Chapter 72
Hiristina
No, non riesco a dormire, la notizia che Amelia mi ha dato è troppo dura per me. Dopo ore e ore a rimuginarci sopra, riesco a chiudere occhio, ma verso le cinque del mattino mi sveglio; ormai non riesco più a dormire, quindi decido di alzarmi. In casa tutto tace: ognuno è nella propria camera.
Non posso crederci, anzi, si so che sarebbero arrivati così presto ma, non sono pronta, perché se da una parte sono felice di conoscerli, dall'altra sono triste, dal momento che non so come comportarmi. Io una famiglia la ho, e forse non ho me ne serve un'altra. Sbuffo, perché sono contrariata, non so che cosa dire e pensare. L'unica nota positiva di tutta questa faccenda è stata la bella sorpresa di ieri al locale.
C'erano tutti persino Giuseppe o, meglio quasi tutti, mancava solo Gioele. Già, Violeta era molto triste quando non lo ha visto. In compenso però si è divertita tanto sino a tarda notte. Oggi però, mi sento strana. Ho pensato bene di andare a fare una passeggiata per poter smaltire l'ansia della notizia. Parma mi è proprio mancata tanto e, nonostante inizi a fare caldo, mi piace proprio assaporare il clima cittadino. Per le strade non c'è nessuno, meglio per me, così posso pensare tranquillamente.
Stranamente, sono i miei piedi a consigliarmi dove andare e dopo un po', arrivo al Parco Ducale. Quanto silenzio, quanta pace che c'è. Mi siedo sull'erba ancora bagnata e cerco un modo di calmarmi. Ho sempre sognato di conoscere la mia vera mamma e, adesso che ho ne ho la possibilità, non so come comportarmi. Mi sento sola, avrei bisogno di qualcuno che mi stesse accanto in questa situazione.
Decido di chiamare Giuseppe, che mi dice che arriverà subito. Contenta di queste sue parole, lo aspetto qui nel parco. Dopo un'attesa che mi sembra un'eternità, lo vedo arrivare. Mi saluta con gioia dandomi un bacio.
Mi sono mancati quei bei baci dolci e pieni d'amore. Per un po' non parliamo, non ho voglia di raccontargli tutto, mi voglio prima accoccolarmi a lui. In fin dei conti mi è mancato tantissimo ed è normale che sia così. I nostri occhi sono felici, carichi di emozioni e parlano loro al nostro posto.
Vorrei rimanere così a vita, ma so che non è possibile, anche perché lui poi deve andare a lavoro; quindi mi conviene dirgli tutto. Stranamente anche se mi stacco da lui, la magia che si era creata tra di noi non sparisce, anzi rimane, come se volesse trattenerci all'interno di un'atmosfera dolce e incantata. <<Ho bisogno del tuo consiglio.>> dico, senza smettere di guardarlo. <<Amore, dimmi tutto. Lo sai che per te ci sarò sempre.>> me lo dice sorridendomi e scaldandomi il cuore. Così gli racconto tutto: del fatto che ho scoperto di avere una sorella gemella di nome Amelia.
Che mia mamma biologica non è morta, ma che anzi è viva e abita in Albania. Poi gli dico anche cosa mi ha detto Amelia, cioè che nostra mamma ci dovotte abbandonare, perché violentata dal suo ex promesso sposo. Siamo nate noi, e lei ci ha dovute abbandonare: io sono stata a Stara Zagora e mia sorella a Sofia. Concludo la mia storia, dicendo che mamma domani sarà qui a Parma e ovviamente mi vorrà conoscere. Appena termino il mio racconto, Giuseppe mi stringe forte a sé.
A quel gesto inaspettato si aggiunge un bacio carico di amore e affetto nei miei confronti. Eh si, lo amo tanto lui sì che è il mio angelo custode. <<Che storia triste, ma bella.>> mi dice quando si stacca da me.
Lo guardo stupito, ma lui ignora il mio viso. <<Mi spiego: è difficile perdonare una persona che ti ha abbandonata, soprattutto se quella persona è tua mamma. Ma, allo stesso tempo, hai la possibilità di ascoltare anche lei e capire anche la sua versione. Non credi?>> Già, ha ragione ma non mi convince molto e, cerco di farglielo notare, ma lui mi interrompe subito. <<Senti, fai così: ascoltala.
Poi senti che cosa ti dice il cuore. Se lui ti fa capire che lei non deve entrare nella tua vita, allora diglielo con dolcezza ma faglielo notare. Se invece, senti che la puoi perdonare, allora fallo. Sta a te a decidere, amore! Qualunque cosa tu farai, io non ti giudicherò, anzi ti amerò ancora di più e ti starò accanto per sempre.>> con queste bella dichiarazione d'amore conclude il suo discorso.
Sono commossa dalle sue parole. Sì, appena l'avrò davanti, deciderò il da farsi. Ovviamente la voglio ascoltare e capire che cos'ha da dirmi e poi vedrò il da farsi. <<Piccola, io devo andare tu che fai?>> mi chiede con ansia. <<Io vado a casa, i miei saranno preoccupati della mia assenza.>> Ci salutiamo e poi corro a casa. Una volta nella mia dimora, vedo mamma venirmi incontro agitata. <<Hiris, dov'eri?>> mi chiede con tono agitato.
Come ho previsto, mamma è davvero preoccupata. <<Tranquilla, mamma, sono andata a fare una passeggiata per chiarirmi le idee.>> le dico, serafica. Lei mi guarda male: fa finta di niente e sta per entrare, quando la blocco chiamandola <<Mamma, aspetta!>> Le dico. Lei si gira verso di me e mi chiede:<<Devi dirmi qualcosa?>> faccio cenno di si con la testa. Entriamo insieme.
Anche a lei racconto tutto e quando finisco, lei mi abbraccia. Un abbraccio tenero, che sa di profumo di mamma. <<Sono contenta per te. Conoscere tua madre è bellissimo! Devi andarne fiera.>> mi dice con gli occhi lucidi. Non è arrabbiata, anzi al contrario: è felice per me. <<Senti, Hiris avevo sospettato che tra te e Amelia ci fosse un legame molto forte, non sapevo che fosse questo, ma una cosa simile si.
Non giudicare mai una persona dal suo comportamento! Non dico che le devi volere bene subito, ma almeno senti che ha da dirti. Lei vi ha messo al mondo: non ha scelto la morte, ma la vita. Per entrambe. Solo per questo la devi ringraziare. Poi è vero: ha abbandonato te e Amelia, però ha dato a tutte e due la possibilità di rifarvi una vita, con una famiglia. Lei vuole bene a te e a tua sorella. Questo ricordatelo a vita.>> terminato il suo discorso, mi lascia sola, per schiarirmi le idee.
Non so se perdonarla, ma so che l'ascolterò quello si. Vado in camera e vedo Amelia. << Domani vieni con me a prendere i miei?>> Mi chiede senza neanche salutarmi. <<Si, certo che mi va!>> Lei mi ringrazia dandomi un bacio e poi esce dalla mia stanza.
Non pranzo, sto rinchiusa in camera ad ascoltare musica sino a tarda sera. Solo verso le ventuno, esco vado in cucina e mangio un pezzetto di pane con salame. Ritorno in stanza.
Cerco di dormire, ma non ci riesco; è troppa l'ansia che ho dentro di me. Mentre mi giro e mi rigiro nel letto, sento dei rumori al di fuori della mia stanza. Incuriosita esco e vedo mia mamma che passeggia da una stanza all'altra.
È agitata forse ha paura che io possa andarmene via. No, non succederà. Cerco di dirglielo ma come in un film muto, resto in silenzio. Quella sera voglio nuovamente aprire il mio cuore a lei.
La osservo nuovamente cercando di tenermi impressa la sua immagine nella mia mente e gli mando un bacio sperando che arrivi a lei. Senza fare rumore ritorno nella mia stanza.
A stento riesco a non farmi sentire da lei, non voglio farmi beccare da lei; perché ognuno di noi due dobbiamo avere i nostri spazi e riflettere per conto nostro.
Mi siedo sulla sedia della scrivania, prendo carta e penna e inizio a scrivere tutto quello che mi viene dal cuore. Spero che a mamma possa tanto piacere tutto ciò. Eccomi nuovamente qui davanti a un foglio bianco e pronta a dire tutto.
~Cara mamma, sono nuovamente qui a parlare di noi due. Qualche tempo fa, non ti avrei mai detto niente, mi sarei chiusa come un riccio, non ti avrei parlato e non mi sarei aperta con te. Ora, invece, le cose sono cambiate: io mi sento matura e ho capito che aprirsi è la cosa più importante che esista; mi sento più libera e sicura di me stessa da quando i nostri cuori si sono di nuovo avvicinati.
Prima ti ho vista in cucina, eri pensierosa e non ho voluto disturbare le tue riflessioni. Io sono qui perché voglio tranquillizzarti su una cosa importante: non me ne andrò via da te, tu resterai sempre la mia amata mamma, per sempre. Il desiderio di conoscere la mia madre biologica è forte e, dopo tanto, domani lo farò, ma non voglio che tra noi due ci siano dei disguidi. Io penso che una famiglia c’è l’ho già e quella siete tu e papà. Quante volte ti ho detto: “vorrei conoscere colei che mi ha messo al mondo?” E tu mi hai sempre risposto: “tranquilla prima o poi succederà.” Non mi sembra possibile che adesso è qui nella nostra città e domani parlerò per la prima volta con lei.
Chissà cosa mi dirà, penso nella mia mente. Io voglio ascoltare tutto quello ha da dirmi e dopo prenderò una decisione. Sai, penso che esistono due mamme: una mi ha messo al mondo, mentre tu mi hai cresciuta. Lei mi ha dato la vita, tu invece mi hai donato amore e speranza. Lei mi ha abbandonata perché non poteva altrimenti. Tu invece mi hai preso con te e mi hai regalato la vita e la gioia di una famiglia. Questo non vuol dire che non la ho in mente di perdonarla, anzi al contrario, molto probabilmente lo farò.
Se c’è una cosa molto bella di te, mamma, è che mi hai insegnato a saper dimenticare il torto subito, andare avanti e cercare di capire il gesto di quella persona. Che altro posso dirti? Sinceramente non lo so nemmeno io. So solo che questa sera è successo qualcosa di bello tra noi due: siamo riusciti a parlarci con sincerità e senza bugie.
Era da molto che non succedeva tutto ciò e mi meraviglio del fatto di esserci riuscita. Anche se l'ho già detto ribadisco che mi sento più grande e matura e che dentro di me ho fatto un esame di coscienza che mi ha permesso di capire come sono fatta.
Vorrei dirti altre cose, ma meglio non prolungare questa lettera perché mi sembra di aver già spiegato tutto. Un'ultima cosa, ricordarti che la mia famiglia siete: tu, papà e mia sorella Violeta. Ora ti saluto e ti mando un abbraccio forte. Non scordarti che ti voglio molto bene. Un bacio tua figlia.~
Questa volta, non la rileggo, perché se no mi metterei a piangere e io non voglio. Esco dalla stanza e mi reco in cucina, mamma è ancora lì che passeggia. Nemmeno si accorge della mia presenza, meglio così perché non la voglio disturbare. Appoggio la lettera vicino alla porta e poi silenziosamente me ne vado via.
Eccomi, sono nel comodo letto e cerco di dormire un po' ma non ci riesco. L’ansia per domani è troppo forte, mi giro e mi rigiro senza però riuscire a chiudere un occhio. Penso a mamma e a papà; a me e anche a Violeta. No, non mi manca niente credo di avere tutto. Allora perché ho desiderio di conoscerla? Non lo so, ma capisco nel profondo del cuore, che per me è importante vederla in viso la “signora” che mi ha messo al mondo.
Mi tappo le orecchie con il cuscino, per non ascoltare tutti i pensieri che sono dentro nella testa. Solo dopo un’ora o forse di più, sento mamma chiudere ka porta. Forse sta andando a dormire. Guardo l'ora noto che sono le due del mattino. È tardi, chiudo gli occhi e finalmente dopo pochi secondi mi addormento serenamente.
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