Back for you


L'aereo inizia la fase di atterraggio, il mio stomaco sembra precipitare pericolosamente verso il basso, e questo mi ricorda la sensazione di nausea che provo sempre quando ci teletrasportiamo.

Volto lo sguardo verso il finestrino, le nuvole si stanno lentamente diradando, lasciando lo spazio alla terraferma.

Il veicolo atterra sulla pista, sbalzando il mio corpo verso l'alto. Dannazione, perché nessuno sa mai farlo?

-Ci rivediamo New Orleans- mormoro, beccandomi un'occhiata dalla mia vicina di posto, una signora che, per tutto il viaggio, non ha fatto altro che parlare di quanto sia brillante suo figlio, che sta per cominciare il primo anno alla Stanford.

Non avrei mai potuto immaginare che mi sarebbe potuta mancare questa città, con la musica jazz che puoi trovare a qualsiasi angolo della strada, con la sua atmosfera in bilico tra passato e presente, con il suo gruppo di pazzi che immancabilmente, mi è mancato più di quanto voglia ammettere.

In questi tre mesi, i ragazzi hanno rispettato il mio desiderio e non mi hanno contattato in alcun modo (fatta eccezione per qualche videochiamata settimanale con Albus e Daisy), giusto per darmi il temo per realizzare quante cose mi fossero accadute nell'ultimo anno. E giuro, non avrei mai pensato di dirlo, ma mi sono mancati. La mia vita era tornata fin troppo silenziosa e monotona senza di loro che cercano di mettermi costantemente nei casini e che mi fanno rischiare la vita. E poi c'è Albus ovviamente. Lui è la prima persona che vorrei riabbracciare in questo momento.

Mia madre ha passato due settimane con me a San Francisco, quattordici giorni in cui si è lamentata delle punte azzurre dei miei capelli e in cui mi ha intimato di richiamare Daniel che, a detta sua, 'chiedeva sempre di me e che stava passando un periodo davvero brutto'. D'altronde, lei non può sapere del casino in cui si è cacciato, della situazione in cui si trova. E per questo, per lui, ho fatto un'eccezione. Non mi sono arrabbiata quando, nel cuore della notte, mi ha chiamata piangendo, scongiurandomi di aiutarlo, di trovare una soluzione al suo problema o come quando mi ha mandato il link di una canzone, Iris, affermando che parlasse di me, che avesse messo in musica quello che provava lui nei miei confronti, senza la parte romantica, ovviamente. Ma la verità è che, a dispetto di ogni cosa, Daniel sta davvero uno schifo, e non potrei dargli torto. Quello che gli è successo è stato terribile, e non parlo solo della faccenda del vampiro, no, quello è stato niente a confronto del resto. Aveva aperto il suo cuore a Rebecca e lei se lo è portato via, ha affondato in esso i suoi canini e lo ha prosciugato della sua vitalità, facendolo morire. E poi sua madre. La madre snaturata che se ne è andata quando lui aveva più bisogno di lui, affermando di non poter sopportare una situazione del genere. Ma la verità è che lei non si merita un figlio come Daniel, non lo merita affatto.

Finalmente ci danno il permesso di scendere, ancora qualche minuto lì dentro e avrei avuto un attacco di claustrofobia. Adesso voglio solo tornare a casa e, per fortuna, ho spedito tutti i miei bagagli una settimana prima di tornare, giusto per essere più libera, anche perché ho comprato talmente tante cose, che avrei sforato qualsiasi limite di peso.

Non appena i miei piedi cominciano a scendere le scalette di metallo, una forte energia mi investe. Mi viene spontaneo chiedermi se Daniel, in questo momento, stia provando lo stesso, se il legame sia ancora forte. Non abbiamo parlato molto di cosa comporti la sua condizione per il suo status di angelo custode, argomento ancora troppo doloroso da affrontare, ma che mi sta molto a cuore.

L'aria calda mi scompiglia i capelli castani con le punte azzurre, mia madre era convinta che sarebbe riuscita a farmele tagliare. Povera illusa.

Mentre aspetto il mio turno ai controlli, estraggo l'iPhone dalla tasca e tolgo la modalità aereo, componendo velocemente il numero di Albus.

Porto il cellulare all'orecchio e aspetto; uno, due, tre squilli, non risponde, scatta la segreteria.

'Ehi sono...beh, se avete chiamato sapete sicuramente chi sono. In questo momento non posso rispondere, quindiii lasciate un messaggio, giuro che lo ascolterò'.

La sua voce. Non vedo l'ora di vederlo dal vivo, senza tutti quei megapixel che ci dividono. E un sorriso spontaneamente compare sul mio viso.

-Ciao Al, senti volevo dirti che sono tornata e...e che mi dispiace di non essermi fatta sentire tantissimo, lo capirei se fossi arrabbiato, sono davvero una pessima fidanzata e...- prendo un respiro profondo, sto straparlando. -...e niente, richiamami se vuoi- attacco, amareggiata. Cosa mi aspettavo? Che lui rimanesse ad aspettarmi mentre io issavo un muro tra noi due, mentre gli impedivo di comunicare con me? Idiota, sono solamente un'idiota.

-Tesoro mio- mi avvicino a mia madre, che mi stringe tra le braccia. Questa volta, però, non rischia di soffocarmi come quando siamo partiti per la Francia. –Noto ancora con piacere che hai i capelli azzurri-

-E dai mamma, sono solo le punte. E poi ho quindici anni ormai-

-E con questo che vorresti dire? Non mi risulta che tu possa guidare, o votare, o bere, quindi, alla fine dei conti, non sono molto diversi dai quattordici o dai tredici- prende il mio bagaglio a mano e si incammina verso l'uscita. Sbaglio o è peggiorata in questi ultimi mesi?

-Ma questo non vuol dire niente, conta la maturità, e credo di averti dimostrato che...-

-Rose- mi interrompe lei, aprendo la macchina. –Mi hai torturato per esserci trasferite qui, tanto che ti ho dovuto spedire dalla zia per le vacanze. Vuoi davvero affrontare questo discorso con me?-

-Ti odio- mormoro, salendo in auto e sbattendo lo sportello.

-Oh guarda, è già arrivato quel periodo- mi scompiglia i capelli ed io incrocio le braccia al petto, arrabbiata. –Vedi? Sei ancora una bambina se reagisci in questo modo-

-Allora è meglio che non parli- sbuffo e, per tutto il tragitto, non apro bocca. Pensavo che fosse contenta di rivedere la sua unica figlia e invece no, come al solito mi ha riservato qualche sorpresa.

-Andiamo Rosebelle, hai intenzione di tenermi il broncio ancora per molto?-

-Sono solo stanca, ecco tutto-

-Dovresti chiamare Daniel, è stato davvero male questa estate, avrà bisogno di te-

-Lo farò, ormai sono abituata a porre rimedio ai suoi casini. E' come un fratello minore, o un cucciolo di cane-

-Hai una bella considerazione di lui- mi rimprovera, se solo sapesse quante ne abbiamo passate nell'ultimo anno.

-Voglio davvero bene a Daniel, su questo potrei scommettere la qualsiasi-

-Con Albus come va invece?-

-Stai cercando di farmi il terzo grado mamma?- la donna sospira, il sole sta iniziando a tramontare, screziando il cielo di giallo e rosa. Non so come mai, ma questi colori mi ricordano le sfumature dorate delle ali del mio ragazzo.

-Non voglio mentirti Rose, l'ho visto con Diana qualche tempo fa, e lui non era affatto felice di questo-

-Rilassati, sicuramente le stava dicendo di mollare la presa su Daniel, dire che ne è ossessionata è un eufemismo-

-Spero davvero che sia così-

-Dove vuoi andare a parare?- domando, con un tono acido che non mi si addice per niente. Ma si sa, la gelosia è una brutta bestia. Specialmente se c'è di mezzo quella gatta morta.

-Da nessuna parte tesoro, voglio solo che non ti facciano del male-

-Beh sei arrivata un po' troppo tardi- mormoro, ricordando le litigate con Daniel, il cimitero a Lione, i problemi con Albus e tutto il resto. Ma, d'altronde, se sono tornata è anche per questo, sono miei amici alla fine, e mi sono affezionata.

-Sai che i genitori di Daniel si sono separati?-

-Ero lì quando sua madre se ne è andata di casa, mi sarei stupita del contrario-

-C'è una leggera nota di sarcasmo e di rabbia nel tuo orgoglio, c'è qualcosa di cui vuoi parlarmi?-

-Sono solamente stanca- poggio la testa contro il finestrino, osservando il paesaggio scorrere davanti ai miei occhi. Perché Albus non mi ha ancora richiamata? Non è da lui.

-Rose...

-Cosa c'è ancora? E' troppo chiederti di lasciarmi un minuto in pace?!-

-Okay- frena la macchina di colpo, per poco non finisco contro il parabrezza. –Non so cosa ti stia passando per la testa in questo momento ragazzina, ma tu questo tono con me non lo usi, è chiaro? Solo perché ti ho permesso di passare le vacanze a San Francisco senza di me, questo non implica che tu sia cresciuta e che tu possa fare tutto quello che vuoi, e se hai intenzione di tenere questo comportamento da oggi in poi, sappi che non andremo più d'accordo-

-Al diavolo- sibilo, sperando che non mi senta.

Per il resto del tragitto, nessuna delle due fiata. Non è mai successo che io e mia madre litigassimo tanto violentemente ma non so, è come se non riuscisse più a capirmi ultimamente, e non voglio assolutamente scivolare in uno di quei soliti cliché adolescenziali, ma adesso è così, e non so bene il perché.

Finalmente arriviamo a casa, il sole è già tramontato nel cielo, e la luna è alta, intrappolata nella volta nera come la pece. Le stelle brillano, illuminandoci.

Prendo l'unica valigia che mi sono portata dietro e seguo mia madre dentro casa, voglio solo andare a dormire in questo momento, non ho neanche fame.

-BENTORNATA!- sento urlare, non appena accendo la luce in salone. Sbatto un paio di volte le palpebre prima di realizzare che Daisy mi sta gettando le braccia al collo, insieme ad Audrey.

-O mio dio, ma da dove siete spuntati fuori voi?-

-Credi davvero che non sapessimo ogni tuo singolo movimento? Ci sottovaluti Rose- Chris mi fa l'occhiolino e mi stringe tra le sue braccia, sollevandomi e facendomi girare.

-Non ti abbiamo perso di vista nemmeno un secondo da quando sei partita- Albus si avvicina a me, posando entrambe le mani sulle mie guance. –Come hai potuto anche solo minimamente pensare che ti avrei lasciato andare così facilmente?- mi ritrovo a sorridere senza capire bene il perché, beandomi della vista di quegli occhi azzurri.

-Ciao Al-

-Ciao Rose-

-Potrei seriamente vomitare- la mia attenzione viene catturata da una figura che, fino a quel momento, è rimasta in disparte tutto il tempo. Daniel, con il suo solito sorriso da sbruffone, si alza dal divano e viene verso di noi. I capelli biondi non sono più così lunghi come pima di partire, ma le iridi sono ancora di un celeste azzurro, brillante, pietrificante. Anche se posso notare un velo di mestizia. –Sai, non credevo che saresti tornata, era la tua occasione per rimanere a San Francisco-

-Ci ho pensato, ma poi come avresti fatto tu senza di me? Saresti morto nel giro di una settimana- le sue labbra si curvano, un luccichio illumina i suoi occhi. –E poi, bene o male, mi siete mancati-

-Già, bene o male- Daisy mi passa un braccio intorno alle mie spalle, sbattendo le lunghe ciglia delle palpebre.

-Ovviamente non vedo Diana- affermo, guardandomi intorno. Era scontato.

-Tu non hai davvero idea di cosa sia successo questa estate- Daniel ridacchia, passandosi una mano tra i capelli biondi.

-E lo saprà dopo, adesso è stanca, soprattutto per il riassunto di quante ne hai combinate negli ultimi mesi- si lanciano uno sguardo di fuoco. Certe cose, a quanto pare, non cambiano mai.


❤❤❤❤❤

-Ehi, svegliati, sono qui- punzecchio leggermente la schiena nuda di Daniel, mentre il ragazzo ficca la testa sotto il cuscino, mugolando qualcosa di incomprensibile. –Daiiii, coraggio. Non mi dire che sei stanco perché stai alzato tutta la notte alla ricerca di qualcuno da dissanguare-

-Okay, questa non era divertente- il ragazzo finalmente mi degna di una risposta di senso compiuto, voltandosi verso di me e stropicciandosi gli occhi. –Ma che ore sono?-

-Le dieci- mi stringo nelle spalle, Daniel sbuffa, mettendosi a sedere.

-Di solito dormi di più, non hai il fuso orario o qualcosa del genere?-

-Volevo parlare con te, in realtà. Ieri sera non ne abbiamo avuto l'occasione-

-Cosa vuoi sapere Rose?- si passa una mano fra i capelli biondi, le persiane della stanza filtrano solo un filo di luce, che colpisce la pelle del ragazzo. E no, l'aura dorata non c'è più ormai.

-Come te la sei cavata in questi mesi, se va tutto bene, se il Consiglio ti ha più dato problemi...insomma, un po' di tutto-

-Quei vecchi bacucchi continuano a tenermi d'occhio ma non interferiscono più di tanto nella mia vita. Per il resto, ho ancora la maggior parte dei miei poteri da angelo, anche se ora si sono aggiunti quelli da vampiro. Sono più forte, questo lo devo ammettere, ma non sono più quel che ero prima. Devo lottare con una leggera dipendenza dal sangue, infatti, in questo momento, sto cercando di non pensare alle tue vene, che pulsano vive e calde, mi rifiuto di berlo, anche se questo mi indebolisce molto. Arrivo a fine giornata che non riesco a stare in piedi, il rovescio della medaglia. Posso ancora volare, ma senza le mie adorate ali, e corro davvero veloce, in confronto Edward Cullen mi fa un baffo. E non mi hanno del tutto sospeso dal mio ruolo di custode, però hanno incaricato Albus di riferire al Consiglio ogni mio movimento. Un altro sbaglio e mi fanno fuori- imita una gola tagliata, i suoi occhi stanno cominciando a diventare viola. –E in questo momento non mi viene in mente altro onestamente, anche perché mi sono appena svegliata, per colpa tua-

-E per il resto?-

-Che intendi dire?-

-Lo sai benissimo Daniel- sospira e lascia andare la testa sulle mie gambe, come quella volta in cui cercava di nascondersi dal mondo.

-Non si è fatta più rivedere. L'ho cercata per tutta l'estate ma niente, è come se si fosse volatilizzata, come se non fosse mai esistita. A volte credo di essermela immaginata, ma poi mi ricordo delle liti con Albus e mi rendo conto del casino che ho combinato. E mia madre adesso vive con uno dei suoi amanti non so bene dove. Ha detto che non vuole più avere a che fare con un mostro come me, e non posso contraddirla. Sono alla stregua di uno degli esperimenti di Morsein, e mi faccio schifo da solo-

-Non dire così Daniel, ci deve essere per forza un modo-

-Oh sì, questo è vero- si alza di scatto, rischiando di sbattere la testa contro il mio mento. –Sono andato a trovare mia nonna questa estate, la mamma di mio padre, e lei, col solito tono solenne che si ritrova, mi ha detto 'Tornerai ad essere un angelo per mano di una ragazza Daniel, ma non di Rebecca'- si porta una mano sul petto e abbassa il tono della voce, giusto per dare un pizzico di teatralità a tutta la faccenda.

-Beh allora siamo a cavallo, tu hai la fila-

-Sai non credo che si riferisse a quelle che mi porto a letto ogni giorno della mia vita-

-Qualcuno deve innamorarsi di te, come nella storia della Bella e la Bestia-

-Oh Rosebelle, mi mancavano le tue metafore inusuali-

-Disse quello che mi ha paragonato ad un nodo di salsiccia-

-Andiamo Rose, ti sei fissata con questo piccolo paragone- ridacchia, mi era mancato tutto ciò. –Comunque hai ragione tu, è proprio così. Solo che io non ho alcuna voglia di innamorarmi di nuovo, visto come è finita l'ultima volta, o guardando anche mio padre. Ma, nel frattempo, ho iniziato ad intrattenermi con più o meno ogni ragazza della Marymount, così, tanto per passare il tempo-

-Troveremo un'altra soluzione, tranquillo. E fingerò di non aver sentito l'ultima parte- poggio una mano sulla sua schiena, massaggiandola. Le sue iridi stanno ritornando azzurre.

-Tu invece come stai? Ti sei chiusa in un silenzio selettivo per tre mesi-

-L'ho rotto solo per te, e lo sai. E ti prego, dimmi che non lo hai detto ad Albus-

-No, ormai non provo più piacere a mettere zizzania tra voi due- lo guardo di sottecchi, sappiamo entrambi che non è così. –Però devi stare attenta, l'ho visto un po' sfuggente in questi mesi, non vorrei che ti ferisse in alcun modo-

-Mi occuperò di questa cosa quando si manifesterà. Ho deciso che, quest'anno, non voglio preoccuparmi di niente, non voglio bagnarmi prima del tempo e non voglio creare problemi giganteschi per ogni cosa-

-O mio dio, potrei sentirmi male. Sei davvero tu che parli?- per tutta risposta prendo un cuscino e glielo tiro in faccia, ma lui continua a ridere, divertito. –Sappiamo entrambi che non sarà così Rose-

-Beh intanto ci proviamo- socchiudo le spalle, Daniel prende a guardare un punto davanti a sé. –Puoi camminare alla luce del sole?-

-Rose sei un'idiota-

-Chiedevo solo- alzo le mani in segno di resa, per poi dargli un colpo sulla nuca. –E allora non hai scuse per non uscire con noi oggi, su vestiti-

-Roooose-

-Guarda che me lo hanno detto che stai praticamente facendo la vita di un eremita, quindi muoviti, adesso sono tornata e le cose cambieranno- il ragazzo sbuffa, visibilmente scocciato, ma non lascerò che si isoli dal mondo. –E fatti una doccia, puzzi-

-Okay, adesso stai diventando scortese-

-Metodo Daniel- gli regalo un sorriso sornione e lui, per tutta risposta, mi dà una leggera spinta, facendomi cadere all'indietro sul letto. –Riesci ancora a sentire quel che provo io?-

-Sì, e ora è anzi più amplificato. Infatti tutta questa tua felicità mi sta dando sui nervi. Dannazione, ti preferivo l'anno scorso-

-Muoviti, io ti aspetto qui- sospira e si chiude brontolando in bagno, mentre io rimango seduta ad aspettarlo, guardandomi in giro. E' passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che sono stata in camera di Daniel ma tutto sembra uguale, immutabile, tranne forse per il suo proprietario. Il mio amico è totalmente diverso dal ragazzo che ho conosciuto esattamente un anno fa. Non ha più quella sicurezza e quella sfacciataggine che lo caratterizzavano, che lo hanno sempre fatto scontrare con me. E fa male vederlo in un tale stato. Fa male sapere di non essere potuti intervenire, di avere avuto le mani legate, di non aver potuto fare niente per impedire che accadesse.

Daniel è irritante, superficiale, narcisista, insensibile, odioso, sarcastico, irascibile, stronzo, indecifrabile, menefreghista e tante altre cose, ma è anche una brava persona, in fondo a quel suo cuoricino bacato, e con me ha dimostrato di esserlo in più d'una occasione. Solo che è spaventato dal problema di apparire debole di fronte alla gente, di dipendere da qualcuno che non sia lui stesso e, visto come si sono messe le cose a maggio, non posso dargli torto. Daniel è ferito, e non voglio che permetta alle sue cicatrici di trasformarlo in quello che non è. Deve riprendersi, perché riusciremo a trovare una soluzione al suo stato, riuscirà a trovare qualcuno capace di amarlo per quel che è, ritornerà un angelo, su questo posso mettere la mano sul fuoco. Ed io crederò in lui, non smetterò mai di salvarlo, anche se potremmo litigare trecento volte. E' così, non so bene come spiegarlo ma è una cosa al di fuori del mio controllo. Il mio desiderio di aiutarlo sempre, di proteggerlo, prende ogni volta il sopravvento su tutto il resto.

-Hai finito di pensare? Perché mi è venuto il mal di testa- Daniel esce dal bagno con un asciugamano avvolto alla vita. Non avevo calcolato questo piccolo dettaglio, ops. –Ho i boxer sotto, non ti preoccupare-

-Riesci a leggermi nella mente adesso?-

-No, mi limito sempre a percepire i tuoi sentimenti, ed eri in imbarazzo. Senza contare che vedo le tue guance rosse da qua sotto- sbuffo e lui scoppia a ridere prendendo un jeans nell'armadio e indossarlo. –Ah sì, mi eri davvero mancata-

-Sei un idiota- borbotto, e Daniel mi lancia uno sguardo divertito. –E sei anche la mia persona-

-La tua che?-

-La mia persona. Il mio migliore amico, chiamalo come vuoi tu. La mia persona-

-E' ricominciato Grey's Anatomy vero?-

-No, ancora no! Ed io non so che fine abbiano fatto Meredith, Derek, Arizona e Cristina dopo l'incidente aereo! Abbiamo già perso Lexie e Mark è in condizioni critiche, potrei seriamente mettermi a piangere-

-Come hai fatto quando lo hai visto la prima volta. Ero con te, sei andata avanti per un'ora-

-Lo sai che sono ipersensibile-

-No, davvero? Un anno ad essere il tuo angelo custode e non me ne ero totalmente accorto- gli faccio la linguaccia e gli lancio la mia scarpa, ma lui l'afferra al volo. –Sensi di vampiro, percepisco il più minimo rumore o spostamento d'aria. Ritenta, sarai più fortunata- me la ritira ed io, triste, constato che, ormai, i mezzi per contrastarlo sono veramente pochi. –Comunque apprezzo ciò che stai cercando di fare con me, non ti arrendi- infila una maglietta azzurra e prende ad asciugarsi i capelli con un asciugamano.

-Un capitano non abbandona mai la sua nave e i suoi uomini-

-Sì infatti quello del Titanic è morto con loro-

-Sei impossibile Daniel- mi lascio andare con la schiena sul letto e, nemmeno un secondo dopo, lo ritrovo su di me, con le ginocchia e le mani ai lati del mio corpo.

-Quello che sto cercando di dirti Rose è che non ho mai avuto nessuno come te nella mia vita prima d'ora, o con cui ho instaurato lo stesso rapporto che ho con te- sento gli occhi inumidirsi per le lacrime, salvo poi ricordarmi che siamo in una posizione abbastanza compromettente.
-Mi hai detto una cosa bellissima, e sono davvero commossa, ma...come dire...potresti metterti in un modo che non possa essere equivocato dagli altri?-
-Avevo dimenticato quanto fossi pudica- rotea gli occhi alzandosi e tendendomi una mano. –Su principessa, andiamo a fare questo giro-
-Vedi che potrei anche abituarmi a tutta questa gentilezza- 

Sbaaaaam!

MIDNIGHT DREAMS IS FINALLY OUT!

Aaaaah, era troppo tempo che volevo pubblicarlo e, finalmente, ci sono riuscita.

Come potete vedere in questo capitolo, molte cose sono cambiate, una in particolare: Daniel e Rose, i cui rapporti, adesso, sembrano essere più civili. Che gioia.

Per il resto io ora mi sto impegnando nell'edit di Starlight, sto aggiungendo qualche parte in modo da ispezionare meglio i rapporti tra Daniel e Albus, Albus e Rose e Daniel e Rebecca. Per fine maggio dovrebbe essere in libreria, vi avvertirò poi io, tranquilli.

Anyway, grazie a tutti coloro che hanno letto, votato e commentato Starlight, non sarei da nessuna parte se non fosse stato per voi dico sul serio.

Per qualsiasi cosa mi trovate su

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un bacio e alla prossima

Rose xx

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