🇮🇹 ⊹. CAPITOLO 10. | Line Without a Hook.

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I don't really give a damn about
the way you touch me when we're alone.

You can hold my hand if no one's home,
do you like it when I'm away ?

If I went and hurt my body, baby,
would you love me the same ?

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Le vacanze di Natale si avvicinavano a grandi passi ed il freddo si faceva sempre più intenso man mano che le giornate scorrevano con una lentezza incredibile.

Normalmente Federico odiava le vacanze. Era una vera contraddizione perché quando era più giovane, come ogni persona normale, l'unica cosa che non vedeva l'ora di fare era potersi riposare tutto il giorno.

Tuttavia, essendo a Torino, questi periodi erano quelli che odiava di più, poiché era in quel momento che si rendeva conto di quanto fosse solo al mondo.

L'estate scorsa, per fortuna, non ha sentito troppo questo vuoto visto che aveva avuto la possibilità di tornare a Genova dalla famiglia, durante i tre mesi più caldi, anche per fare il bagno in mare.

Ma anche se tornando nella sua città natale riemergevano i ricordi più dolorosi, Federico sentiva sempre la mancanza della sua famiglia quando era a Torino.

Sua madre Francesca, sempre comprensiva e pronta a dimostrargli che era fiera di lui nonostante tutto, la sorellina Adriana con cui costruiva i Lego quando era più piccolo, ed il fratellino Lorenzo, che continuava a giocare a calcio nel tempo libero.

Erano l'unica cosa che teneva ancora Federico legato alla sua città natale. Per il resto, non aveva più neanche un legame con gli amici che aveva prima e che ormai facevano parte del suo passato.

Sua madre gli mandava regolarmente dei soldi perché potesse continuare a studiare e fare piccoli acquisti di cose di cui aveva bisogno o che gli piacevano.

Federico, durante il suo primo anno a Torino, aveva cercato un lavoro che lo potesse tenere occupato quando non studiava e che lo aiutasse a guadagnare qualche soldo.

Tuttavia, le sue prime esperienze da barista erano state qualcosa di piuttosto traumatico, al punto che l'italiano aveva presto abbandonato questa idea che tuttavia sembrava la migliore per uno studente come lui.

Le altre piccole occupazioni che aveva trovato richiedevano molto più del suo tempo, al punto che Federico avrebbe dovuto abbandonare gli studi per dedicarsi interamente ad esse, e non sarebbe stata una buona idea.

C'era anche un'idea che gli aveva anche brevemente attraversato la mente, prima di dissiparsi immediatamente. C'era un lavoro che permetteva di guadagnare parecchio denaro e che gli avrebbe permesso di tirare avanti, ma il ragazzo dai capelli castani voleva fare tutto tranne che prostituirsi, anche se c'erano dei soldi in gioco.

Prima di tutto, l'italiano non si trovava abbastanza attraente per essere pagato in quel modo, e soprattutto temeva l'idea di dover fungere da sex toy per uomini bisognosi o in crisi di identità.

Questa sarebbe stata la sua ultima risorsa, ovviamente, e per fortuna Federico non era ancora arrivato a quel punto. Non aveva toccato il fondo per ora, non al punto da provare a fare soldi in quel modo.

Aveva quindi abbandonato le sue ricerche all'inizio del secondo anno, cercando di ripagare la famiglia con i soldi che doveva loro quando tornava a Genova, lavorando durante l'estate.

Quando l'italiano seppe che sarebbe dovuto restare a casa a Torino durante le vacanze invernali, non sapeva se sarebbe riuscito a sopravvivere fino a Capodanno e oltre.

Doveva restare a casa a studiare per l'imminente esame, certo, ma avrebbe avuto comunque abbastanza tempo libero per poter mettere in discussione tutta la sua esistenza, come sapeva fare benissimo.

Sarebbe rimasto chiuso in casa, sul divano, alla scrivania o nel letto, a pensare a cosa avrebbe potuto fare per evitare che la sua vita affondasse come una barca nell'oceano.

Tuttavia, quell'inverno non lo avrebbe trascorso da solo. Perché verso la fine di ottobre aveva conosciuto un uomo che all'inizio di Dicembre era entrato definitivamente nella sua vita, stravolgendo completamente la sua esistenza.

Ora, in ogni momento libero che aveva, i suoi pensieri andavano dritti a Dušan. Guardava il suo telefono per vedere se gli avesse risposto ai suoi messaggi, oppure si organizzavano per rivedersi di nuovo.

La sua solitudine era ormai illuminata dalla presenza del serbo, che gli scriveva così spesso che Federico non aveva quasi mai il tempo di riflettere alla sua sorte.

Sentiva il cuore riscaldarsi quando Dušan gli chiedeva come stava, e si sentiva come al settimo cielo a vedere che ormai a qualcuno sembrava importare di lui.


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I can feel all my bones coming back,
and I'm craving motion.

Mama never really learned
how to live by herself.

It's a curse, and it's growing,
you're a pond, and I'm an ocean.

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Era passata poco più di una settimana dall'ultima volta che i due erano andati a girare per i negozi di Torino sotto i portici, una settimana intensa costellata da altre uscite fatte insieme.

Non erano mai stati a casa l'uno dell'altro, ma si erano visti spesso e si erano scambiati un numero inimmaginabile di messaggi, mattina, pomeriggio, sera e notte.

Federico non temeva più di annoiare il serbo con i suoi messaggi, perché quando dubitava Dušan lo sorprendeva dicendogli che le era mancato durante il tempo in cui non si erano scritti.

L'italiano adesso restava più tempo a casa, e quando poteva tornava alla fine del pomeriggio quando c'era ancora vagamente luce, e nel tempo libero si organizzava con il più grande per andare a fare una passeggiata insieme.

Qualche volta anche Andjela si era unita a loro, passeggiando tutti e tre per le strade della città intorno all'università, ridendo come se non ci fosse altra preoccupazione al mondo.

Federico si era avvicinato ad Andjela anche all'università. La più giovane era letteralmente la versione femminile di suo fratello, ma molto più piccola e con gli occhi molto più chiari.

La giovane donna aveva due anni meno di Dušan, ed andava sempre a mangiare con l'italiano quando avevano tempo libero verso mezzogiorno, rimanendo anche fianco a fianco durante l'unica lezione che avevano in comune.

Tra i due Vlahović, però, il ragazzo dai capelli castani doveva ammettere che era il fratello maggiore quello che lo faceva ridere di più, e accanto al quale si sentiva sicuro e accettato per quello che era veramente.

Andjela era simpatica, e sarcastica quasi quanto suo fratello, e Federico avrebbe mentito se avesse detto che non gli piaceva la sua compagnia. Tuttavia era diverso rispetto a quando era con Dušan.

La giovane donna era bellissima, con i suoi tratti fini, gli occhi castani e la risata contagiosa, tuttavia l'italiano aveva costantemente in mente i lineamenti definiti, gli occhi quasi neri e la voce ferma dell'uomo che era diventato suo amico in poco tempo.

Si sentiva in colpa di averli confrontati ed espresso suo malgrado una preferenza, ed in fondo avrebbe apprezzato se anche il serbo avesse potuto frequentare la loro stessa università, così da poter stare insieme quanto più tempo possibile.

Al suo fianco, l'italiano aveva l'impressione che tutto il resto scompariva, e che ormai la bolla in cui era abituato a rinchiudersi non fosse più necessaria quando era al fianco di Dušan.


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Oh, all my emotions feel like explosions
when you are around.

And I've found
a way to kill the sound.

Oh, baby, I am a wreck when I'm without you,
I need you here to stay.

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Quel venerdì, a metà pomeriggio, Dušan era venuto ad aspettarli entrambi all'uscita dell'università, come aveva fatto con la sorella quando si erano rivisti.

Quest'ultima lo sapeva già visto che suo fratello doveva averle sicuramente mandato un messaggio per avvisarla, ma per Federico era stata una vera sorpresa quando aveva visto il più grande sulla piazza, mentre usciva dall'università con Andjela.

Lei era corsa a rannicchiarsi tra le braccia del fratello e l'italiano li aveva raggiunti, accennando un piccolo sorriso alla vista dei due fratelli riuniti, ridenti e complici come sempre.

Quando si era avvicinato, i due si erano separati e Dušan gli aveva sorriso, prendendolo tra le sue braccia, come se anche lui facesse parte di quella famiglia nella quale i due serbi sembravano averlo adottato.

Avevano poi deciso di comune accordo di andare a bere qualcosa in un bar non lontano dall'università. Il bar che avevano scelto era piuttosto minimalista e spento in termini di colori, e trovarono un tavolo un po' più lontano dove si sedettero tutti e tre prima di ordinare qualcosa da bere.

I due uomini si sedettero fianco a fianco mentre la giovane donna sedeva di fronte, sistemando lo zaino sulla sedia libera attorno al tavolo da quattro posti.

Federico esitò un attimo a togliersi la giacca, prima di prendere finalmente la decisione di toglierla e appoggiarla sulla sedia, svelando il maglione che aveva finalmente deciso di indossare per quest'ultimo giorno della settimana.

« Oh, Federico! Non sapevo che ti piacessero i maglioni Moschino ! » Esclamò Andjela mentre l'italiano si sedeva, arrossendo leggermente e riaggiustando le maniche della pullover con estrema delicatezza.

Era la prima volta che la indossava, e aveva aspettato per un'intera settimana, guardando quasi con timore la borsa che aveva posato sul tavolo. E adesso non osava nemmeno voltare la testa per osservare la reazione dell'uomo seduto accanto a lui.

« È stato Dušan a regalarmelo. » Disse con voce appena udibile, prima di decidersi finalmente a voltare timidamente la testa verso il più alto, che colse sorridere con aria affascinata.

« Cosa ? Dušan che regala qualcosa a qualcuno ? Le stelle si sono allineate o cosa ? » Ridacchiò Andjela, voltandosi verso il fratello, che le rivolse uno sguardo quasi indignato.

« Lo dici come se non ti avessi regalato un fottuto profumo Dior per il tuo compleanno ! » Disse il più grande, leggermente accigliato, con una falsa espressione ferita mentre la sorella si muoveva leggermente sulla sedia.

L'italiano, seduto vicino a Dušan e in mezzo a questa tempesta scatenata tra i due fratelli Vlahović, cercò di intervenire senza successo di fronte a quello che sembrava essere l'inizio di una normale discussione tra i due serbi.

« In 21 anni questo è stato il primo regalo che ho ricevuto da te, tirchio. Federico non lo conosci nemmeno da due mesi drkadžijo ! » Lo accusò Andjela, cercando di mantenere uno sguardo serio nonostante il sorriso che le spuntava sul viso.

« Prestanti da plačeš razmažena devojko, non mi è permesso fare regali ai miei amici, signorina ? » La provocò il più grande appoggiando i gomiti sul tavolo con lo stesso sorriso della sorellina.

« Nema potrebe da se ponašaš tako gej, sai ? » Sputò la più giovane, sistemandosi i capelli con aria disinvolta, mentre rivolgeva una smorfia al fratello maggiore.

I due si guardarono un attimo negli occhi prima di scoppiare a ridere insieme, con lo stesso tono che esprimeva tutta la complicità che nel tempo si era instaurata tra i due fratelli.

Federico rimase a guardare la scena cono sguardo mezzo divertito e mezzo preoccupato con la tazza di tisana tra le mani, cercando di capire qualcosa anche negli insulti in serbo che Dušan e Andjela si erano scambiati.

« Lascia perdere Fede, è solo una bambina gelosa. » Disse il più alto voltandosi verso Federico con aria scherzosa, strappando un sorrisetto all'italiano che aveva assistito al loro piccolo battibecco.

Nel momento in cui i loro sguardi si incontrarono, il ragazzo dai capelli sentì il cuore batteregli forte nel petto. Succedeva così ogni volta che Dušan lo chiamava così, con questo diminutivo che aveva cominciato a usare nei messaggi.

I loro sguardi rimasero ancorati per un attimo, mentre Federico si perdeva ancora una volta nelle iridi scure del serbo, che ormai non lo spaventavano più, ma che sembravano essere come un rifugio.

Prima che uno dei due potesse parlare, Dušan ricevette sulla guancia una delle briciole dei biscotti che Andjela aveva ordinato. Quest'ultima lo guardò con aria trionfante non appena l'uomo più alto si voltò per rivolgerle uno sguardo assassino.

« Vuoi anche la guerra ? Non posso nemmeno più parlare con il mio amico altrimenti ti viene una crisi ? » Disse l'uomo più grande, afferrando il suo tovagliolo per appallottolarlo e lanciarlo alla sorella, che lo afferrò appena prima che le colpisse il viso.

« Sì, ma qui sto facendo la candela, e non mi piace per niente. Avrei dovuto trovarmi una ragazza prima, almeno avremmo fatto un'uscita a quattro. » Rispose Andjela, lanciando la palla di carta a suo fratello.

Federico spalancò per un attimo gli occhi, muovendosi appena sulla sedia. Non sapeva se fosse più sorpreso nel vedere che la sorella di Dušan pensava di essere troppo tra loro, o se esserlo rispetto alla sua improvvisa rivelazione.

« Kučko se fosse stato così voi due vi sareste baciate, ed io e Federico avremmo fatto le candele. Ti fai dei film mentali, tesoro mio. » Disse Dušan in tono quasi stufato, alzando gli occhi al cielo mentre si sistemava sulla sedia.

« Aspetta, Andjela ? Sei lesbica ? » Lo interruppe l'italiano con sguardo sorpreso, voltandosi verso la giovane donna dai lunghi capelli castani, che stava finendo di bere il tè nero che aveva ordinato.

« Bravo Sherlock. Penso che ci fosse qualcosa di sbagliato nei nostri genitori, perché entrambi i loro figli sono nati con preferenze sessuali invertite. » Ridacchiò Andjela, abbozzando un sorriso, mentre si girava verso il fratello.

« Ed è meglio che non lo sappiano, in ogni caso. » Rispose quest'ultimo con un tono di voce più duro incrociando lo sguardo della sorella ed aggrottando appena la fronte, cosa che tolse subito il sorriso alla più piccola.

Federico rimase un attimo in silenzio, fissando la sua tazza finita. Aveva appena scoperto due cose significative. Primo, che Andjela amava le donne e, secondo, che Dušan amava gli uomini. Una rivelazione alla quale certamente non si aspettava.

La sua gamba cominciò a tremare leggermente sotto la sua mano, mentre i suoi pensieri cominciavano a sovrapporsi l'uno all'altro. Li scacciò come meglio poté, rialzando la testa all'improvviso.

I due fratelli Vlahović lo stavano guardando. Andjela sembrava preoccupata, i suoi occhi sfrecciavano da lui a suo fratello cercando di capire quale fosse il problema, mentre Dušan lo fissava in modo indecifrabile.

« Ho detto qualcosa che non avrei dovuto ? Scusa Fede, se questa ti dà qualche problema... » Disse la più giovane, guardandosi le mani con uno sguardo un po' colpevole, dopo essersi sistemata una ciocca dietro l'orecchio.

« No, no, non è questo. Nessun problema davvero, vi sostengo pienamente. Finché c'è amore, il resto non conta. » Sorrise Federico, cercando di rassicurare Andjela come poteva.

Quest'ultima alzò la testa, con un'espressione di sollievo chiaramente visibile sul viso. Anche Dušan sembrava essere meno teso adesso, e la loro discussione riprese tranquillamente, come se questo argomento non fosse mai emerso.

Nonostante la sua partecipazione alla discussione che durò circa una trentina di minuti, Federico rimase mentalmente assente. Non riusciva proprio a digerire l'informazione.

Quest'ultima scoperta lo ha lasciato completamente senza parole. Non sapeva proprio cosa pensare, se sentirsi sollevato o cercare di scappare immediatamente.

Perché temeva che ciò che provava nei confronti di Dušan potesse trasformarsi in amore, che potesse concretizzarsi, e che in un modo o nell'altro avrebbe finito per perdere l'unica persona che lo faceva sentire davvero accettato.


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Darling, when I'm fast asleep,
I've seen this person watching me.

Saying, « Is it worth it ? Is it worth it ? »
Tell me, is it worth it ?

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