chpater 83
Francesco
Da quando Samuele mi ha avvisato che Carolina è morta, ho deciso di scoprire chi è stato quello stronzo ad ucciderla. Mister X mi ha lasciato il suo telefonino perché potessi capire chi è stato a inviargli il misterioso messaggio. Ha fatto bene a fidarsi di me, perché conosco un genio del computer.
Un mago della tecnologia. È grazie a lui che sono arrivata a Hiristina e sua sorella, ed è sempre grazie a lui che ho imparato ad essere cattivo e far finta di essere una brava persona. Ricordo come se fosse oggi, quando sono andata per la prima volta da lui:
Era fine estate e, io avevo bisogno di rovinare la vita di qualcuno; ma non sapevo a chi. Così una sera, mentre ero triste e abbattuto, mi scontrai con un tizio. <<Ehi tu, stai più attento!>> mi disse mentre raccoglieva le sue carte e il suo computer. Gli chiesi scusa. Quando vide che ero disperato e che piangevo, mi disse : <<Non è successo niente! Dai vieni da me!>>
Titubante ma curioso accettai il suo invito. Mentre passeggiavamo, iniziai a guardarlo. Era basso, magro, occhialuto e un po' bruttino, mi era sembrato un classico nerd. In dieci minuti arrivammo a casa sua. Rimasi sbigottito nel vedere che la sua dimora sembrava un vero e proprio studio.
C'era buio, l'unica luce era quella dello schermo del suo computer. La prima cosa che mi domanda è se voglio qualcosa da mangiare. Gli faccio cenno di no e lui allora mi domanda:<<Allora, che ti serve?>> mi guardo un po' intorno e capisco che lui è la persona adatta per la mia ricerca. <<Mi serve che mi trovi una vittima possibilmente una della mia età, e che mi fornisci tutte le informazioni esatte su di lei.
E così incominciò la mia avventura. Una volta trovata la mia futura ragazza, la attrassi a me con inganno e riuscii in questo modo a trovare i suoi punti. Poi ho conosciuto Carolina e da lì abbiamo iniziato a rovinare la vita sia di lei che delle sorella.
Stavo pensando a quei giorni, quando noto che sono arrivato a destinazione. Sono contento, perché dopo tanto lo rivedo. Per me è come un fratello, colui che mi ha insegnato tutto. Suono e vedo che esce fuori. A mala pena mi saluta.
È triste e abbattuto. Non capisco che possa avere. <<Ciao, mi fai entrare? O mi lasci fuori?>> chiedo indispettito. Non è lo stesso che ho conosciuto qualche tempo fa. Sembra depresso e molto triste. Sto per chiedergli che ha, quando all'improvviso mi spinge dentro e mi chiede:<<Non dovevi più venire, ricordi?>> vero, ma ho bisogno di lui un'ultima volta e poi non lo disturberò mai più. <<Hai ragione, ma mi serve una mano.
Per favore!>> dico quasi con supplica. Lui mi guarda male e poi accetta di darmi una mano. <<Che ti serve? Sbrigati, non ho tutto questo tempo per te.>> Rimango sbigottito da tutto ciò. Senza rispondere gli do direttamente il telefono e gli faccio notare subito un messaggio. <<Cercami chi me l'ha mandato e poi me ne andrò via e non ti cercherò più, promesso.>> lui lo analizza tutto quanto e poi, dopo due ore, mi dice:<<È di un certo Matteo il messaggio. Ora vattene. Io sono minacciato da quando ti ho conosciuto e non voglio più farne parte!>> lo ringrazio senza dire niente.
Sto uscendo quando all’improvviso vedo un signore entrare da lui. Incuriosito mi accuccio su un cespuglio e ascolto la loro conversazione. Capisco sin da subito che si conoscono bene e dopo una lite furibonda l’uomo tira fuori una pistola e gli spara, uccidendolo.
Lo vedo scappare e io camuffando la voce chiamo i carabinieri. Attendo il loro arrivo e quando li vedo vado via pure io. Quando sono a una distanza di sicurezza, chiamo Samuele riferendogli che a breve sarei andato da lui con delle novità. Prima però, decido di fare una passeggiata. Non capisco perché uno degli scagnozzi di Matteo abbia ucciso il mio amico. Eh si, l'ho riconosciuto subito che era lui. -Ma perché?- Continuo a domandarmi, mentre una pioggerellina incomincia a cadere dandomi fastidio.
Forse è ora che torni da Samuele e che gli riferisca tutto quello che è successo; magari poi decidiamo insieme sul da farsi. Fosse per me andrei difilato da quello stronzo e lo ucciderei con le mie stesse mani; ma non lo posso fare perché è il mio padrone a decidere il tutto. Corro verso la dimora di Samuele, per mia fortuna non è molto distante dalla casa del mio amico. Eccomi, busso e mi apre subito.
Senza tanti giri di parole mi chiede:<<Allora? Chi è stato?>> io sto per un minuto in silenzio, poi gli dico:<<È stato Matteo a mandarti quel messaggio e a uccidere Carolina. E sempre lui ha mandato qualcuno ad ammazzare il mio migliore amico.>> Ho le lacrime agli occhi ma era doveroso raccontarglielo. Solo così possiamo decidere che fare. Vedo Samuele girare per tutta la stanza nervosamente.
Vorrei poterlo calmare ma purtroppo pure io sono nervoso quanto lui. Non è giusto, mi sento coinvolto in una storia assurda. Nessuno mi aveva detto che ci sarebbero stati omicidi o altro. Quando ho deciso di collaborare con loro, mi era stato riferito che dovevamo solo fare del male alle due sorelle, ad Amelia e ai genitori di quest'ultima e di diventare i principali spacciatori di droga. Sbuffo, mentre ci dirigiamo da quel verme schifoso.
Prima di arrivare però, chiedo una promessa a Samuele:<<Ehi, mi prometti che ti vendicherai della morte di Carolina?>>lui frena bruscamente e mi fa cenno di si. Bene, posso stare più tranquillo. <<Andiamo, da quel verme!>> a quella battuta lui ride in modo beffardo. Eccoci, ora siamo arrivati. Prima di fare qualcosa di insensato, controlliamo che sta facendo. Notiamo subito che sta nascondendo qualcosa.
Per capire meglio, ci avviciniamo di più e vediamo che ci sono altre persone. Rimango di stucco quando vedo che sono bendate e legate. Stanno mangiando come se fossero dei cani. Io non sono mai stato un violento e mai lo sarò. Quindi sto male a quella vista. -Ma chi sono?- Mi domando mentre continuo a osservarli. Poi ho un flash: -che non siano i genitori di Amelia?- Ricordo che Matteo aveva trovato un modo per rapirli e magari ci è riuscito.
Bastardo, non ci ha neppure coinvolti in tutto questo. Ho paura di lui. Se è capace di far del male a quelle persone, figuriamoci a noi. Sto per andare dentro, quando Samuele mi blocca all’istante. <<Aspetta, abbiamo bisogno di un piano.>> mi dice sorridendo. Accetto, ma malvolentieri; alla fine ha ragione lui. <<Ascoltami, tu vai dall'altra io rimango qui.>> continua, poi comprendo che in questo modo non ha il tempo di scappare. Bene, seguo il suo ordine. Io vado dietro e lui rimane lì. Ecco, ora attendo il suo segnale.
Samuele
Io e Francesco siamo consci del fatto che è lui l’autore di tutto ciò, ma dobbiamo stare attenti a come muoverci. Gli do l’ordine di andare dietro e lui ha accettato. Appena mi sento pronto, faccio un cenno a Francesco e poi facciamo irruzione nel suo covo.
Matteo rimane di sasso appena ci vede. Si volta verso noi, arrabbiato. <<Che cazzo ci fate qui?>> ci chiede rosso di rabbia. <<Bando alle ciance, tu hai fatto qualcosa di brutto!>> dico senza timore. <<Ah si? Beh, lieto di sapere che avete capito che io ho ucciso Carolina. Bravi!>> applaude mentre lo dice. Mi fa schifo eccome, ma mentre sto per dirglielo, Francesco mi blocca. <<Bastardo! Io la amavo!>> gli dice dandogli uno spintone. <<Calmati!>> Dico ma senza successo. <<Lascialo a me!>> sarà il mio tono, o forse perché ho tirato fuori la pistola, finalmente Francesco si calma e si sposta. <<Sei morto!>> urlo puntando il grilletto a Matteo. <<Oh, non ne hai coraggio! Sai perché? Beh, perché sei codardo!>> mi dice beffardo; ha ragione ma non abbasso la pistola. <<Siccome non ci riuscirai mai a spararmi, ho una proposta da farti! Non te ne pentirai!>> mi stuzzica ma sono curioso. Metto via la rivoltella e attendo che mi dica qualcosa. <<No, che fai? Uccidilo! Non farti abbindolare da lui. Me lo avevi promesso!>> mi urla Francesco. Ma ormai ho preso la mia decisione. << Non ascoltarlo e dimmi tutto, Matteo.>> Francesco è arrabbiato con di noi.
Ma non me ne curo. << Hai presente chi ho preso in ostaggio? Oh si, i genitori di Amelia. Possiamo torturarli e poi insieme possiamo avere il monopolio della droga. Io tanti soldi! Forza collaboriamo insieme. Dai, Francesco, unisciti a noi.>> dice rivolgendosi anche a lui. Ma il mio collega si alza e esce.
Sto per andare a prenderlo ma Metteo mi blocca. <<Lascialo andare, non è pericoloso. Pensiamo a noi e al nostro futuro.>> stranamente per una volta sono d'accordo con lui. <<Vieni, ti faccio vedere dove tengo i due ostaggi!>> mi porta in un'altra stanza dove stanno loro due. Sono in condizioni pietose: legati mani e piedi e mangiano come cani.
Un po' mi fanno pena, ma purtroppo non posso fare niente se voglio stare dalla sua parte. <<Bravo, sei riuscito dove noi abbiamo fallito!>> dico gioioso. <<Che ti credi! Io non sto mai fermo! Vedi questa valigia?>> Faccio cenno di si. <<Bene, qui ci sono i nostri soldi! Appena ci è possibile scappiamo!>> il suo tono è orgoglioso ma io cerco di stare con i piedi per terra.
Quando noto che è distratto, corro verso la finestra. Qualcuno ci spiava e quel qualcuno era Francesco. -Chissà che farà.- Penso mentre lo vedo scappare, ho paura che i nostri sogni andranno in fumo per colpa sua.
Non riferisco niente a Matteo perché magari posso sbagliarmi. Mi volto verso di lui. Sta prendendo due bicchieri di vino e brindiamo alla nostra vittoria, sotto gli occhi impauriti dei genitori di Amelia. Almeno così spero.
Francesco
Ho visto anche troppo, ora è il momento di cambiare la mia vita in meglio. Io volevo solo un po' di soldi per vivere al meglio la mia vita con Carolina ma ora che non c’è più, non ha più senso comportarmi male. Ho compreso che devo costruirmi. Io non uccido, non rapisco sono solo un truffatore per guadagnare di più, ma il gioco si è fatto terribile e io non ci sto più.
Vado a prendere l’autobus per andare in caserma a Colorno. Sono nervoso, ma deciso a tutto: voglio che vengano tutti presi e che possano marcire in carcere come me. Strano, anche il cielo è triste e cupo quanto lo sono io, sembra volermi stare accanto in questa situazione scomoda. Eccomi, sono arrivato. Scendo e mi dirigo dai carabinieri.
Appena vedo la struttura, faccio un lungo respiro e entro. Subito un carabiniere mi chiede che cosa cerco. <<Vorrei parlare con un suo superiore!>> dico agitato. Mi conduce in una stanza e mi fa cenno di attendere. Decido di aspettare in piedi. Dopo un paio di minuti entra un tizio alto e molto professionale. << Sono il tenente. Si sieda e mi dica che posso fare per lei.>> mi dice indicandomi una sedia.
Mi accomodo e poi gli dico:<<Sono Francesco e sono qui per costituirmi>> A queste mie parole il Tenente mi guarda perplesso. <<La prego, mi racconti tutto!>> non me lo faccio ripetere due volte. Gli dico tutto, non tralascio alcun particolare. Proprio mentre sono alla fine, il tenente riceve una telefonata strana. Mi guarda stranito. <<Adesso verrai portato in carcere.>> chiama un collega mi ammanetta e poi saliamo nella sua vettura.
Non mi sono pentito di quello che ho fatto. Quando uscirò da lì sento che diventerò un uomo nuovo. Eccomi in carcere: entro, sono intimorito ma allo stesso tempo pronto a scontare la mia pena.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top