Until she's broke inside
-Sei un idiota! Un completo idiota!- urlo contro Albus, incurante del fatto che metà della scuola mi stia guardando. Ormai le mie vicende personali sono diventate di dominio pubblico, e ho iniziato a sentire delle voci che non mi piacciono per niente.
-Rose dovresti abbassare leggermente la voce, stiamo dando spettacolo-
-Ma tu rimani sempre un idiota- il mio ragazzo sospira, passandosi una mano tra i capelli scuri.
-Ascoltami. Non è successo niente, mi sono semplicemente addormentato da Diana, non credo che sia la fine del mondo-
-Non è la fine del mondo?! Quante volte avete limonato prima che noi due ci mettessimo insieme?!- in quel momento arriva Daniel che, senza alcun preavviso, mi poggia una mano sulla bocca, scuotendo leggermente la testa.
-Ti prego basta, è da questa mattina che percepisco la tua rabbia. E l'udito da vampiro mi fa arrivare le tue urla cento volte amplificate, e non penso che sia una buona cosa, visto che tra poco abbiamo il compito con Johnson-
-Non ti ho mai amato come in questo momento- Albus lancia un'occhiata d'intesa a Daniel, ma il mio amico si limita ad incenerirlo con lo sguardo. –Devo andare a fare storia, spero che ti calmerai nel frattempo- a modo mio, gli urlo un vaffanculo, ma la mano del biondo, ancora posata sulla mia bocca, mi impedisce di articolare bene le parole, così mi limito ad osservare Albus dirigersi verso la sua lezione, augurandogli di essere colpito da un fulmine nel tragitto.
-Okay Rosebelle, adesso io ti libero, ma tu promettimi di non urlare, chiaro?- riduco le palpebre a due fessure e, finalmente, le mie labbra sono di nuovo libere.
-Ma dico, tu da che parte stai?- comincio a prenderlo a colpi di libro di scienze, sotto gli occhi incuriositi di Daisy, Chris e Audrey.
-Ahia Rose!-
-In teoria, in qualità di tua migliore amica, ti dovrei chiedere cosa sia successo ma...-
-E' semplicemente gelosa- Diana cinguetta, sorridendo contenta. –Albus ha dormito da me l'altro giorno, a quanto pare preferisce passare più tempo con la sottoscritta che con la sua fidanzata- in genere non sono il tipo che risponde per le righe ma, in questo momento, il sangue mi ribolle nelle vene, e l'unica cosa che voglio è strappare i capelli a Diana ad uno ad uno.
-Sentimi un po'...- faccio per lanciarmi contro di lei ma, prontamente, Daniel mi afferra per i fianchi, stringendomi più forte che può.
-Rose, Rose calmati adesso!-
-Diana sei davvero una carogna- sputa acida Audrey. La ragazza in questione, dal canto suo, si limita ad alzare le spalle.
-Adesso, se non vi dispiace, vado alla lezione di storia con Albus, divertitevi- ci fa un cenno con la mano e si incammina verso la sua metà. Poco dopo, però, ci ripensa e si rigira, sfoggiando un sorriso smagliante e canzonatorio. –Ti saluto il tuo ragazzo Rose-
-Devi stargli lontano!- muovo mani e piedi, ritrovandomi a scalciare contro l'aria. –Lasciami Daniel, lasciami!-
-No, fidati, mi ringrazierai per questo-
-Sta cercando di allungare le mani sul mio ragazzo!-
-Rose, fa' come ti dice Daniel- Chris mi tocca un braccio e, immediatamente, il mio corpo si rilassa, lasciando scivolare via tutta la rabbia.
-Che cosa mi hai fatto?- biascico, sentendomi improvvisamente calmissima.
-Ci ha fatto un favore- Daniel mi lascia andare, i suoi occhi sono viola. –Andiamo a fare questo stramaledetto compito e poi parliamo dei tuoi problemi di rabbia-
-Io non ho problemi di rabbia- borbotto, incrociando le braccia al petto.
-Ti voglio bene Rose, ma questa volta devo dare ragione a Daniel. Un giorno ti ritroveremo in uno di quegli incontri, stile alcolisti anonimi, in cui dovrai dire 'ciao a tutti, mi chiamo Rose' e gli altri 'ciao Rose', 'oggi sono sette giorni che non mi arrabbio'- guardo Daniel accanto a me, più confuso di quanto possa esserlo io. Daisy ha perso il lume della ragione.
-Ti prego, andiamocene prima che il mio cervello collassi del tutto-
-Sì, hai ragione, mi servi concentrata- mi poggia le mani sulle spalle e mi conduce verso l'aula di Johnson. –Non pensare ad Albus, è peggio-
-Ma non ce la faccio proprio- getto la testa indietro, disperata. –Non mi piace questa situazione-
-Rose, esci fuori le palle, per l'amor di dio- lo guardo con gli occhi ridotti a due fessure, lui gonfia le guance.
-Ti sei appena accorto della comicità di quel che hai detto?-
-Sai benissimo dove voglio andare a parare- prendiamo posto nel laboratorio, ogni ragazzo qui dentro ha lo stesso sguardo disperato di chi sa a cosa sta andando incontro.
-Oh i miei adorati esserini senza cervello, siete pronti a trovare la vostra morte, oggi?-
-Daniel non è che potresti parlare con...-
-Basta- sibila il ragazzo accanto a me, i suoi occhi si stanno colorando di viola. –Sono stanca di sentirti blaterare su Albus, finiscila, non se lo merita-
-Non ti è mai andato giù il fatto che io e lui stessimo insieme, e non capisco il perché-
-Non sono innamorato di te, se è questo quello che intendi dire-
-Vai sempre a parare lì-
-Greyson, Manson, vi manca andare dalla preside per caso?- il viso giallognolo di Johnson si contrae in una smorfia compiaciuta. Siamo i suoi topini da laboratorio preferiti.
-Non può semplicemente cambiare obiettivo di tanto in tanto? Ho già i miei problemi, non ho bisogno che si aggiunga anche lei-
-Danieeel- gli do un pizzicotto al fianco. Ogni volta cominciamo così, e poi finiamo inimitabilmente nei guai.
-Sai, potrei sbatterti fuori, ma penso che farti svolgere il compito sia una punizione migliore- fa scivolare, sotto il nostro naso, il foglio con i vari esercizi. I volti miei e di Daniel sbiancano di colpo.
-M-ma aveva detto che avrebbe messo soltanto il programma che abbiamo svolto lo scorso anno, non i primi argomenti che ha spiegato in questi giorni-
-Oh Greyson sei così ingenua che mi fai vomitare- si avvicina al mio viso, scrutandomi con i suoi occhietti grigi. –Sono io che comando qui dentro, che ti piaccia oppure no. Ti puoi solo sottomettere-
-Okay adesso...- Daniel si alza di scatto, ma io poggio una mano sul suo braccio e lo spingo di nuovo giù, al suo posto.
-Si stupirebbe nel sapere cosa può fare una ragazza arrabbiata, e spero per lei che non lo scopra mai, non è per niente piacevole-
-Oh io lo condivido in pieno- lancio un'occhiata d'intesa a Daniel, che mi sorride sghembo. –Potrebbe farle perdere la testa da un momento all'altro. Poi sa come vanno le cose di questi tempi, ogni cosa viene vista come una violenza verso il genere femminile, la sua semplice frase di prima potrebbe essere considerata come una molestia, e visto la nostra età potrebbe farsi trent'anni anche e...-
-Okay adesso basta, BASTAAA- urla, portandosi le mani sulle orecchie. –Cominciate questo dannato compito ma sappiate che voi due- ci indica, completamente giallo in volto. –Voi, voi siete l'anticristo fatto persona anzi, adolescente-
🤓🤓🤓🤓🤓
-Vedo la luce Rose, la luce, capisciiiii?- Daniel spalanca le braccia, e non si accorge di essersi sollevato di qualche centimetro dal terreno. Sospiro, e poggio due mani sulle sue spalle, riportandolo con i piedi per terra. –Che? Ah grazie, per ora i miei poteri sono un tantino fuori controllo-
-E ancora Halloween è lontano- mormoro, ricordandomi dei rischi che ho corso durante le settimane prima. –Devo andare a scusarmi con Albus-
-Rose- Daniel mi afferra per un braccio, costringendomi a voltarmi verso di lui. –Finiscila, non hai fatto niente-
-Lo so, ma non mi frega chi è a chiedere scusa per prima, voglio soltanto fare pace-
-Rose...-
-No tu non capisci- con uno strattone troppo violento, mi libero dalla sua presa, sentendo gli occhi pizzicare per le lacrime. –Credo di essermi innamorata di lui, e non voglio assolutamente perderlo. Ho fatto tanti errori in passato, ho messo te prima di lui troppe volte e questo non va bene-
-Wow non pensavo di essere qualcosa di cui avresti potuto pentirti- mi supera, spalancando le braccia con fare teatrale. –E cos'è esattamente che non potrei capire? Perché mi risulta di essere stato abbandonato da due delle persone che amavo di più al mondo nel giro di una settimana, e nemmeno tanto tempo fa- sputa acido, con un tono di voce che non usava con me da tanto.
-Io non intendevo questo...davvero scusa, non so cosa mi sia preso...-
-E ricordati, mia cara Rosebelle, che io non ti ho ma chiesto niente, NIENTE. Sei stata tu, esattamente un anno fa, che ti sei presa la briga di voler mettere bocca su ogni faccenda della mia vita, quando io non avevo totalmente bisogno di te-
-Okay, adesso stai esagerando. Non volevi che ti lasciassi a giugno, questo te lo sei dimenticato?-
-No- scuote la testa, le sue iridi sono viola. Il vecchio bidello Joe ci lancia un'occhiata di sfuggita, e non posso biasimarlo, sono tutti ancora in classe. –Ma non ti ho mai obbligata a scegliere tra me ed Albus-
-Ho cercato di mantenere i rapporti con entrambi, ma ora lo sto perdendo e non so più cosa fare. Non so se debba andare a letto con lui o...-
-Porca merda- poggia una mano sulla mia bocca, spingendomi violentemente contro gli armadietti. –Non pensare assolutamente una cosa del genere, e non dirlo mai in mia presenza, non sei pronta e...- lascia ricadere l'arto sulla mia spalla, gli occhi sono più scuri. –E ti prego non diventare come le altre solo per un idiota come lui-
-Daniel perché ho l'impressione che, nuovamente, tu sappia qualcosa che dovrebbe rimanermi nascosta?- il ragazzo abbassa lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. –Daniel...-
-Abbiamo sbagliato, questo me ne rendo conto, ma non devi prendertela con noi, non sapevamo cosa fare, se dirtelo oppure no. E non sai quanto questa cosa pesi a me e a Daisy, non riesco più a dormirci la notte-
-Mi stai spaventando così- sospira rumorosamente, passandomi una mano tra i capelli castani e azzurri.
-Da quando te ne sei andata, Albus ha iniziato una relazione con Diana, per questo insistevo sul fatto che non dovessi sentirti in colpa. Ho chiesto io agli altri di non farti sapere niente, avevo paura che ti potessi fare del male, e che la botta fosse troppo forte, visto che la tua autostima non è delle più alte- premo una mano sulle labbra, cercando di trattenere un urlo. Le lacrime cominciano a rigarmi il volto, mentre mi lascio scivolare con la schiena lungo l'armadietto. –Era proprio questo che volevo evitare- si abbassa alla mia altezza, le iridi stanno tornando di nuovo azzurre. –Mi dispiace Rose, so che mi odierai in questo momento, e avresti tutte le ragioni di questo mondo-
-Portami via- sussurro, sentendo il cuore spezzarsi in due. E fa davvero male. –Portami via da qui-
-Cosa? Ma mancano ancora quattro ore-
-Non posso restare qui oggi, non sarei capace di controllare le mie azioni. E poi mia madre non lo verrebbe mai a sapere, è ancora a San Francisco- sospira, poggiando le dita sotto i miei occhi per asciugarmi le lacrime. –Ti prego Daniel. Sei il mio angelo custode-
-Già, e mi domando quando sia diventato il mio punto debole- la campanella suona, lui si alza e mi tende una mano per rialzarmi. –Sbrighiamoci, non voglio che ti vedano in questo stato- ci dirigiamo a passo svelto verso i nostri armadietti, aprendoli e prendendo le nostre cose. –Mio padre mi ucciderà-
-Gli parlerò io, te lo prometto- mi guarda e sospira. Afferra prontamente la mia mano e si incammina velocemente verso l'uscita. Se ci dovesse beccare qualcuno, sarebbe la fine.
In pochi minuti ci ritroviamo nel cortile della scuola. Ci guardiamo intorno e ci nascondiamo in uno degli angoli più appartati, dove di solito si nascondono le coppiette per pomiciare. –Adesso come funziona?-
-Come se avessi le ali ancora- mi prende di peso, ed io avvolgo le braccia intorno al suo collo, nascondendo il viso nel suo petto. –Ho quasi paura di quello che farei per te Rosebelle- pochi secondi dopo, sento il mio corpo tendere verso l'alto, in quella sensazione che si prova quando un aereo sta per decollare. Continuo a piangere silenziosamente, bagnando la maglietta di Daniel che, dal canto suo, non proferisce parola.
Voliamo per circa venti minuti prima di atterrare. Una leggera brezza mi sfiora il viso freddo e bagnato e, quando riapro gli occhi, metto a fuoco un luogo che, in passato, ho già visto.
-Il locus aemenus- mormoro, ricordandomi della riserva magica in cui mi aveva portato la mattina dopo il nostro primo ballo a scuola, quando Albus era sparito per andare a curare il piccolo Louis e lui si era offerto di ballare con me.
Certo che la vita è proprio strana. La persona di cui mi fidavo di più al mondo, quella che davo per scontato non mi avrebbe mai tradito, mi ha spezzato il cuore nel peggiore dei modi. E, adesso, invece, mi ritrovo a piangere con qualcuno che, in più di un'occasione, non si è fatto scrupoli a darmi addosso e a ferirmi. In che razza di universo parallelo sono finita?
-Ci venivo spesso quando tu non c'eri, avevo bisogno d un posto tranquillo in cui isolarmi ma che, allo stesso tempo, mi tenesse collegato a te-
-A quasi un anno di distanza, siamo ritornati qui sempre perché il tuo migliore amico mi ha ferita di nuovo- scendo dalle sue braccia e mi siedo sull'erba. Prendo un fazzoletto dalla borsa e mi asciugo velocemente le lacrime. Ovviamente il mascara è colato, sicuramente assomiglierò ad un panda in questo momento. Grandioso.
-Mi dispiace Rosie, dico sul serio- prende posto accanto a me, padrone di una calma che non pensavo potesse avere. –Se vuoi prendermi a pugni, a calci, a sprangate sulle gengive, come dici sempre tu, fallo, non ti fermerò-
-C'è una persona che vorrei picchiare in questo momento, ma non sei tu- le lacrime cominciano di nuovo a rigare il mio viso, cadendo giù dal mento, lentamente. –E poi, anche se sfogassi la mia rabbia su di te, non credo che concluderei qualcosa-
-Rose, preferisco che ti sfoghi con me ora, che più tardi su te stessa-
-Non sono stata abbastanza, capisci? Non lo sono stata. E non riesco davvero a...- le parole mi muoiono in gola, strozzate dai singhiozzi. –Dove ho sbagliato Daniel?-
-Da nessuna parte Greyson, te lo posso assicurare- avvolge un braccio intorno alle mie spalle e mi attira al suo petto, stringendomi. –A volte noi ragazzi facciamo della cazzate mostruose senza motivo, e feriamo le persone che ci stanno accanto-
-Che poi non capisco, Diana è sempre stata innamorata di te, perché ha dovuto prendermi Albus?-
-Semplice, perché sa che tu hai me- sospiro, passandomi una mano tra i capelli castani e azzurri. –Sa che ho legato più con te in un anno che con lei in dieci che ci conosciamo, e doveva dimostrarti che è meglio di quanto tu possa mai essere-
-E lo è-
-No Rose- sbotta. –Tu sei intelligente, buona, dolce, con una memoria assurda...-
-E le mie qualità finiscono qui-
-Senza contare che sei bella-
-Lo dici solo perché sto piangendo-
-Non è vero-
-Finiscila-
-Cosa dirà Albus quando scoprirà che mi hai raccontato tutto?- gonfia le guance, i suoi occhi sono azzurri come un cielo senza nuvole.
-Non me ne frega niente. Sarei andato anche contro mio padre, se avesse fatto una cosa simile a mia madre-
Daniel
Daisy
Come sta?
Uno schifo, ma adesso si è addormentata, quindi, almeno per un po', la posso tenere sotto controllo
Non so se hai fatto la cosa giusta, potrebbe soffrire...
E sarebbe stato meglio lasciare che Albus la prendesse ancora in giro? Che lei si sentisse in colpa per qualcosa che non ha fatto? Stava per andarci a letto Daisy.
Ho paura che tu sia troppo coinvolto...
Pensala come vuoi, ma credo che sarai contenta di sapere che non è arrabbiata con nessuno di noi
Questo è un sollievo...domani verrà a scuola?
Non ne ho idea, io adesso devo tornare a casa, prima che mio padre mandi le Task Force a cercarmi, ma conto di passare la notte da lei
Non fare casini pure tu, ti prego
Tranquilla, domani la lascerò tutta a voi, credo che le faranno bene un po' di chiacchiere tra ragazze in cui sparare a zero su Albus
Va bene, allora ci vediamo domani, notte Daniel😘
Notte Daisy😘
Osservo Rose dormire sulle mie gambe, le labbra leggermente dischiuse e gli occhi gonfi e rossi. Non ha smesso di piangere nemmeno un minuto da questa mattina, ed io mi sento in parte responsabile. Chissà quanto dolore avrei potuto risparmiarle, se solo fossi intervenuto subito, se le avessi raccontato la verità già da questa estate. Ma non è nella mia natura salvare la gente, vestire i panni di un principe azzurro dalla lucente armatura, no, quello è il ruolo che hanno cucito addosso ad Albus, ed io l'ho sempre rispettato. Eppure, mentre guardo Rose dormire, e percepisco il suo dolore, il suo cuore spezzato, mi domando se non abbia sbagliato tutto, se non stia sbagliando tutto.
Sono le nove, già dorme da mezz'ora, non ha voluto toccare cibo ma, almeno, ho impedito che si facesse del male, il che è davvero una grande vittoria. So che il tarlo della bassa autostima e del non essere stata abbastanza si sta insinuando velocemente nella sua testa, e devo riuscire ad estirparlo prima che sia troppo tardi. Di eventuali problemi alimentari me ne occuperò dopo, quando tutto questo casino sarà rientrato. Devi limitare i danni il più possibile, anche se sono consapevole che non sarà per niente facile, visto con chi ho a che fare
Apro la porta finestra di camera sua, stando ben attento a richiuderla. E' facilmente raggiungibile da chiunque, ed io non so quanto potrei mancare, soprattutto perché mio padre potrebbe anche non farmela passare liscia, questa volta.
Con un balzo spicco il volo, librandomi nella notte piena di stelle.
Albus mi ha scritto che mi deve parlare, ma so che finiremo per prenderci a botte, o peggio. Un bel combattimento angelico in vecchio stile. Poco importa, ormai il nostro rapporto si è incrinato da un bel po', e Rose è stata soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Lo avevo avvertito di smetterla, glielo avevo detto chiaro e tondo, sapeva che, prima o poi, qualcuno di noi sarebbe intervenuto (anche se speravo vivamente di non essere io quella persona, visto i nostri trascorsi).
In pochi minuti arrivo a casa, atterrando proprio di fronte alla porta e facendo scattare la serratura.
Tre, due, uno...
-DANIEL CHRISTOPHER MANSON!- fin troppo prevedibile. Roteo gli occhi, sbuffando. –Vuoi spiegarmi dove sei stato tutto questo tempo? Sei uscito da scuola alla seconda ora, hai tenuto il cellulare spento tutta la giornata e sei tornato solo ora a casa! Cosa diamine hai combinato eh? Ti sei messo di nuovo nei casini? Albus è venuto qui un'ora fa perché...-
-Albus ha tradito Rose con Diana- mio padre, a quel punto, incrocia le braccia al petto. –E sono stato io a dirglielo-
-Daniel...- si passa le mani sul volto, sfregandolo energicamente. –Senti, non voglio entrare in questi particolari ma...-
-Beh allora non farlo. Stava uno schifo, aveva e ha bisogno di me, quindi, se vuoi mettermi in punizione, la Playstation e il computer sono in camera mia- lo supero senza aspettare una sua risposta, devo sbrigarmi, non voglio lasciare Rose sola per troppo tempo, so benissimo di cosa è capace.
Quando, però, apro la porta della mia stanza, mi ritrovo davanti l'ultima persona che avrei mai voluto vedere. E non mi riferisco a Rebecca.
-Ottimo discorso, bravo- Albus si avvicina a me e mi dà uno spintone.
-Guarda che qui l'unico coglione sei tu- dico, spintonandolo a mia volta. Devo mantenere la calma, non penso che Rose sarebbe molto contenta di sapere che ho picchiato a sangue il suo ormai ex fidanzato. O forse sì. –Ti avevo avvertito questa estate, dovevi finirla prima che tornasse-
-E cosa ti fa credere che io non l'abbia fatto?-
-Albus, ricordati con chi stai parlando, sono il re di queste cose-
-Perché glielo hai dovuto dire? Perché?-
-Perché non potevo più vederla logorarsi ogni volta che litigate. Si sente in colpa, quando l'unico stronzo qui sei tu-
-Non sai proprio un bel niente!- mi tira un pugno in pieno viso, la mia guancia comincia a pulsare. –Sei tu che ti sei sempre messo in mezzo-
-No, hai sempre voluto dimostrare di essere superiore a me, e tutta questa storia con Rose ne è la riprova!- ricambio il pugno, colpendolo proprio su uno di quegli occhi azzurri che ama tanto. –Non la meriti! Non meriti che pianga per te, che stia male per te. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederti felice!- urlo, e poi, dal nulla, lo sento. Un lieve dolore, momentaneo, ai polsi. Rose si è svegliata. –Stronzo!- mi getto su di lui, picchiandolo senza pietà. –Si sta facendo del male per colpa tua, perché non capisce dove abbia sbagliato; non si rende proprio conto che persona spregevole sei-
-Ora basta- allunga una mano verso di me, un lampo di luce azzurra si diparte dal suo palmo, gettandomi contro il muro della mia camera. Gemo per il dolore, ha deciso di giocare sporco, non riesce a sistemare la faccenda da solo, come un ragazzo normale, deve ricorrere ai poteri. –Tu non sei nessuno per potermi parlare così. Sei sempre stato un bastardo senza cuore, e la verità è che non t'importa niente di Rose! Ti rode semplicemente il fatto che non ti corra dietro come tutta le altre-
-Ma sta un po' zitto!- lo afferro per il colletto e lo lancio via. Non so ancora quali qualità da angelo mi siano rimasti, ma sono intenzionato a scoprirlo. –Ti stai semplicemente arrampicando sugli specchi- Albus si rialza a fatica, e mi lancia una saetta sul volto. Certo, distruggi pure quel visino perfetto che la natura mi ha dato. –Smettila- riesco ad afferrarla prima che finisca contro il muro, e gliela tiro contro a mia volta. –Il danno è fatto, meglio che evitiate di farla soffrire ancora, o ve la vedrete con tutti noi-
-Stronzo- poggia le mani sulle ginocchia, tentando di prendere quanta più aria possibile. –Sei una grandissima merda-
-Daniel cosa stai...?- in quel momento mio padre, probabilmente allarmato dalle urla e dal rumore, irrompe in camera. –Ma che diamine state facendo?!- allarga le braccia ed i nostri colpi tendono verso l'alto, irrigidendosi e bloccandosi, privi di compiere qualsiasi movimento. –Vi pare il caso ragazzi? Non riuscite a parlarne come due persone civili? Insomma, siete amici da quando siete venuti al mondo-
-Non lo siamo più- sputa acido Albus, trafiggendomi con lo sguardo. –Hai preferito una ragazza a me, sei venuto meno al codice dei maschi-
-Tu lo hai infranto tanto tempo fa, quando hai iniziato a mettermi in cattiva luce e a farmi incolpare al posto tuo dal Consiglio- e mentre ci guardiamo negli occhi, sempre più arrabbiati, mi rendo conto che non abbiamo veramente più niente da dirci.
-Tu per me sei morto- sputa per terra, spiega le ali, che tanto gli invidio, e spicca il volo.
Asciugo il sangue dalle labbra col dorso della mano. Il mio viso sta andando a fuoco e, quando mi volto per uscire, incontro quello di mio padre, per niente contento.
-Non ho alcuna intenzione di sentire la tua predica su quanto tutto ciò sia sbagliato e di come sia tutta colpa dei miei poteri che si stanno amplificando e bla bla bla, e so che vuoi mettermi in punizione, ma Rose, in questo momento, è a pezzi, e vuole solo punirsi per quel che è successo quindi ti prego, lasciami andare. Non appena starà meglio, sarò io stesso a mettermi in punizione- l'uomo, a quel punto, si sposta per farmi passare, indicando la porta. –Grazie mille-
-Dovresti riflettere su tutto ciò Daniel, credo che la situazione sia leggermente cambiata-
Sbaaaam!
Albus è uno stronzo, e Diana una troia. Ma non so quanto Daniel abbia fatto bene a raccontare tutto a Rose, forse era meglio che lo scoprisse da sola.
Ringrazio tutti quelli che leggono, votano e commentano, ora devo proprio tornare a studiare.
Un bacio,
Rose xx
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