Chapter 68

Mamma

A breve tornano le mie amate figlie. Sono felice, non vedo l'ora di stringerle a me. Mi mancano tantissimo, da quando sono partite, non sono uscita molto perché mi ero chiusa in me stessa per pensarle. Sento dentro di me un vuoto che non riesco a colmare; m mancano come l'aria che respiro. Per mia fortuna, c'è mio marito che mi aiuta in ogni momento rinunciando addirittura ad andare all'orto.

Ed è proprio grazie a lui che mi sono convinta ad andare oggi al mercato di Parma che si trova in centro. Con Hiristina, ci andavamo molto spesso, mentre con Violeta mai, neanche una volta; lei odia tutte queste bancarelle e andarci, preferisce altro, non so bene che cosa perché in fin dei conti non la conosco molto bene; però ho desiderio di scoprirla piano e finalmente recuperare quel rapporto che deve esistere tra una mamma e una figlia.

Certo è un mestiere molto difficile e, ammetto che con lei ho sbagliato molto, ma se l'ho fatto e perché pensavo di essere nel giusto, ma con lei non è proprio così. Riuscirò a capirla ed amarla almeno è quello che spero. Sono uscita da casa con calma, l'aria frizzante colpisce il mio viso in modo violento svegliandomi; ho deciso che non guiderò, ma farò una passeggiata, anche perché è una bellissima giornata di sole e il tepore dei raggi del sole mi riscalda piacevolmente.

Ho pensato di non fare colazione a casa e di farla una volta fuori. Scelgo il mio solito bar che si trova nella mia via. Un locale piccolo, molto accogliente. La barista è molto simpatica, dolce. Fisicamente minuta ma molto graziosa, capelli lunghi, occhi azzurri che come li guardi trasmettono molta gioia. <<Buongiorno, signora! Il solito?>> mi chiede con un sorriso delicato che sembra un fiore appena sbocciato. << Si cara, ti ringrazio>> rispondo con un tono dolce.

Dopo per aver bevuto il mio cappuccino con brioches alla marmellata, pago e ritorno alla mia camminata. Per mia fortuna, per arrivare in centro ci vogliono pochi minuti. Eccomi, quanta gente. Devo, trovare la mia bancarella, perché è proprio lì che devo recararmi: voglio comprare le mie due sorprese per le ragazze, e una anche per Amelia, sebbene non la conosco affatto. È grazie a lei che Hiris e Violè hanno scoperto gli inganni di Matteo e Pietro e si sono allontanate da loro in tempo, quindi Ameli merita un regalo da parte mia, è un modo per ringraziarla.

In più, ho compreso che tra lei e una delle due mie figlie c'è un legame speciale anche se non ho ben capito di che cosa si tratta. Comunque sono sicura che appena saranno qui me lo diranno, io l'accetterò volentieri, qualsiasi cosa sia. Finalmente, sono davanti alla bancarella che volevo davanti a me. Questa è l'unica che vende cose molto particolari.

Fate, cofanetti di vario genere, carillon, l'acchiappasogni e tanti portachiavi di gnomi e anche oggetti dove poter mettere il nome della persona molto cara. La cosa che mi colpisce molto, è una ballerina dipinta a mano, che mi riporta con la mente ad un episodio particolare: Hiristina avrà avuto dieci o undici anni, e stavamo passeggiando per le strade di Cagliari nel periodo di Natale. Ci fermammo per caso davanti a uno spettacolo di strada.

C'era un ballerino con la sua dama, che ballavano una musica dolce e magica. Mia figlia era rimasta incantata e affascinata da quel loro modo di ballare, soprattutto dalla melodia di sotto fondo. << Mamma! Questa musica, mi ricorda la mia Bulgaria! Qualcuno la suonava di notte. Che bello... Vorrei ascoltarla all'infinito!>> me lo disse sorridendomi. << Signora? Tutto a posto?>> mi chiede la proprietaria degli aggeggi destandomi dai miei ricordi. <<Oh sì! Mi scusi! Vorrei fare dei regali molto importanti! Mi può consigliare?>> chiedo con gentilezza. << Ma certo! Mi dica per chi sono e vediamo che posso fare.>> mi dice gentilmente. Spiego in poche parole che sono per le mie figlie e per una loro amica, gliele descrivo sia come personalità che caratterialmente.

Faccio intendere anche che voglio la ballerina come primo dono, la venditrice, mi mostra il meccanismo che ha dietro per farla suonare. Decido di comprarla, perché ho notato che ha la stessa melodia di quel mio ricordo legato a Hiristina. Infatti questo è per lei: penso che ne sarà felicissima, dato che le ricorderà il suo Paese Natìo.

La scelta del regalo di Violeta è molto più difficile: lei non è molto sensibile e nemmeno dolce. Spero di riuscire a commuoverla nel profondo del suo animo e che apprezzerà il regalo che sto per farle con tanto amore. Alla fine opto per un bella rosa, incastonata in un bellissimo diario. Spero che ci  scriverà i suoi pensieri e i suoi timori. Sfogando nella scrittura tutte le sue inquietudini. Penso che potrebbe piacerle.

Rimane solo Amelia: di lei non so niente, se non solo il fatto che è albanese e che è arrivata in Italia senza la sua famiglia. La signora, molto gentilmente, mi fa vedere uno stemma dell'Albania dipinto a mano. Mi colpisce molto, ma non mi piace affatto. Sono quasi amareggiata, quando all'improvviso rimango affascinata da una bellissima fata che tiene in mano un fiore: il girasole simbolo di gioia e solarità. In conclusione, compro quel regalo rimanendo soddisfatta delle mie scelte.

Una volta pagato, guardo l'ora e noto che sono già le undici e trenta, sarebbe ora di rincasare, ma ricevo una telefonata di mio marito: mi dice di rimanere in giro, tanto lui è stato invitato a pranzo da un suo amico. Sorpresa da questa sua comunicazione accetto con gioia il suo suggerimento. È da tanto, che non mi prende un po' di tempo libero solo per me stessa, quindi oggi lo farò.

Innanzitutto decido di prendermi un buon panino al panificio qui vicino, poi me ne andrò al parco ducale. Prima però devo anche comprare  carta e penna per poter scrivere le lettere a loro tre; mi sento molto ispirata. Vado in una cartolibreria, compro tutto il necessario e poi mi reco in paninoteca. In fine mi incammino verso il parco. Appena arrivo mi sdraio nel prato, assaporando il profumo dell'erba, che amo fin da quando era piccola. Nel frattempo mi gusto il panino e penso a quanto sia bella la vita. La adoro: ogni essere vivente deve avere la libertà di amare, di sentirsi se stesso in ogni momento.

Rifletto su cosa scrivere alla persone a me care. Voglio trasmettere il mio amore a ciascuno di loro. Aspetto ancora un pochino, poi prendo carta e penna e inizio scrivere quello che mi detta il cuore. Decido che prima di tutto inizierò con Violeta.

Con lei voglio aprire la mia anima.

~Violeta! Con te ho sempre timore di dire qualcosa di sbagliato. Hai scelto Hiristina come tua sorella quando eravamo in istituto! Sempre tu, hai deciso di andartene via dicendo che noi non eravamo la tua famiglia. Adesso sei nuovamente qui con noi. Mamma ha sbagliato tantissimo con te, ma ora voglio rimediare.

Presto sarai nuovamente qui con me e io cercherò di parlarti e conoscerti meglio. Ho bisogno di te, del tuo sorriso e anche dei tuoi abbracci. Io ti voglio e vorrò sempre bene.

Ci siamo scelte, amate e odiate, e poi di nuovo amate. Ora vorrei che comprendessi che ti saprò ascoltare e apprezzare, cosa che in questi anni non mi è riuscita affatto. Ricordati che il mestiere della mamma è il più difficile che ci sia. Ciao figlia mia, baci. Tua madre del cuore.~

Non la rileggo sennò mi metto a piangere, la chiudo e la metto nella busta. Per Hiristina, non è difficile scrivere quello che penso. Prendo la penna e dico quello che mi esce dal cuore:

~Rieccomi qui a scriverti nuovamente. Sai che regalo ho scelto per te? Beh, una bella ballerina, che ha la stessa suoneria che hai sentito tanto tempo fa con me e che ti ricorda la tua Madre Terra. Ti confesso che ho paura di perderti, mi succede anche con tua sorella, ovviamente.

So che prima o poi spiccherai il volo e sceglierai il tuo futuro come lo preferisci tu. Con te non mi voglio dilunguare più di tanto, perché ormai sai più o meno tutto quello che ti ho detto tempo addietro. Sei speciale e ti amo più della mia stessa vita. Ti abbraccio, mia cara figlia. Mamma ti vuole un mondo di bene. Un bacio affettuoso.~

La metto anch'essa nella busta e decido cosa scrivere ad Amelia. Non la conosco, non so chi sia. Ma sento che è legata in qualche modo a Hiristina. Una mamma certe cose le capisce. Per Amelia dico solo poche parole, ma credo che possano arrivere dritte al suo cuore.

~Non ti conosco, cara Amelia. Ma ti voglio ringraziare per l'aiuto che hai dato alle mie amate figlie. Anche tu farai parte, se lo vorrai, della nostra famiglia. Anche se né hai già una, ci siamo anche noi. Non scordarlo mai. Ti volevo anche dire che percepisco che il forte legame esistente con Hiristina: se così fosse, stalle vicina e vi vorrete bene. Ciao un abbraccio cara. Ti voglio bene~ Perfetto, ho concluso; sorrido soddisfatta.

Mi alzo dal prato e m'incammino verso casa, con la speranza che possa piacere a tutte e tre quello che ho fatto con amore e gioia.

Appena arrivo a casa, vado nella camera di Hiristina, e lascio in bella vista il regalo e la lettera per lei; subito dopo raggiungo la stanza di Violeta, dove faccio lo stesso con i regali e le lettere per lei e Amelia.

Rientro in camera mia e mi corico, felice e orgogliosa della mia amata famiglia. Guardo mio marito, mi stendo al suo fianco e mi addormento tra le sue abbracciata, sentendomi protetta accanto a lui.





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