Capitolo 34
(NM) si maledì come avrebbe maledetto il suo peggior nemico non appena, si svegliò a causa del sole che le illuminava il viso con i suoi raggi. Faticava a credere che fosse gennaio. Probabilmente la sera prima non aveva chiuso bene le tende della camera, cosa che bisogna fare quando hai in programma una bella dormita di dodici ore.
Si tirò su con il busto e si coprì gli occhi con una mano a causa della luce fastidiosa. Ancora non capiva come una cosa del genere potesse emettere un raggio luminoso così potente pur essendo a 7 miliardi di chilometri di distanza.
La borghese sbadigliò, con la bocca ancora impastata dal sonno.
«Buongiorno.» si sentì dire.
Si voltò di scatto e si rese conto che Vanitas era appoggiato sulla toeletta e la stava osservando con un'espressione indecifrabile.
La ragazza si irrigidì non poco e non poteva di certo dire di non essersi presa un colpo.
«Mi stavate guardando mentre dormivo?»
Il Duca ignorò completamente la domanda è la raggiunse sul letto, sedendosi a poca distanza da lei sulla trapunta candida.
Lei si rilassò un momento, solo non si era mai del tutto abituata alla sua presenza, tanto che sussultò non appena sentì la sua mano accarezzarle con dolcezza la guancia.
Non si aspettava nulla del genere, ma proprio niente di niente. Nonostante fosse strano, doveva dire che amava quel calore e quel senso di protezione, quasi fosse nuovamente con quell'uomo.
«Stai meglio?»
La ragazza ebbe appena il tempo di annuire che lo vide appoggiare la testa sulla sua spalla. C'era qualcosa di strano, lo sapeva fin troppo bene, ma non voleva fermarlo. Ormai, aveva deciso che non avrebbe avuto più senso scappare, perché l'unico futuro decente poteva averlo solo con lui.
Florian, intanto, si sentiva in paradiso. Adorava l'odore di (FP) della fidanzata, come la sua mano prese ad accarezzargli i capelli corvini, lo stare lì a prendere le coccole senza pensieri o preoccupazioni. Semplicemente amava tutto ciò, ma non poteva stare così. Doveva sapere ancora tante cose.
«Ascolta, dovrei parlarti di ciò che è successo in quel corridoio. Sai, lo specchio.»
Lui si mise composto e lei si alzò, mettendosi in modo da sedersi vicino a lui sul bordo del letto. Aveva paura di parlare, lui l'avrebbe abbandonata e per questo suo timore non riusciva ad organizzare i pensieri e a formulare una frase di senso compiuto, iniziando a parlare solo quando sentì che il Duca le prese la mano.
«La sera di Natale, mentre tornavo nella mia stanza, Lady Valentine mi ha fermata. Mi ha detto che, se avessi guadagnato la vostra fiducia e vi avessi assassinato sarei stata libera. Mi ha ingannata, sapevo bene che non avrei avuto futuro, ma avevo paura e a dirla tutta ero anche un po' brilla. Non so perché le dissi di sì, probabilmente perché davanti a me vedevo solo cieca disperazione. Mi dispiace.» disse d'un fiato. Vanitas assunse un'espressione seria, quasi senza emozioni e si alzò.
Il volto della ragazza, invece, faceva trapelare la paura. Se me stava andando da lei, la stava abbandonando quando era incinta del suo primogenito. Al che lo fermò a pochi passi da lei, prendendogli la mano per attirare la sua attenzione
Avrebbe fatto qualsiasi cosa, per il suo futuro e quello del bambino che stava per avere.
«M-M-Ma ora è diverso, Vanitas. C'è di mezzo il nostro matrimonio e nostro figlio. Io non potrei mai fare una cosa del genere, l'ho sempre saputo, ma ho sopravvalutato le mie capacità. Sono maturata, ho capito che devo pensare prima alla felicità delle persone che ho intorno, dei miei genitori e del bambino che stiamo per avere! Mi sono pentita e mi scuserò altre cento volte se necessario!»
Quando il corvino si voltò verso di lei la vide con un sorriso strano, quasi fosse di compiacimento. Aveva talmente paura di restare sola che stava annullando i suoi desideri, i suoi sogni, per lui.
All'inizio non si sarebbe mai lasciata neanche sfiorare da lui, ma se ne era uscita con la storia del matrimonio anticipato qualche tempo prima.
Era disperata, (NM). Aveva una paura tale dell'abbandono che avrebbe rinunciato a tutto pur di non rimanere sola, pur di essere felice e, ben presto, si rese conto che l'unico s prestare realmente attenzione ai suoi problemi senza allontanarla era lui.
«Valentine non ha lasciato la sala da pranzo, la notte di Natale. L'ho vista, con mia sorella ho parlato e nello specchio non c'era nessuno che non fossi tu. (NM), cos'è che vuoi nascondermi?» chiese.
Al che, pure la borghese si alzò. Non capiva come potesse essere così diffidente nei confronti di quella che praticamente era sua moglie, la madre di suo figlio. Non lo sopportava, avrebbe dovuto spiegargli tutto. Si sbagliava, lei aveva visto Lady Valentine venire verso di lei, l'aveva sentita parlare.
Non poteva credere di essersi immaginata tutto, niente di niente era nella sua testa, ma allora perché lui le stava dicendo che aveva sbagliato? Lei aveva visto tutto, l'aveva toccata.
«Niente, quel che ho detto è l'assoluta verità! Non credi a me, tua moglie, ma credi a quel ragazzino? Quella notte io-»
(NM) cadde a terra. Rivide, nella sua testa, una scena completamente diversa e si sentì male per aver dato del demonio alla sorella di Vanitas.
Scilla che camminava verso di lei, Scilla che le parlava, Scilla che le proponeva di assassinarlo.
Non capiva come fosse possibile, dopotutto quella creatura non aveva mai interferito attivamente nella sua vita, se non con parole ingannatorie.
Vanitas corse verso la fidanzata con il volto che non esprimeva nulla che non fosse la più totale preoccupazione. L'aiuto ad alzarsi come avrebbe fatto chiunque, prendendo dolcemente le mani tra le sue, sentendo le dita affusolate di lei sulla pelle.
«(NM)! Stai bene? Vieni, riposati ancora un po'. Sei troppo debole.» disse, ma lei non lo stava ascoltando.
Gli avrebbe dovuto spiegare ancora ogni cosa e, per la prima volta nella sua vita, il peso della sue bugie la stava schiacciando, gravando sulle sue spalle come un peso da una tonnellata.
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Ecco a voi il capitolo!
L'ho scritto in fretta e furia e devo dire che mi sono divertita molto. Ditemi cosa ne pensate, perché penso che ne sia uscito un qualcosa di carino.
Vanitas era troppo Cute quando ha iniziato a prendere le coccole, tipo gattino. O almeno tipo la mia gatta.
Comunque, per oggi evaporo. Ci vediamo al prossimo capitolo~
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