capitolo 8

La sveglia non è suonata, cioè è suonata ma io ero in sala e quella in camera mia al piano di sopra e a me averla e non sentirla o non averla non mi cambia niente.

E forse è proprio il non averla sentita che mi ha fatto svegliare di buon umore.

Già, oggi sento che niente potrebbe rovinare questa giornata.

Ho intenzione di scusarmi con Susan, ieri non mi sono comportata per niente bene.

Dopo vari pensieri decido che è proprio ora di alzarsi e anche se contro la mia volontà mi ritrovo in piedi.

Salgo gli scalini a due a due e una volta arrivata in camera prendo una maglietta e dei pantaloni.
Vado in bagno e subito dopo esco lavata e truccata.

Scendo le scale e rubo una girella dalla dispenza.

Mi sono dimenticata lo zaino su. Che sbandata che sono.

Torno su per quella che anche se solo la seconda mi sembra l'ennesima volta da questa mattina.

E quello che noto è il letto di Carly vuoto, può essere che sia già uscita di casa, ma mi sembra strano, di solito non parte per andare a scuola prima di me.

Entro in camera di Nash per chiedergli se ha notizie di Carly ma appena apro la porta vedo il letto perfettamente rifatto e la tapparella abbassata.

Ma dove sono finiti tutti?

Sono un po' preoccupata, soprattutto per mia sorella, Nash è grande e sa badare a se stesso (solitamente).

Chiudo la porta di casa e prendo l'autobus che sembra essere arrivato proprio adesso per me grazie alla sua puntualità sorprendente. A volte tarda anche di 5/10 minuti.

Mi sento particolarmente pigra oggi, è per questo che ho preso questo mezzo di trasporto.

In poco tempo sono davanti a scuola.

Intravedo da lontano Taylor e mi avvicino a lui.
Ma qualcuno mi viene a sbattere contro facendomi cadere tutti i libri.

"Stai più attento!" lo rimprovero chinandomi per raccogliere il materiale scolastico.

"Sì, scusa. Faccio io. Mi dispiace" risponde.

In quel momento la sua voce mi ricorda qualcuno. ...Cameron! !

Alzo la testa e ho fatto centro.

"Ciao" dico a fatica "Ehm.. non pensavo fossi tu, lascia perdere, raccolgo io. Se stavi correndo così deve esserci un motivo".

"Okay, grazie e scusami ancora" dice prima di risparire nella mischia di ragazzi che caratterizza i minuti precedenti l'entrata nel triste edificio.

Adesso non ho proprio più voglia di passare il prezioso tempo prima dell'inferno con Taylor e ....

neanche a farci apposta mentre formulo questo pensiero suona la campanella e la folla inizia a dissolversi.

Vado subito a posare i pesanti libri nell'armadietto e subito dopo entro in classe.

Storia alla prima ora è davvero insopportabile. Bisogna aver preso almeno cinque caffè per reggere la lezione.

E con la prof che mi ritrovo anche 10.

E pure così non addormentarsi sarebbe un' impresa.

"Francisca, francosta! " sono le parole che mi fanno tornare con la testa sulla terra.

È la mia prof, sono 4 anni che ci conosciamo, ma quella ancora non sa pronunciare il mio nome.

"Sì, e poi Francusca e già che ci siamo magari Franciasta" la prendo in giro.

Tutta la classe si mette a ridere, ma la prof per fortuna non mi ha sentito.

Se no sarebbe già scattata la nota e quest'anno non posso permettermi di prendere note.

L'anno scorso ne ho prese così tante che avrei rischiato seriamente la bocciatura se non avessi avuto una buona media.

Managgia a me. Proprio oggi dovevo essere interrogata. Ieri non ho studiato niente.

"Ehm... di che cosa vuole che le parli professoressa?" Dico sempre prof questa è una eccezione per allungare il brodo.

"Di..."l'insegnante viene interrotta a qualcuno che bussa la porta.

"Avanti"dice tutta la classe in coro.

La porta si apre e compare Taylor.

Taylor? Ma cosa ci fa qui?
"La mia prof di italiano, la vicepreside dovrebbe parlare con la signorina Grier, potrebbe uscire un secondo? " .dice

Io???

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