chapter 84

Sconosciuto

Passeggio con il mio cane tranquillamente come faccio ogni mattina. Anche oggi la solita routine. Ma stranamente, qualcosa va storto. Lo vedo che fiuta qualcosa di strano. All'inizio non ci faccio caso e continuo a ignorarlo, ma quando vedo che continua a trascinarmi in un punto preciso, decido di accontentarlo. Mi inoltro insieme al mio cane nella campagna, sino ad arrivare nel punto dove lui aveva precedentemente fiutato qualcosa di strano.

Stupito, cerco di capire che è successo. Ho paura, sto per scappare quando noto un sacco nero. Incuriosito mi avvicino. Quasi caccio un urlo quando vedo che dentro c'è un cadavere. All'inizio penso di scappare via, ma poi mi ricordo che prima devo chiamare i carabinieri. Naturalmente, decido di rimanere in incognito, non voglio essere coinvolto in tutta questa faccenda. Sono un povero capitato nel posto e nel momento sbagliato.

Una volta calmato, compongo il numero e un signore mi risponde: <<Carabinieri di Colorno, con chi parlo?>> Sospiro e poi dico: <<Il mio nome non ha importanza. Sentite, c'è un cadavere nei pressi della discoteca, in campagna a Colorno.>> Sono impaurito, speriamo che si sbrighino. Una volta spiegato bene dove si trova, prendo il mio cane e vado a nascondermi dietro una siepe, voglio attendere l'arrivo dei carabinieri e poi silenziosamente scappare via.

Non voglio che mi vedano e che mi facciano altre domande. Già è tanto se li ho avvisati. In più sono straniero e senza un passaporto se mi notano mi rimandano via dall'Italia e io questo non lo sopporterei. Vivo qui da parecchio tempo, ho un lavoro in nero e non ho i documenti in regola, ma ho una dignità e non potevo lasciar perdere tutto ciò. Così, eccomi qui che attendo il loro arrivo. Eccoli, li vedo e mi sento stranito.

Non mi sembra giusto che non mi faccia vedere, ma ho paura e ho una famiglia da mantenere e se ci rispediscono ritorneremo nel degrado più assoluto. La mia attenzione ricade sul signore che si sta avvicinando al cadavere, sembra molto sicuro di se stesso e che soprattutto conosca bene la vittima che è li nel terreno. Sembra che la conosca, perché vedo che si mette le mani sulla bocca. Non dovrei essere lì, ma la curiosità anche stavolta vince.

Rimango meravigliato della bravura di ognuno di loro. C'è chi fa le foto, chi controlla il cadavere e chi invece semplicemente parlotta. Quasi quasi mi viene l'idea di dire che sono io che ho trovato quella ragazza, anche perché mi affascina il loro mondo. Mi faccio coraggio e mi avvicino al carabiniere. <<Salve, sono la persona che ha telefonato.>> finalmente ho il coraggio di presentarmi. <<Bene, lei è stato gentile ad avvisarci. Ci può dire il suo nome e come ha trovato il cadavere.>> non avevo voglia di dirgli il mio nome, ma decido ugualmente du raccontargli tutto. <<Senta, io sono straniero non voglio problemi. Lavoro in nero e ho famiglia, non voglio andare via da qui.

Sto bene anzi stiamo bene. Ma penso che abbia fatto bene a chiamarvi per dirvi tutto.>> dico sperando che non mi faccia niente. <<Senta, lei è stato molto gentile e ha fatto il suo dovere da cittadino. Non le faremo niente. Però si tenga a disposizione perché forse avrò delle notizie per lei. Ora vada. Venga più tardi per la deposizione. Poi avrò una sorpresa per lei.>> mi dice salutandomi. Prendo il mio cane e decido di non tornare a casa. Ho bisogno di stare solo e di calmarmi.

Girovago per il paese senza una meta precisa. È strano che un carabiniere voglia aiutarmi e cercare di trovare una soluzione per me. Colorno paese piccolo ma molto accogliente, in più ora forse avrò un vero e proprio lavoro. Così posso finalmente dare un futuro migliore alla mia famiglia. So che nel pomeriggio devo andare a fare la deposizione e solo che ho paura. Anche se so, che quel signore mi aiuterà ed è stato sincero dicendomelo.

Poi però, se si dimentica della sua promessa io ci starei molto male. Guardo l'ora e noto che è il tempo di tornare a casa. Arrivo e i miei tre figli mi abbracciano con gioia. <<Papà, dove sei stato? Ci sei mancato molto!>> mi dicono in coro. Mia moglie mi dà un bacio e io sono la persona più felice di questo. Mi sono convertito al cristianesimo quando l'ho conosciuta.

Lei italiana, io straniero musulmano. Poi però per amore ho deciso di cambiare religione per lei ed è per questo motivo che non mi parlo con i miei ma io sono felice così. <<Ho una bella notizia! Forse ho trovato un vero e proprio lavoro.>> loro mi sorridono allegramente. Siamo contenti.

Potevo sposarla per ottenere con più facilità la cittadinanza, ma io non sono così. Amo la mia amata ragazza e presto appena avrò ottenuto una posizione vera e propria ci sposeremo <<Evviva, sono troppo felice per te. Ma come?>> mi chiede allegra. <<Ho visto un cadavere. Ho parlato con un carabiniere e mi ha dato disponibilità nel cercare un lavoro.>> tutti mi guardano male. <<Non hai paura che ti mandi via?>> Mi domanda un po' triste. Si, ci avevo pensato eccome ma stranamente mi fido di lui. <<No, sono sicuro che non lo farà. Ha visto la mia bravura>> Dico con calma.

La vedo tranquillizzarsi alle mie parole. Dopo aver pranzato accompagno i miei bambini a riposare. Do loro un bacio racconto una storia e poi esco dalla loro stanza. Mi preparo e poi vado fuori. Sono nervoso ma almeno consapevole che sto facendo la cosa giusta.

Finalmente forse qualcuno mi aiuterà seriamente, strano che sia un carabiniere a farlo. Nella mia vita, non ho mai avuto aiuti da nessuno e ora invece qualcuno lo sta per fare e io mi sento strano e nervoso. Eccomi, dico una piccola preghiera e poi entro.

Mi faccio travolgere dalle mozioni. Chiedo a un carabiniere l'ufficio del tenente. Vengo accompagnato al suo studio. Attendo un attimo e poi busso. Mi apre e vengo avvolto da una fragranza delicata e femminile. Ora sono qui e aspetto con ansia il mio futuro e quello dei miei.

Tenente

Ho ricevuto la telefonata proprio mentre sto finendo di interrogare Francesco; mi stava raccontando qualcosa di importante. Arriviamo sul posto indicato dalla persona che ci ha telefonato. Noto subito qualcosa di strano, la vittima non è stata uccisa qui ma sicuramente da un'altra parte, complice il fatto che ci sono dei segni di pneumatici sul terreno.

Questo significa che il cadavere è stato portato in macchina sin qui e poi messo a terra. Questa è l'unica certezza che ho. Dopo neanche cinque minuti arriva anche la scientifica. Mi avvicino a un uomo grasso ma molto efficace nel suo lavoro. Lo vedo avvicinarsi al cadavere, analizzarlo, e poi mi avvicino a lui. La persona che giace a terra la riconosco subito è Carolina, una delle criminali che stavamo cercando da un po'. -Chi può averla uccisa?- Mi domando mentre continuo ad osservarla.

Uno degli agenti continua a guardarsi intorno mentre io mi decido a parlare con quello della scientifica ma vengo preceduto da lui. <<Oh, salve tenente. Brutta cosa sa? Prima di essere uccisa ha avuto rapporti sessuali, non posso essere certo se sia stata consenziente o no, ma fatto sta' che li ha avuti. È stata uccisa a sangue freddo. Un colpo di pistola alla nuca.>> mi dice con tristezza. <<E dei segni sulle dita che mi dice?>> le chiedo, notando dei lividi sulle dita della ragazza. <<Così su due piedi non so che dirle. Mi dia un paio di giorni e saprò cosa risponderle.>> lo ringrazio e lo lascio al suo lavoro.

Vedo che portano via il cadavere e poi decido di andare in caserma. Devo riparlare con Francesco. Una volta arrivato, alcuni carabinieri mi riferiscono che Francesco è stato portato in carcere. Così mi dirigo lì. Seduto attendo il suo arrivo. <<Tenente!>> mi dice appena mi vede. <<Senta, bando alle ciance, le devo fare alcune domande. Abbiamo trovato il cadavere di Carolina. Prima della chiamata mi stava dicendo qualcosa. Che cosa?>> chiedo sperando che me lo dica. <<Oh, tenente! È stato quel verme ad uccidere Carolina. Ce l'ha detto quando siamo andati da lui. In più ha fatto uccidere un mio amico anche se non so bene il motivo.>> mi dice quasi piangendo. Si, sapevo di questo fatto. Me l'ha detto Gioele. <<Senta, l'hanno ucciso perché non voleva collaborare con Matteo e i suoi scagnozzi. Non posso dirle altro.>> lo vedo sconfortato. <<Io non volevo tutto ciò. Io speravo solo di essere ricco e basta. Non volevo omicidi o altro. Ecco perché mi sono costituito. La prego, lo prenda e lo faccia smettere di combinare casini!>> mi dice per poi chiamare una guardia che lo porti in cella.

Rimango un attimo sbigottito dalla sua richiesta: ma ha ragione noi carabinieri lo fermeremo. Non rientro a casa a pranzo perché poi devo incontrare quel signore. Gli ho promesso un lavoro e io le mantengo le promesse. Il pomeriggio arriva presto. Prima di tornare a lavoro, chiamo mia figlia. La sento ridere quando ascolta la mia voce.

Mi manca ma le ho promesso che ci saremmo visti più tardi e che avrei dormito con lei. Chiudo la telefonata e torno in caserma. Ed ecco che vedo l'uomo di stamattina. Mi fa tenerezza. Mi racconta che è fidanzato e che ha tre figli. Non ha il permesso di stare in Italia. Dovrei mandarlo via ma decido senza pensarci due volte di dargli una mano.

Gli do un biglietto di un mio amico che cerca un operario e gli prometto che farò in modo di fargli ottenere un permesso di soggiorno. Lui mi stringe la mano, fa la sua deposizione e poi, quasi in lacrime se ne va via. Sono felice di averlo aiutato. Ma ora devo pensare a mia figlia. Vado a casa e me la trovo li che mi abbraccia felice.

Dopo cena, faccio una cosa importante che non facevo da molto: raccontare una storia. La metto nel letto e inizio la mia fiaba:

~C'era una volta una piccola stella che non era più luminosa. Era triste e piangeva sempre. Una sera una bambina le chiese il motivo della sua tristezza. <<I bambini non credono più nei sogni.>> Disse continuando piagnucolare.

La bambina era infelice per questa rivelazione e chiese alla stella cosa potesse fare per aiutarla. <<Credere nei sogni.>> La piccola allora decise che il giorno dopo ne avrebbe parlato con tutti i bambini del vicinato. Salutò la stellina dandole la buonanotte e poi si addormentò serenamente.

Il giorno seguente andò dai suoi amici e disse a loro:<< Una piccola stella mi ha confidato che noi non sappiamo più sognare. Dobbiamo rifarlo nuovamente!>> disse a tutti loro. Così si diedero appuntamento alla notte. La sera arrivò in fretta e tutti i bambini erano già fuori cercando di capire che fare.

Le stelle nel frattempo si stavano spegnendo ad una ad una. <<Sogniamo qualcosa tutti quanti, dai!>> dice la bambina speranzosa. <<Chiudiamo gli occhi e poi ascoltiamo i nostri cuori.>> tutti fecero quello che la bambina disse. Chiusero gli occhi e capirono all'istante che stavano bene e sperando nuovamente.

Le stelle ripresero a brillare e la più piccola si trasformò in una bella stella cadente. I piccoli sorrisero al cielo luminoso e promisero di ritornare a sognare. <<Ciao bambini, grazie. I vostri cuori hanno acceso nuovamente noi piccole stelle.>> Morale della favola, piccola mia: non devi mai smettere di sognare, devi essere libera di scegliere e di amare la vita così com'è.~

Finito il racconto, la mia piccola si addormenta mentre io la copro e vado un attimo fuori. Mi squilla il telefono e vedo che è quello della scientifica. <<Mi dica? Qualche novità?>> chiedo nervoso. <<Si, i segni nelle dita sono stati lasciati da un coltello; a giudicare dalla tipologia di questi segni, si è trattato di un'azione un'azione ripetuta per più giorni consecutivi. La ragazza si auto lesionava. Non so il perché ma lei lo faceva. Ah, un'altra cosa: è bastato un colpo preciso alla testa. Ed è morta da qualche giorno. Non so l'orario preciso. Arrivederla.>>

Mi saluta e io rimango un attimo a riflettere su quello che mi ha appena detto. Sono stanco e non ragiono più. Torno in camera da mia figlia, le accarezzo i capelli, sento il suo respiro e noto la sua dolcezza. Mi addormento serenamente accanto a lei. Sogno di correre con lei a piedi nudi sulla spiaggia..

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