Hello there, the angel from my nightmare


Mi sveglio di soprassalto, respirando a fatica. Il sudore imperla la mia fronte e mi bagna il viso, mentre il mio corpo trema ancora per l'incubo che ho appena fatto.

-E con questo sono esattamente ventotto notti di fila- sto per urlare dallo spavento, ma la mano di Daniel, prontamente, si poggia sulla mia bocca, facendomi segno di fare silenzio. –Rilassati, sono solo io- schiocca le dita e la luce di camera mia si accende. Il suo arto scivola via, lasciando le mie labbra libere di articolare le parole.

-Che diamine ci fai in camera mia alle due di notte?!-

-Fidati Rose, vorrei essere anche io altrove ma, purtroppo, vengo svegliato dal tuo incubo ogni notte da San Valentino ormai. Percepisco la tua angoscia e, immancabilmente, allo stesso orario mi ritrovo ad osservare il soffitto, chiedendomi cosa mai ti abbia scombussolato così tanto. Per caso Albus ha fatto cilecca?-

-Sai benissimo che non è ancora successo niente- mi asciugo il sudore, sentendo un calore improvviso alle guance. Ci sono discorsi che vorrei evitare di fare con Daniel, per tanti motivi che, in questo momento, affollano la mia testa in maniera disordinata.

-Lo so, volevo solo sentirtelo dire- curva appena le labbra, non lo vedevo sorridere da un bel po' di tempo ormai, ma evito accuratamente di chiedergli che cosa lo affligga, giusto per non turbare quella quiete che si è creata tra lui ed Albus. –Raccontami un po' del tuo incubo, deve essere alquanto spaventoso per ridurti in questo stato ogni sera-

-Più che altro è...strano, e parecchio inquietante a dir la verità- porto le gambe al petto, poggiando il mento su di esse. –Sono nel cimitero di New Orleans ed è pieno zeppo di fantasmi che ballano, cantano e discutono-

-Ma si può sapere che razza di programmi ti vedi prima di andare a dormire?- borbotta Daniel, cercando di rimanere serio. Eppure, quel sorrisetto sghembo che, ormai, è diventato una sua caratteristica, lo vedo benissimo.

-Lasciami finire, invece di criticare sempre tutto subito- solleva le mani in segno di resa, lasciandole ricadere, poco dopo, vicino ai fianchi, poggiando entrambi i palmi sulla trapunta. –Ti stavo dicendo, ad un certo punto spunta un ragazzo dal nulla, un angelo. Le sue ali sono nere, maestose, e non tocca il terreno. Tiene il capo basso, non riesco a vederlo in volto, ma le sue vene, le sue vene sono...non so come spiegarti...sono dello stesso colore delle ali. Spiccano sulla pelle bianca e posso chiaramente vederle mentre pompano il sangue. Poi comincia a parlarmi di una chiave da cercare, e indica la porta di una cripta-

-Credo che Isebelle dovrebbe seriamente mettere il parental control alla vostra tv-

-Oh vaffanculo, se sapevo che avresti reagito in questo modo, non ti avrei detto niente- incrocio le braccia al petto, scocciata dal suo comportamento. Non gli ho chiesto io di venire, né di correre in mio soccorso, quindi può benissimo tornarsene dalla Miller.

-Resta il fatto che, comunque, mi sembra un po' strano che un sogno del genere causi in te una tale reazione- il tono della sua voce è visibilmente basso, e anche la sua espressione è mutata, diventando seria. –Rosebelle so che c'è dell'altro. Sei entrata in un Animus pieno di spettri assetati della tua linfa vitale, hai attraversato un cimitero intero per trovare un fantasma e farlo riappacificare con la sua fidanzata, e ora vuoi farmi credere che è questo il motivo per cui, alle due di ogni notte, ti svegli di soprassalto e non riesci più a chiudere occhio?- guardo dietro le spalle di Daniel, sembra che questa volta non ci sia nessuno, che abbiano deciso di lasciarmi stare. O forse è la sua presenza a tenerle lontane.

-Quando mi avvicino all'angelo, non riesco a capire se sia tu o Albus. So che può sembrare assurdo, ma ha le sembianze di entrambi- il ragazzo non spiaccica parola. Si limita ad inumidirsi le labbra, sospirando rumorosamente. –E poi, dopo che mi sveglio, alcune figure incorporee bianche vengono a farmi visita. Mi parlano della stessa chiave, di un qualcosa di nascosto e mi fanno davvero paura- Daniel si alza e prende a camminare avanti e indietro per la mia stanza, guardandosi intorno come un segugio. –Non ci sono in questo momento, questa sera non sono venute, forse perché ci sei tu-

-Dannazione- le sue dita vanno a incastrarsi tra i capelli biondissimi, tirandoli appena. –Perché non mi hai detto niente?!-

-Perché pensavo che fosse tutto frutto della mia immaginazione-

-Davvero Rose? Dopo più di un anno in mezzo a angeli, vampiri, streghe e lupi mannari, credi ancora che ci sia qualcosa che non sia reale?- rimango in silenzio, accorgendomi di non avere le argomentazioni adatte per poter controbattere.

-Mi trovi senza parole, ora come ora-

-Dobbiamo parlare con Seth-

-Cosa? Che c'entra lui?-

-La situazione è cominciata a diventare strana da quando lui è arrivato. Metà della mia squadra di football si è trasformata, e non credo che sia una coincidenza- aggrotto la fronte, osservando come la luce fioca dell'abat-jour illumini la camera e il profilo di Daniel.

-Credi che stia creando un suo branco? Come in Teen Wolf?-

-Mi mancava la tua consueta citazione su una delle tante serie tv o storie che ti ostini a consumare avidamente-

-Ma sta di fatto che ho ragione, o sbaglio?-

-Ti odio Rosebelle- si morde il labbro, lo sguardo perso nel vuoto, sta rimuginando sicuramente su qualcosa. –Tuttavia, questo non vuol dire che tu non abbia ragione-

-Come al solito- sottolineo, felice di prendermi una piccola vittoria, di tanto in tanto. Con Daniel è quasi sempre impossibile spuntarla ultimamente, è diventato più scostante del solito. –Verrò con te-

-No, non se ne parla minimamente. Quel ragazzo prova un sadico gusto nel giocare con me, quindi è meglio che tu stia alla larga da tutta questa storia, e sono serio-

-Non riesco a capire il collegamento- mi guarda con un sopracciglio alzato mentre io mi stropiccio le palpebre. Per quanto riuscirò a resistere, prima di crollare addormentata sul banco durante qualche ora di lezione? –Non dormo più Daniel, il mio cervello non capisce più niente, abbi pietà-

-Sì in effetti ho notato un leggero calo anche a scuola, il che non è affatto da te- sollevo le spalle. Mia madre ancora non è venuto a saperlo, ed è una fortuna, perché mi chiuderebbe in casa fino alla fine dei miei giorni. –Seth ha capito che tu sei il mio punto debole. Se toccano te, io impazzisco. E in questo periodo, con i poteri completi e tutto il resto, sarebbe davvero pericoloso- i suoi occhi guardano altrove, evitando accuratamente di posarsi sul mio viso. Chissà se riesce a sentire che il mio cuore, ora come ora, sta battendo ad una velocità inconsueta.

-E' per questo che ti sei allontanato nell'ultimo periodo?-

-Tu mi rendi debole Rose, e non è una bella cosa. Sembra che gli Psuché si stiano moltiplicando a vista d'occhio, ed io non posso permettermi di essere distratto, soprattutto se voglio ancora difendere te. Anche se c'è Albus che veglia su di te, quindi dovrei stare tranquillo-

-Sai benissimo che non me ne rimarrò con le mani in mano mentre voi rischiate la vita-

-In questo momento, se anche sparissi, non se ne accorgerebbe nessuno- si stringe nelle spalle, per poi abbassare il capo, con le dita che giocherellano tra di loro. –L'altra sera ho sentito mio padre che parlava al telefono con mio nonno. Diceva che non sapeva più cosa fare con me, che probabilmente non tornerò mai più un angelo e che non faccio altro che combinare guai. Si biasima per non avermi saputo educare bene e che sa che, se non mi fossi trasformato in vampiro, mia madre sarebbe ancora con noi. Tutto quello che tocco marcisce Rose, ho solo sedici anni e ho già mandato all'aria tutta la mia vita. Riflettici un attimo, che cosa ho io? I miei amici, quelli con cui sono cresciuti, non ci pensano due volte a voltarmi le spalle, il mio migliore amico mi odia e non fa che entrare in competizione con me, la ragazza che amavo mi ha spezzato il cuore, mi ha rovinato e se ne è andata e poi, come se tutto questo non bastasse, ho deluso e ferito l'unica persona che si è veramente presa cura di me ogni volta che potevo, iniziando una relazione con la mia professoressa di letteratura. Mettici poi che a scuola faccio schifo, che nemmeno la mia famiglia mi sopporta e converrai con me che non ho alcuna ragione per continuare a vivere- gli occhi di Daniel sono velati dalle lacrime, e credo che stia davvero lottando con se stesso per non scoppiare a piangere come un bambino. Eppure, se pur lo facesse, non gli direi niente, se non che sta logorando il mio cuore perché a lui tengo ancora moltissimo, più di quanto gli abbia mai dimostrato. –E mi fai davvero arrabbiare quando sento i polsi andare a fuoco per colpa tua, quindi smettila Rose, che tu a questo mondo servi- non dico niente, non mi difendo, non gli urlo contro. Semplicemente, allungo le braccia verso di lui, e lo stringo al mio petto, senza spiaccicare una sola parola.

Daniel avvolge il mio bacino e resta in silenzio, mentre l'orologio in camera mia continua a scandire i minuti incessantemente.

-Non ti azzardare a fare un altro discorso del genere, è chiaro? So che abbiamo passato dei mesi difficili, che non ci siamo parlati per molto tempo e che io sono ritornata con Albus, ma questo non vuol dire che non starò sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa accada. Quindi puoi anche metterti l'anima in pace, io domani verrò con te a parlare con Seth, che ti piaccia oppure no. E dobbiamo agire ora, visto che Daisy è da sua nonna in Florida-

-Il tuo ragazzo andrà su tutte le furie-

-Di questo me ne occuperò io in un secondo momento, sempre che tu non voglia coinvolgere anche lui-

-Oh sì, potremmo andare tutti e cinque e minacciarlo con dello strozzalupo, sarebbe un'idea deliziosa-

-Siamo una squadra Daniel-

-Solo quando io non combino qualche casino- si stacca da me, le iridi si sono colorate di un viola acceso e profondo. Eppure mi ritrovo a pensare che siano insolitamente belle. –Prima vediamo come va, e poi decidiamo se coinvolgere i ragazzi oppure no-

-Va bene, mi hai convinto-

-E adesso tu cerca di dormire, hai un aspetto terribile-

-Grazie- rispondo. Daniel sorride e mi rimbocca le coperte, trattandomi come se, in questo momento, fossi la cosa più preziosa del mondo.

-Starlight è con te?- allude al mio vecchio orsacchiotto di peluche, che faccio spuntare prontamente dalle coperte. Credo che sia l'unico che sappia che ancora dorme con me. –Bene, adesso torno a casa, buonanotte Rose- si china verso di me e adagia le sue labbra sulla mia fronte, lasciandovi un delicato bacio.

-Aspetta Daniel- fa marcia indietro, guardandomi con la fronte corrucciata. –Puoi rimanere, se vuoi, però dovrai dormire sulla poltrona-

-Sono retrocesso, a quanto pare-

-Albus ed io abbiamo imposto dei limiti, per far funzionare la cosa intendo-

-E scommetto che io sono proprio in cima alla lista- si avvicina alla poltrona rosa morbida e la trascina vicino al mio letto, per poi lasciarvisi andare sopra.

-Mi dispiace Daniel- mormoro, sentendo le parole faticare ad uscire dalle mie labbra, strozzate dai singhiozzi.

-Non è colpa tua, ho sbagliato. So benissimo che la relazione con la Miller era ed è un errore, ma è anche l'unica cosa che, più o meno, mi tiene in vita. E' davvero brutto essere soli e disprezzati da tutti- si stropiccia gli occhi. Non è più il ragazzo con cui litigavo sempre, e la cosa peggiore è che non mi sono resa conto del cambiamento fino a quando non lo ha trasformato nell'automa che ho davanti in questo momento. –Ma ora dico sul serio Rose, devi dormire. Domani abbiamo Johnson, e già sei il suo bersaglio preferito-

-Hai ragione. Spero che non interroghi, la mia testa non connette per ora-

-Troveremo un modo per scamparla anche questa volta, te lo prometto- e l'ultima cosa che vedo prima di cadere tra le braccia di Morfeo, è il sorriso dolce di Daniel, intristito dagli occhi velati di lacrime.


🎇🎇🎇🎇🎇

-Io con te, su quella, non ci salgo per niente- indico, con un rapido cenno del capo, l'Harley-Davidson che Daniel ha ricevuto per il compleanno, scuotendo energicamente la testa.

-Andiamo Rosebelle, ce l'ho da due mesi e non ho investito nemmeno una volta- mi porge il casco e sbatte le ciglia dei suoi grandi occhi azzurri. Mi ritrovo ad indugiare suoi segni delle occhiaie, sentendomi in colpa per la sua mancanza di sonno e, soprattutto, per quel che ha passato.

-Tuo padre ti ha regalato anche una Range Rover per il compleanno, perché non usiamo quella?-

-Provo un senso di libertà inusuale quando guido la mia Jessie-

-Non ci credo, le hai dato pure un nome?- si stringe nelle spalle, continuando a stare con il braccio teso verso la mia direzione. –Non è che quel coso mi attacca i germi stupidi della Miller, vero?-

-Non ci ho ancora portato nessuno, a dir la verità- esasperato, rotea gli occhi al cielo. Credo che sia sul punto di uccidermi. –E il secondo casco mio padre lo ha comprato per te. Si ricordava che, spesso e volentieri, uscivo di casa prima per fare la strada con te, e credeva che avremmo continuato in questo modo- il tono della sua voce si abbassa notevolmente, tradendo una nota di imbarazzo e di dolore che non passa indifferente. –E' una cosa stupida lo so- i denti vanno a torturare il labbro inferiore, mentre il capo si china, scuotendosi da una parte all'altra.

-Forza Manson, andiamo a scovare il lupo nella sua tana dai- afferro il casco dalle sue mani e lo indosso, allacciandolo sotto il mento. I suoi occhi mi guardano incuriositi e addolciti allo stesso tempo. Ridacchia, e sale sulla moto, accendendola. –Giuro però che, se moriamo, farò in modo di passare l'eternità con te sotto forma di fantasma-

-Certo che sei proprio fissata- dà un po' di gas, il motore romba ed io so già che mi pentirò di questa mia scelta. –Ti conviene reggerti-

-Sei un tale cliché- per tutta risposta lui parte con uno scatto fulmineo, ignorando spudoratamente i limiti di velocità imposti dalla città di New Orleans. Il mio equilibro vacilla quasi subito e, con mio grande rammarico, dopo nemmeno venti metri, mi ritrovo a cingere i suoi fianchi con le mie braccia, sentendo la pelle bruciare per quel nuovo contatto.

-Che dicevi Rose?-

-Che ti odio, soprattutto perché ho dovuto mentire ad Albus. Oggi cominciano le vacanze di primavera, e voleva che andassi con lui nella sua casa al mare-

-Fa ancora freddo per fare il bagno e, in teoria, non gli hai propriamente detto una bugia. Johnson ci ha davvero dato un progetto da fare per le vacanze-

-Sì ma non mi risulta che stiamo iniziando a farlo questo pomeriggio, e Diana sarà con lui per tutte le vacanze-

-Ci saranno anche Chris ed Audrey, non saranno soli-

-Lo so, ma non sono tranquilla lo stesso-

-Potevi andare anche tu, nessuno te lo ha impedito, hai deciso tu di accompagnarmi da Seth, potevo farcela benissimo anche da solo- sospiro nel sentire l'acidità con cui pronuncia quella frase. Non so se anche lui fosse stato invitato a passare lo spring break a Kenner ma, sicuramente, la mia intenzione non era ferirlo o farlo arrabbiare. Eppure sembra che, ultimamente, le parole tra di noi vengano sempre fraintese, e siano solo un ulteriore causa di conflitto. Forse questo è semplicemente l'anticamera di quel che succede quando la gente smette di parlarsi.

Per il resto del tragitto appuro che sia meglio non fiatare, visto che, probabilmente, Daniel è di cattivo umore. Posso sentirlo dai muscoli contratti del suo addome, che si scontrano contro i miei polpastrelli ogniqualvolta prenda una curva o aumenti la velocità.

Mentre osservo la città ritornare in fiore e i vecchi musicisti di jazz uscire fuori dai loro nascondigli, arriviamo alla nostra destinazione, ed io cerco di nascondere un leggero dolore al petto nel momento in cui passiamo davanti alla vecchia casa coloniale, quella signorina Miller.

-Che hai intenzione di dirgli?- scendo dalla moto e mi stacco il casco. Scuoto leggermente la desta, lasciando i capelli liberi di fluttuare nella leggera brezza primaverile. Eppure, oggi, c'è qualche altra cosa che soffia oggi, insieme al vento, qualcosa di più sinistro e magico che si insinua nelle vene e ti confonde.

-In realtà, avevo intenzione di minacciarlo con lo strozzalupo fin quando non ci avesse detto qualcosa di utile- si stringe nelle spalle mentre sistema la moto e caccia le chiavi in tasca. I capelli biondi gli ricadono in un ciuffo sul volto, coprendo un occhio quasi del tutto. –Stavo scherzando Rose, non guardarmi così-

-Sappiamo entrambi che non eri affatto sarcastico, ne saresti capace-

-Beh sappi che non accetterò alcun tuo colpo di testa-

-A che ti riferisci?-

-Questa volta non prenderai in mano tu la situazione come è accaduto nell'Animus. Ho come l'impressione che la faccenda sia più grande di quel che penso, e meno tu ci entri meglio è-

-Se ce ne sarà bisogno, interverrò, e tu non potrai fare niente per impedirmelo-

-Allora me ne lavo le mani- alza le braccia in alto, dandomi le spalle. Senza curarsi del fatto che io sia dietro di lui oppure no, si incammina a grandi falcate verso casa di Seth. Se Daisy venisse a sapere cosa stiamo per fare, probabilmente non ci rivolgerebbe più la parola. O ci lancerebbe contro qualche incantesimo, e non so quale delle due opzioni sia peggio.

-Non puoi trattarmi in questo modo- bofonchio, non ottenendo, però, alcuna risposta da lui. –Daniel!- Finalmente questi si gira, rivolgendomi uno sguardo scocciato, come se non mi volesse accanto a lui in questo momento. E forse è davvero così.

Arriviamo in prossimità del suo portico e, senza pensarci due volte, Daniel bussa alla porta rossa. I suoi piedi si muovono avanti e indietro incessantemente e, anche se non posso vederlo bene in faccia, posso giurare che le sue iridi si siano colorate di viola. –Anche se non mi vuoi ascoltare, cerca di mantenere la calma- sfioro con i polpastrelli le sue mani chiuse a pugni, nella vana speranza di rilassarlo. Non viene niente di buono quando si arrabbia.

Il volto di Seth ci mette poco tempo per comparire nel nostro raggio visivo, sempre accompagnato da quel sorriso canzonatorio che tanto piace alla mia migliore amica e che, per quel che mi riguarda, mi fa accapponare la pelle.

-Toh guarda, i miei ragazzi preferiti- sghignazza divertito, come se avesse sempre saputo che, prima o poi, saremmo venuti da lui. –A cosa devo l'onore?- Daniel non risponde ed irrompe in casa, urtando la spalla del ragazzo.

Sospiro e, approfittando del fatto che si sia spostato per farmi passare, imito il mio amico, pentendomi subito di questa scelta. L'aria in quella casa è pesante, soffocante, ed io riesco a malapena a respirare. Un forte odore di erbe impregna l'ambiente circostante, confondendomi e disorientandomi.

-Metà della nostra squadra di football si è trasformata in licantropi, tu ne sai qualcosa?-

-Abbiamo bisogno di rinforzi, ora come ora- Seth si stringe nelle spalle. Non si scompone, continua a mantenere la solita maschera di freddezza e cinismo che gli ho sempre visto indossare. –Non credo che tu non sappia che gli Psuché si stanno moltiplicando a vista d'occhio e che, molto probabilmente, si andrà in guerra. Hanno solo bisogno di una chiave-

-Una chiave...- la mia voce esce come un debole sussurro, mentre nella mia mente si intercorrono flashback delle immagini che, ogni notte, mi tormentano. –Il mio è un sogno premonitore allora-

-Certo, perché quella chiave sei tu- Seth si volta verso di me. Dischiudo appena le labbra, nella vana speranza di articolare qualche parola o qualche suono, ma rimango atona, puntando lo sguardo su Daniel, alla ricerca di aiuto. –Credi che la tua capacità di vedere gli spiriti sia una cosa comune tra quelli del nostro mondo? Tu hai un'innaturale tendenza nel captare quello che ha a che fare col mondo dei morti, con quella parte oscura della natura umana. Le anime che, ogni notte, ti perseguitano e ti vengono a trovare, stanno cercando di avvertirti. Non so esattamente che cosa gli Psuché vogliano da te, ma so per cerco che, per far ritornare Morsein, hanno bisogno di trovare alcuni manufatti antichi che solo tu se in grado di riportare alla luce. Oh e non sprecare tempo a prendertela con Daniel o con i tuoi amici, loro erano all'oscuro di tutto-

-Allora è per questo che ti diverti a prenderti gioco di me?- Seth scoppia a ridere sonoramente, muovendo qualche passo nella direzione dell'altro ragazzo. Io, del resto, sto ancora cercando di capire cosa mi abbia appena detto, sentendo un forte senso di nausea e la testa che gira vorticosamente.

-No, quello è solo puro scopo scientifico. Tu hai ricevuto un dono, hai in te due nature, e non le sfrutti abbastanza-

-Io sono maledetto, se potessi, tornerei indietro e cercherei di cambiare le cose. Il Consiglio...-

-Il Consiglio è, ormai, troppo vecchio e debole, non si è mai ripreso dalla battaglia con Lucius Morsein e, per questo, cercano di estirpare sul nascere qualsiasi cosa non conoscano- a quel punto, i suoi occhi scuri si posano freddamente su di me. Il suo volto si apre in un ghigno soddisfatto e compiaciuto, facendomi venire la pelle d'oca. –Dovremmo, piuttosto, sfruttare la nostra occasione e trovare noi gli Artefatti degli Antichi, potremmo avere il mondo ai nostri piedi, se solo capissimo come sfruttare questo delicato fiorellino- la sua mano sfiora la mia guancia, io mi ritraggo, spaventata.

Daniel scatta sull'attenti e, con un rapido gesto, avvolge le dita intorno al suo polso, costringendolo ad allontanarsi da me.

-Nessuno farà niente per il momento, non fino a quando non avrò parlato con i ragazzi-

-Va bene, ma sappiate che io e il mio branco non resteremo in disparte a guardare-

-Non metterò in pericolo Rose- Daniel scuote la testa, rivelando come, ancora una volta, io sia il suo punto debole. Mentre il suo mondo rischia l'avvento di una nuova era oscura, il suo pensiero è sempre rivolto a me, alla mia sicurezza. –E voglio essere sicuro di quello che mi hai appena detto-

-Sogna ogni notte un angelo che le indica una cripta, un angelo con il sanguis fridus che gli scorre nelle vene, di quanti altri indizi hai bisogno Manson?-

-Aspetta un attimo- ritrovo, finalmente, il raziocinio, e scuoto la testa. –Come diamine fai a sapere così tante cose sul mio sogno?- le mie tempie pulsano e la mia fronte è imperlata dal sudore. Credevo che, dopo aver visto Daniel trasformarsi in un vampiro, le sorprese fossero finite.

-Oh bambolina- le sue iridi cominciano a brillare di un giallo accesso, mentre i suoi denti si trasformano, assumendo la tipica conformazione che hanno nei lupi. Della peluria invade le sue guance candide, e le sue orecchie si allungano, diventando appunta. –Sai che, quando si dorme, si è più vulnerabili? Leggerti nel pensiero non è mai stato tanto facile-
-Rose corri-
-Cosa?-
-Corri, si sta trasformando- Daniel mi fa da scudo col suo corpo, allargando le braccia.
-Ma oggi non c'è la luna pena, ed è ancora pomeriggio-
-Infatti non è una forma completa, però non per questo meno pericolosa...e ora scappa per l'amor di dio!-
-Non voglio lasciarti solo- a quel punto mi afferra per fianchi e mi lancia via. La porta della casa si spalanca di colpo, ed io ricado sul prato di fronte ad essa.
Respiro affannosamente, osservando il cielo azzurro sopra di me. Non so dire a che velocità abbia viaggiato il mio corpo, o se mi sia rotta qualche osso, l'unica cosa di cui sono certa è che i poteri di Daniel non sono mai stati tanto forti come adesso. –Okay, andiamo per ordine. Sento ancora le gambe e riesco a muovere le dita dei piedi, quindi escluderei una lesione alla colona vertebrale- mi metto seduta. Si odono rumori fortissimi provenire da dentro l'abitazione, ed io ho quasi l'istinto di entrare. Ma come potrei essere d'aiuto a Daniel? Finirei soltanto per distrarlo. –Il busto è okay, le braccio pure...com'è possibile?- muovo ogni articolazione del mio corpo senza troppi problemi, nonostante abbia qualche dolore sparso. –Ero una scheggia impazzita, cosa...- mi passo una mano tra i capelli, mai che io riesca a capire bene che cosa mi succede. 


Sbaaam!

scusate, ho pubblicato tardissimo, ma sono andata al color party oggi, e sono tornata completamente rosa.

anyway, come potete vedere, finalmente la componente magica ritorna a farsi sentire e, dopo un salto temporale, ritroviamo Daniel e Rose ai ferri corti.

Ringrazio, come sempre, tutti quelli che leggono, votano e commentano la storia soprattutto in un momento come questo, visto che, adesso che le iscrizioni ai wattys sono finite, ogni voto è importante.

un bacio

rose xx

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top