Don't let me go, 'cause I'm tired of feeling alone
-Avevo proprio bisogno di passare un pomeriggio normale, senza drammi od occhi che diventano viola- affermo, prendendo una cucchiaiata abbondante di frozen yogurt.
-Albus e Daniel sono parecchio strani per ora- Audrey si guarda in giro, quasi fosse alla ricerca di qualcosa che, però, non riusciamo a vedere.
-Perché, sono stati normali qualche volta?-
-Il tuo ragazzo è geloso- mi punzecchia Daisy, spingendo sul ponte del naso i costosissimi occhiali da sole che ha appena comprato. –E vorrei ben vedere, Daniel ha detto alcune cose mentre tu non c'eri-
-Ossia?- domando, corrucciata. Non posso allontanarmi tre mesi che ne succedono di tutti i colori.
-Posso mostrartelo- un sorriso sbieco compare sul suo volto, e questo non promette niente di buono.
-C'entra la magia vero?-
-Ovviamente- squittisce contenta, prendendo le sue buste. –Andiamo a casa tua, Isebelle è fuori giusto?-
-Sì, mancherà per tutta la settimana, ma non credo che sarebbe contenta, se noi le distruggessimo la casa a furia di incantesimi-
-Donna di poca fede, li controllo meglio adesso- io ed Audrey ci lanciamo uno sguardo allarmato, ho avuto abbastanza esperienze per poter affermare il contrario. –Venite, su- afferra entrambe per i gomiti e ci trascina dentro una cabina per le foto.
-Daisy io continuo a non capire-
-Scusa Rose, so quanto lo odi- prima che io possa realizzare quel che sta succedendo, sento il mio corpo slanciarsi verso l'alto, in quella tipica e odiosa azione che è la smaterializzazione e il teletrasporto. Dannazione, non c'era proprio nessun altro modo?
Socchiudo le palpebre, mi viene già da vomitare. E' assurdo che il mio corpo non si sia ancora abituato.
Quando i miei piedi toccano di nuovo il terreno, le mie narici captano un odore familiare. Siamo in camera mia.
-O dio grazie- apro gli occhi e mi fiondo nel bagno, vomitando anche l'anima. –Non c'è qualche pozione per evitare che io stia male ogni volta?-
-Non credo- Daisy scuote la testa, mai che me ne vada una giusta.
-Scusa Daniel- mi alzo barcollando e mi dirigo verso il lavabo. Senza esitare, prendo lo spazzolino e il dentifricio, cominciando a strofinare energicamente i denti.
-E' assurdo che tu, in un momento del genere, stia pensando a lui-
-Se sto male io, lo fa pure lui, ricordi Audrey?- finisco di curare la mia igiene dentale ed esco dal bagno ma, come volevasi dimostrare, il mio cellulare comincia a squillare, rivelando la foto di Daniel, seguito dal suo nome sul display. –Ecco, infatti- faccio per afferrarlo e rispondergli, però Daisy tende un braccio verso di esse, facendolo volare dritto dritto nelle sue mani. –Ehi!-
-Non ci provare nemmeno, si era detto niente ragazzi oggi, giusto?- mi incenerisce con i suoi grandi occhi azzurri, sbuffo, questa volta mi devo arrendere. –E poi, se vuoi salvare il tuo rapporto con Albus, devi smetterla di correre a fare l'eroina di Daniel, e dico sul serio- mi lascio andare sul pavimento con le gambe incrociate, perché non posso averli entrambi nella mia vita?
-Cosa volevi farmi vedere?- cerco di sviare il discorso, mentre Audrey prende posto accanto a me.
-Noi esseri del mondo magico siamo in grado di estrapolare i ricordi dalla nostra mente e mostrarli a tutti...-
-Un po' come fa Silente col pensatoio- mi stringo nelle spalle, loro ridacchiano divertite. –E' la mia base principale, lo sai-
-Comunque- continua lei, alzando notevolmente il tono della voce. –Le streghe e i maghi possono cristallizzare questi momenti e fare in modo che vengano visti anche in futuro. Ed è questo che accaduto mentre tu non c'eri- le sue dita si infilano sotto il colletto della maglietta, tirando fuori una collana che, come ciondolo, ha un quarzo violaceo. –Daniel mi aveva chiesto di mostrartelo nel caso in cui tu e lui aveste litigato furiosamente e tu non fossi più disposta a perdonarlo, ma credo che, visto come si sono messe le cose tra te e Albus, sia meglio che tu lo veda adesso, giusto per avere un'idea su come comportarti-
-Non sei costretta a farlo Daisy, posso cavarmela lo stesso-
-No che non puoi! Sei tornata da poco e hai rischiato di mandare in fumo tre rapporti!- non mi dà il tempo di ribattere che stacca il ciondolo e lo getta per terra. Il quarzo si rompe in tanti pezzetti, liberando una nuba violacea che, lentamente, ci avvolge tutti.
E poi li vedo. Daniel, Albus e gli altri. Assurdo.
-Smettila di fare cavolate, manca anche a me, ma fare in questo modo non la riporterà indietro- il mio ragazzo arranca per le parole del mio migliore amico, è debole, sembra che gli sia passato un autobus addosso.
-Lei non è la tua ragazza, non puoi capire-
-Lo so, ma è la persona che mi è stata più accanto in tutti questi mesi. Mentre voi eravate impegnati a criticarmi, a puntare il dito contro di me, lei cercava semplicemente di salvarmi, di trovare il buono in me, anche se non c'era. Sì, lo ammetto, l'ho insultata, gliene ho dette di tutti i colori e, di questo, me ne pento. Ma tu non hai idea di quanto tenga a Rose, più di quanto abbia mai detto o dimostrato. E non fraintendermi, non è amore, non lo è per niente. E' qualcosa di più profondo, quel legame di cui avete sempre millantato in lungo e in largo, e che non ha più senso negare. Non dico che per me sia importante quanto lo è per te, ma la sua presenza è vitale, soprattutto in questo momento. Ho bisogno di lei, e il saperla lontana mi sta straziando il cuore. Non posso nemmeno osservarla dormire, ed è una cosa che odio. Ha un effetto calmante per me, riesce a cancellare ogni mio problema, ed io non credo che riuscirò ad affrontare tutto questo, se non riesco nemmeno a sentire la sua voce- il mio respiro si mozza per un secondo, osservando gli occhi di Daniel riempirsi di lacrime. Perché non mi hai mai detto una cosa del genere?
La nebbiolina viola, così come è apparsa, scompare, lasciandomi in uno stato di confusione totale.
-Daisy credo che tu abbia peggiorato le cose- mormora Audrey al mio fianco, ma io sono altrove, sono da Daniel.
-D-devo andare a parlare con lui, devo chiarire un paio di cose-
-No no no no- le mani della mora si posano sulle mie spalle, spingendomi di nuovo su per terra. –Non era questo che avevamo in mente. Volevamo farti capire per quale motivo Albus sia tanto geloso di Daniel-
-Ma io voglio ancora stare con lui- mormoro, passandomi una mano tra i capelli.
-Con 'lui' intendi Albus o Daniel?-
-Al ovviamente- scuoto la testa, sono tanto confusa in questo momento. –Ma voglio semplicemente dire all'altro idiota che gli voglio un mondo di bene, e che mi dispiace di non essergli rimasta accanto-
-No!- urlano entrambe, ed io mi ritrovo ancorata al pavimento, dannati poteri.
-Rose per favore, non devi muovere un muscolo in questo momento- e dalle occhiate che Daisy e Audrey si lanciano, capisco che, in questo momento, il mio amico e il mio ragazzo si sono cacciati in qualche casino dei loro.
🤡🤡🤡🤡🤡🤡🤡
-Ciao- sussulto ritrovandomi Albus in camera, con le mani nascoste dietro la schiena.
-Dio mio, dovete seriamente smetterla di spuntare in questo modo, mi farete venire un infarto- borbotto, togliendomi gli occhiali e poggiandoli sul letto.
-Scusa, non volevo- abbassa lo sguardo, muovendo freneticamente i piedi. Credo di non averlo mai visto tanto nervoso da quando lo conosco.
-Che sei venuto a fare?- domando, cercando di essere il più distaccata possibile. Non posso perdonargli facilmente tutte le cavolate che ha fatto in questo periodo.
-Pic nic di pace?- porta le mani avanti, mostrando un cestino di vimini. Le sue guance sono leggermente rosse, mentre aspetta una mia risposta, qualunque essa sia. –Parleremo di tutto ciò che vuoi, anche dei miei problemi, se ti può far stare meglio-
-Va bene, ma solo perché ho finito di studiare biologia per il compito di inizio anno di Johnson- scendo dal letto e mi ritrovo davanti a lui, la differenza di altezza adesso si vede di più.
-Perfetto. I-io adesso andrei a salutare Isebelle, sai, giusto per fare le cose per bene e...-
-Mia madre non c'è- taglio corto io. –Deve stare a San Francisco per un paio di giorni, per lavoro dice-
-Oh- corruga la fronte, passandosi una mano tra i capelli scuri. –Perché non ne sapevo niente?-
-Te l'ho detto, ma tu fissavi il vuoto, come fai sempre quando ti parlo- lo supero, ritrovandomi a guardare gli alberi di fronte alla mia finestra. Quando hanno cominciato ad andare male le cose tra noi due?
-Mi spiace, questo non fa altro che avvalorare la mia tesi e quella di Daniel-
-Ossia?-
-Che io proprio non ti merito- ridacchio, immaginando la discussione che avrebbero potuto imbastire quei due. Sono degli idioti a volte.
-Dovete smetterla di parlare di me, sapete che finite sempre col litigare- mi volto verso di lui che, nel frattempo, è rimasto con il cestino da pic nic in mano.
-Lo so, ma sembra che, per ora, lui riesca a capirti meglio, il che, devi ammettere, è tutto dire, visto che i vostri battibecchi erano praticamente giornalieri-
-Credo che dovresti smetterla di preoccuparti del rapporto tra me e Daniel e cominciare a prestare un po' più attenzione al nostro, e sai che non è la prima volta che te lo faccio presente-
-Lo so, per questo ho organizzato tutto questo, ma se tu non vuoi posso tranquillamente andarmene a casa e passare la serata col mio adorato fratellino di cinque mesi che non fa altro che dire cose come 'gugu' 'blublu' 'alala'-
-Penso che l'ultimo verso sia una sorta di storpiatura del tuo nome- ridacchiamo entrambi e il mio stomaco brontola. La fame sta cominciando a farsi sentire.
-Qualcosa mi dice che sono capitato a fagiolo-
-Come ti ho detto, mia madre è partita questa mattina. Mi avrà anche lasciato il cibo nel frigo, ma sai che non so neanche accendere il forno, senza rischiare di mandare a fuoco la casa-
-Una delle poche cose che Rosebelle Greyson non sa fare- riduco gli occhi a due fessure, scuotendo la testa.
-In realtà ce ne sarebbero anche di più, ma sto morendo di fameeeee- scoppia a ridere, piegando la testa indietro. Posa, quindi, il cestino sul materasso e lo apre, estraendo una tovaglia a quadri bianchi e blu. La stende accuratamente sul pavimento e vi comincia a posizionare sopra le varie pietanze. –Wow, ti devi essere proprio impegnato-
-Ho provato anche a cucinare qualcosina con l'aiuto di mia madre, ci tenevo proprio a farmi perdonare- prendo posto di fronte a lui, cercando di non guardarlo negli occhi. Lo perdonerei in men che non si dica. –Rose sono un idiota, è inutile negarlo. Non voglio che tu mi veda fallire-
-Abbiamo già discusso su questa cosa-
-Lo so, ti ho anche detto 'ti amo' dopo ciò, ma non ho ottenuto risposta, forse perché non lo provi-
-Okay adesso stai giocando sporco- affermo, addentando un pezzo di pane. –Potrei scrivertelo in mille modi diversi, sviscerare quelle poche parole fino a che tu non le riconosceresti più. Potrei comporti poesie o semplicemente girare intorno al significato, ma sai benissimo che io a parole faccio schifo-
-Quindi non è solo colpa mia-
-Non l'ho mai detto-
-Ma tu non hai Daniel nell'orecchio che ti fa sentire uno schifo per come ti comporti-
-L'hai nominato tu questa volta-
-Se lui, un giorno, dovesse dirti che è innamorato di te, tu che faresti?-
-O dio santissimo- mi sfrego le mani sul volto, sbuffando. Non posso crederci, stiamo facendo di nuovo questa discussione. Dopo otto mesi che stiamo insieme. –Gli direi che gli voglio bene ma che lo vedo solo come un amico. Il periodo in cui mi è piaciuto Daniel è stato davvero breve, non capisco perché ne abbiate fatto un caso di Stato-
-Perché lui ottiene sempre quello che vuole, immancabilmente-
-Non ti farebbe mai una cosa del genere- scuoto la testa, mentre lui mi versa un po' di insalata di riso nel piatto. –E poi in quale universo parallelo a Daniel Manson piace Rose Greyson? E' a dir poco utopico- mi stringo nelle spalle, prendendo una forchettata di cibo.
-Non ne sarei così sicuro- si gratta leggermente il capo, confuso. –A volte dice certe cose che mi fanno dubitare di questa mia unica certezza-
-Al- gli schiocco le dita davanti al volto, attirando la sua attenzione. –Guardami negli occhi: tra me e Daniel non ci sarà mai niente. Lui è il tuo migliore amico, non ti farebbe mai una cosa del genere e non c'è alcuna possibilità che io possa piacergli- sospira, passandosi una mano davanti al volto. –E poi io sono innamorata di te, quindi non vedo alcun problema- e, dal modo in cui sorride, posso giurare di avere le guance rosse come due pomodori.
🙄🙄🙄🙄
-Non mi entrerà mai in testa- mormora Daniel afflitto, appoggiando il capo sulla scrivania.
-Strano, non è da te arrenderti così- si volta verso di me, sospirando rumorosamente.
-Il mio corpo è qui, ma il mio cervello è altrove-
-Pensi ancora a Rebecca?- i suoi occhi guizzano verso di me, ma non diventano viola, no, rimangono azzurri, proprio come piacciono a me.
-Qualche volta- abbassa lo sguardo, torturandosi le mani. L'effetto della pozione è finito da un pezzo, ed io spero che non si sia fatto più del male. –La amavo Rose, e non è una cosa che si dimentica facilmente- sospiro a poggio le mani sul pavimento, issandomi sui miei piedi.
-Mi dispiace che tu stia soffrendo così tanto- gli passo una mano tra i capelli, il suo volto si addolcisce. –Ma ehi, hai ancora quindici anni, e tutta la vita davanti-
-Beh in effetti c'è un'altra ragazza che mi piace- afferro la sedia e mi metto accanto a lui, poggiando i piedi sulle sue gambe. –Più vicino a noi di quanto pensi-
-Ti prego, dimmi che non si tratta di Diana- lo imploro, già mi viene la nausea al pensiero. Mi hanno raccontato che, negli ultimi mesi, si è attaccata a lui come una sanguisuga.
-Non sono impazzito bambolina-
-Oh era da tanto che non mi chiamavi così- sorride, tirandomi un colpetto alle gambe. –Di chi si tratta?-
-Questa volta non voglio rivelare subito la sua identità, per scaramanzia-
-Ma io sono la tua migliore amica- metto su il broncio, sbattendo le ciglia, sperando di convincerlo. E invece Daniel ride, ride di gusto.
-Fidati Rose, non approveresti-
-Mi andrebbero bene tutte, se ti facessero tornare il ragazzo di una volta-
-Tenerona- mi afferra per le caviglie, senza che io me ne accorda, mi trascina su di lui, stringendomi tra le sue braccia. –Lo so che mi vuoi un mondo di bene, e tu sei l'unica a cui io tenga davvero-
-Tenerone- lo punzecchio io, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. –Devi tornare il Daniel tenace di una volta, tralasciando la parte stronza e cattiva che mi ferisce sempre-
-Ci sto lavorando- si stacca da me, guardandomi con gli occhi di un cucciolo bastonato. –Per quanto riguarda il compito di domani...-
-Sì luce dei miei occhi, ti aiuterò io- le sue labbra si curvano in un sorriso radioso. Il sole filtra dalla finestra, accarezzando il profilo del ragazzo. Ma la sua aura non c'è più, quell'involucro dorato che mi lasciava sempre a bocca aperta. Come non c'è più il Daniel arrogante che sembrava volersi mangiare il mondo.
-Rose ti amo, lo sai-
-Idiota- gli tiro una spinta e, solo in quel momento, mi rendo conto di essere seduta sulle sue gambe.
Sgrano gli occhi e mi alzo di scatto, ritornando sulla sedia di prima.
-Va tutto bene?-
-Sì è solo che...- mi ritrovo ad attorcigliarmi le punte dei capelli, mi succede sempre quando sono nervosa. –Non credo che Albus sarebbe molto contento, se ci vedesse in questo stato-
-Ah già, lui- si gratta la testa, quel tono non mi piace, non mi piace per niente.
-Daniel mi state nascondendo qualcos'altro per caso?-
-No no, assolutamente, è che sono leggermente geloso di lui, per la prima volta nella mia vita, ecco tutto-
-Geloso? Di Albus?-
-Di te e di Albus- per poco non mi strozzo con la saliva. Ha davvero detto quel che ho appena sentito?
-Che cosa?-
-Non mi fraintendere Rosebelle, invidio semplicemente il fatto che abbia una ragazza come te al suo fianco, e il vostro rapporto ovviamente...ma sai che, se ti azzardassi a raccontarlo in giro, ti ucciderei-
-Ti conosco bene angioletto mio- mi fa una smorfia, solo un anno fa, se gli avessi detto una cosa del genere, mi avrebbe insultata in tutti i modi possibili ed immaginabili. –Ma puoi sempre contare su di me-
-Ti stancherai anche tu, prima o poi-
-Non essere così pessimistaaaa- mi alzo e poggio le mani sulle sue spalle, scuotendolo energicamente. –Daniel, cazzo, ritorna in te-
-E' più facile a dirsi che a farsi- mormora. Sospiro, devo seriamente agire.
-Senti, so che, molto probabilmente, questa cosa ti farà arrabbiare ma ti sei più fatto del male da quando io sono partita a San Francisco? La pozione ha esaurito il suo effetto, e quindi non lo posso sapere-
-E' una cosa che io dovrei chiedere a te- non riesce a guardarmi in faccia, ed io ho quasi paura di sentire quello che sta per dirmi. –Comunque qualche volta, se devo essere sincero. E' accaduto tutto così in fretta, anche se i sentori c'erano. E non so Rose, pensavo che fosse la cosa migliore-
-Invece no- gli passo una mano tra i capelli chiari, le sue iridi brillano come stelle. –Chiamami quando hai questi brutti pensieri-
-E quando ce li hai tu invece? Anche se in questi mesi sei stata brava, dubito che tu abbia smesso del tutto-
-Concedimi il beneficio del dubbio-
-Non voglio perderti, lo sai- le mie labbra si schiudono leggermente ma, in quel momento, sentiamo un lieve bussare alla porta. –Avanti- dice Daniel. La figura di Derek compare nel nostro campo visivo. –Sei tornato presto-
-Giornata fiacca al lavoro. Voi tutto bene?-
-Sì- affermiamo entrambi, guardandoci negli occhi.
-Stavamo giusto ripetendo la struttura delle stelle per poi passare alla parte di chimica signor Manson- ho perso il conto di quante bugie abbia detto nell'ultimo anno per colpa dei miei carissimi amici. E dire che, un tempo, mia madre se ne accorgeva subito, visto che parlavo in falsetto e non riuscivo a guardarla negli occhi.
-Bene, a questo punto è d'obbligo invitarti a cena Rose, ti farò una statua per tutto il lavoro che hai fatto e fai con mio figlio-
-Grazie papà- mormora Daniel. Io, dal canto mio, sono contenta che loro due se la stiano cavando bene, ero davvero preoccupata quando Cassidy se n'era andata. Anche se, quando si tratta di quella testolina bacata, lo sono sempre.
-Accetto molto volentieri-
-Che cosa?- Daniel mi guarda come se avessi detto l'ennesima cavolata della mia vita, con il capo tirato indietro e gli occhi sgranati.
-Benissimo, avverto Consuelo- si richiude la porta alle spalle, dileguandosi. Il mio amico continua a fissarmi, sono quasi tentata di tirargli uno schiaffo, giusto per vedere come reagisce.
-Daniel finiscila, mi fai sentire osservata più del dovuto-
-Non pensavo che rimanessi a cena-
-E perché non dovrei?-
-Albus! Dove gli dirai che sei? So che ti chiama ogni sera prima di mettere a letto il piccolo Alec-
-Okay, sei inquietante-
-Dico sul serio Rose. Non voglio problemi con lui, men che meno provocarne al vostro rapporto-
-E' ingiusto che io non possa avere degli amici solo perché sto con Albus. E comunque noi due ne abbiamo parlato, è tutto chiarito-
-Oh, di questo non sapevo niente- si toglie gli occhiali scuri e li lascia andare malamente sula scrivania, massaggiandosi le meningi. –E come è andata?-
-E' stato più facile del previsto, gli ho promesso che non lo lascerei mai per te, anche se tu mi dovessi dedicare tutto il tuo amore-
-Che cosa?- esclama nuovamente, stupito. Avevo capito che ne avessero discusso.
-Sì, diciamo che Albus sta lavorando molto di immaginazione ultimamente. Voglio dire, tu innamorato di me? E' la cosa più assurda che possa mai accadere-
-Già- abbassa lo sguardo, prendendo a giocherellare con le dita delle sue mani. –Poi non potremmo mai stare insieme, litigheremmo sempre-
-Esatto!- esclamo. –Non posso credere che si parli ancora di una cosa del genere-
-Riprendiamo a studiare? Voglio sapere qualcosina domani, non è giusto dover gravare sempre su di te-
-O mio dio cosa sei tu e cosa ne hai fatto di Daniel Manson?- mi porto le mani sul volto, sconcertata. Lo hanno rapito gli alieni, non c'è altra spiegazione.
-Non lo so, forse sto solo crescendo- ma dal modo in cui i suoi occhi diventano lucidi, capisco che c'è un'altra spiegazione. Che ha un solo nome: Rebecca.
Per le successive due ore, ci districhiamo tra forza centrifuga e superficie del Sole. Ho quasi paura di sapere che cosa ci aspetta quest'anno.
-Bastaaaa, sono fuso- Daniel lancia, con noncuranza, il libro di scienze per terra, lasciando penzolare la testa dal bordo della sedia. –Johnson dovrebbe essere dichiarato illegale, causa più lui morti di qualsiasi altra cosa al mondo-
-Oh su questo non ci sono dubbi- sento il letto vibrare, qualcuno mi sta chiamando.
Allungo il collo, leggendo il nome di Albus sul display.
-Fidanzato in arrivo- tiro un cuscino in faccia a Daniel, mentre rispondo al ragazzo.
-Ehi-
-Splendore- il mio amico, sfruttando il suo udito da vampiro, comincia ad origliare la conversazione e, per questo, imita un conato di vomito. –Sei già tornata da casa di Daniel?-
-In teoria ceno qui-
-E siamo fottuti- questa volta, gli lancio il libro di scienze, sfiorandogli i capelli biondi.
-Fiù, è una fortuna-
-Che cosa?- esclamiamo entrambi, guardandoci sorpresi.
-Ma sei in vivavoce per caso?-
-No, udito da vampiro. Eppure ti ho portato a vedere Twilight-
-Idiota- borbotta Albus, facendo ridacchiare Daniel. –Comunque dicevo che sono contento che tu rimanga da lui, così non ti arrabbierai per quel che sta per uscire dalla mia bocca-
-Ossia?-
-Ho aiutato Diana con storia e adesso anche io mangio da lei- rimango per un attimo interdetta, con il mio amico che rischia seriamente di scoppiare a ridere. Ma io riesco solo a pensare che il mio ragazzo rimarrà con la persona che odio più sulla faccia della terra e con cui si è baciato non so quante volte e non so per quanto tempo.
-Albus StCloud, sei un uomo morto-
Sbaaam!
'Albus StCloud sei un uomo morto.' Se lo state cominciando ad odiare ora, tra qualche capitolo vorrete farlo sparire dalla faccia della terra.
Detto questo, ci tenevo a comunicarvi che il 16 ho un appuntamento per fare in modo che Starlight diventi un libro, incrociate le dita per me, e anche il 15 già che ci siete, che ho un esame.
Okay adesso devo proprio tornare a studiare, ci vediamo lunedì, un bacio.
Rose xx
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