But I can feel you cry
Rose
L'indomani mattina, quando la sveglia suona, i miei occhi fanno fatica ad aprirsi, troppo gonfi e troppo rossi per aver pianto tutta la notte.
-Ti hanno mai detto che, quando dormi, scalci?- Daniel al mio fianco si mette seduto, con i capelli alzati sulla testa ed una palpebre chiusa ed una aperta. –Però la mia maglietta ti sta bene, ti fa sembrare uno di quei pupazzetti che, da bambino, cerchi di vestire con i tuoi abiti-
-Stai cercando di spingermi al suicidio già di prima mattina?-
-No- scuote la testa, alzandosi e stiracchiandosi. Le scapole, le scapole si dispiegano come se ci fossero ancora le ali. –Sto cercando di sdrammatizzare, e di non rimproverarti per quel piccolo vizio che non riesci proprio a toglierti-
-Sono un'idiota, sono davvero un'idiota- mi lascio andare sul letto, portando un cuscino sul viso. –Ah e grazie per aver lavato il mio pigiama sporco di vomito-
-Non me lo ricordare- lo sento sedersi sul materasso, liberando il mio viso dal soffice rettangolo bianco. –Se non mi ridanno questa volta le ali, non lo fanno più-
-Se vuoi ti puoi prendere le mie. Quando ero all'asilo, mi hanno fatto recitare la parte di un angelo, e credo che mia madre le conservi ancora in soffitta, non ha voluto lasciare niente a San Francisco-
-Sono rosa vero?-
-Ovviamente- ridacchia ed io, nuovamente, mi ritrovo a paragonarlo ad Albus, proprio come un anno fa.
-Devi dirmi che intenzioni hai per oggi Rose. Se vuoi restare a casa, se vuoi andare a scuola, se vuoi escogitare un piano per ucciderli...-
-Ci stavo pensando- solo in quel momento, mi accorgo di come è ridotto il volto di Daniel. Il labbro è spaccato, un occhio è nero ed una guancia è leggermente arrossata. –Ma sono stata io a ridurti così durante la notte?-
-Non essere ridicola, sono tornato da te in questo stato ieri sera, solo che non te ne sei accorta- gli sfioro leggermente il viso, cercando di non fargli del male.
-Credevo che guarissi subito-
-Quando hai i poteri completi, ed io ancora non ce li ho-
-Ah vero- gli sfioro i capelli biondi, i suoi occhi sono quasi dolci oggi. –Si hanno al compimento dei sedici anni-
-Stai continuando a studiare-
-Lo faccio sempre lo sai- le sue labbra si curvano leggermente ma io, a quel punto, realizzo cosa può essere realmente successo. –Hai fatto a pugni con Albus vero?-
-Rose...- distoglie lo sguardo, e capisco di avere ragione.
-Daniel basta con le bugie-
-Me lo sono ritrovato in camera. Sa che ti ho raccontato tutto e si è leggermente arrabbiato, e abbiamo litigato-
-Non dovevate fare a pugni per colpa mia, voi siete migliori amici e...-
-In realtà non lo siamo più- mormora, senza guardarmi in faccia.
-Perfetto- allargo le braccia, per poi passarmi le mani tra i capelli castani con le punte azzurre. –Sono riuscita a rovinare due rapporti-
-No Rose, tu non c'entri proprio niente- le sue iridi si tingono improvvisamente di viola, credo di avere appena toccato un punto debole. –Ci sono molte faccende lasciate in sospeso tra me e Albus di cui tu non hai proprio colpa. Quel che è successo ieri è stata solamente la goccia che ha fatto traboccare il vaso- sospiro, prendendo a giocherellare con il lenzuolo. –Ehi- mi dà un colpetto al mento, facendomelo sollevare. –Basta con questi brutti pensieri-
-Voglio andare a scuola, comunque- sospira, accarezzandomi i capelli. –Se manco troppo, Diana penserà di averla vinta ed io non voglio. Però devi giurarmi che li terrai lontano da me, non so quanto potrei resistere-
-Va bene, te lo prometto- poggia le labbra sulla mia fronte, per poi afferrare il borsone ai piedi del mio letto. –Vuoi che vada io a vestirmi in bagno o...?-
-No no ci sto andando- apro l'armadio e prendo degli abiti a caso, passare inosservata è il mio obiettivo principale.
Mi tolgo la maglietta di Daniel, lasciando che i tessuti morbidi dei vestiti scivolino sulla mia pelle. Non sono stata abbastanza, non lo sono proprio stata.
-Rose- il ragazzo bussa alla mia porta, facendomi sobbalzare.
-Hai bisogno di qualcosa?-
-No, volevo solo ricordarti che, se ti fai qualcosa, io lo sentirò. E a quel punto non mi importerà se sei una ragazza, ti ucciderò-
-Tranquillo, mi sto soltanto truccando-
-Bene- lo sento allontanarsi. Sospiro, ha preso a cuore questa storia più di quel che pensassi.
Apro il tubicino del mascara e comincio a passarlo sulle ciglia, rendendomi conto, però, che ogni mio singolo movimento è meccanico, come se non fossi davvero lì in questo momento, ma altrove.
Quando riapro la porta, lo ritrovo seduto sul letto, che giocherella con una di quelle palline luminose che mi piacciono tanto.
-Riesci ancora a crearle?-
-Non saprei come fare altrimenti, sai che mi calmano parecchio- apre le mani, e la stanza si riempie di lucine. –Le ho create anche questa notte, eri agitata-
-Ti ho preso tanto a calci quindi?-
-Avrò un po' di lividi ma credo che sopravvivrò- schiocca le dita e, come sono comparse, spariscono. –Andiamo, o si farà troppo tardi-
-Devo preparare la colazione-
-Già fatto, velocità da vampiro. Prendi sempre latte e cioccolato vero?- scendiamo le scale, ed io mi blocco un attimo per guardarlo. Non credevo che se lo ricordasse o che, comunque, ci avesse mai fatto caso.
-S-sì...- salta due scalini in un colpo solo, io non ci provo nemmeno, finirei rovinosamente per terra.
-Rose, non sei obbligata ad andare oggi. Possiamo andare alla riserva, o in volo fino a Los Angeles, dimmi tu, farò tutto quello che vuoi-
-Andrà bene, credo- porto la tazza alle labbra, bevendo un sorso di latte. –E non ti eri mai preoccupato così tanto per me-
-Penso solo che non ti meriti tutto questo, sei sempre stata buona con noi, hai rischiato la pelle nell'Animus...-
-Beh, in teoria, quello che stava per avere un infarto, eri tu-
-Non mi ci fare pensare- rabbrividisce al ricordo, dio quanto ho riso nel vederlo spaventato, era bianco proprio come un fantasma...o forse di più. –Ma hai avuto fegato, questo te lo devo concedere, hai affrontato quella situazione con più coraggio di tutti noi messi insieme-
-Beh, non ti offendere, ma non è che ci voglia tanto, credevo che ve la steste facendo sotto-
-Sei meglio di noi sotto molti punti di vista-
-Non apriamo questo discorso ti prego, mi tornano alla mente tutti i trip di ieri sera- mi alzo, posando la tazza nel lavandino e sciacquandola. –Vado un attimo a lavarmi i denti-
-Vengo con te, l'igiene dentale prima di tutto- mi afferra per i fianchi e, in un attimo, mi ritrovo in aria, con la testa che, per poco, non sfiora il soffitto.
-Danieeeel, potrei vomitareeee-
-Ma se sei a stomaco vuoto da ieri sera, e non credo che il latte conti come alimento- mi lascia andare proprio nel mio bagno, porgendomi lo spazzolino.
-In realtà sì, contiene tutta un serie di proteine che...-
-Rose- ricopre le setole col dentifricio, incenerendomi con lo sguardo. –Sai cosa intendo-
-Scusa, sono solo triste. Alterno momenti di fame nervosa a quelli di stomaco chiuso in una morsa- apro l'acqua, bagnando lo spazzolino e cominciando a strofinare i denti. Anche Daniel fa lo stesso, è una situazione tanto comica.
-Ferma- mi dice ad un certo punto, con la bocca piena di schiuma. –Alza il braccio- prima che possa capire cosa sta facendo, lo vedo estrarre il cellulare dalla tasca, e scattare una foto. –Questa diventerà il mio prossimo sfondo-
-Idiota- sputo nel lavandino, sciacquando la bocca. –Stai diventando strano-
-No, dobbiamo semplicemente dimostrare ad Albus che ti ha fatto meno male di quel che pensa-
-Daniel, ti prego, dimmi che non l'hai pubblicata-
-E a cosa servono Instagram e Facebook sennò?- mi sbatto una mano in fronte. Perché, ogni volta che cerca di aiutarmi, non fala altro che peggiorare ulteriormente la situazione? –Sta' tranquilla Rose-
-Quando dici così, devo sempre preoccuparmi-
-In effetti non hai tutti i torti, non ho proprio dato il massimo con te- china leggermente la testa di lato, per poi chiudere l'acqua. –Okay andiamo-
-Ho un po' di paura- mormoro, sentendo un improvviso nodo allo stomaco, seguito dalla nausea.
-Andrà tutto bene- poggia le mani sulle mie spalle, incrociando i suoi occhi azzurri nei miei verde ambrati. –E, se proprio non ce la farai più, ti porterò via-
-Promesso?-
-Promesso- mi fa l'occhiolino, tendendo una mano verso la mia tracolla. Essa arriva fino a noi, mica brutta la magia, mi risparmierebbe molta fatica. –E adesso voliamo a scuola-
-Hai proprio intenzione di farmi vomitare vero?-
-Oh andiamo Rosebelle, fingi che io sia Edward Cullen e tu Bella, e ti aggrappi a me mentre ci libriamo sopra Forks-
-Passi troppo tempo con me-
-Andiamo dai- mi prende in braccio e, con un balzo, spicca il volo. Mi sentirò male, sicuro. –Devo avvertirti però, Diana potrebbe rincarare la dosa, vedendoti con me, ma non devi cedere-
-Posso spaccarle la faccia? Ovviamente penserei anche ad Albus dopo, non sono il tipo che, dopo aver scoperto un tradimento, sia colpa solo della ragazza e non anche del suo fidanzato, sarebbe da sciocchi- un sorrisetto compiaciuto si dipinge sul suo volto e, per un attimo, mi sembra di vedere il vecchio Daniel.
-Credevo di essere io quello violento, con problemi di gestione della rabbia-
-Non siamo così tanto diversi, io e te-
-Lo so, me ne rendo conto ogni giorno di più- la sua presa intorno al mio corpo si intensifica. –Per questo non posso permettere che ti feriscano come hanno fatto con me-
-Ed è per questo che hai preso a pugni Albus ieri sera-
-Tecnicamente è stata una cosa reciproca, un istinto che reprimevamo da troppo tempo, te lo posso assicurare-
🕯🕯🕯🕯🕯🕯🕯
-Mi dispiace- chiudo l'anta del mio armadietto, ritrovando Daisy e Audrey visibilmente in imbarazzo per tutta questa storia.
Daniel, nel frattempo, è dovuto andare all'allenamento di football, facendosi promettere che non avrei dato di matto in sua assenza. Ma, finché non vedo Albus e Diana, andrà tutto bene. –Dovevo raccontarti ogni cosa quando l'abbiamo scoperto-
-Va tutto bene, dico sul serio- mi guardo intorno, chissà quanti sapevano di questa storia e hanno riso alle mie spalle per tutto questo tempo. La povera, piccola e ingenua Rose, che pensava davvero di poter piacere ad un ragazzo. Povera illusa. –Voglio solo parlarne il meno possibile, se non vi dispiace-
-Oh non te lo lasceremo fare- Daisy mi afferra per un braccio, incamminandosi verso la palestra. Educazione fisica. Un'altra occasione per mettermi in ridicolo davanti a tutti. –Questo pomeriggio lo passeremo davanti alla tv, mangiando gelato e ascoltando Ed Sheeran e Taylor Swift, cosicché tu possa liberarti di tutte le tue lacrime e di tutto il tuo dolore-
-Daisy sto bene, dico sul serio-
-Questa è una balla colossale- Audrey si aggrappa dall'altro lato, sorridendo. –Quello di cui hai bisogno è, come ti abbiamo suggerito noi, un pomeriggio tra donne-
-Ci sono i compiti da fare per domani, ed io non ho toccato libri ieri, non posso permettermi di perdere tanto tempo-
-Faremo anche quelli, prima del resto ovviamente- Daisy annuisce, più a se stessa che a me. Io, invece, sospiro. Volevo semplicemente rimanere sola, senza di loro e senza Daniel che controllo ogni mio singolo movimento, ma sono consapevole che sarà praticamente impossibile farli desistere.
-Avete vinto voi, non ho forze per controbattere. Piuttosto, non potreste farmi venire un malessere improvviso per farmi saltare educazione fisica?-
-No!- esclamano entrambe. Probabilmente, se li avessi chiesto di cancellarmi la memoria, lo avrebbero fatto senza pensarci due volte.
-Smettila di fare in questo modo, la tua intera media ne risente per colpa di ginnastica-
-Ne risentirebbe lo stesso, visto che sono negata in qualsiasi cosa che includa il movimento fisico-
-Andiamo- aumentano il passo, i miei piedi quasi non toccano il pavimento. E, conoscendo quelle due, è molto probabile come ipotesi.
Daniel
-Manson, StCloud, mi dite cosa state combinando?!- il coach Griffin ci urla dietro per l'ennesima volta, visto che, per l'ennesima volta, io e Albus abbiam deciso di trasformare il campo da football in un ring.
Ci rialziamo entrambi, portando una mano sui fianchi. Credo che mi abbia spostato una costola o qualche altra cosa all'interno della gabbia toracica.
-Allora? Sto parlando con voi!-
-Niente coach- diciamo entrambi, i nostri occhi si incontrano e si scontrano, vorrebbero incenerire l'altro, vorrebbero farlo scomparire.
-Andate in panchina, per oggi avete finito qui- butto gli occhi al cielo, togliendomi il casco. Il vento mi scompiglia i capelli ma, proprio in quel momento, noto Rose a bordo campo, con le braccia conserte e le guance che si gonfiano e si sgonfiano ininterrottamente.
-Ehi rompiscatole che fai?- posso chiaramente sentire lo sguardo di Albus perforarmi la schiena. Rose si volta verso di me, scuotendo la testa e camminando nella mia direzione.
-E' quello che stavo per chiederti io! Sono in campo da dieci minuti e vi siete azzuffati già tre volte. Cosa ti è saltato in mente?- mi tira un pugno sulla spalla, mettendo su un'espressione seria che, in realtà, mi fa ridere.
-Auh!- mi massaggio la parte colpita. Il suo sguardo, però, non è più posato su di me, ma vaga oltre le mie spalle. –Rose-
-Rispondi alla mia domanda- sbatte un paio di volte le palpebre, riportando la sua attenzione sul sottoscritto.
-Tu non lo hai fatto con la mia-
-Oh dannazione, a volte sei un bambino- butta gli occhi al cielo, io ridacchio, è davvero divertente punzecchiarla, dovrei tornarne a farlo più spesso, almeno avrebbe qualche distrazione. –La Rogers ha voluto farci fare un percorso ad ostacoli...- si blocca, ed io le faccio cenno di continuare. -...ed io sono riuscita a buttarli giù tutti, così mi ha fatto uscire, urlandomi dietro parole non troppo carine, credo che manderò Isebelle a parlare con lei-
-O mio dio, perché non mi sono accorto di una scena tanto esilarante?- scoppio a ridere, immaginandomi lei che, come al solito, distrugge qualsiasi cosa si trovi nel suo cammino.
-Ora tocca a te. Mi stupisce che tu ed Albus non abbiate cominciato a prendervi a colpi di fulmini e quant'altro-
-Lui è arrabbiato con me perché ti ho detto la verità ed io sono infuriato con lui per quel che ti ha fatto, e questo ci porta, inevitabilmente, a scontrarci- mi stringo nelle spalle. Il mio ex migliore amico, dietro di me, sta pensando di intervenire nella discussione. Vuole parlare con Rose, e pare che abbia interrotto la relazione con Diana la sera in cui si è addormentato da lei. Non credo che siano mai andati a letto insieme, ma non doveva tradirla comunque ed io, comunque, non mi sento per niente in colpa. Questa cosa non doveva iniziare sin dal principio, anche perché Rose è la persona più comprensiva che io conosca.
-Okay Daniel devi finirla, è una cosa sbagliata-
-Come scusa?-
-Il problema è tra me ed Albus, non tra te e lui- sposto lo sguardo. Lei, a quel punto avvolge le mani intorno ai miei polsi. –E' la mia battaglia Daniel, non la tua. Non fraintendermi, sto davvero apprezzando tutto quello che stai facendo per me, ma nessuno di voi deve schierarsi. Eravate un gruppo unito prima che arrivassi io, e questo non deve cambiare, anche se Albus ha fatto una carognata. E' chiaro?- i suoi occhi sono davvero gonfi. Non li avevo notati questa mattina, troppo occupato a studiare ogni suoi movimento. Non l'avevo ancora mai vista tanto triste in vita mia, nemmeno quando io le davo addosso. –Daniel, rispondimi-
-Va bene, smetterò di prendere le tue difese-
-Daniel...- piega la testa indietro, le punte azzurre si intravedono dalle sue spalle. –Sai che non intendevo questo, non fraintendere tutto il mio discorso-
-Possiamo parlarne dopo? Adesso dovrei tornare ad allenarmi-
-Non dire idiozie, il coach vi ha sbattuto fuori dal campo- sto per controbattere ma, proprio in quel momento, Albus mi supera, attirando la completa attenzione di Rose. –Oh-
-Possiamo parlare? Solo un minuto- posa, inevitabilmente, lo sguardo su di me, come se mi stesse chiedendo il permesso. Io mi limito a sollevare le spalle. Dopotutto, ha appena detto che è un suon problema, e che io non devo assolutamente schierarmi, quindi perché dirle che sarebbe una cazzata colossale avere un confronto che lui e che, probabilmente, non farà altro che tentare di giustificarsi per quel che è successo?
-I-io...- le sue labbra si aprono e si chiudono, senza che alcuna parola possa venir fuori da esse. –Scusa, non credo di essere pronta a farlo adesso, è troppo presto. Sono passate appena ventiquattr'ore, ed io sto ancora cercando di mettere insieme tutti i pezzi-
-Ma è proprio per questo che dobbiamo confrontarci adesso!- fa un passo verso di lei, ma Rose si scansa, abbassando lo sguardo. I suoi occhi si stanno velando di lacrime, potrebbe piangere da un momento all'altro. Credevo che non ne avesse più, visto quante ne ha versate ieri. –Se facciamo passare troppo tempo, potremmo non riuscire a sistemare le cose-
-Non ce la faccio, non ce la faccio proprio- indietreggia di qualche passo, prima di correre via verso gli spogliatoi, con le trecce che ondeggiano nel vento.
-Rose, Rose aspetta- Albus è sul punto di seguirla, ma io gli poggio una mano sulla spalla, tirandolo indietro verso di me. –Lasciami andare Daniel, o giuro che te le darò più forte-
-Non peggiorare le cose, ha bisogno di tempo per riflettere, e già deve vederti tutti i giorni. Forse tu non ti rendi nemmeno conto di quel che le hai fatto, di quanto male tu possa averle inflitto, ma io sì, è da ieri sera che sento un peso sul cuore, e non riesco in alcun modo a mandarlo via. Quindi non ti sto dicendo di mollare la presa definitivamente, solo di allentarla un pochino-
-Aspetta un attimo, forse non ho capito bene- scuote la testa, liberandosi dalla mia presa. –Tu vuoi che io e lei ritorniamo insieme?-
-No, assolutamente. E' l'ultima cosa che vorrei- sento gli occhi pizzicare, ecco che stanno diventando di nuovo viola, grandioso. –Ma tu la rendevi felice, e credo che sia meglio che stia con te, che con qualsiasi altro deficiente là fuori. E poi, se mai Rebecca dovesse tornare, probabilmente io cederei-
-Quindi mi aiuterai?- butto uno sguardo dietro di me, i ragazzi si stanno allenando e il coach li sta urlando contro, perciò, approfittando del fatto che nessuno ci presterebbe attenzione, afferro Albus per il colletto della divisa e lo spingo contro i muri che dividono il campo con gli spalti.
-Prova a tradirla di nuovo o a ferirla in qualsiasi altro modo, e giuro che ti ucciderò con le mie stesse mani-
-Daniel ma che ti prende? Non sei mai stato così protettivo nei suoi confronti- mollo la presa, Albus si massaggia la spalla destra, senza smettere di guardarmi.
-Le voglio bene, lei mi ha aiutato quando vedevo tutto nero, e mi sono affezionato, fine della storia, mi pare di avertelo detto un milione di volte-
-Lo so, è solo che non ti ho mai visto tanto preoccupato per qualcuno, tutto qui-
-Smettetela di creare storie dove non ci sono, non voglio passare un altro anno a dirvi che non sono innamorato di Rose, anche perché ho altre cose in ballo- scuoto la testa e decido di levare le tende, la Miller voleva vedermi prima dell'inizio della lezione, e spero vivamente che non si sia accorta che il mio ultimo compito è stato praticamente partorito dalla mente di Rose.
Arrivo fino allo spogliatoio e apro l'acqua della doccia, è sempre fredda, e voglio sfruttare il fatto che, in questo momento, sia l'unico qui dentro. Mi libero della divisa, annusandola leggermente. Credo di doverla lavare, Consuelo ne sarà contenta.
Mi passo una mano tra i capelli biondi, dirigendomi a passi lenti verso la mia meta.
Si sta cominciando a creare una leggera nebbiolina tutt'intorno, se ci fosse Rose, direbbe che è la tipica atmosfera da film dell'orrore. Passo troppo tempo con lei, decisamente.
Sotto il getto dell'acqua, mi trovo ad appoggiare la testa contro il muro, socchiudendo le palpebre, ed io non lo faccio mai.
Devo davvero aiutare Albus e Rose a tornare insieme? E' la cosa giusta da fare? E perché sento un dolore nel petto al solo pensiero?
Non posso essere io a curarla, non posso essere io quello che la riaccompagna a casa la sera e la bacia, non posso, non posso proprio. Io non sono così, non lo sarò mai. La farei soffrire di più, la farei piangere, non...non saprei come comportarmi con lei. Potrei incasinare tutto, rischiare di spostare qualche delicato equilibrio, e nessuno si merita di essere di nuovo scombussolato per colpa mia.
Per questo è opportuno che quei due tornino insieme, farebbe meno male di vederla con un altro, non so se riuscirei a sopportarlo.
E non mi capacito nemmeno di quel che sto sentendo io in questo momento. Mi manca Rebecca, mi manca ogni giorno sempre di più eppure, quando sono con Rose, mi sembra che tutto sia passato, che le cose possano finalmente andare per il verso giusto. Ed è sbagliato, sbagliatissimo in tutti gli aspetti.
Mi insapono, cercando di scacciare via tutti questi pensieri. La testa non mi ha mai fatto male così tanto, non è mai stata piena come adesso, confusa, indecisa, e non è una sensazione che mi piace.
Sono sempre stato abituato ad avere tutto sotto controllo e sotto il mio controllo, e l'unica volta in cui qualcosa non è andata come pensavo, mi sono ritrovato metà vampiro e metà angelo, e credo che mi sia bastata come prova.
Eppure, adesso come allora, mi ritrovo ad affrontare qualcosa che non avevo per niente calcolato, e non va bene, per niente. Poi, il fatto che ci sia di mezzo Rose, complica ulteriormente le cose.
L'ho ignorata, l'ho detestata, odiata e poi ho capito di volerle un bene dell'anima. Sono diventato dipendente da lei, o forse una parte di me aveva solo voglia di bere il suo sangue, ma ho paura di pensare o dire a voce alta qual è il passo successivo.
Chiudo l'acqua e mi passo un asciugamano intorno alle spalle, usando l'altro per i capelli.
Tutti gli specchi dello spogliatoio sono appannati per il vapore, mancano ancora più di quaranta minuti alla fine della lezione. Il coach si pentirà di avermi sbattuto fuori, sa che sono il più forte di tutta la squadra.
Poggio una mano su una delle superficie riflettenti, pulendola. Quando vedo la mia immagine nello specchio, la prima cosa che noto sono loro. Gli occhi sono viola e credo che, per un po' di tempo, rimarranno in questo stato.
Sbaaaam!
oh oh, a quanto pare anche daniel manson ha un cuore, e sembra che si sia risvegliato proprio adesso. questo causerà qualche casino.
anyway, grazie per tutti quelli che leggono, votano e commentano questa storia, sabato forse avrò una sorpresa per voi.
nel frattempo, potete trovarmi su
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un bacio e a presto
rose xx
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