Capitolo 13
l mattino dopo quando mi sveglio non ho voglia di alzarmi dal letto. Non voglio affrontare Leo e non voglio neppure vedere Gio perché, se mio fratello ha ragione, è un vero stronzo. Ho il cervello in sovraccarico di pensieri strani, oggi sto peggio di ieri ma molto meglio di domani (Emis Killa APATIA). Questa frase mi rappresenta in questo momento: se non chiarisco con Leo starò sempre più male. Chiudo gli occhi, se mi riaddormento la smetterò di pensare a loro. Sfortunatamente sento bussare alla porta e mia mamma entra in camera. Mi giro verso il muro e sbuffo.
-Camy sei in ritardo, se non ti alzi perderai il pullman- mi dice.
-Non voglio andare a scuola- borbotto.
Lei si avvicina al mio letto e si siede sul bordo come faceva quando ero più piccola.
-Perché non vuoi andarci? Non ti senti bene?
-Non ho voglia e basta
Mi rendo conto che mi sto comportando come una bambina dell'asilo, ma non posso farci niente.
-Lo so che sei triste perché hai litigato con Leo, ma stando a letto non risolverai niente.
Sagge parole, la mamma ha perfettamente ragione, comunque non mi ha fatto cambiare idea.
-Camy, non mi piace vedervi così tristi e arrabbiati. Ieri sera ho fatto finta di niente, ma se vuoi raccontarmi cosa è successo posso provare ad aiutarvi a risolvere il vostro problema.
Non voglio che lei si intrometta in questa faccenda così scuoto la testa e mi alzo. Raggiungo il bagno dove mi lavo velocemente e poi torno in camera mia per cambiarmi. La mamma è uscita dalla mia stanza perché deve andare al lavoro. Esco di casa senza fare colazione perché non ho fame. Per strada vedo Gioele in lontananza. O no, ci mancava solo questa. Non ho proprio voglia di parlargli. Mi blocco in mezzo al marciapiede. Spero che non mi abbia vista anche lui. Faccio per cambiare strada, ma purtroppo lui mi saluta con la mano. Cavolo, ora non posso più evitarlo. Sospiro e fingendo un sorriso mi incammino verso di lui. Lui mi abbraccia stretta e mi bacia. Sento la sua lingua che si muove velocemente nella mia bocca. Anche io rispondo al bacio, ma con scarso entusiasmo. Non riesco a non pensare che forse le sue labbra ieri hanno baciato un'altra, che le sue braccia l'hanno stretta a lui e che le ha sussurrato parole dolci.
-Pianeta terra chiama Camy! Rispondi se mi senti- dice Gio distogliendomi dai miei pensieri.
-Scusa,mi ero distratta
-L'avevo capito! Tutto bene?
-Si, non preoccuparti- mento.
-Sabato sera allora vieni?
-Dove?
-Prima mentre eri su Marte ti ho chiesto se vuoi venire con me a una festa
-Dove?
-A casa di un amico, i suoi sono via
Ho bisogno di distrarmi così accetto.
-Gio, ora vado che altrimenti perdo il pullman
-Ciao bellissima- mi saluta lui dandomi un bacio a stampo. Mi allontano da lui e vado alla mia fermata. Oggi Gioele mi sembra come al solito. Penso che Leo mi abbia mentito. Ma perché? Arriva il pullman io salgo e vado da Sara. Dopo averla salutata le racconto della mia litigata con Leo.
-Non conosco abbastanza bene Leo per sapere se ti ha mentito, ma posso affermare senza dubbio che Gioele potrebbe aver veramente baciato un'altra- mi dice Sara.
-Non so proprio cosa pensare, spero che la questione si risolvi al più presto- sospiro.
-Come direbbe mia nonna: dai tempo al tempo
-Che?
-Abbi pazienza e tutto si risolverà
-Saggia tua nonna- si intromette Davide che è seduto dietro di noi.
-Ciao Davide, non ti avevo visto- lo saluto.
-Ciao Milla, non ho potuto fare a meno di sentire il vostro discorso e sono d'accordo con Sara- dice lui.
-Bel guaio, vero?- dico.
-Vedrai che farai pace con Leo - mi consola lui. Faccio un timido sorriso. Che carino, vuole tirarmi su di morale.
Siamo arrivati a scuola così scendiamo dal pullman e andiamo nelle nostre classi. Vado da Gabry e mi siedo da parte a lui. Racconto ciò che è successo anche al mio migliore amico che tenta di risollevarmi il morale. Grazie killer mi piace parlare con te . Le due ore di italiano e quella di storia passano velocemente e presto arriva l'intervallo. Oggi non ho fatto colazione e ora ho fame così i miei amici mi accompagnano alla macchinetta. Mentre sto mettendo i soldi a Gabriele arriva un messaggio e ci dice- Ragazze, vi raggiungo dopo in classe.
-Dove vai?- chiede Sara.
-Non preoccupatevi- dice lui allontanandosi da noi velocemente. Io e Sara ci guardiamo negli occhi non capendo perché Gabriele se n'è andato all'improvviso. Torniamo in classe mangiando le patatine che ho preso alla macchinetta. Non sono il cibo più salutare, ma io le adoro, infatti le mangerei sempre. Siamo sedute sui banchi a chiacchierare quando Gabriele torna in classe.
-Hei killer, dov'eri finito?- chiedo.
-Un amico aveva bisogno di me
-Lo conosciamo?- chiede Sara.
-No
-Sicuro?- insisto.
-Stai tranquilla Milla! Voi due non lo conoscete
-E cosa voleva da te?- chiede Sara.
-Certo che voi ragazze siete proprio pettegole a volte!- dice Gabriele sedendosi in fianco a me sul banco di Rebecca, la compagna di banco di Sara.
-Hai ragione, scusa: non disturberò mai piú te e la tua nuova amichetta - dico facendogli l'occhiolino.
-Che cosa stai insinuando?- mi chiede Gabriele.
-No niente- dico.
-Milla,non farmi arrabbiare altrimenti...
-Altrimenti?- chiedo sorridendo
-Altrimenti ti rubo le cuffiette per la musica- dice lui alzandosi e rubandomele dalla tasca della felpa.
-Tutto tranne quello- esclamo alzandomi pure io.
-Sono belle, quasi quasi le tengo io!- dice e inizia a correre. Io lo seguo e lui esce dalla classe ridendo. Lo rincorro per quasi tutta la scuola, finché non lo perdo di vista.
Cavolo, corre veloce. Decido di andare in classe. Gabriele dovrà pur ritornarci.
-Quando torna in classe lo strozzo!- dico a Sara sedendomi in fianco a lei.
-Gabriele?
-Mi ha fatta correre ovunque e l'ho pure preso di vista.
Risuona la campanella e la prof entra in classe. Vado sedermi al mio banco e prendo il libro di matematica. Gabriele è ancora fuori.
-Ragazzi oggi non ho tempo da perdere quindi iniziamo subito. Aprite il libro a pagina 154.
Faccio come dice e prendo anche il quaderno per scrivere gli appunti. Apro il quaderno a caso e trovo un bigliettino verde mela. Questo da quando è qui? Non l'ho mai visto prima. Vinta dalla curiosità lo apro. Dentro c'è una scritta in stampatello.
Se pensi che noi due non stiamo bene insieme sappi che: " NON C'È COPPIA PERFETTA PERCHÉ NESSUNO È PERFETTO DA SOLO" <3.
È una frase di Emis. Chi l'ha scritto? Come ha fatto a finire qui? Sentiamo bussare alla porta e Gabriele entra. Nascondo il bigliettino. Non voglio mostrarlo a nessuno neppure a Gabry e a Sara.
-Scusi prof, ero in bagno- dice lui.
-È la prima volta che arrivi tardi a una mia lezione quindi per questa volta chiudo un occhio. Siediti e apri il libro pagina 154.
Gabriele viene verso di me e si siede al suo banco.
-Gabriele, le mie cuffie - dico.
-Scusa Milla
-Ridammele - dico porgendogli la mia mano
-Em
-Dove sono?
-Le ho perse
-Cosa!?
-Non ho fatto apposta!
-Io senza le mie cuffiette non vivo!- esclamo.
-Ragazzi! State attenti!- ci rimprovera la prof.
-Se non ho le cuffiette non posso ascoltare la musica e se non posso ascoltare la musica io impazzisco!- bisbiglio ignorando la prof.
Portatemi via tutto quello che volete, ma non le mie cuffiette. È tutto ciò che mi lega ad Emis. Senza non resisto.
-Mi dispiace Milla! Mi sono cadute di tasca.
-Quando?
-Quando mi sono accorto ero al secondo piano vicino alle macchinette.
-Io esco e vado a cercale- dico.
-Non ora
-Ma è una questione vitale!
Gabriele sorride . -Milla, stavo scherzando! Eccoti le cuffie- dice togliendole dalla tasca.
-Queste non sono cose su cui si può scherzare!- dico tirandogli una pacca sulla schiena.
-Camilla, Gabriele! Smettetela di disturbare, altrimenti vi separo!- minaccia la prof.
Ma questa ci ha presi per bimbi dell'asilo?
-Ci scusi prof, ora stiamo zitti- dico.
-Certo prof, non disturberemo più!- conferma Gabriele. La prof sospira e ricomincia a spiegare..
-Tieni Milla- dice Gabry dandomi le cuffie.
-Questa volta me la paghi killer.
-Tremo di paura- dice lui sorridendo. Gabry mi ha fatto tornare il sorriso. Ecco perché gli voglio così bene. La prof ci sta guardando e io do una gomitata a Gabriele per farglielo notare.
-Oggi siete proprio insopportabili ragazzi. È successo qualcosa?- ci dice lei.
Se fosse successo qualcosa non lo direi di certo a te.
-Ci scusi- dice Gabriele.
-Visto che avete tanta voglia di parlare venite qui che vi interrogo.
Sentiamo la campanella suonare. Che dolce suono. Non l'ho mai amata tanto in vita mia.
-Per questa volta vi siete salvati- dice la prof prendendo i suoi libri e uscendo dalla porta.
Subito entra il prof di storia dell'arte con in testa il solito cappellino nero. Si siede alla cattedra e inizia a spiegare svogliatamente le piramidi egizie. Sto attenta e prendo persino degli appunti. Presto finisce anche quest'ora e vado a prendere il pullman con Sara.
-Certo che oggi tu e Gabry durante mate non avete chiuso un attimo la bocca.
-Mi ha rubato le mie amate cuffiette.
-Tu senza musica non vivi proprio
-Già, per me è fondamentale. Senza Emis non vivo- dico salendo sul pullman che è arrivato in questo momento. Come al solito ci sediamo vicine. Io prendo le cuffiette dalla tasca e ne porgo una anche a Sara. Ascoltiamo CAPO STATUS. La prima differenza che c'è tra me e te è che io rimo da quando nessuno copiava Guè, zio. Non mi capisci, metti da capo e ripassa se no abbassa il capo e ammetti che sono un capo e basta.
In questa canzone Emis canta assieme a GUÉ. Anche lui mi piace, ma non quanto Emis Killa. Appena arrivo a casa apro il frigo, prendo la pasta di ieri, una forchetta, un bicchiere, una bottiglietta d'acqua e mi rifugio in camera mia. La mamma non vuole che mangiamo in camera, ma non ho altra scelta. Non voglio vedere Leo, sono ancora troppo arrabbiata con lui. Mi siedo alla scrivania e mangio da sola. Mi metto le cuffiette e ascolto Emis. Per fortuna c'è lui a farmi compagnia. PAROLE DI GHIACCIO. Ogni cosa ha il suo tempo, chi ha pazienza ne uscirà.
Emis ha ragione, devo avere pazienza e aspettare, prima o poi la verità verrà a galla. Sapete come si dice: "le bugie hanno le gambe corte". La canzone finisce e ne parte un'altra. SENSI IN COMA. Tutti sono sordi nel momento di ascoltar la verità, tutti ciechi nel momento di osservare la realtà.
Poso la forchetta. Questa frase mi fa riflettere, e se io fossi in quel "tutti"? Se Leo avesse detto la realtà e io nego l'evidenza? Cambio canzone, non voglio pensarci. Finisco la pasta e senza fare rumore vado in cucina a riportare il piatto e la forchetta. Torno in camera e per tenere la mente occupata faccio i compiti. A cena mangio velocemente per evitare di stare troppo tempo nella stessa stanza in cui si trova Leonardo. Vado a dormire presto. Mi rigiro nel letto cercando di riprendere sonno e come al solito molti pensieri affollano la mia testa. I miei sono stanchi di questa situazione. Questa volta sono perfettamente d'accordo con loro. Fortunatamente il sonno prende il sopravvento sui pensieri tristi.
CIAO RAGAZZI :) È DA TANTO CHE NON AGGIORNO, SCUSATE. LA SCUOLA È QUASI FINITA E HO TANTO DA STUDIARE QUINDI NON HO AVUTO MOLTO TEMPO PER SCRIVER. SECONDO VOI CHI HA SCRITTO IL MISTERIOSO BIGLIETTINO VERDE MELA? FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE, MAGARI QUALCUNO DI VOI INDOVINA. <3
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