Chapter 69

Violeta

Finalmente, sono riuscita a fare pace con me stessa e con mia sorella. L'ho portata nella zona di Oristano per poterle chiedere scusa per quello che è successo quando eravamo bambine. Certo, per Hiristina non sarà stato facile ricordare i momenti più brutti della sua infanzia a causa mia.

Sentivo il bisogno di chiederle scusa e  sono riuscita nel mio intento: ora siamo più unite che mai; adesso sa anche, non appena tutta questa brutta faccenda sarà conclusa, me ne andrò in Sardegna con Gioele e Nicola. Certo, il fatto che io parta rende Hiristina un po' triste, ma lei mi ha capita e io ne sono molto felice.

L'unico problema è farlo comprendere ai miei genitori, soprattutto a mamma. Sarà difficile convincerla, ma so che se vuole il mio bene deve accettare la mia decisone. Ho un po' di paura, perché domani si parte per Parma e quindi dovrò dare la notizia a entrambi. In ogni caso ho deciso che scriverò una lettera, così mi sentirò meglio e le parole usciranno su carta con facilità.

Per tranquillizzarmi, ho pensato di andare al mare; secondo Hiristina, si sta bene e ci si sente in pace con se stessi; chissà se è vero. Per confermare o no la sua teoria, salgo in macchina e mi dirigo alla località più vicina. Appena arrivata, respiro l'aria frizzante del mare e devo dire che mi piace. Decido di andare in spiaggia scalza, perché solo così posso sentire il fresco della sabbia a piedi nudi.

Mi sdraio e osservo l'acqua limpida e calma. Sono pervarsa da un senso di tranquillità e benessere. Come vorrei che fosse sempre così; cioè senza problemi e senza crucci, ma so bene che è impossibile, quindi cerco di vivere la vita così come viene, proprio come mi hanno insegnato i miei. Sto cercando di mettere in pratica i loro insegnamenti.

Vorrei tuffarmi, per dimenticare tutti i miei problemi, ma sono bloccata qui, mentre osservo con stupore il mare. Lo guardo, incantata: sembra magico quasi irreale, invece è qui, davanti a me. Mi torna alla mente una specie di poesia che avevo scritto qualche tempo fa, curiosamente adesso che sono qui, ho questa reminiscenza. Rammento le seguenti parole:

~Mare portami via da qui.
Non lasciarmi sola, fammi
giocare con gli amici delfini
e io saprò amarti e rispettarti.
Mare, il sole quando tramonta,
ti bacia e ti rispecchi su di lui.
siete distanti e mai vi toccherete
ma siete belli e amanti.~

Parole che mi rimbombano in testa, mentre m'immagino mio figlio correre scalzo sulla sabbia, felice; eccolo, mi chiama e mi stringe la mano... Certo, ci vuole tempo, ma so che quando accadrà, sarà un esplosione di emozioni.

Io avrò finalmente la famiglia che desidero e sogno da tempo. Lo so, non sarà tutto rose e fiori. Però sono sicura che sarà più facile, se avrò accanto a me le due persone più importanti della mia vita: Gioele e Nicola, i miei amati tesori. Mentre rifletto su tutto ciò, vedo volare un maestoso gabbiano: la sua sagoma nasconde il sole che tramonta. Mi alzo e stendo le braccia, corro  facendo finta di essere insieme a lui nel cielo dal colore rosso vivo.

Mi sembra di essere tornata un po' bambina e mi sento stranamente felice. D'improvviso cado sulla sabbia, ma non me ne preoccupo. Mi sdraio e mi metto a ridere di gusto. D'improvviso mi suona il cellulare,

rispondo: <<Pronto?>> dall'altra parte mia sorella molto agitata mi risponde : <<Ma dove sei? Sono ore che ti cerco!>> mi sento in colpa per non averle detto della mia gita improvvisata, ho agito d'impulso. <<Sono al mare! Tra poco rientro!>> le rispondo, ansiosamente. <<Va bene! Senti dobbiamo parlare di una cosa, quindi non tardare, va bene?>> mi risponde per poi riattaccare.

Guardo l'ora e noto che sono le diciannove. Mi sbrigo a tornare in macchina, ho paura di quello che dovremo discutere, ma cerco di non pensarci. Decido di comprare la pizza, così eviteremo di cucinare. Mi fermo alla prima pizzeria che mi capita e ordino tre pizze, e poi difilato a casa.

Una volta arrivata, Hiristina viene di corsa e mi abbraccia: è sconvolta ma non mi dice niente. <<Che succ...?>> tento di chiedere, ma vengo bloccata all'istante. <<Shh, vieni e zitta.>> mi dice trascinandomi dentro. Non faccio in tempo a dire o fare qualcosa, che vengo portata in cucina. <<Ecco! Leggi il giornale!>> faccio come mi è stato ordinato e rimango paralizzata dalla notizia.

Non riesco a spiccicare una parola, solo qualche lacrima mi scende sul viso. Non ceno, vado subito a letto. Quando sento che entra Amelia, faccio finta di dormire. <<È sconvolta!>> la sento dire; non so con chi stia parlando. Ovvio che lo sono.

Quando torno a Parma voglio sapere la verità su tutta questa faccenda terribile. All'improvviso, non sento più nessuno, mi alzo e vedo Hiris che sta dormendo. Vado in cucina e noto che hanno mangiato. Decido di mangiare qualcosa anch'io, ma ho lo stomaco chiuso e quindi lascio perdere. Ho troppa ansia, così prendo carta e penna e mi metto a scrivere ai miei cari genitori.

Rimango cinque minuti a pensare e poi le parole mi escono di getto:

~Carissimi genitori,
Sono qui in cucina a scrivervi. È strano per me farlo per tutte e due, di solito lo faccio solo per mamma. Ma questa volta, la lettera è per te, mamma, e anche per te, papà, perché quello ho da dire è indirizzato a entrambi. Non so neanche, sinceramente, da dove incominciare. Prima di tutto, grazie sì, perché se ora sto iniziando a vivere lo devo solo a voi due, che siete i miei genitori.

Sapete, da quando ho deciso di tornare con voi ho imparato a capire che la semplicità sta nelle piccole cose, come la famiglia, l'amore, l'amicizia, nonché l'affetto per mio figlio. Prima, avrei picchiato, urlato e mandato in rovina tutto ciò che ho ricevuto di bello dalla vita. Invece adesso ho capito tutto: devo apprezzare quello che ho e farne tesoro, per un avvenire migliore. Ed è su questo argomento che voglio soffermarmi con vuoi due. Sapete, quando tutta questa faccenda orribile si sarà conclusa, ecco, vedete... io, Nicola e Gioele ci trasferiremo qui in Sardegna.

Lo so che farete le facce esterrefatte, quando leggerete queste mie parole; soprattutto tu, mamma. So già che piangerai e dirai, tra te e te: "non andare piccola mia". Vorrei poterti dire che starò con te per tutta la vita, ma non è possibile; perché io devo iniziare la mia vita e per farlo devo andare via da qui. Hiristina è d'accordo con me e spero che anche voi mi possiate capire.

Lo so, lo so che è dura da accettare, ma pensate anche alla mia di felicità; finalmente avrò con mio figlio una famiglia. Certo, direte voi, perché non farlo a Parma? È vero, ma pensate a me e a quello che sto passando: non credete che sia meglio se io cambio aria? Io ne sono convinta. Vi penserò sempre, e verremo a trovarvi ogni volta che avremo tempo, quindi state tranquilli, non vi dimenticherò mai di voi.

Che altro aggiungere, se non soltanto dirvi che vi voglio molto bene. Sapete una cosa? È la seconda volta che riesco ad aprirmi in questo modo, e mi stupisco di me stessa. Perché ci riesco? Perché ho voi accanto a me.

Domani ci vediamo e ci riabbracceremo e sarà una bella festa. Adesso concludo sul serio sennò diventa davvero un papiro. Ciao, cari genitori, a domani. Per ora vi saluto virtualmente, non vedo l'ora di abbracciarvi. Staremo insieme e ci raccontaremo tante belle novità. Un abbraccio dalla vostra Violeta.~

Non mi va di dire cosa ho scoperto, sennò sto male di novo. Rileggo la lettera, soddisfatta, poi la chiudo e la metto sotto il cuscino. Stranamente, dal sonno che ho, mi si chiudono subito gli occhi: mi addormento serenamente, mentre la luna veglia sui miei sogni tristi, rendendoli allegri.



















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