chapter 61
Mister X
-Che ci fa Francesco a casa di Gioele?- Mi domando stupito. Lo vedo che dà un colpo assestato al maresciallo e poi mi trascina fuori senza voltarsi indietro. <<Calma calma! Che ci fai qui?>> gli domando guardandolo dritto negli occhi. <<Ti ho seguito e ho fatto bene! Perché sennò eri in pericolo! Forza andiamo via da qui!>> mi dice senza mai smettere di camminare.
È in questi momenti che sono felice di averlo con me, peccato che ho promesso a Carolina che lo avrei dato in pasto a lei; strano ma vero mi sono affezionato a lui ed è la prima volta in assoluto che mi capita una cosa del genere. È subdolo e cattivo sino al midollo. È riuscito addirittura a mettere una maschera con Hiristina.
Le ha fatto capire che l'amava che era la sua donna del cuore, poi quando ha avuto la sua fiducia, ha colpito in modo astuto e con cattiveria. Ricorda molto me da giovane, se lo alleno diventerà un mio erede un domani, sempre che la mia collaboratrice non me lo ammazza subito. <<Andiamo nel tuo rifugio! Nessuno lo conosce ancora, giusto?>> mi chiede con un tono divertito.
Gli faccio cenno di si, ma gli ricordo una cosa: <<Non farti vedere da Carolina! Sa di te, ma ti odia.>> lo sento sbuffare, <<Lo so! Ma tranquillo! Io ti lascio lì e poi me ne vado via!>> mi dice con un'aria triste e malinconica. Cerco di dirgli altro, ma vedendo il suo broncio, decido di stare in silenzio.
Una volta arrivati a destinazione, mi molla lì da solo e poi se ne va senza dirmi niente. La cosa buffa, è che lui mi ha salvato il di dietro e io ne sono debitore perché un altro minuto con Gioele avrebbe scoperto il tutto e i miei piani sarebbero andati in fumo. Entro dentro e mi trovo Carolina che passeggia nervosamente. Non ne comprendo il motivo, ma provo lo stesso a chiederle qualcosa: <<Che succede!>>
Lei si gira di scatto verso di me e poi mi dice: <<Domani deve chiamare Violeta! Che le devo dire? Come faccio a farli tornare qui?>> mi chiede mettendosi le mani in testa in modo disperato.
Non l'ho mai vista così, di solito è fredda e sa gestire bene il tutto. Vederla fragile e indifesa, m'innervosisce molto. <<Prova a minacciare di morte i genitori di Amelia! Ho saputo da poco, che Hiristina e Amelia sono gemelle, quindi puntiamo sul punto debole di entrambe, ma anche di Violeta: la famiglia. Che ne pensi?!>>
Lo so che è subdolo, ma se vogliamo che tornino alla svelta, dobbiamo tentare il tutto e per tutto. In più dobbiamo far venire in Italia pure loro, per nostra fortuna un cugino è dalla nostra parte e c'ha promesso che ci avrebbe dato una mano. Non so che farà ma confido in lui; so che si farà sentire a breve, ma non so quando.
Per calmarla, lo faccio notare pure a lei. <<Tranquilla! Ti ricordo che abbiamo una talpa in Albania! È affidabile, uno di questi giorni mi dovrebbe pure chiamare! Quindi rilassati! Abbiamo tutto sotto controllo!>> lei mi guarda sorridendo e poi fa un bel sospiro di sollievo. <<Bene, abbiamo risolto questo problema! Con Matteo come mi comporto?>> mi chiede preoccupata.
<<Domani torni a casa tua. Lo chiami e gli dici che avevi bisogno di startene per conto tuo per ragionare ad un piano! Va bene?>> Carolina fa un lungo sospiro, non mi risponde ma noto che è soddisfatta dalle mie parole.
<<Dai, è tardi! Mangiamo? Avrai qualcosa in questo schifo di posto!>> mi dice cambiando discorso. <<Si cara! Apri quel cassetto, troverai tonno, pane e delle birre. Mi dispiace ma non ho molto! Non ho avuto tempo di fare spesa!>> le dico indicandole lo sportello dietro di me.
Dopo cinque minuti ci mettiamo a mangiare di mala voglia, ma comunque abbiamo qualcosa da mettere sotto i denti. Per mia fortuna, domani inizierà il nostro piano e non vedo l'ora di vedere la faccia di Matteo quando si vedrà spodestato dal potere.
Finalmente diventerò un boss mafioso più potente e mio padre sarà fiero di me; in più ho anche Carolina dalla mia parte: è una donna subdola, cattiva al punto giusto ed è perfetta nel mio piano malvagio. <<Dai mettiamoci a dormire! Domani sarà una giornata pesante in tutti i sensi!>> Le dico andando a preparare il divano, che trasformo in letto. <<Tu! Dormi qui! Io starò per terra! In fin dei conti sono un cava...>> non faccio in tempo a finire di parlare, che lei si è già messa a dormire.
La guardo per un attimo, istintivamente le metto una coperta, adosso, per farla stare al caldo, poi prendo un lenzuolo e un cuscino, me lo metto per terra e mi corico vicino a lei. Non mi addormento subito, no, anzi sono pensieroso.
Ho paura che Gioele possa scoprire qualcosa in più, poi ha delle prove ma non so quali siano. Ho visto la sua faccia: è veramente arrabbiato con me, come se fosse certo che sono io la talpa nella caserma. Sì, è vero che lo sono, ma spero con tutto il cuore che non venga mai alla luce.
Cerco di calmarmi un pochino. Chiudo gli occhi faccio un lungo respiro; m'immagino la scena di Violeta e le due sorelle torturate da me. Mentre mi godo mentalmente quella scena, Morfeo mi accoglie fra le sue braccia. Mi addormento serenamente, senza più pensieri, ma col desiderio di riprendermi la mia rivincita contro Gioele, Matteo e quelle stronze.
Mentre dormo, sogno di essere un ricco, con un bellissimo palazzo e avere il controllo di tutta l'Europa. So che per ora è un sogno, ma ben presto diventerà realtà, anche grazie a Carolina, la mia alleata.
Gioele
Non ci credo, non posso crederci. Lui, il mio migliore amico, un traditore. Sono sicuro, certo che è lui la talpa. -Come l'ho capito?- Beh quel giorno che l'ho chiamato per dirgli della sorella di Pietro, lui era nervoso, si mangiava le unghie come se volesse nascondere qualcosa e non volesse dirmi qualcosa di importante.
Poi la sera che quella ragazza è stata rapita, ho notato che lui aveva urgenza di andare in quel negozio, dove, a suo, dire, era stata commessa la rapina. Stranamente, era stato lui a dire della rapina, ma quando eravamo arrivati al luogo, non c'era niente anzi il negoziante ci stava guardando male, come a dire: -che ci fate qui?- io guardato lui, che rideva sotto i baffi. Lì per lì non ci ho fatto caso, ma poi l'ho sentito dire: <<Povero illuso!>> ho capito che mi nascondeva qualcosa.
Piano piano ho iniziato a seguirlo di nascosto, ad ascoltare le sue conversazioni perché stava molto al telefono. Ed una sera, all'uscita dal lavoro, lo sento parlare: incuriosito mi avvicino sempre di più e queste sono le sue parole:
<<È tutto sotto controllo! Nessuno sa che io sono la talpa! Vedrai, nel giro di pochi giorni quelle due mocciose verranno uccise e io avrò la gloria che mi aspetto! Povero mio collega quando vedrà la sua amata Violeta morire sotto i suoi occhi!>> quelle parole mi rimasero impresse nella mente, perché erano state dette con puro odio e disprezzo nei miei confronti.
Per mia fortuna avevo pure registrato: quella registrazione volevo tenere come prova, nel caso lui mi avesse detto che non era vero. Oggi era questa la mia intenzione: incastrarlo una volta per tutte. Con una scusa lo avevo attirato a casa mia. Lui aveva accettato, e come se niente fosse, mi trattava come un amico.
Ma non ci casco, lo guardo male e gli rinfaccio quello che so. Come previsto, lui ribatte che non è vero, che non sa nulla di tutto ciò. -Ha imparato un copione!- Ma io ho il mio asso nella manica sto per tirarlo fuori, quando sento suonare.
Vado ad aprire e qualcuno mi da un colpo allo stomaco; cado a terra, dolorante. Quando riesco a riprendermi, lui è già scappato via. Rimango come uno scemo a contemplare la porta per un po'.
Alla fine mi alzo mi faccio coraggio e cerco di studiare un piano per aiutare Violeta, Hiristina e Amelia. Devo essere più furbo di Samuele il mio amico, anzi il mio nemico. Devo stare attento e trovare un modo di incastrarlo.
Prima di tutto ho ancora la mia prova schiacciante: la registrazione, ma non basta; devo trovare altro, qualcosa che mi possa condurre a lui. Devo stare attento a non farmi scoprire da lui: una mossa falsa e sono morto. Ne sono sicuro.
Secondo me la prima cosa da fare è fare una chiacchierata amichevolmente con Pietro: devo farmelo "amico", carpire la sua fiducia. Sono sicuro che lui può dirmi altro, nasconde altri segreti. Devo fare delle indagini segrete e fare il falso con il mio collega, devo fargli capire che con lui mi sono sbagliato e che non è vero che ho scoperto qualcosa su di lui. In questo modo spero di scoprire sul suo conto, senza però insospettirlo minimamente.
Con questi buoni propositi, mi preparo la cena e miei pensieri corrono alla mia amata Violeta che mi manca tantissimo. Saperla in Sardegna mi rasserena molto, ma allo stesso tempo mi preoccupa la possibilità che qualcuno dei malviventi possa trovare un modo di minacciarla. Io però sono un guerriero: sono pronto a proteggerla senza se e senza ma, senza gloria e senza pretese.
Perché lei è la mia principessa è ancora di salvezza. Io sono il suo salvatore: le starò accanto ora e per sempre. Con questo pensiero fisso, mi corico tranquillo. Ho una carica in più, perché ho una missione importante da fare: salvare la persona che amo di più e di mandare in carcere i malviventi.
Socchiudo gli occhi e vedo il viso della mia amata: le mando un bacio e lei mi sorride. So che sto sognando ad occhi aperti, mi crogiolo in questa dolce visuale, ma ben presto l'avrò di nuovo accanto a me, per poterla abbracciare: potrò inebriarmi del suo profumo e dirle quanto la amo.
Per ora non è possibile, ma sto lavorando, affinché questo possa accadere. Morfeo mi accoglie tra le sue braccia. Memtre tengo in mano la foto della mia ragazza, mi addormento serenamente, con il sorriso tra le labbra.
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