If you pretend it from the start like this, with a tight grip, than my kiss
-Oggi è l'ultimo giorno di scuola e tra quattro giorni è Natale. In questo periodo concedono l'amnistia anche ai carcerati, credo che tu possa anche ritornare a parlarmi- chiudo l'anta dell'armadietto, sospirando. Daniel continua a guardarmi, poggiato ad esso, con le braccia conserte. –Quante volte ancora ti dovrò ripetere che sono un completo idiota e che, probabilmente, rimpiangerò per tutta la vita quel che ho fatto?-
-Fino a quando non avrò un bel po' di autostima- faccio per superarlo ma le sue mani si poggiano sulle mie spalle, spingendomi indietro.
-Sei tornata con Albus, non dovrebbe più interessarti- abbasso lo sguardo, per poi spostarlo da un'altra parte. Credo sia stata Daisy a dirglielo visto che, negli ultimi due mesi, non si è fatto vedere più di tanto. Sta usando la stessa tecnica di quando se ne è andata Rebecca, forse spera davvero che corra a salvarlo, ma questa volta non lo farò. Mi ha tradito, quando avevo solo lui e basta.
-Sarò pur libera di non rivolgerti la parola no?-
-Vuoi davvero mandare all'aria la nostra amicizia per un cavolata del genere? Andiamo Rosebelle, ne abbiamo passate davvero tante nell'ultimo anno-
-Sono solo stanca di essere costantemente presa in giro da voi e ora, se non ti dispiace, vorrei andarmene, devo finire i regali di Natale- lo supero, le nostre spalle si toccano. Mi fermo un attimo, sentendo le lacrime salire agli occhi. Mi manca, mi manca davvero tantissimo.
-In realtà ti volevo dare il mio- mormora. Socchiudo le palpebre, sentendo i suoi passi dietro le mie spalle. –Auguri Rose, spero che passerai delle buone feste- mi porge un pacchettino rosso, sorridendo appena. Prima che io possa dire altro, se ne va, con le mani cacciate in tasca e il passo lento.
Sento un peso sopra il petto, un macigno che mi rende difficile anche respirare. Perché deve essere tutto così dannatamente difficile?
-Ehi amore che succede?- la voce di Albus mi risveglia dal mio stato di torpore.
Scuoto la testa, cercando di sfoderare uno dei miei migliori sorrisi. So che loro due non si parlano, e non voglio di certo peggiorare la situazione. Forse c'è ancora una speranza che, almeno la loro amicizia, si salvi.
-Niente, credo che mi sia andata qualcosa nell'occhio- con la scusa di cercare un fazzoletto nella tracolla, vi ci getto dentro il regalo di Daniel, nascondendolo accuratamente.
-Fa' un po' vedere- poggia una mano sul mio mento, alzandomi il viso e osservandolo attentamente. –Non riesco a vedere niente Rose-
-Sarà stato sicuramente un ciglio- mi libero dalla sua presa, dirigendomi verso l'uscita. Mi sento soffocare, ho bisogno di aria.
-Daniel oggi ci ha degnato della sua presenza, lo hai visto?- mi cinge le spalle con un braccio, attirandomi a sé. Il mio stomaco si stringe in una morsa, provocandomi la nausea. Perché deve essere tutto così dannatamente complicato?
-Abbiamo quasi tutte le classi in comune, ricordi?-
-Ti ha detto qualcosa?-
-No- mento, spudoratamente. Ma non so, raccontare ad Albus tutte le parole che sono volate in quelle ore sarebbe come tradire Daniel e, per quanto io possa avercela con lui, non se lo merita proprio.
Credo che sia rimasto piuttosto solo, dopo la scoperta di Halloween nessuno gli ha più parlato, e non capisco davvero il perché. Il torto Daniel lo ha fatto a me, non a loro, e dovrebbero smetterla di schierarsi.
-Suo padre mi ha chiamato ieri sera, è preoccupato per lui e, come al solito, mi ha chiesto di intervenire. Credo che il mio scopo nella vita sia fargli da babysitter-
-Andiamo Albus, ricordati che Daniel si è preso al colpa al posto tantissime volte-
-Cosa ti ha raccontato esattamente mentre io e te c'eravamo lasciati?- gonfio le guance, mi ero arrabbiata così tanto quando lo avevo saputo, credevo che non lo avrei mai perdonato. Ma poi lui si è presentato a casa mia ogni giorno, sperando di poter parlare con me anche solo per una manciata di minuti, ha iniziato a mandarmi fiori ogni giorno, mi ha scritto lettere, non mi ha evitato, ed io mi sono convinta, piano piano, di aver ritrovato lo stesso ragazzo di cui mi ero innamorata. Eppure, ogni passo che facevo verso di lui, mi allontanava inesorabilmente da Daniel.
-Niente di cui tu debba preoccuparti, o per cui tu debba litigare con lui. Ha bisogno di te, siete migliori amici da una vita, dovete fare pace-
-Rose...- si massaggia il ponte del naso, sospirando. –Sai che non ho intenzione di fare il primo passo-
-Pensala in questo modo: cosa sarebbe successo se io non avessi accettato di ascoltarti?- si volta verso di me, mordendosi il labbro. Non è stato facile perdonarlo, come non lo è dargli fiducia. Mi sento uno schifo quando gli controllo il cellulare, ma non riuscirei proprio a non farlo. Potremmo pure star ricostruendo il nostro rapporto pezzo per pezzo, ma la fiducia, quella cieca che provavo nei suoi confronti, non è ancora tornata, non si è nemmeno vista di sfuggita.
-Probabilmente non saremmo tornati insieme, ed io vesserei nelle stesse condizioni di Daniel, e non credo che lo avrei sopportato-
-Esattamente- osservo la città addobbata a festa, con pupazzi di neve finti e Babbo Natale fuori dalle case. Eppure, quest'anno, per la prima volta, non riesco proprio a sentire quello spirito di festa che, di solito, prendeva il sopravvento e mi trasformava in una specie di versione femminile di Santa Claus. E adesso niente, solo il vuoto.
Daniel
Osservo il soffitto di camera mia, giocherellando con le lucine. E' incredibile che sia rimasto senza amici, che sia rimasto senza Rose. Ho davvero incasinato tutto con lei questa volta, e non credo che riuscirò a rimediare facilmente, neanche con il regalo di Natale, che mi è costato un occhio della testa. Eppure, quando l'ho visto esposto in quel negozietto, ho immediatamente pensato a lei, è come se lo avessero creato a posta per Rose, assurdo. O forse sono io che mi sono completamente bevuto il cervello, il che è una cosa molto probabile.
Il campanello suona ma io non muovo un muscolo, Consuelo ha indicazioni ben precise: non ci sono per nessuno.
Mentre continuo a crogiolarmi nella pochezza della mia vita, dal piano di sotto, sento provenire un vociare concitato, e a me parecchio conosciuto.
Rose.
Sospiro e, senza pensarci due volte, mi teletrasporto all'ingresso, facendo sussultare sia la ragazza che la mia cameriera.
-Ah dios mios, tu eres un diablo!-
-Mi hanno chiamato anche Anticristo, se è perquesto- mi avvicino di più a Rose, ha le mani cacciate nel giubbotto e uncapello con le orecchie sul capo. I capelli, ormai decisamente più lunghi, lericadono ad onde morbide sulle spalle, terminando nelle punte rosa. –Non tiaspettavo qui- faccio un cenno con la testa a Consuelo che, ormai abituata, sidilegua, borbottando qualche imprecazione in spagnolo. In questo momento non credo che esista una singola persona al mondo che non mi odi, devo aver stabilito un nuovo record a quanto pare.
-Ero venuta a darti questo- mi porge un pacchettino rosso e verde, che deve avere incartato lei stessa, a giudicare dal fiocco e dal modo in cui la carta avvolge la scatola. –Non ero ancora sicura di dartelo ma, visto che anche tu mi hai fatto un regalo, sarebbe stato da maleducati non ricambiare- il suo tono freddo e distaccato mi congela il cuore, neanche nelle nostre sfuriate più tremende era mai arrivata a rivolgersi a me in una maniera simile. E questo fa davvero male.
-Rosebelle ti prego, non credevo di poter sentirmi tanto uno schifo dopo la trasformazione di maggio, ma mi sono dovuto ricredere e, adesso, ti sto chiedendo di perdonarmi-
-La vedi ancora?- esordisce lei, continuando a guardare oltre le mie spalle, incantata da qualcosa di invisibile ai nostri occhi.
-Devo pur far qualcosa, nessuno di voi mi parla più- sospira e lascia ricadere la tracolla lungo la spalla, fino a quando non tocca sonoramente il pavimento. Credo che sia stracolma di regali e, d'altronde, mi stupirei del contrario. Lei adora il Natale con ogni fibra del suo corpo.
-Quel che io vorrei farti capire, al di là di ciò che è successo tra noi due, è che questa è una relazione seriamente pericolosa, più di come potesse esserla la tua con Rebecca lo scorso anno. La Miller ha venticinque anni e tu quindici e, secondo le leggi della Louisiana, l'età del consenso è fissata a sedici. Potrebbe finire in carcere per abuso di minore-
-Dimentichi che il mio compleanno è tra meno di un mese- non so per quale motivo le dica una cosa simile, forse perché spero che, in qualche assurdo modo, questo possa farla allontanare da me, possa far cessare il dolore che sento nel petto ogniqualvolta la vedo passeggiare per i corridoi mano nella mano con Albus. O forse sono semplicemente un idiota, e questa credo sia la tesi più appurata e a cui dare più credito.
-Dio, non riesco ancora a capire perché perdo tempo con te. Sono sempre e solo stata un tuo giochino, vero Daniel? Fin dal primo giorno-
-Sai che non è vero Rose, sai che è tutta una forma di difesa che ho messo su per non essere ferito. Sai di essere stata importante anche tu, forse non quanto Rebecca ma comunque abbastanza-
-In realtà, Daniel, questo è un periodo in cui non sono più sicura di niente. Di quel che voglia fare dopo il liceo, del perché sia tornata con Albus, dei miei sentimenti per te, è tutto molto confuso-
-Potevamo essere confusi insieme- mormoro, alludendo all'affermazione di qualche mese fa, quando sembrava che ci fosse una speranza per me che le cose andassero bene.
-Già, potevamo davvero esserlo, ma tu hai dovuto fare di testa tua come sempre e, adesso, ci troviamo in questa situazione. E fidati, tenerti il muso, non rivolgerti la parola e fingere che non me ne freghi niente quando manchi da scuola per settimane, non è facile come sembra, per niente-
-E quindi che facciamo?- si chiude nelle spalle, senza darmi una risposta soddisfacente. Ma i suoi sentimenti sono molto chiari, anche troppo a dir la verità. Rose non è arrabbiata con me, per niente. E' delusa, il che è ancora peggio. –Mandiamo tutto all'aria, finiamo di parlarci, fingiamo di non tenere all'altro quanto in realtà facciamo, e andiamo avanti nella convinzione che tu sia realmente felice con Albus?- mi guarda boccheggiando, alla ricerca delle parole adatte da dire. Credo che sia la prima volta che la vedo annaspare alla ricerca di un'argomentazione adeguata, il che è abbastanza strano.
-Ho sbagliato a venire qui, non dovevo- fa dietro front e, con la borsa in spalla, si dirige verso l'uscita. Andiamo Daniel, dì qualcosa.
-Non voglio perderti Rosebelle, non ho alcuna intenzione di lasciare che finisca così- e, anche questa volta, lei non risponde, si limita a scrollare le spalle e ad uscire da casa mia, senza rivolgermi parola.
🎅🏻🎅🏻🎅🏻
Le vacanze di Natale, di per sé, sono passate abbastanza velocemente e, per mia fortuna, anche senza troppe rogne.
L'unico pallino è stato il fatto che i ragazzi ancora non mi parlano, e che Rose e Albus sembrano essere tornati la coppia felice di una volta. Mi fanno vomitare.
Ma se non tutti i mali vengono per nuocere, la scuola ha avuto un'infestazione di topi e, quindi il ritorno dalle vacanze è slittato di una settimana, ed ecco che ci ritroviamo a questo undici gennaio, il giorno del mio compleanno, ma anche dell'anniversario di quei due.
Se non compissi sedici anni, probabilmente, me ne sarei rimasto a casa, oppure avrei passato la serata con Coral visto che, a quanto pare, mi è rimasta solo lei. Ma il caro vecchio Derek mi ha buttato giù dal letto questa mattina e, ignorando le mie continue remore, mi ha obbligato ad andare a scuola, col risultato che sono arrivato con la campanella che è già suonata da quindici minuti buoni. Fortunatamente, però, alla prima ora ho letteratura, quindi la passerò tranquillamente liscia.
-Mi scusi per il ritardo prof, colpa della sveglia- la Miller mi lancia un'occhiata languida facendomi segno di entrare. Quasi tutti i presenti mi fanno gli auguri, a volte dimentico che, visto che abbiamo dovuto organizzare una doppia festa, abbiamo praticamente invitato tutta la scuola.
Eppure, mentre le mie guance si riempiono di baci e le mie spalle di pacche, i miei occhi non la smettono di guardare la ragazza che sta seduta all'ultimo banco. Sta col capo chino, scribacchiando sul suo quaderno nero, mentre finge di stare ascoltando quello che la Miller sta dicendo. Se prima non la sopportava, adesso la odia con ogni fibra del suo corpo, e non lo dico tanto per dire, ma perché lo sento, insieme al mio cuore che batte inspiegabilmente tanto forte. Che cosa dannatamente fastidiosa.
-Buon anno Rose- mormoro, prendendo posto accanto a lei. Non mi aspetto affatto una risposta, al massimo un grugnito o un'occhiataccia. Le ho mandato un centinaio di messaggi nelle ultime settimane, mentre ero bloccato per quasi tutte le vacanze con mio padre in una baita in Vermont ma lei, da grande orgogliosa quale è sempre stata, non ha risposto a niente, lasciandomi in questo stato penoso. Non era mai successa una cosa simile da quando la conosco, ed io mi rendo conto di quanto sia stato stupido a darla per scontata per tutto questo tempo.
-Buon compleanno Daniel- inaspettatamente sorride, tirando fuori da sotto il banco un piattino, appositamente coperto da una cupola di plastica, dove vi è adagiata una fetta di Red Velvet, con tanto di candelina sopra.
-Cos...sei sicura di stare bene?-
-Preferisci che cambi idea?-
-No, assolutamente- scuoto energicamente la testa, soffiandovici sopra. Non voglio sapere a cosa devo questo suo cambio repentino, voglio solo godermi questo stato di quiete fin che dura.
-Greyson ti sembra il caso di accendere candeline in classe? Che ne so, vuoi anche far esplodere qualche fiaccola?- Rose guarda la Miller con un sopracciglio alzato. Ti prego, non dare di matto, ti prego.
-Può spedirmi dal preside se vuole, ma non credo che sia nelle sue intenzioni rovinare il compleanno di Daniel- mi sbatto una mano sulla fronte. Lo scorso anno non faceva altro che ripetermi di non rispondere a Johnson, di stare buono e, adesso, se ne esce con una sparata del genere.
-Sei insolente Rosebelle, ma visto che, come hai detto tu, oggi ricorre l'anniversario della nascita di Manson, chiuderò un occhio- sento di essere diventato rosso come un peperone, e questo non è da me, per niente. Di solito adoro stare al centro dell'attenzione ma, in questo momento, vorrei soltanto essere invisibile.
-Ti prego Daniel, dimmi che non te la scopi più- mi rivolge uno sguardo di fuoco, ed io mi limito ad alzare le spalle. Rose sospira, spero che non si sia arrabbiata troppo.
-Cosa dovevo fare? Né tu né i ragazzi mi parlavate più!-
-E credi che questa sia una buona giustificazione?!- ci guardiamo negli occhi, non li avevo mai visti tanto privi di luce, tanto arrabbiati. L'ho davvero ferita, e questa volta sul serio. –Comunque li ho rimproverati, loro non dovevano assolutamente schierarsi. Quel che è successo riguarda me e te, senza contare che ti conoscono da molto più tempo. Odio quando devono prendere posizione-
-Beh Chris ancora mi parla, più o meno. Daisy cerca di mandarmi a fuoco, ma credo che sia pressoché impegnata con Seth ultimamente. Audrey è sparita dalla circolazione e Albus, beh, da lui non mi aspetto niente-
-Ha detto che è disposto a parlare con te-
-Quale onore- borbotto, tagliando con la forchettina di plastica un pezzo di torta. –E' davvero buona-
-L'ho fatta io. L'ho provata tre volte prima di riuscirci-
-Quindi non stavi tentando ad avvelenarmi-
-Ti voglio bene, e in tutti questi mesi in cui non ci siamo parlati ho capito davvero quanto tengo a te-
-Sono colpito- mi poggio una mano sul petto. Una parte di me è molto ferita dal suo comportamento. Non stavamo insieme, quindi non avrebbe dovuto arrabbiarsi per una cosa del genere. Dall'altra, però, so di aver sbagliato. Non dovevo dirle tutte quelle cose, continuando ad andare a letto con la Miller. Senza contare che tutto ciò che voglio, adesso, è tornare a stare con lei quasi ogni giorno, sentirla rimproverarmi perché non ne combino una giusta, avere le sue dita tra i capelli e i suoi occhi che mi fissano a pochi centimetri di distanza.
Nessuno dei due ha reagito nel migliore dei modi, e abbiamo seriamente rischiato di perdere ogni cosa, qualsiasi essa sia. Il nostro rapporto è tutt'ora appeso ad un filo e, anche il minimo movimento, potrebbe spezzarlo.
-Mi dispiace- mormora la ragazza accanto a me, abbassando leggermente lo sguardo. –E' solo che...oddio, che stupida che sono-
-Cosa Rose? Se devi dirmi qualcosa, fallo ora-
-Credo che la cotta per te mi fosse ritornata, in quel periodo intendo. Era come un anno fa: da una parte c'eri tu e dall'altra Albus- mi limito ad assottigliare le labbra ma, in realtà, sto lentamente morendo dentro. Idiota. Come ho fatto a non capire una cosa del genere? Perché capto sempre tutti i suoi sentimenti e non questo? Non ho notato una variazione del battito cardiaco, né un lieve rossore sulle sue guance, niente di niente. –Ma, visto come è andata a finire tutta questa faccenda, penso che sia stato meglio così. Guardiamo in faccia la realtà Daniel, non saremmo mai potuti stare insieme noi due, però, in compenso, abbiamo una splendida amicizia, e non ho alcuna intenzione di perderla- sorride, non può minimamente immaginare che io, nel frattempo, stia morendo dentro.
-Sì, hai pienamente ragione- e, per la seconda volta nel giro di nemmeno un anno, sento il mio cuore spezzarsi in due. O meglio, sento i cocci frantumarsi ulteriormente.
Rose
-Però, il nostro Albus ha davvero buon gusto- Daisy si rigira tra le mani il mio polso, osservando, con occhi che luccicano, il bracciale che il mio ragazzo mi ha regalato per il nostro primo anniversario. –Ma sono diamanti veri?- esclama, esaminando con più attenzione i cuori di cui esso è composto.
-Non ne ho idea, mica gliel'ho chiesto- mi guardo intorno, la sala è davvero enorme ma, considerando che stiamo festeggiando sia il sedicesimo compleanno di Albus che quello di Daniel, e che i due in questione non si parlano, è fin troppo piccola. –Ho come l'impressione che questa non sia stata una buona idea-
-Sciocchezze- Audrey mi liquida con un rapido gesto della mano, mentre sorseggia un po' di vino rosé, con l'aria di una vera intenditrice. –E' da sedici anni che i ragazzi festeggiano il compleanno insieme, non vedo perché dovrebbero smettere proprio ora-
-Forse perché qualcuno si è messo in mezzo- Diana sorride sorniona nel suo succinto abito verde, che si è attirato le occhiatacce della cara nonna Prue StCloud.
Roteo gli occhi, mi chiedo se sia più arrabbiata perché io ed Albus siamo tornati insieme, o perché Daniel, nonostante io non gli parlassi, non si è avvicinato a lei.
-Rose- scuoto la testa, sentendo la voce di Daniel chiamarmi. –Puoi venire un attimo?-
-E' successo qualcosa?- domando. Dall'espressione che ha sul volto posso giurare che non mi dirà nulla di buono.
Si limita a farmi un cenno col capo, invitandomi ad uscire con lui. Sospiro, questo potrebbe causarmi non pochi problemi ma, d'altronde, cos'altro posso farlo? -Mi stai spaventando così- ci ritroviamo sotto il cielo stellato, mentre io cerco di non pensare al freddo che mi sferza la pelle delle braccia nude, o alle iridi di Daniel che sono di un viola acceso, come non le avevo mai viste.
-Ho i poteri completi adesso, ma le mie ali non sono ancora ritornate, e la mia sete di sangue è notevolmente aumentata. E, per finire in bellezza- le sue dita scoprono agilmente un lembo dell'avambraccio, completamente macchiato da linee nere. –Non so che diamine stia succedendo Rose e, come se non bastasse, non riesco a far tornare i miei occhi azzurri-
-Okay, adesso cerca di mantenere la calma- sfioro lentamente quei disegni astratti, cercando di rimanere razionale. Quando lui perde il controllo, sono io quella su cui deve poggiarsi. –Troverò una soluzione. Deve pur esserci scritto qualcosa in quei dannati libri-
-Forse sono definitivamente perso, neanche la mia anima riuscirà a salvarsi-
-Non dire sciocchezze Daniel. Il Consiglio ha appena allentato il guinzaglio con te, le cose possono solo migliorare- piccole lacrime cristalline corrono giù dal suo viso, cadendo dal mento perfetto. E' debole, debole come non lo è mai stato in tutta la sua vita. Vulnerabile, con una ferita ancora sanguinante.
-Sono un mostro Rose, devo cominciare ad accettare la cosa e a conviverci-
-Finiscila. Affronteremo anche questa insieme, non ti preoccupare-
-Ho paura di farti del male, e non potrei sopportarlo, lo sai-
-Non mi ferirai in alcun modo- faccio per avvicinarmi a lui, ma Daniel, complici anche i sensi da vampiro, indietreggia improvvisamente, celando metà del volto nell'oscurità. –Ehi, va tutto bene-
-Avrei dovuto uccidermi quando ne avevo l'occasione-
-Finiscila- mi ritrovo a dire, con la voce strozzata dal pianto. Perché per me è pressoché inconcepibile pensare ad un mondo senza Daniel Manson. –Torna dentro adesso, penseremo ad ogni cosa domani. Probabilmente stai reagendo in questo modo per via dei nuovi poteri, come me quando ho il ciclo, che piango per qualsiasi cosa- finalmente il ragazzo sorride, rivelando il volto angelico alla luce della lampadina. –E i tuoi occhi sono tornati azzurri Daniel-
-Dici sul serio?- aggrotta la fronte, incredulo.–Oh Rosebelle, credo che sia stata proprio tu a rendere possibile una cosa del genere-
-Io? Ma figurati, avevi solo bisogno di ritrovare un po' di fiducia in te stesso, tutto qui- mi stringo nelle spalle, sentendo la bocca improvvisamente asciutta e amara. Perché mi sembra tutto dannatamente sbagliato?
-Non lasciarmi più, ti prego-
-Non lo farò, però tu devi promettermi che chiuderai la storia con la Miller. Lo dico per il tuo bene-
-Su questo non posso darti la mia parola- abbassa lo sguardo, colpevole. –Ho sedici anni adesso, quindi non ci sono più problemi. E lei è l'unica cosa che ancora funziona nella mia vita-
-Mi ripeti sempre che dovrei avere più fiducia in me stessa e, adesso, è quello che dico a te: tu sei molto meglio di quel pensi, o di come ti descrivono, il problema è che accetti l'amore che pensi di meritare- mi guarda di traverso, corrugando la fronte. –Noi siamo infinito, il libro che sto leggendo per ora, stanno girando un film tratto da esso, col ragazzo che ha interpretato Percy Jackson ed Emma Watson- scuote la testa, ridacchiando. -Bene, adesso è meglio se ritorniamo dentro, ho promesso ad Albus che avrei ballato con lui- sollevo leggermente il vestito lungo e giro i tacchi, nel vero senso della parola, rivolgendo lo sguardo verso la grande sala da ballo.
-Per quel che importa, comunque, sono contento che la collana ti sia piaciuta. Sin dal primo momento che l'ho vista, in un negozietto che ha appena aperto e che vende gioielli antichi, ho pensato a te, sembrava che l'avessero creata a posta- e mentre cerco di trattenere le lacrime, le mie dita scorrono lungo la superficie levigata della pietra azzurra, vergognandosi per agognare così tanto una cosa che mi è stata regalata da lui e non da Albus.
-E' tutto okay Rose?- il mio ragazzo si avvicina a me, con le mani cacciate in tasca e gli occhi ridotti a due fessure. Continua a guardare in direzione di Daniel, spero davvero che non si arrabbi.
-Oggi è il tuo giorno, non devi preoccuparti di niente- afferro le sue mani tra le mie, cercando di calmarlo e di spostare la sua attenzione da Daniel a me. –Al, mi avevi promesso che ci avresti parlato-
-Lo farò, appena tutti se ne saranno andati e tu sarai uscita dal nostro raggio d'azione- poggia la sua fronte sulla mia, facendo sfiorare i nostri nasi. –L'unica cosa di cui ti devi preoccupare, adesso, è volteggiare con me sulla pista da ballo-
Sbaaam!
questa settimana mi sono ricordata di aggiornare, miracolo.
Allora amorini, come state passando le vostre vacanze? A me manca molto l'inghilterra, non riesco a stare troppo tempo senza fare niente.
Anyway, daniel e rose sono, tanto per cambiare, di nuovo ai ferri corti, e si sono allontanati per la centesima volta, ognuno il rispettivo lover. teste di carota.
Detto ciò, grazie a tutti quelli che continuano a leggere, votare e commentare la storia, vi ricordo che, visto che partecipo sia con questa che con starlight ai wattys ogni voto è importante, quindi se ci tenete a vederle tra i vincitori mandate un messaggio al 444555...no okay mi fermo ahaha.
adesso mi dileguo
un bacio
rose xx
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