The blood in my veins is made up of mistakes

-Mi spiegate cosa diamine vi dice il cervello?! Perché non ne avete parlato subito con me?!- Albus urla da una buona mezz'ora, percorrendo avanti e indietro il salone di casa sua al mare. Io rimango ferma, ben seduta e con le mani in grembo, sentendomi come una bambina rimproverata dalla madre.

-Quand'è che ti abbiamo eletto capo Al? Perché credo di essermi perso questo passaggio-

-Sta' zitto Daniel. E' della mia ragazza che si tratta, avevo il diritto di sapere-

-Adesso basta, tutti e due- alzo lo sguardo verso i ragazzi, incontrando quello di approvazione di Chris che, molto probabilmente, non avrebbe retto l'ennesima discussione incentrata su questo. –Per una volta, una sola volta, dimenticate la rivalità che c'è tra di voi e il fatto che io sia il vostro oggetto di contesa, e concentratevi, piuttosto, su quel che ci ha detto Seth-

-Peccato che tu non abbia idea di dove sia la cripta, inutile come sempre- Diana dischiude le labbra, soffiando leggermente sullo smalto che ha appena applicato

-Non credo che sia il cimitero di New Orleans. Ci sono già stata e nessuno dei monumenti funebri ricorda quello del mio sogno-

-Perché ci sei andata?- Albus aggrotta la fronte. Sposta lo sguardo su Daniel che, dal canto suo, lo liquida con un'alzata di spalle.

-Mi piace leggere gli epitaffi e portare i fiori a tutti quelli che non ricevono visite. Lo facevo anche quando ero a San Francisco, con la scusa di andare a trovare mio padre-

-Tu sei davvero strana- Diana ottiene la nostra completa attenzione, suo scopo fin dall'inizio. –Andiamo, non mi direte che sono l'unica a pensare che sia una cosa pressoché inquietante-

-In effetti mi trovi d'accordo con te, ma il punto, in questo momento, è un altro, e non credo che c'entri con gli hobby pomeridiani di Rose- Audrey si massaggia il petto, riflettendo, proprio come gli altri, sull'intera faccenda.

-Quel che non riesco a spiegarmi è perché io: non sono come voi, sono umana, non ho poteri di alcun tipo-

-Se non quello di cacciarti costantemente nei guai e di essere una calamita per gli spiriti in cerca di aiuto- guardo Daniel scocciata e lui si limita a sorridere. Però i suoi occhi sono ancora viola, e questo mi preoccupa. –Andiamo Rose, converrai con me che, certe volte, te le vai proprio a cercare-

-Non usciamo dal binario- Chris scuote la testa, lasciandosi andare sul divano alle sue spalle. –Dobbiamo capire come agire adesso-

-Bisogna bloccare i suoi sogni, è l'unico modo. Dopodiché ci servirà l'aiuto di Seth. Dobbiamo depistare gli Psuché e farli credere che Rose non abbia niente a che fare con tutta questa storia-

-E come pensi di agire? Se le anime bianche stanno cercando di avvertirla, vuol dire che loro sono sulla buona strada- Albus si sfiora le labbra con gli indici. Il suo sguardo è puntato verso l'orizzonte, e la luce del tramonto investe i suoi occhi, creando giochi di luce all'interno delle sue iridi.

-Per ora ci limiteremo a starle col fiato sul collo. Devono pensare di essersi sbagliati, e che Rose non abbia niente di speciale. Per questo c'è bisogno che Daisy prepari una pozione scacciasogni, servirà a sviare le visioni per un po', ma potrebbe essere dolorosa-

-Potresti evitare di parlare di me come se non ci fossi?-

-Scusami amore, sono solo stressato da tutta questa situazione- si abbassa alla mia altezza, poggiando i palmi delle mani sulle mie ginocchia. –Per quanto sia arrabbiato per quel che avete fatto, non voglio che ti accada niente di male, sai che non me lo perdonerei mai-

-Adesso vomito- Daniel rotea gli occhi, scocciato. Durante l'intero tragitto da casa di Seth fino a qui, non mi ha rivolto la parola, nemmeno uno sguardo o un insulto. Mi teneva in braccio come se fossi un sacco di patate, mentre volavamo nascosti tra le nuvole.

-Che problemi hai?- Albus si rialza, dirigendosi verso Daniel. Sospiro, ecco che ricominciano. Non possono proprio fare a meno di litigare, è più forte di loro.

-Lo sai benissimo- l'altro ragazzo si issa sulle gambe, possente e fiero come lo è sempre stato. Sovrasta il bruno di qualche centimetro e, per certi versi, in questo momento, mi incute terrore. –E comunque non devi preoccuparti, sai che la proteggerò-

-In realtà, voglio che tu le stia il più lontano possibile. Portarla da Seth è stata una pessima idea-

-Non è stata colpa di Daniel, sono stata io che ho insistito, sai che non riesco a stare con le mani in mano- nessuno dei due, però, mi dà ascolto. E' più importante scannarsi che cercare di ragionare come delle persone civili.

-Perché, invece, non dici le cose come stanno? Credo che sia arrivata l'ora Daniel-

-Vuoi davvero sentirlo Albus? Non hai paura delle conseguenze?-

-Parla e basta. Dì che sei innamorato di lei e finiamola qui- e mentre il tono di voce del mio ragazzo si alza come mai prima d'ora, io mi ritrovo stordita da quella frase. No, non può essere.

-Va bene. Sono innamorato lei, sei contento adesso?- sul volto di Daniel si dipinge un ghigno soddisfatto e sofferente, tipico di chi sta provando un forte dolore, ma non lo vuole dare a vedere. E poi si gira verso di me. I suoi occhi diventano azzurri non appena si posano sulla mia figura, e tutta la rabbia sembra dissolversi come neve al sole. –Sono innamorato di te Rosebelle, e non sai quanto mi dispiaccia-

-Dove vai?- domanda mia madre, mentre sto quasi per raggiungere la porta.
-E' il compleanno della mamma di Albus, mi hanno invitato a pranzo, pensavo di avertelo detto-
-Probabilmente lo hai fatto, ma io l'ho dimenticato- incrocia le braccia al petto. –Non sono contenta che voi due siate tornati insieme-
-Sei un po' in ritardo, è successo a dicembre-
-Lo so, ma speravo che tu cambiassi idea, o che Daniel te lo facesse fare-
-Io e Daniel siamo le ultime due persone che potrebbero stare insieme, senza contare che io sono innamorata di Albus-
-Ah ah- esclama lei, per niente convinta.
-Ma che ne puoi sapere tu di quel che provo io eh?-
-Oh ti prego Rosebelle, chiunque dotato di vista sarebbe in grado di accorgersene-
-Senti io devo andare okay? Ci vediamo più tardi-
-Non ti sta piacendo la discussione?-
-Ciao- roteo gli occhi ed esco. Ultimamente è diventata asfissiante, senza contare che trova ogni scusa per criticarmi.
Inizio ad incamminarmi verso la mia destinazione. Mancano ancora un paio di ore al pranzo, ma voglio stare un po' con Albus, visto quello che è successo l'altro giorno.
Daniel, dal canto su, ha cercato di evitarmi come meglio poteva, anche se non so bene per quale motivo. Ma, in fondo, si tratta di lui, e la maggior parte delle cose che fa non hanno senso.
Strofino le mani sulle braccia. Per evitare di discutere ulteriormente con mia madre, non ho preso la giacca di jeans, ed ora me ne sto pentendo amaramente, sto completamente congelando.
Non vedo l'ora di poter guidare. Sto seguendo i corsi a scuola insieme agli altri ragazzi, e invidio Daniel, Albus, Chris e Audrey che possono già guidare mentre io continuo a macinare chilometri a piedi.
Dopo circa una decina di minuti, arrivo a destinazione. Suono il campanello, sistemandomi i capelli.
-Rose tesoro, non ti aspettavo tanto preso-
-Auguri Angelique- la donna mi abbraccia, schioccandomi due sonori baci sulle guance. –Albus è in casa?-
-E' in camera sua- mi fa spazio per lasciarmi passare ed io mi fiondo immediatamente verso le scale.
Quando, però, apro la porta della sua stanza, mi ritrovo davanti all'ultima scena che avrei voluto vedere: Albus e Diana avvinghiati l'uno all'altra.

Daniel

-Manco per due, e dico due settimane e ritrovo: Rose con le visioni, tu innamorato di lei, il mio ragazzo che sapeva ogni cosa e Albus che cancella dalla memoria di questa poveretta la tua dichiarazione d'amore-

-E' stato più veloce di me, sai che, se avessi potuto, avrei tentato di fermarlo- mormoro. Osservo Rose distesa nel letto, con le labbra rosee dischiuse e le palpebre calate. Il respiro è regolare, il battito del cuore pure, sembra tutto nella norma. Anche la pozione di Daisy pare aver avuto un buon effetto, ma la notte potrebbe essere difficile da trascorrere.

-Isebelle che dice di tutta questa storia?-

-E' preoccupata. Ha portato via Rose da San Francisco per proteggerla, e teme che possa aver ereditato qualche potere dal padre-

-Daniel, non avrebbe avuto quelle visioni, se fosse totalmente umana, non sarebbe in grado di parlare con gli spiriti e...-

-Lo so, lo so, lo so- chiudo gli occhi e mi massaggio il ponte del naso, sospirando rumorosamente. Non so come potremmo affrontare questa situazione. Se ci sono davvero delle reliquie magiche da trovare, forse dovremmo lasciar fare a Rose. Dopotutto, meglio nelle mani del Consiglio che in quelle della Psuché. –Dovremmo dirle tutta la verità-

-Lo credo anche io- Daisy prende posto accanto a me. Il tono della voce è basso, pacato. La fioca luce delle lampada illumina il profilo della ragazza, riflettendosi sui lunghi capelli biondi. –Come possiamo proteggere qualcuno che non sa nemmeno il perché è in pericolo? Come possiamo protegger qualcuno che non sa nemmeno cosa è capace di fare?-

-E' quel che penso pure io, ma sai che non spetta a noi rivelarle ogni cosa-

-A me, ad Albus, a Chris, a Audrey o a Diana certo no, però a te sì-

-Mi odierebbe, lo sai-

-Temo di non essere totalmente d'accordo su questo piccolo dettaglio- si stringe nelle spalle, ridacchiando appena. –Albus è andato a letto con Diana-

-Lo so-

-Perché non le hai detto niente?-

-Perché sono un completo idiota. E poi, a quanto pare, si è accavallato tutto, non riesco nemmeno a capire cosa sia realmente successo. Che cosa vogliono da Rose? Perché lei è la chiave?-

-Perché suo padre ha sconfitto Lucius Morsein, e solo lei può riportarlo indietro-

-Che intendi dire? Non era scomparso nel nulla?- aggrotto la fronte, confuso dal suo racconto. Mi hanno sempre narrato un'altra storia.

-Il Consiglio ha messo un veto su quel che si sarebbe potuto raccontare alla generazione futura. Non volevano che si sapesse che lui era stato in alto, uno degli angeli più importanti di sempre. Gli hanno dato così tanto potere che ha rischiato di distruggere ogni cosa, e non parlo solo degli esperimenti per creare gli ibridi. La situazione era di una più crudele semplicità che sembrava quasi banale, per il Consiglio, da raccontare. Lui voleva assoggettare tutti, ed estirpare per sempre il genere umano. Poi ebbe uno scontro col padre di Rose, e venne definitivamente sconfitto. Il suo cadere fu bruciato e le sue ceneri sono conservate in un'urna che i Greyson tengono nascosta chissà dove-

-Nella loro maestosa dimora a San Francisco- Isebelle fa il suo ingresso in camera. Le mani sono giunte e lo sguardo preoccupato. –Suo padre non si fidava di nessuno, così ha deciso di trasferire a Rose la capacità di poter trovare e aprire quel vaso- la ragazza rimane ancora immobile sul suo letto, serena e beata dopo tanti notti insonni. –Credevo che, una volta che mi fossi allontanata da quella città, tutti i problemi sarebbero finiti. Invece, a quanto pare, ci hanno seguito fino a qui, e si sono ingigantiti-

-Non permetteremo che le capiti niente di brutto Isebelle, su questo hai la mia parola-

-Daniel sei molto gentile, ma guardiamo in faccia la realtà: siete un gruppo di adolescenti in preda agli ormoni e che non riescono a controllare bene i loro poteri, come pensate di riuscire anche solo a contrastare la forza degli Psuché?-

-Perché noi, a differenza loro, abbiamo a cuore qualcosa di davvero importante- mormoro. Rose potrà anche non ricordarsi di quel che ho detto, potrà comunque essere tornata con Albus, ma io non smetterò mai di vegliare su di lei. –Cercheremo di sviarli-

-Come?-

-Settimana prossima partiamo per la Spagna, e fingeremo che abbia avuto un incidente mentre siamo lì-

-Siamo sicuri che ci seguiranno, lo fanno sempre per ora- Daisy si alza e fissa negli occhi Isebelle, soggiogandola con l'incantesimo della fiducia. –Berrò una pozione e mi trasformerò in Rose e andrò in overdose mentre siamo in qualche discoteca a spassarcela. Tua figlia, invece, starà al sicuro con Seth e il suo branco e, non appena ci saremo accertati che se ne siano andati tutti, la faremo uscire fuori. Se si accorgeranno che è più debole di noi, penseranno che non è lei la chiave e la lasceranno stare-

-Nessuno di voi deve farsi del male, neanche tu- poggia una mano sul mio volto, facendomi una carezza.

-Andrà tutto bene, abbi fiducia in noi- esclama Daisy, facendo un leggero cenno del capo.

-Forse avrei dovuto raccontarle tutta la verità sin da subito-

-Lo pensavo anche io fino a cinque minuti fa- mi alzo e mi avvicino al capezzale della ragazza.

Mi siedo sul bordo del letto e mi assicuro che vada tutto realmente bene, o forse è semplicemente una scusa per starle vicino, per osservare il suo viso disteso e le guance leggermente arrossate. –Ma poi ho realizzato che, cocciuta com'è, sicuramente si metterebbe in testa di voler trovare chi ha ucciso suo padre e, a quel punto, non so quanto riusciremmo a trattenerla-

-Ai suoi diciotto anni le rivelerò ogni cosa- bene, questo vuol dire che ho ancora venticinque mesi di tempo per prepararmi all'uragano che si abbatterà su di noi. –Da questo punto di vista è un bene che la famiglia di Ron non abbia mai voluto avere niente a che fare con noi, non sono proprio i tipi che amano rimanere nascosti-

-Beh in teoria una piccola parte è tutta colpa nostra, neanche noi siamo bravi a tenere i segreti- Daisy si gratta la testa e, in effetti, non ha tutti i torti. Abbiamo catapultato noi Rose nel nostro mondo, e non siamo riusciti più a farla uscire. Ed io sono proprio un idiota.

-Vado a dormire, questa storia mi sta stressando parecchio, ed io devo andare a lavoro domani-

-Resto io con lei- Isebelle mi fa un lieve cenno col capo e si dilegua, senza aggiungere altro.

Rose, dal canto suo, si rigira un paio di volte, mormorando il mio nome nel sonno.

-Sei sempre nei suoi pensieri, a quanto pare- Daisy ridacchia, ma io scuoto la testa. Tutta questa situazione è solo ed esclusivamente colpa mia. Chissà come avrebbe reagito, se solo Albus le avesse dato il tempo di realizzare quel che le avevo detto. -Daniel sono settimane che non dormi, per un motivo o per un altro, se vuoi ti do il cambio-

-No- mi sposto nuovamente sulla poltrona di Rose, lasciandomici andare a peso morto. Potrei anche dormire nel suo letto, ma non fin quando non sarà lei stessa a chiedermelo. –Ho tutto sotto controllo-

-Guarda che l'ho capito che, da una parte, stai cercando di punirti per quel che è successo con la Miller, ma non credo che questa sia la soluzione più adatta. Devi dirle tutta la verità, quando Albus non è nei paraggi possibilmente-

-Ho paura- confesso, sentendo una tristezza inusuale invadermi il corpo, e attaccarsi alle costole della gabbia toracica. –Ho paura che non provi lo stesso-

-O mio dio, questa sì che è nuova- Daisy si china verso di me e mi schiocca un bacio sulla fronte, amorevole come mai l'avevo vista prima. –Scoprirà quel che è successo tra Albus e Diana, dai tempo al tempo-

-Se quel deficiente riesce a camminare-

-Oh sì, ho visto come l'hai combinato, hai fatto davvero un bel lavoro-

-Ho un po' di rabbia repressa- scrollo le spalle. Per una settimana mi sono sentito uno schifo per aver tradito il mio migliore amico in questo modo ma, quando ho scoperto che era andato a letto con Diana, avrei voluto soltanto ucciderlo con le mie mani. –Quindi sei dalla mia parte?-

-Sono sempre stata Team Daniel, anche quando tu credevi di amare Rebecca-

-Non avrei mai pensato che, un giorno, avrebbe potuto smettere di farmi male-

-E invece guarda, è successo! E Rose è meno complicata di lei-

-Su questo non ci metterei affatto la mano sul fuoco- ridiamo entrambi, cercando di soffocare il rumore per non svegliarla. Era da troppo tempo che non la vedevo tanto serena. –Credi che il nostro piano funzionerà davvero Daisy?-

-Ti mentirei se ti dicessi che sono sicura al cento per cento di quel che stiamo facendo, però dobbiamo almeno provarci-

-Ripetimi ancora perché deve rimanerci Seth con lei e non io-

-Mi pare così ovvio- sorride, puntando, per un attimo, gli occhi verso il soffitto. –Daniel, tutto il mondo sa che, dovunque sia Rose, tu sarai sempre un passo dietro di lei. Non credi che sarebbe un po' sospetta la tua mancata presenza quella sera?-

-Non ci avevo minimamente pensato- rimango con l'amaro in bocca. La sua presenza è diventata davvero importante per me, e non riesco a capacitarmi quando le abbia permesso di venire tanto vicino, e di legarsi a me strettamente e indissolubilmente.

-E invece, se sia io che Seth non ci siamo, penseranno che stiamo limonando da qualche parte-

-Però, avete pensato proprio a tutto-

-Sono così i piani che funzionano Daniel-

-Non sono in grado di ragionare lucidamente, non quando c'è lei di mezzo- mi passo freneticamene le mani sul volto, che è già bagnato per le lacrime. Devo smetterla di perdere il controllo in questo modo, non potrò essere molto d'aiuto, se lascio che i miei sentimenti verso Rose prendano il sopravvento.

-Ricordati chi sei Daniel, e di cosa sei capace- Daisy butta una fugace occhiata all'orologio e sospira. –Bene, adesso è veramente tardi, e domani abbiamo scuola. Chiamami se hai bisogno di aiuto, e cerca di dormire un pochino-

-Devo stare di guardia, non posso-

-Ho creato una barriera magica intorno alla casa, per questa notte puoi stare tranquillo Daniel-

-Va bene, vedrò quello che posso fare-

-Questo è il mio ragazzo- si avvicina alla porta della stanza, le sue dita si avvolgono intorno al pomello argentato e lo fanno scattare. –Andrà tutto per il verso giusto, te lo assicuro-

-Lo spero- mi rivolge un ultimo sorriso e si dilegua.

Seguo il suono dei suoi passi fino al piano terra, i suoi saluti appena sussurrati con Isebelle e i pensieri che affollano la sua testa, fino a quando non diventano respiri lontani e confusi.

Rivolgo un ultimo sguardo verso la ragazza accanto a me e, proprio in quel momento, le sue palpebre tremano, fino ad aprirsi lentamente, rivelando i suoi grandi occhi verde ambrati.

-Ehi piccoletta- non mi dice niente, si limita ad alzarsi e a dirigersi verso il bagno.

Corrugo la fronte e, pochi secondi dopo, la rivedo tornare a letto, col volto sereno e le palpebre serrata.

Decido di non farci caso e spengo la luce, lasciando che l'oscurità ci inghiotta.

Credo che mio padre nemmeno si accorga del fatto che, ormai, non passo nemmeno una notte a casa. E' colpa mia se nostra madre ci ha lasciato, e so che non me lo perdonerà mai.

Per questo ho deciso che, non appena avrò la certezza matematica che Rose sia al sicuro, sparirò dalla circolazione. Nessuno ha bisogno di me, nessuno sentirà la mia mancanza.

Non so ancora bene dove andrò, ma ovunque, ormai, è meglio che rimanere a New Orleans, a crogiolarmi nella mia esistenza misera e priva di affetti, in cui la gente mi guarda con occhi torbidi e pieni di disapprovazione. Non sarò mai all'altezza della famiglia Manson, non sarò mai all'altezza di Albus, non potrò mai essere adatto per Rose, o per qualsiasi altra persona.

-Daniel- sussulto. Avevo quasi dimenticato che suono avesse il mio nome, articolato dalla sua voce. Immediatamente creo la lucine intorno a noi, e il suo volto viene rischiarato debolmente. –Se avessi accesso l'abatjour, giuro che ti avrei ucciso- si stropiccia gli occhi con i polpastrelli, assumendo quell'aria buffa tipica dei bambini piccoli.

-Va tutto bene? Hai avuto qualche incubo?-

-No no tranquillo. Dovevo solo andare in bagno ma, quando ho realizzato che tu fossi qui, mi è passato il sonno-

-Scusami- lo stomaco mi si chiude in una morsa, lasciandomi con un forte senso di nausea.

-Guarda che hai frainteso tutto, non ho voluto riaddormentarmi perché volevo parlare con te-

-Oh- non riesco a dire altro, troppo stupito da questa ritrovata intimità con la ragazza, visto che negli ultimi tempi c'eravamo parecchio allontanati.

Rose rotea gli occhi al cielo, e mi tira uno schiaffo sul ginocchio. –Okay, perché lo hai fatto?-

-Perché sembri...in imbarazzo, sei teso come un pezzo di legno e non è da te. Daniel Manson non si trova mai in situazioni del genere-

-E' un po' di tempo che Daniel Manson sta sperimentando cose nuove, a dir la verità- nessuno dei due parla più, ed io non so che cosa dire per evitare che lei si addormenti di nuovo, lasciandomi con i miei pensieri.

-Vieni qui accanto a me?- domanda con un filo di voce. –E suona ancora peggio di come lo avessi pensato-

-Non credo che sarebbe giusto per Albus- stringo tra i pugni il tessuto della poltrona morbida, lottando contro me stesso e contro i principi che, per colpa sua, adesso sono instillati in me.

-Albus è andato a letto con Diana, non penso che sia nelle condizioni di criticare niente- sospiro rumorosamente e, senza farmelo ripetere due volte, mi sdraio accanto a lei. Il suo capo si poggia sul mio petto e cingo il suo busto col braccio destro.

-Come hai fatto a scoprirlo?-

-Beh di certo non grazie a voi- non potevo intromettermi nuovamente nella loro storia, sarebbe diventata una barzelletta. –Oggi è il compleanno di sua madre, ed ero andata a casa sua un po' prima del previsto, e li avevo trovati che si rotolavano tra le coperte. Mi chiedo quante altre volte voglia umiliarmi-

-Mi dispiace tantissimo Rose, immagino che sia stato...-

-Tremendo. O disgustoso, non so nemmeno io bene come definirlo ma sta di fatto che, dopo questo, morirò vergine. Mi ha fatto veramente schifo come cosa-

-Quindi suppongo che, adesso, tu e lui...-

-Non voglio più saperne niente. La nostra relazione può definirsi conclusa, e questa volta sul serio. Gli avevo dato una seconda possibilità, e lui ha preferito nuovamente -Diana. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico-

-Beh però sono contento che tu non ti sia fatta del male, dopo quel che è successo-

-Ho chiesto la tua stessa pozione a Daisy, non volevo che sentissi niente- mormora, ed io non mi sento proprio di rimproverarla, anzi, ho l'urgenza di stringerla al mio petto ancora di più. –Niente ramanzina?-

-Questa volta no, la situazione fa davvero schifo- si rannicchia di più contro di me, come una bambina che ha bisogno di protezione. –Ma la prossima volta ti uccido, parola d'onore-

-Va bene, va bene- le sue dita si poggiano sul mio torace, disegnando cerchi immaginari con una lentezza che mi manda fuori di testa. –Non so se sia una buona idea partire tutti per la Spagna-

-Smettila di dire cavolate, ci siamo io ed i ragazzi, puoi stare tranquilla-

-So che la Miller ci accompagnerà, visto che la signora Garcia deve essere urgentemente operata di appendicite e la preside non poteva annullare la gita-

-Io e Coral abbiamo rotto, a dir la verità- si alza di scatto e, anche se la luce è davvero poca, posso tranquillamente delineare il contorno del suo viso, e in particolare delle sue labbra, pericolosamente vicine alle mie.

-E perché mai?-

-Sarei potuto andare a letto con lei in eterno, pure fino a quando non ci saremmo diplomati, ma non avrei smesso lo stesso di pensarti- sorride, e dire che io avevo paura che prendesse a schiaffi.

-Potremmo essere confusi insieme- adesso sono io quello con le labbra curvate, con una voglia matta di baciarla.

-Hai appena scoperto che Albus ti ha tradita, pensavo che...-

-Non mi chiedere il perché ti abbia detto una cosa del genere, perché non lo so nemmeno io e, molto probabilmente, tra qualche ora, quando la sveglia suonerà, potrei essermene già pentita e...-

-E se avessimo sbagliato tutto Rosebelle? E se, per uno scherzo del destino, fossimo proprio noi due a dover stare insieme?- e, dal modo in cui sorride e mi guarda, credo che anche lei stia cominciando a pensarlo. 


Sbaaam!

okay lo so, questo capitolo è un po' confusionario, ma mi sono accorta di essere molto indietro rispetto alla tabella di marcia, quindi ho cercato di condensare più cose possibili ed è uscito questo. quindi scusatemi.


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