capitolo 3
Mi sveglio di soprassalto.
L'atterraggio è stato abbastanza brusco.
Con la testa che mi gira a causa della botta presa contro lo schienale davanti, mi alzo e dopo aver tirato giù, dallo scomparto sopra la mia testa, la valigia sono pronta a scendere.
Arriviamo alla macchina e dopo essere salita su mio padre gira la chiave.
Le vie di Miami passano tutte davanti ai miei occhi fino a davanti casa mia.
La mia casa è molto grande e fuori è tutta dipinta di azzurro e di estate rinfresca solo a guardarla.
Entro e corro (per modo di dire, diciamo che cammino a stento trascinando dietro il pesante borsone) in camera mia.
Mi butto sul letto e giuro che rimarrei lì per sempre se solo avessi finito i compiti delle vacanze.
Mi alzo con grande fatica e decido di finirli subito, domani è il primo giorno di scuola e non posso più rimandare.
Apro il libro di letteratura, ma dopo aver visto i compiti che ho da fare mi faccio scivolare giù dalla sedia e prendo una decisione: chiedo a Susan di inviarmi i compiti.
Le mando un SMS e risponde subito, il che non mi stupisce, la mia migliore amica non tarda mai.
Copio velocemente ciò che c'è scritto nelle foto appena ricevute e poi decido di uscire.
Mi preparo. Prendo le cuffiette, i soldi e in un attimo sono fuori dalla porta.
Faccio una una passeggiata sul lungomare e mi fa una strana sensazione camminare qui senza Tay acconto a me.
Passo davanti a un negozio. È il mio preferito e decido che prima di iniziare la scuola mi merito una giornata di shopping tutta per me.
Entro e tavanti a me vedo un vestito molto carino.
È attillato nel corpetto e la gonna è a campana e termina subito sopra il ginocchio.
Lo prendo subito per provarlo ma prima faccio un giro del negozio, non posso mica andare a scuola con quell'abito domani mattina.
Trovo un paio(per modo di dire) di magliette e un paio di jeans con uno strappo. Corro in camerino a provare il tutto e dopo essermi guardata in tutte le pose decido di prendere solo due tra le dieci magliette selezionate mentre i jeans mi stanno a pennello.
Tengo per ultima il capo che ha attirato di più di più la mia attenzione e come avevo previsto, non è per vantarmi, ma mi sta una meraviglia.
Mi dirigo verso la cassa per pagare e subito dopo esco dal negozio.
Cammino verso casa godendomi il il sole e il rumore del mare alla mia destra.
Fino a quando non mi ritrovo davanti Taylor.
È lì seduto sopra una panchina, è triste e arrabbiato. Lo si capisce dalla testa bassa in mezzo alle mani.
Mi fa molta tenerezza e anche un po' pena, si vede proprio che è a pezzi.
Gli passo davanti in modo spedito. Non voglio parlarci ora, non voglio rovinare questa giornata. E soprattutto non ho ancora deciso che fare con lui.
Per fortuna non mi vede e così senza interruzioni raggiungo rapidamente casa.
Appena entro sento un buonissimo odore di pasta e intuisco che è alla carbonara, a mia mamma viene benissimo e poi qui a Miami la cucina solo lei.
Con l'acquolina in bocca mi dirigo prima in camera per lasciare i sacchetti con le mie compere e poi in bagno per lavarmi le mani.
Dopo di che scendo a mangiare. Divoro tutto con grande appetito.
Il pomeriggio passa molto velocemente (troppo per i miei gusti) davanti alla TV e l'ora di andare a dormire arriva subito.
Così dopo aver dato la buonanotte a tutti (tranne che a Nash che è ancora fuori e ne sono certa farà le ore piccole) mi reco nella mia stanza dove dopo neanche un minuto mi addormento.
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