capitolo 6
Oggi è il gran giorno. Oggi pomeriggio c'è la partita.
La giornata di ieri è passata senza problemi tra scuola, compiti e riscaldamento muscolare.
Sta mattina mi sento in gran forma, scendo dal letto e mi dirigo verso l'armadio. Scelgo una maglietta a maniche corte a righe, dei jeans a vita alta e un cardigan da mettere sopra.
Mi trucco velocemente e scendo le scale.
Dall'odore che c'è nell'aria direi proprio che oggi papà si è svegliato presto e soprattutto di buon umore.
Arrivo in cucina e come avevo previsto sul tavolo ci sono dei muffin ancora fumanti, segno che sono appena stati sfornati.
Verso del succo nel bicchiere e addento una di quelle delizie e....
....mmmm....le ho chiamate proprio bene, sono delle vere e proprie delizie.
Morso dopo morso lo finisco e l'occhio mi cade sull'orologio appeso al muro.
Non è tardi, ma è meglio che mi sbrighi.
Corro a lavarmi i denti e a salutare mia sorella e i miei genitori (in particolare papà ringraziando per la meraviglio sorpresa mattutina) e 2 minuti dopo sono per strada.
Arrivo a scuola 5 minuti prima dell'inizio delle lezioni (un record insomma).
E corro verso Taylor per abbracciarlo, sono così contenta che tra noi si sia sistemato tutto.
La campanella suona e la piazzetta davanti alla scuola si svuota.
Entro in classe e mi siedo al mio posto.
Le lezioni iniziano e noto che ci sono due posti vuoti.
E sono proprio quelli di Matt e Susan, non è possibile, sicuramente nascondono qualcosa, troppi dettagli.
Le lezioni sembrano non finire mai e quando stavo iniziando a non sperarci più la campanella è suonata.
Chiudo il libro di storia davanti a me e esco fuori dall'aula, durante la ricreazione il corridoio è sempre molto affollato.
Vedo da lontano il distributore di merendine, ma arrivarci mi sembra un' impresa.
Cerco di farmi spazio tra la folla, ma vado a sbattere conto una persona: è Taylor con due brioche in mano.
Cioè, una in mano e una che lo era prima che la facessi cadere a terra.
Lui si arrabbia, ma quando alza il volto e realizza che sono io si scusa convincendosi del fatto che ne ha un'altra.
Io fingendo di non aver visto uno dei due dolci sfuggirgli dalle mani afferro quello ancora intanto ringraziandolo e fingendo di aver capito che lo avesse preso per me.
Mi giro verso la mia classe e lui verso la lunga fila che lo attende per riavere la merenda appena fottutagli.
Le ultime ore passano velocemente e dopo aver fatto un salto a casa per un panino mi reco agli allenamenti prima della partita.
Vorrei parlare con Susan per chiederle il motivo della sua assenza sta mattina a scuola e cosa sta succedendo con Matt, ma di questa ultima cosa non ho le prove per chiederle informazioni e per il resto non ho tempo visto che siamo chiamate in campo prima di quanto immaginassi e in men che non si dica sono in aria.
Alla mia destra c'è Susan, anche lei intenta nella varie acrobazie, e davanti a me un'intera platea piena di ragazze occupate a fotografare i giocatori appena entrati.
Osservo il pubblico e mi accorgo che conosco praticamente tutte le persone, tutte tranne una.
Questo nuovo sguardo mi incuriosisce. È di un ragazzo che potrebbe avere l'età di Tay.
Scendo lasciando spazio ai cestisti.
Vado sugli spalti anche io per godermi la partita. Taylor gioca bene, ma il mio sguardo ricade sempre su quel ragazzo, quello nuovo.
Ha qualcosa che mi affascina e mi incuriosisce allo stesso tempo.
Resto praticamente imbambolata a fissarlo mentre dentro di me mi continuo a ripetere che la persona che dovrebbe ricevere tutta la mia attenzione è il mio ragazzo, ma è come una calamita non riesco a distogliere il mio sguardo dai suoi occhi nocciola.
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