, che la strattonò per un braccio, nel momento in cui gli dette le spalle 'Dove credi di andare? Sei venuta con me e rimarrai con me, che ti sei messa in testa?'.

La moretta, voltandosi, e tentando di sottrarsi alla presa, mandò un'occhiata languida a Brown, che, lesto, le venne in soccorso, quasi saltando sulla piattaforma, come un cavaliere d'altri tempi.

'Amico, mollala' lo sibilò, con gentilezza apparente, tirando via la mano di Sam dal braccio della sua affascinante partner. 'Tutto a posto, tesoro?' la scortò, con la sinistra all'altezza dei reni, verso il bar, intanto che sopraggiungeva un energumeno di colore, in tuta da ginnastica acetata rossa e nera - presumibilmente una guardia del corpo personale di uno dei giocatori - che fece spostare, sotto minaccia, il collega, al lato estremo della sala, antistante i bagni.

Il ricevitore, jeans scuri, camicia bianca con le cifre e le maniche ripiegate, accompagnando Rafflesia, si era presentato, educatamente; era un bel tipo, notò lei - che si finse caduta dalle nuvole, apprendendo fosse un componente dei Giants - sui trent'anni, fisico scolpito, muscoloso, capelli rasati ai lati e intrecciati a partire dalla sommità della testa fino al collo, in un'acconciatura originale. A dispetto dell'apparenza e della professione, era raffinato nei modi...un vero signore, era comprensibile come avesse affascinato Talia.

'Che ci fa una Biancaneve come te con un buzzurro simile?' le chiese, riferendosi a Falcon.

'Sam e io stiamo insieme da un paio d'anni, ci lasciamo e prendiamo continuamente. Abbiamo carattere opposti, ma c'è una grande attrazione fra noi' lo aveva buttato lì, facendo intendere avessero un feeling sessuale stratosferico.

'Insomma, ti piace l'uomo nero?' glielo chiese in un modo che le fece gelare il sangue nelle vene, spiritoso, algido e malizioso.

'Ovviamente' finse di bere il gin tonic che Anthony aveva ordinato per lei, intanto che lo vide muovere la testa, per indicare l'uscita di sicurezza al gorilla che spintonò all'esterno Wilson, prendendolo a calci, letteralmente. Si sentì morire un po' dentro, senza il collega; il piano si complicava ma tenne il punto, decidendo che sarebbe andata avanti da sola. La squadra era in appoggio, fuori dal locale e in collegamento con lei tramite il microfono, appeso al collo. Toccò il ciondolo a forma di stella, per rassicurarsi.

'Sei bellissima, Rafflesia' chiamandola col suo nome vero - che gli aveva fornito per essere il più credibile e spontanea possibile - la accarezzò, sul dorso dell'avambraccio, con l'occhietto da provolone. 'Ti andrebbe di stare un po' con me, più tranquilli, lontano dalla confusione?' le domandò, con finta innocenza.

La bruna aggrottò le sopracciglia 'Ci siamo conosciuti da pochi minuti e, comunque, ho ancora un ragazzo, steso sul marciapiede, credo' fece una risatina nervosa, sentendosi leggermente confusa. Udiva la voce del ricevitore, ovattata, lontana. Non aveva bevuto nulla, come era accaduto?

Cingendola per la vita, l'uomo la portò verso la consolle del dj, attraversando la sala; dietro c'era una porta di metallo, blindata, attraverso cui passarono insieme e inosservati. Nel caos del disco pub, sembrarono ai più una coppia ben assortita, alla ricerca di un po' di privacy.

Rafflesia non riusciva nemmeno a parlare, a emettere un solo suono; avrebbe voluto avvisare Sam, con una frase in codice ma non poté. Terrorizzata, provò a sganciarsi dall'abbraccio indesiderato, senza riuscirvi e perse persino la pochette nera, che cadde a terra, al di là della porta d'acciaio, sul pavimento dell'area di servizio, composta da una stanza e un bagno...una sorta di alcova, con un letto matrimoniale, spartano, un divano laterale con un paio di plaid poggiati sopra, e un comodino, stracolmo di profilattici.

Due particolari la colpirono, e capì di stare riprendendo un briciolo di lucidità; che non ci fossero finestre e che li aspettasse il gorilla che aveva allontanato Sam, evidentemente il bodyguard di Brown e suo probabile complice. Cavolo, era finita in una panic room con due bestioni e le pareti schermate avrebbero attutito ogni tipo di rumore e forse limitato l'intercettazione in atto.

'Hai visto che bocconcino abbiamo rimediato?' Anthony si vantò, mostrando la detective al suo socio, che chiuse la porta, con un tonfo. Le tirò giù l'abito, in una mossa, sul davanti, per scoprirle il seno 'Guarda che tette, è la fine del mondo' rincarò la dose, nell'attimo in cui la ragazza gli mollò una gomitata nello sterno. Era intontita, sì, allenata pure.

Il giocatore, tuttavia, era granitico, massiccio e certo il suo colpo, pur assestato con forza, non gli aveva spezzato le costole, anzi. Lo aveva indispettito, perché non se lo aspettava. Si difese, prontamente, con un manrovescio sul viso che la prese in pieno, tra la bocca e il naso, sbottando 'Razza di puttana bianca!'

La faccia della Tyler esplose in un mare di dolore di mille piccoli spilli appuntiti che la trafiggevano. Percepì il sapore metallico del sangue che le scendeva in gola e due manone enormi che la placcavano, per gettarla in ginocchio sul letto. Il suo addestramento era stato inutile, l'avevano messa al tappeto in due mosse; si ritrovava impaurita, sudata e impotente.

Quando aveva accettato l'incarico, non avrebbe mai immaginato di poter essere vittimizzata in pochi minuti; le sue doti, la forza, la sicurezza, la spavalderia e le capacità professionali erano diventate zero davanti ai bicipiti dei mostri che la stavano costringendo su quel materasso. Il suo cuore iniziò a galoppare nel petto.

***

'Sam, porca miseria' Rogers non si era trattenuto; in barba al concetto del basso profilo da tenere con cui aveva ammorbato i colleghi, appena distinta la sagoma del recente amico sul ciglio della strada, si era precipitato a soccorrerlo.

'Steve...che ci fai qui?' rialzandosi, acciaccato per le percosse, col Capitano che lo aiutava e si affrettava a farlo salire sull'Hummer, Wilson vide, sul sedile del passeggero, accanto al posto di guida, il Falco in persona, che lo squadrava in cagnesco...gli fu tutto chiaro...era come il primo giorno della Tyler nell'Unità! Suo marito era presente e si era portato dietro il gruppo a dargli manforte!

'Ciao, idiota. Hai lasciato Rafflesia dentro, da sola?' con la mano sinistra sul calcio della sua pistola preferita, la mitica Beretta M9 con cui giocherellava, sembrò minacciarlo, con un'espressione al limite dell'omicidio premeditato.

'Clint...veramente...' non finì la frase; Rogers scosse la testa, pregandolo di tacere, per non innervosire ulteriormente Barton e, nello stesso momento, la Romanoff bussò al suo finestrino 'Belli, ci siamo svelati ai colleghi nel furgone, per evitare spiacevoli incomprensioni e altri casini...poniamo attenzione a quanto si dicono, finora la Tyler non ha bevuto nulla, per cui non dovrebbe essere in pericolo' indicò la radiotrasmittente, da cui udirono la conversazione fra la detective e Brown, nella parte in cui il giocatore la invitava ad appartarsi con lui.

Il tono della risposta della detective e la risata stramba che ne seguì impensierirono Clint 'Qualcosa non va, io intervengo' sibilò, aprendo lo sportello.

'Ragiona, è troppo presto e dobbiamo prenderlo in flagranza di reato; ho concordato, con tua moglie, delle frasi che avrebbe dovuto pronunciare, nel caso in cui avesse avuto necessità di un supporto immediato e non ne ho sentite, finora' Wilson temeva per il buon esito dell'operazione.

'In flagranza un cazzo, me ne frego, ho un brutto presentimento' scocciato, scese definitivamente dall'Hummer, tallonato da Rogers, che aveva fatto cenno di seguirli agli altri Avengers nel minivan.

Banner - uno zaino zeppo di esplosivi facilmente maneggiabili in spalla - e Stark si affiancarono, armi d'ordinanza alle mano, passandone una a Sam; Thor faceva la sua figura con il fucile d'assalto recentemente acquistato per loro da Fury, lo stesso che imbracciava il Capitano.

Quest'ultimo, scevro da dubbi, osservò la figura del Falco che già era arrivato all'entrata di servizio, intanto che Vedova Nera si interfacciava con la squadra di colleghi che sarebbero stati d'appoggio 'Passiamo dalla cucina, con calma e attenzione, poiché il disco pub è pieno di civili! Ma veloci, non la sento proprio più': avevano perso i segnali delle tre cimici, nello stesso momento, ed era un disastro.

Barton entrò per primo, intimando il silenzio con il dito indice alzato davanti la punta del naso, al personale della foresteria; lavapiatti, cuochi e inservienti, osservarono, terrorizzati, i Vendicatori in assetto da combattimento e un giovane di colore in abito elegante muoversi in direzione della sala principale.

***

Rafflesia aveva provato a sfuggire dalle grinfie dei due maschi che si era ritrovata addosso, dimenandosi come un'anguilla, con le gambe e con le braccia.

Il bodyguard, per tutta risposta, le aveva afferrato il polso destro e lo aveva torto fino a lussarlo, abilmente. Un'altra sofferenza nitida l'aveva travolta, nel fisico e nella mente. Le era uscito un gemito, nulla più. Aveva intuito che i protagonisti del suo incubo lo avessero fatto molte altre volte, non solo a Talia, e che non l'avrebbero lasciata andare se non al raggiungimento del loro obiettivo; erano la peggior specie di criminali sessuali, che si eccitano più con la violenza ed il terrore inflitti alla preda che con l'atto fisico vero e proprio.

Il dubbio delle malefatte divenne certezza, ascoltando la richiesta di Brown al suo amico 'Riprendila per bene, metti a fuoco come si deve. Voglio un bel ricordino della principessina che mi sto per fare...sarai la numero ventitré, tesoro. Nella Cabala, il ventitré corrisponde al culo...' le schiaffeggiò le natiche, veemente.

'Lasciatemi, non voglio' la Tyler lo ripeté diverse volte, sperando che il ciondolo che indossava e la cui telecamera era puntata sulla lenzuola sporche del letto, dove era tenuta prona, almeno registrasse la conversazione, a titolo di futura prova in un eventuale procedimento penale.

Era l'unica possibilità che le restava per inchiodarli, se l'avessero risparmiata. Aveva perso sicuramente il contatto audio coi colleghi e la pochette era a terra e lontana, all'ingresso dalla stanza.

'Secondo me ti piace, poche storie' il ricevitore le afferrò diverse ciocche di capelli con la mano e le tirò con forza a sé, facendole rivoltare la testa indietro. Lei vide chiaramente i fili scuri rimastigli fra le dita ed i suoi occhi iniettati di sangue e di odio... contro le donne, magari di bell'aspetto, che rifiutavano il suo corteggiamento, nel proprio caso con l'aggravante del colore della pelle e dell'essersi leggermente ripresa dalla sedazione.

Il disgusto si moltiplicò, al tocco dei capezzoli che il complice le strizzò, girandoli senza alcun riguardo, con Anthony che, in contemporanea, terminò di spogliarla, lacerando la parte posteriore dell'abito, dove era cucita la chiusura lampo.

'Vi prego, non dirò nulla... non presenterò alcuna denuncia e non lo saprà nessuno...fatemi andare a casa' lo scandì, immobile alla sensazione nauseabonda delle loro mani addosso. Qualsiasi reazione del corpo o mossa di difesa avrebbe peggiorato la situazione; l'avrebbero picchiata più a lungo e più violentemente e li avrebbe innervositi, ancora. Cercò di contenersi.

'È sesso consensuale, tesoro' sbeffeggiandola, l'atleta passò il palmo della sinistra fra la stoffa del perizoma nero e le natiche sode di cui la natura l'aveva dotata, palpandole; dopo l'ennesima carezza viscida, lo tirò via, strappando il bordino di pizzo e cotone che le poggiava lateralmente sui fianchi, provocandole un ulteriore bruciore e arrossamento su quella zona.

'Femmina spettacolare' Brown commentò al compare, rimirando l'intimità della Detective. Che sentendo il rumore della zip dei jeans del suo aguzzino, piazzato in ginocchio dietro di sé, comprese cosa provassero i condannati a morte, salendo sul patibolo...era l'inferno più turpe, andava al di là della fine dell'esistenza, per una donna soprattutto.

Razionalizzò che doveva rimanere viva, per suo marito e suo figlio, che forse poteva sopravvivere, come Talia e le altre poverine che aveva conosciuto nei mesi di servizio all'Unità, le stesse che aveva consolato, immedesimandosi nelle loro vicende...ma la realtà era sempre peggio dell'immaginazione e dell'empatia innata che possedeva.

Avvertendo l'erezione di Anthony che le strusciava nel solco del sedere, oscenamente incerta fra la rosellina dell'ano e le labbra femminili, si ritrovò a supplicare, come non aveva mai fatto 'Per favore, no...ho un bambino piccolo'.

Con gli occhi colmi di lacrime, il pensiero fu per Frankie, per i suoi capelli morbidi e profumati, castani chiari come quelli del Falco, il suo cucciolo, che doveva iniziare a camminare e a parlare.

Si chiese se avrebbe avuto la possibilità di assistere al suo primo passo o udire la sua prima parola. L'altro pensiero straziante fu per Clint, il suo amore, ai baci appassionati che si erano scambiati sulla terrazza di casa al buio, dopo aver discusso sull'opportunità che lei partecipasse alla missione in incognito.

Avrebbe dovuto dargli retta...che scemenza, rifletterci, in quel momento...sei una stupida, Rafflesia, si disse, con la mente che stava creando una barriera che l'avrebbe salvata, forse, dalla follia.

Concentrata sull'immagine di suo marito, bloccata in una postura oscena, iniziò a singhiozzare, il corpo avvolto da un tremito incrollabile 'Clint...' balbettò, più volte; un filo di urina calda, che non era riuscita a trattenere per il terrore puro di ciò che stava per subire, le scese fra le cosce.

'Te la sei fatta sotto, Biancaneve!' Brown la prese in giro, con cattiveria inaudita, accecato dalla bramosia e dalla lussuria che stava per sfogare contro di lei.

***

Davanti all'unica porta blindata e chiusa del locale, visibile persino dal centro della sala da ballo, il Falco gridò a Thor e Steve 'Buttatela giù'.

'Aspettate, non avete un mandato e questa è proprietà privata' il manager dei Giants - un ometto basso e calvo, pantaloni marroni, camicia a righe bianche e verdi, la pelata sudata - cercò di impedire l'accesso alla zona chiusa, con la squadra operativa che aveva allontanato gli ospiti del party costringendoli ai margini della struttura, dalla parte del bar, per interrogarli in seguito, come da prassi.

'La nostra collega è dentro, lo indica il segnalatore di posizione che ha indosso' Vedova Nera mostrò il piccolo apparecchio a forma di navigatore satellitare sul cui display quadrato lampeggiava un puntino verde, l'unico dei tre che aveva ricominciato a funzionare.

Barton lo esortò 'Capitanooooo'; Sam era alle sue spalle, speranzoso... era colpa sua aver perduto Rafflesia, e l'avevano cercata senza fortuna in ogni angolo del disco pub, fin quando, limitrofi alla stanza chiusa, il segnalatore acustico connesso alla cimice inserita nello stiletto della bruna era impazzito, emettendo un suono acuto.

'Fanculo il mandato! Il Detective Tyler è in pericolo, si tratta di cause di forza maggiore...allontanatevi...Point Break!' Rogers non esitò. Imbracciato il fucile, sparò alla cornice della porta blindata sul lato sinistro, mentre il biondo fece lo stesso dalla parte opposta. Passati tre secondi, a colpi di spallate, buttarono giù il passaggio, permettendo l'ingresso agli altri...al Falco, per primo.

La scena che gli si parò davanti agli occhi aveva dell'inverosimile, era l'incubo che aveva temuto e che avrebbe voluto evitare a ogni costo: sua moglie, nuda e tremante, il viso coperto di sangue e muco tra il naso e la bocca, il trucco sfatto con il mascara che le colava assieme alle lacrime, si era rigirata al rumore della porta divelta. Era obbligata nella posizione della pecorina da un uomo corpulento in tuta rossa e nera, che la costringeva per le braccia, e il ricevitore le teneva ferme le gambe bloccate, puntellandole verso l'esterno con le proprie coi calzoni calati e il sesso eretto pronto per...

Un barlume di lucidità lo guidò, udendo la moretta pronunciare il suo nome in un lieve sussurro, incantatasi come un disco rotto; lo aveva sotto tiro e gli avrebbe potuto far saltare la testa con estrema facilità, ma non si erano nemmeno qualificati e la difesa doveva essere proporzionata all'offesa.

Rimessa l'arma nella fondina, si gettò su Brown, senza un fiato, afferrandolo per la camicia bianca, sul colletto e all'altezza dei reni, scaraventandolo contro il muro. La testa di Anthony si sfracellò sul cemento candido, e Clint ripeté la mossa, fra le urla del suo avversario e lo stridio delle ossa rotte dall'urto.

Thor aveva placcato il bodyguard, fermandolo a terra col peso del corpo, e la squadra di appoggio, che seguiva gli Avengers lo aveva ammanettato prontamente.

Natasha aveva spostato Rafflesia, con la massima gentilezza, da sopra il letto, coprendola col plaid trovato sul divanetto. Erano rimaste in piedi, abbracciate per la vita, con la Tyler ancora in preda ad un attacco di brividi e gli occhi fissi sul massacro che Barton stava compiendo.

Intanto che Tony e Bruce avevano il ricevitore nel mirino delle proprie armi, il Capitano si avvicinò, al momento della mossa successiva di Clint che, muto, era intenzionato a finire di fracassare la nuca dell'avversario contro la parete.

'Dammi solo un motivo, Brown...' con la canna della pistola puntata alla tempia dell'atleta, Wilson, accorso vicino al tiratore scelto, lo digrignò fra i denti, ed era chiaro che non scherzasse.

Uno dei due, il Falco o Sam, lo avrebbe ucciso e si sarebbe giocato la carriera, mandando a rotoli l'indagine...soprattutto perché entrambi avevano notato le macchie di urina sul materasso...

La Tyler, che aveva ripreso il controllo della propria psiche, fredda come il ghiaccio, camminò, lentamente, sui tacchi, stringendosi la coperta addosso, verso il cellulare della guardia del corpo, finito a terra nella colluttazione con Point Break.

Lo raccolse e scorse, in galleria, i filmati dei ventidue stupri commessi dalle carogne; nel silenzio calato nella stanza, aprì il video relativo alla violenza su Talia. Lo riprodusse, osservandolo interamente, con le grida e i no della ragazza che, sfumando, fecero da sottofondo alle sue parole 'Sam, Clint, amore mio...' lo disse dolce e caparbia 'Brown avrà la sua punizione. Credo nel lavoro della Polizia e nella giustizia del nostro sistema penale. Le vittime dei suoi abusi non hanno bisogno della vostra vendetta e nemmeno io...invece, il mondo ha bisogno di voi, di due poliziotti idealisti ed io anche...Arrestatelo!' li convinse, perché a quel punto non avrebbero potuto negarle nulla e aveva ragione da vendere.

Wilson si spostò di lato, affinché Stark mettesse le manette al giocatore, il cui volto aveva l'aspetto di una polpetta di carne. Aveva perso diversi denti, il setto nasale era spezzato e si vedeva l'osso parietale sotto il cuoio capelluto. 'È un vero onore' sibilò Tony, sciorinando a memoria la filastrocca sui diritti.

'Falco...grazie...avevi promesso che mi avresti protetta...' con una vocetta flebile e commossa, la detective invocò suo marito, che ancora schiumava di rabbia e seguiva, con sguardo truce, i colleghi scortare i due aguzzini fuori dal locale per caricarli sull'autopattuglia che li avrebbe spediti in gattabuia.

Clint si girò e la fissò...Rafflesia aprì le braccia e lui ci si catapultò.

***

'Come va?' Sam lo chiese, dal sedile del passeggero, accanto a Rogers, accompagnando a casa la Tyler e Barton; lei aveva indossato una tuta blu degli Avengers e delle scarpe da ginnastica bianche, che Natasha teneva di scorta nel portabagagli dell'auto, e si era fatta medicare il viso da uno dei paramedici sopraggiunti con l'ambulanza per prestarle le prime cure.

Fortunatamente il naso non era rotto; aveva preso una botta piuttosto forte e le sarebbe venuto un brutto livido, ma con la bustina di ghiaccio secco che suo marito le teneva carinamente premuta sul volto, il gonfiore sarebbe diminuito di lì a poche ore.

Il polso destro, invece, era lussato e gli addetti lo avevano bendato con una fascia elastica bianca.

'Benino' mormorò. Era provata dall'ansia terribile che l'aveva attanagliata nei frangenti con Brown e il suo complice, e dalle molte foto scattatele e dalle domande postele, in un secondo tempo, dal Sergente Hill.

Come da regolamento, il suo diretto superiore - sopraggiunta non appena venuta a conoscenza dell'accaduto - le aveva fatto ripetere la successione dei fatti innumerevoli volte, stendendo immediatamente il relativo rapporto. Era importante, affinché, a mente fresca, non le sfuggisse alcun ricordo.

Nonostante il breve momento di confusione dovuto al Roipnol, non avrebbe potuto dimenticare nessun dettaglio; non erano sensazioni o immagini da cui ci liberava con facilità, le avrebbe portate dentro l'anima per sempre.

Clint era rimasto al suo fianco, al tavolino del disco pub dove il Sergente l'aveva fatta accomodare per la redazione formale del verbale, smoccolando a ogni piè sospinto per andare a casa, sotto le occhiate di rimprovero del Capitano e di Stark, finché persino la Hill era sbottata 'Agente Barton, per gentilezza, si allontani. Le rammento, nuovamente, che lei e il suo team siete intervenuti senza autorizzazione, nella mia operazione!'.

L'aveva scacciato a brutto muso, contrariata, e lui, nel tragitto di ritorno, se ne lamentava ancora, certo che la megera avrebbe dovuto esclusivamente ringraziarlo. Se non si fosse incaponito a seguire la moretta, coinvolgendo i Vendicatori, l'Unità Vittime Speciali sarebbe stata impegnata ad indagare sull'ennesimo stupro impunito, e per di più commesso ai danni di uno dei suoi componenti.

'Benino per merito mio e degli Avengers; il tuo capo è un'ingrata! E la vostra squadra, Wilson, incapace di affrontare gli imprevisti' si dolette Barton.

Come dargli torto? Falcon fece ammenda 'Hai ragione; mai ci saremmo aspettati che Brown scegliesse di abbordare le proprie vittime in locali dotati di una panic room. Le stanze di sicurezza sono rarissime. E nemmeno immaginavamo che avesse la droga dello stupro in una forma sconosciuta; è la prima volta in tanti anni che capita persino alla Hill'.

Il ricevitore aveva fatto sintetizzare il Roipnol in una sorta di unguento, che portava con sé in un contenitore di plastica per le lenti a contatto, di cui non aveva alcun bisogno, giacché vedeva perfettamente. La crema, inodore e incolore, era talmente concentrata che ne bastava una passata sulla pelle dell'interessata per farle perdere il contatto con la realtà. Anthony, con una pennellata di smalto trasparente sul polpastrello dell'indice destro - con cui aveva carezzato il dorso dell'avambraccio della Tyler al bar, mentre le offriva il gin tonic - era immune da qualsiasi effetto.

'Lo abbiamo preso, lui e il suo compare; domattina, per prima cosa, voglio chiamare Talia' Rafflesia, scendendo dall'auto ringraziò i colleghi 'Capitano...Steve...vi sono estremamente riconoscente, per me, per Frankie'.

'Non dirlo nemmeno per scherzo; a proposito di tuo figlio, non potevamo certo farlo rimanere l'intera notte con la tata. Con lui, c'è stata e c'è Peggy, avvisala che l'aspetto qui' era quasi l'alba e la Carter si era offerta di tenere il piccolo, dato che Jane era di turno in Ospedale.

Il Falco annuì, salutando Rogers e facendo strada a sua moglie, che, in mano, reggeva gli stiletti neri. L'espressione che colse nello specchio dell'ascensore, intanto che salivano al loro piano, non gli piacque affatto. Non si trattava che fosse pallida, arrossata e dolorante nel volto; la conosceva bene, gli parve che stesse per scoppiare e non se ne meravigliò, alla luce delle ultime ore.

'Steve mi ha raccontato...' la sua amica si precipitò ad abbracciarla, al girare della chiave nella toppa. La serrò, con la vicinanza che solo un'altra donna può partecipare, in una simile circostanza, per poi ragguagliarli 'Frankie dorme come un angioletto, non si è mai svegliato...ci sentiamo più tardi' prese la borsa e la giacca, appena saputo che Cap l'attendeva e si accomiatò.

La moretta andò subito nella stanza da letto, illuminata dalla lucina notturna a forma di gatto, posta sul comodino; rimise all'anulare sinistro la fede nuziale e l'anello di fidanzamento, poi si accostò al lettino, dove il suo cucciolo era supino, con le braccine allargate e succhiava il ciuccio, nel sonno. Gli carezzò i capelli castani chiari, delicatamente, per non disturbarlo, con Barton vicino.

In preda a un'emozione fortissima, non riuscì a controllarsi e si diresse verso il bagno, scoppiando a piangere come una fontana.

Clint le fu addosso, all'istante; chiuse la porta della toilette ed accese la luce. La Tyler singhiozzava, tenendosi con le mani al lavandino, il viso inclinato fra le scapole.

'Che posso fare?' il tiratore dovette chiederlo; non sapeva se lo avrebbe voluto accanto, anche fisicamente, era titubante. Le vittime di abusi sessuali - e sua moglie lo era, ancorché gli aguzzini non avessero completato il lavoro - non andavano forzate, era la prima regola che insegnavano, in Accademia.

'Devo lavarmi, togliermi di dosso il sudiciume che mi hanno lasciato' piagnucolava, tanto che il Falco ebbe difficoltà a comprenderne le parole.

'Ti preparo un bagno' riempì la vasca di acqua calda, aggiungendoci un misurino di bagnoschiuma alla lavanda, il preferito di Rafflesia.

'Ti aiuto?' al suo annuire, aprì la chiusura lampo della felpa della Romanoff, poggiandola a terra, e si abbassò in ginocchio, per slacciarle le scarpe da ginnastica, una per volta, e toglierle; allentò l'elastico dei pantaloni della tuta, e le tenne la mano, intanto che se ne liberava, per poi assisterla a entrare nella vasca...ancora tremava.

Le porse la spugna, intrisa di altro bagnoschiuma, per agevolarla, alla luce del polso lussato, sistemando il telo di spugna bianco che usava per asciugarsi, sul bordo della ceramica 'Chiamami, se hai bisogno di altro, sono qui fuori'. Doveva lasciarle il suo spazio, la sua privacy; se avesse dato retta al proprio cuore, non si sarebbe mosso di un millimetro, si sarebbe incollato al pavimento, coi piedi.

'Ho bisogno solo di te, Falco...te l'ho detto prima' con gli occhi spiritati, la moretta lo invitò a rimanere con lei.

Suo marito non se lo fece ripetere; in pochi attimi, si levò gli anfibi e la tuta da combattimento blu degli Avengers. Spariti i boxer, si inserì nello spazio dietro la Tyler, che lei aveva lasciato libero. Seduto, con le gambe aperte che toccavano le sue all'esterno, l'attirò a sé per la vita, fino a che la sua schiena poggiò sul proprio petto, la testa abbandonata sulla propria spalla. Con movimenti concentrici, usando la mano sinistra al posto della spugna, arricchita dal sapone liquido alla lavanda, le massaggiò, estremamente delicato, il ventre, incerto.

Il contatto fisico con Clint la calmò; ricominciò a respirare in maniera regolare, godendo delle sue carezze. Aveva lo stesso timore che provava lui...si era chiesta se l'avrebbe bramata ancora, visto il modo in cui l'avevano toccata quei mostri e che lui aveva osservato. I dubbi furono subito sfatati, avvertendo sui glutei il suo abituale desiderio...sussultò, immediata.

'Scusa, amore...non riesco a resisterti, mi spiace' Barton, fraintendendone la reazione, si staccò leggermente, per non metterla a disagio.

Rafflesia fece una risatina, voltandosi e strofinando il nasino col suo, piano 'Mi vuoi lo stesso; dopo quanto è accaduto a Talia, avevo tanta paura ci perdessimo...ti amo...'. Sperò non si fosse offeso delle sue parole.

'Certo che ti voglio, ti vorrò sempre, sei la mia vita...e ti amo tanto anch'io' sospirò, continuando a passarle il bagnoschiuma ovunque, in modo casto e sensuale insieme, con un sorrisetto 'Ciò che è successo non cambia le cose e mai lo farà, fra noi' ribadì.

'Grazie...Sono fortunata ad avere te e Frankie. L'unica cosa che chiedo è amarti e essere amata da te, tu sei la medicina che mi serve' schiuse le labbra, dolcemente, per assaporare il gusto del suo compagno.

Clint percorse il contorno della sua bocca, lieve...e il bacio divenne appassionato, in pochi secondi 'Come canta la tua amica Lady Gaga...non voglio sentire un altro tocco, non voglio iniziare un altro fuoco, non voglio conoscere un altro bacio, nessun altro nome sarà pronunciato dalle mie labbra, non voglio dare il mio cuore a un'altra sconosciuta' le canticchiò, più stonato che mai, in un assurdo falsetto, I'll never love again, un altro brano della colonna sonora di 'A star is born'.

'Adoro quella canzone...' sussurrò la Tyler, grata del momento magico che suo marito le stava offrendo, una piccola parentesi felice dopo l'orrore.

'Rafflesia, un concetto ti sia ben chiaro: mi fido ciecamente di te e sono geloso marcio e possessivo...è un paradosso. Non ti chiedo di cambiare nulla, se lo facessi non saresti la donna che amo. Amo il tuo altruismo, il tuo coraggio, la tua professionalità...tuttavia...non fare più la scavezzacollo e soprattutto...ricordati che sei mia moglie, la cosa più bella che mi sia capitata' il Falco si era aperto, per l'ennesima volta.

La sentì annuire 'Ho un po' freddo...'.

L'acqua era diventata tiepida e Barton si sollevò per infilare l'accappatoio e asciugare la bruna, direttamente dentro la vasca, apertone il tappo e svuotatala. Le infilò la camicia da notte rosa a fiorellini, che teneva dietro la porta del bagno e l'accompagnò a letto. Calzato il pigiama e controllato il loro cucciolo, le si mise accanto, avvertendo, immediatamente, le braccia femminili che lo cingevano in un abbraccio perfetto, in cui la trattenne fino al mattino seguente, l'abbraccio in un cui l'avrebbe trattenuta per sempre.

***

N.d.A.

Rafflesia se l'è vista davvero brutta. Grazie all'intervento del Falco e della sua squadra, che lo ha affiancato, fregandosene di carriera e regole, ha portato a casa la vita, chiudendo, coraggiosamente, un'indagine dai toni nefasti. Con la certezza che per lei esiste una sola medicina...suo marito!

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